La guerra in Ucraina

E’ difficile parlare della guerra in Ucraina perché i confini si spostano, le forze in campo mutano di giorno in giorno, la diplomazia sembra inesistente, perché lo stesso fronte pacifista sembra diviso tra la fornitura di armi o meno. E’ quasi impossibile stabilire come si dislocano sul territorio le armate russe e quelle ucraine. Gli stessi obiettivi militari e politici dei russi non si sa cosa vogliono raggiungere. L’Ucraina fa sapere che se dovesse esserci la minaccia di conquistare il porto Odessa chiederà aiuto alla Moldavia. Il conflitto potrebbe allargarsi, ma forse più ampio di così non potrebbe essere.
La NATO sta fornendo all’Ucraina molto materiale bellico e fa bene a farlo, ma il conflitto diventa così più sanguinoso anche se per ora l’obiettivo russo di occupare l’Ucraina è stato arrestato.
Le sanzioni economiche intraprese dall’Occidente contro la Russia avranno effetto in tempi assai lunghi. Il blocco del petrolio russo rischia di danneggiare di più l’Occidente perché non dobbiamo pensare “al climatizzatore” ma al mondo dell’industria che ne è la maggior beneficiaria. Già il PIL è stato ridotto da Draghi dal 3% al 2% prima della guerra, ma se dovessimo bloccare il petrolio russo il PIL scenderebbe a livelli mai visti.
Eppure bisogna resistere non solo per difendere i principi di libertà che danno vita all’Occidente, ma più concretamente la libertà dei cittadini, di stampa, di associazione e la libera circolazione di idee e cose. La nostra sarà pure una democrazia imperfetta, ma non siamo costretti a schierare i carri armati per governare.