Paula dice “No”, e gioca di più
Essere campioni è un dettaglio
[Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira]
Paula Dapena, calciatrice, seduta e di spalle, rifiuta il minuto di silenzio per Maradona, in mezzo alle squadre schierate in piedi.
Creatività contro banalità
La data della morte di Maradona coincide con quella della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: non mi sembra che sia stato osservato un minuto di silenzio per tutte le vittime di queste violenze.
Se non meritano un minuto di silenzio loro, allora io non sono disposta a osservarlo per ricordare un violentatore.
Per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ci si è chiesti qual è l’intersezione con l’emergenza e la giustizia climatiche.
La questione femminile è contro l’ingiustizia, come la lotta per la giustizia climatica
Si tratta della continuità tra specismo e patriarcato e della lotta contro entrambi.
Infatti, dall’antichità le violenze tirocinate sugli uni sono state semplicemente spostate sulle altre, con la zootecnia che uccide tutti i maschi e schiavizza tutte le femmine.
E’ la dimensione odierna di tutte le guerre passate, un mondo perennemente in guerra, ovviamente superflua, pur sapendo che la violenza è un mero prodotto culturale, e non genetico.
In fondo è tutta la stessa guerra alla biosfera che il nobel Filippo Giorgi ha ribadito ultimamente su Radio3, dopo la non lontana piazza Loggia dei Fridays For Future a Brescia.
Tuttavia c’è una prima linea, l’intersezione di cui sopra, e poi c’è quella un po’ più indiretta fatta dal capitalismo nella geografia, che non è diverso o più esteso, ma è un derivato della stessa guerra, che in sanscrito significa avere più mucche.
Veniamo allora al problema demografico e poi Le donne sono, per esempio, in prima linea nel costruire la resilienza delle comunità rurali in molti paesi del mondo.
Sono anche una percentuale altissima di quei piccoli agricoltori che nel mondo producono il 70% del cibo col 30% delle risorse (l’agribusiness fa esattamente l’opposto in termini percentuali), scrive Chiara Signoria di Fridays For Future.
Aggiungerei che se ci si indigna perché le donne fanno molti figli senza una davvero libera scelta, quando private dell’educazione, a maggior ragione ci si dovrebbe indignare se la causa di ingiustizia e ingiustizia climatica sono prigionia, torture e uccisioni di altre madri e altre figlie.
Tutto importante, ma queste distinzioni sono essenziali, la sola generalizzazione in questi casi sarebbe da banale a immorale.
Termina qui una singolare trilogia su questo singolare 25 novembre 2020, al tempo della zoonosi zootecnica, in arte Covid19.
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La morte di Maradona è stata un lutto condiviso da Napoli all’ Argentina.
Questo è un fatto, ma non l’unico. Bisogna considerare anche cosa si sa e cosa si comunica. Tre dimensioni diverse in cui la massificazione mediatica costruisce rappresentazioni collettive non adeguate alla realtà. Infatti, la tentazione di costruire il mito per i popoli, che sfoghi le contraddizioni della vita politica, diventa un’occasione imperdibile. Nel secondo articolo ho solo accennato al legame che c’è tra gioco, caos e dominio. Il calciatore fa il suo gioco e controlla la componente di incertezza con l’abilità che dà direzioni, versi e velocità ad una sfera suscettibile di prendere innumerevoli pieghe diverse con estrema rapidità. Ma chi gioca a tifare scommette con una componente di incertezza maggiore. Vincere la scommessa o ambire a vincerla inducono al delirio e all’illusione di una presa sulla realtà che di fatto non c’è, ma è abbastanza creduta da distrarre rispetto a questioni che sarebbero più importanti, magari quelle di giustizia sociale, cui alcune sfaccettature della figura del calciatore avrebbero mirato. Invece la generale decadenza nella vita di Maradona non solo ha tradito le potenzialità educative dello sport ma è stata lo sfondo di vere azioni di violenza che evidenziano l’ideologia patriarcale nelle peggiori manifestazioni e che una società basata sul capitalismo spinto tollera troppo facilmente.