I morti senza tetto
Il 10 gennaio è morto un uomo all’interno del parco del Torrione, sulla via Prenestina, a Roma. Era un senza fissa dimora di cinquant’anni. Dormiva dentro una tomba a tumulo del primo secolo avanti Cristo nascosta dall’ecomostro di ferro e cemento della sopraelevata, a due passi dai bar e dalla vita notturna del Pigneto. La polizia è stata allertata intorno alle quattro di mattina da altre persone che trascorrono abitualmente la notte nel parco ed erano con l’uomo al momento del decesso.
Negli ultimi due mesi in città sono morti di freddo per strada almeno cinque senza tetto, di cui tre solo a gennaio. Nel 2021 erano stati cinque, l’anno precedente dodici. Il motivo della morte del 10 gennaio è ancora da chiarire: all’inizio i giornali hanno parlato di ipotermia, in una delle notti più rigide dell’anno.
Da più di trent’anni, ogni anno, la comunità di Sant’Egidio ricorda Modesta Valenti, una senza dimora di 71 anni, morta di un malore alla stazione Termini il 31 gennaio del 1983 perché l’ambulanza non aveva voluto portarla in ospedale per le sue condizioni igieniche.
Il problema ha radici profonde: secondo il rapporto Dalla strada alla casa dell’associazione Nonna Roma presentato il 5 febbraio, tra quattordicimila e ventimila persone dormono per strada nella capitale, senza servizi e senza un piano di accoglienza permanente.
A Roma negli ultimi anni i senza dimora sono stati vittime di un vero e proprio “processo di criminalizzazione” che ne ha ulteriormente aggravato la situazione. Tra il 2017 e il 2020 sono stati emessi 5.836 daspo urbani (multa dai cento ai seicento euro e obbligo di allontanamento per ragioni di decoro) nei confronti di 2.536 persone, soprattutto senza tetto. Roma è stata la città con più ordini di allontanamento d’Italia. Un’azione punitiva che è stata introdotta nel 2017 con una legge nazionale, ma rafforzata con un regolamento di polizia urbana del 2019 voluto dall’ex sindaca Virginia Raggi in nome del decoro.
Il welfare non riesce a fare niente e anzi è una delle cause dei senza dimora se non si rientra nei sempre più rigidi meccanismi per ottenere una casa ATER.
Resta come sempre il punto di riferimento in un vasto mondo del volontariato o di persone singole che di notte distribuiscono coperte.
Oppure come fa Mertens un giocatore del Napoli che di notte si traveste per non essere riconosciuto e porta verso la mezzanotte pizze e coperte ai senza tetto.