Parmigiano e pubblicità ingannevoli
…il latte, il pane, il parmigiano reggiano… non possono mancare…
In chiave pluridisciplinare, filosofica e pedagogica, sarebbe falsa la frase in senso comune di Nicola Bertinelli, presidente del troppo noto consorzio.
Lo spot usa il pane come espediente per mascherare la frase con un modo di dire, ma è assolutamente falsa la propaganda che questi cibi siano necessari. Per adulti svezzati, non esiste un singolo cibo necessario, per il principio della varietà dei fattori di protezione, e perché i principi nutritivi sono trasversali a più cibi.
Il latte di altra specie, com’è riconosciuto dai tempi di Ippocrate, e più che evidenziato oggi, non solo può, ma dovrebbe mancare e non dovrebbe essere sottratto a madri e padri (pochissimi)
[ATTENZIONE: documento scientifico, IMMAGINI di normale VIOLENZA]e a cuccioli maschi uccisi e femmine schiavizzate. Gli stessi allevatori li chiamano rape rack, cioè assi dello stupro.
In questo caso, “bene” è inteso solo nella convenzione della lingua economica, e non è di “prima necessità”. Al contrario, alla prova della realtà, cioè non di una, ma di tutte le discipline, si tratta di un male che uccide: gli uni direttamente, gli altri di clima, fame e malattie, aggiungendo anche quelle virali.
Più esattamente, i morti diretti sono più di 50 miliardi (stima più bassa) di altri animali terrestri e pesci innumerevoli, prima che si estinguano, essendo già gravemente a rischio.
L’oppressione specista ha annesso ai lager quasi metà delle terre emerse, l’83% delle terre coltivabili, divenendo tra le cause principali di effetto serra, per cui già si muore di clima. La conseguente distruzione di cibo, per causa di 8 trattori su 10 che girano al contrario, affama quasi un miliardo di persone.
Quanti siamo in tutto?
Non lo decidiamo al supermercato, ma in quanti possiamo mangiare, sì, e affamiamo altri sapiens come noi, quando compriamo zootecnia, il cui ricatto il Ministero delle politiche alimentari lo sta finanziando di più, approfittando dell’asse della crisi, innescata dalla stessa zootecnia, con la zoonosi pandemica.
Ma chi decide per te cosa mangi? L’oppressione o l’educazione?
Malattie
Un sacrificio italiano annuale di 20000 umani, sapiens (carni da macello?), tra infezioni e PM2,5 zootecniche. Più la strage per tutte le patologie tipiche dei paesi sviluppati, cui i cibi da animali contribuiscono come principale fattore di rischio.
Tutto fa male? No
Questa sarebbe una generalizzazione troppo rozza. E’ vero che se un sapiens bevesse in un giorno tutta l’acqua di un fiume, ne morirebbe, ma l’acqua non ha un’essenza di ingiustizia, mentre il coltello alla gola di un innocente sì, di per sé, e anche perché mangiarlo è superfluo, dannoso e per niente ideale per il nostro apparato digerente.
Il bottino di guerra
Che sia carni, o latte e formaggio, cause ed effetti sono comuni, sempre intorno ad un coltello. Per il latte la sofferenza è anche maggiore.
Scegliamo il metodo corretto
Non facciamoci ingannare da consumismo e pubblicità, distanziamo soprattutto quella più antisociale, subdola e irrispettosa.
Nutrizione sana e sostenibile
Linee guida ufficiali
Ecologia della nutrizione
Impatto del menu
Animali, ambiente, cibo per tutti, salute, buona cucina
Ciao Walter, volevo dirti che ho iniziato volontariamente a non mangiare carne/pesce quando ero per lavoro in Africa e devo dirti che la differenza si percepisce da subito. Quello che mi resta difficile purtroppo è resistere alla tentazione delle uova.
Ciao Pietro, molto piacere di trovarti anche qui e grazie per la lettura. Per la questione della cucina, nei miei otto anni di esperienza posso dire che c’è un aspetto molto rilevante: l’ideologia antropocentrica, portando a tavola qualcosa che era qualcuno, cattura tutta la scena con quest’atto di guerra. Nel fumo del campo di battaglia si è distratti sia nella percezione del gusto che nell’attenzione generale, per cui non si impara davvero a cucinare. Questo avviene quando si comincia a trattare il vero cibo senza distrazioni. Io ho fatto moltissime scoperte, a volte mi sembra di non mangiare mai due volte la stessa cosa e i ristoranti avrebbero da invidiare.
Quanto alle uova, non sono affatto le proteine migliori e sono accompagnate dai grassi peggiori, oltre che dal bioaccumulo di inquinanti, sempre maggiore nei viventi più complessi. I LARN nella dieta 100% vegetale prevedono 1g di proteine per kg di peso ideale, mentre in quella onnivora, fatta del 66% di proteine vegetali (e 80% circa di vegetali), siamo a 1g per kg di peso. Non c’è tutta la differenza sbandierata, né è necessario avere contemporaneamente tutti gli amminoacidi essenziali, basta nelle 24 ore. Fissarsi sugli amminoacidi è in contraddizione con la varietà. Più in particolare, per il gusto, in cucina sono usate per il potere amalgamante, più che altro e si possono sostituire in molti modi. Se la questione del gusto riguarda direttamente l’uovo, il consiglio è di sperimentare altro quanto più possibile, anche restando in area mediterranea. On line c’è di tutto, altrimenti consiglio i preziosissimi libri della serie Cucina Etica, il primo ricettario e le successive variazioni, edizioni Sonda. Ricordiamo che in natura le galline non fanno un uovo al giorno, che quando leggiamo a terra è l’equivalente di una gabbia sovraffollata, al chiuso, senza luce naturale, col becco rotto, senza poter aprire le ali e tante altre torture. Quindi, al limite, la scelta dovrebbe ricadere su galline di cui si è davvero a conoscenza che non abbiano un triste destino segnato e che siano trattate con rispetto. In realtà, nemmeno dovremmo “trattarle”, insomma una certa convivenza pacifica è possibile e hanno la loro unicità, la loro particolare intelligenza, la loro bellezza e prestanza fisica, quando sono in salute.
Sono vegana da più di 10 anni e godo di ottima salute. È stata una scelta etica e anche i miei tre cani , compreso un pastore tedesco, sono vegani !!!
Complimenti e grazie per l’impronta lieve, e buona in tutti i sensi, sul pianeta! Com’è noto, è una scelta protettiva anche per i cani, che dall’addomesticazione sono di fatto onnivori, quindi possono mangiare vegetale equilibrato come noi, pur essendo ancora classificati come carnivori. I gatti, invece, lo sono di nome e di fatto, ma c’è una soluzione migliore anche per loro, come ricordavo qui, in chiusura:
soluzione anche per i gatti