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[Home Senza categoria La débâcle del Parlamento]
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[ 01/02/2022 di Mario Marangon 4 Commenti ]

La débâcle del Parlamento

Da un certo punto di vista l’elezione del Presidente Mattarella ha sbloccato felicemente una situazione apparentemente impossibile. Mattarella aveva più volte ribadito il suo “no” alla rielezione, ma il Parlamento non era riuscito a trovare un nome condiviso che avesse le caratteristiche costituzionali di un Presidente della Repubblica.

Da un altro punto di vista la rielezione di Mattarella ha segnato la débâcle del Parlamento. Un Parlamento limitato, non in grado di svolgere più nessuna delle sue funzioni costituzionali: non legifera, non controlla, non indirizza. Ora dimostra di non riuscire neppure ad eleggere un nuovo Presidente. Ci si appella al precedente di Napolitano, senza rendersi conto che è un antecedente che conferma la débâcle.

C’è stato un precedente con la rielezione di Napolitano che lo stesso Presidente con una sferzata al Parlamento ha così descritto: “Un avvitarsi del Parlamento in seduta comune nell’inconcludenza, nell’impotenza ad adempiere al supremo compito costituzionale dell’elezione del Capo dello Stato un rischio senza precedenti.

La Costituzione tace sull’eventuale rielezione del Capo di Stato, ma non vi è dubbio che il principio della democrazia prevede una rotazione delle più alte cariche dello Stato. Mattarella risulterà Presidente per ben 14 anni.

Ormai l’eccezione è diventata una regola e in futuro magari ci sarà un Presidente che esigerà la rielezione con grave pregiudizio del carattere temporaneo delle alte cariche pubbliche. E potrebbe essere un Presidente meno attento ai dettami costituzionali creando forzature che con un Parlamento incapace di legiferare e controllare potrebbero rivelarsi pericolose.

Sarebbe augurabile che intervenisse una legge di modifica costituzionale per impedire la rielezione del Presidente della Repubblica restituendo così al Parlamento la centralità che in una democrazia parlamentare deve essere fondamentale. Chiamando tutti i partiti alle loro responsabilità invece di una spola dal Presidente Mattarella invitandolo ad accettare il secondo settennato.

 

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Commenti [04]

  1. Michele Bastanzetti
    01/02/2022

    O Mario, già con Napolitano si parlava di Re Giorgio. Ecco, mi pare, e neanche tanto subdolamente, stia tornando in auge una certa simpatia per la monarchia. Peraltro il derby monarchia- repubblica, nel dopoguerra, fu molto equilibrato. Gli italiani , il Popolo Sovrano di cui art. 1 della Costituzione si trovano al momento ad avere un Presidente Repubblica (bravissimo!) che non hanno scelto loro, un Presidente del Consiglio (bravissimo!) che non hanno scelto loro e che non è mai passato per le urne, diversi ministri (bravissimi) mai passati per le urne , una maggioranza di governo (che va dai postdemocristiani , ai populisti, ai rottamatori ai veterocomunisti…insalatona) che non si era presentata come tale alle alle elezioni, un Parlamento pieno di trasformisti anche pluriscambisti impresentabili e con partiti ormai liquefatti o ridotti a compagnie di ventura di qualche condottiero mercenario. Dunque, mi spieghi in che modo il Popolo starebbe esercitando la sua Sovranità Repubblicana?

    Rispondi
    • Michele Bastanzetti
      02/02/2022

      Ah, perdonami, o Mario, quasi dimenticavo. Quali che sian dubbi e perplessità che si possano avere su questa elezione presidenziale e sul quadro generale, tutto verrà velocemente archiviato in una settimana di canzonette sanremesi. Vedi te la raffinata evoluzione dei sistemi di acquietamento di massa…tipo l’incantatore di cobra…

      Rispondi
      • Mario Marangon
        02/02/2022

        Non credo serva Sanremo per dimenticare i 14 anni di Mattarella come Presidente della Repubblica. In Italia non abbiamo memoria storica e l'”elezione” è già stata dimenticata. Come si sono dimenticati i miracoli promessi da Draghi costretto a rivedere il PIL al ribasso rimandando tutto al 2023. Ma nel 2023 avremo già scordato anche questa promessa. A leggere per sommi capi la Legge di Bilancio 2022 non vedo novità. La solita politica filo-bancaria e filo-aziendalista.

        Rispondi
    • Mario Marangon
      02/02/2022

      O Miché più che ad una monarchia hanno in testa il presidenzialismo cavallo di battaglia della destra. In una democrazia rappresentativa è assurdo che gli organi di Governo non siano prima passati per le urne. Se la logica ha un senso abbiamo un Governo che non ci rappresenta nel bene e nel male. Il populismo è diventato verticismo e il sovranismo che viene spesso invocato sarebbe da rivedere prima di tutto in casa nostra.

      Rispondi

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