Per boschi civili
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Otto morti (8) e ventiquattro feriti (24) in due mesi dal 1° settembre 2018.
A qualunque titolo, anche per ridurre il male ed aumentare il bene, l'uso della forza da parte delle Forze Armate e di Polizia è considerato sempre un fatto grave ed è rigidamente disciplinato con precisi limiti e addestramento avanzato per il personale.
E' quindi contraddittoria l'azione di uno Stato che permette ai suoi cittadini di sparare, per divertimento e all'impazzata, in posti di fatto accessibili a tutti e per il bene di tutti.
Cittadini che per altro hanno una discutibile condotta etica, avendo in disprezzo il valore intrinseco di viventi molto complessi e simili a noi (forse da qui il disprezzo?) e che meglio di noi non scadono in volgari e tragiche barbarie.
Come si può, da un lato organizzare poligoni con regole e personale in efficienza psicofisica controllata, e dall'altro mandare in giro, in pubblico, persone anziane, armate e dalla condotta incivile?
La contraddizione è materialmente più evidente quando lo Stato manda le sue forze, con valori civili oltre che militari, addestrate e disciplinate, a raccogliere gli incivili, dilettanti allo sbaraglio e senza etica, che si ammazzano tra di loro. Non sono incidenti, ma effetti negativi di cause negative.
Non esistendo la scienza dell'uccisione, vari soggetti, favorevoli alla semina di piombo, sangue e violenza nei boschi, si affannano a cercare giustificazioni, o con dettagli tecnici inutili, essendo a monte il problema, o con maldestri e macroscopici errori, di cui tra l'altro non hanno l'esclusiva, come quando certi alfieri della morte dicono che l'etica non esiste, e se esiste è prêt-à-porter.
Diciamo no alla caccia, con più forza se finora non è bastata. C'è ancora molta strada per una civiltà più compiuta.
2017/2018: i dati sono i seguenti:
civili non cacciatori, 34, di cui 24 feriti e 10 morti;
cacciatori, 80, di cui 60 feriti e 20 morti.
Totale: 84 feriti e 30 morti.
Tre i minori rimasti vittime, di cui due feriti ed un morto.
Imagine…