La guerra in Ucraina
E’ difficile parlare della guerra in Ucraina perché i confini si spostano, le forze in campo mutano di giorno in giorno, la diplomazia sembra inesistente, perché lo stesso fronte pacifista sembra diviso tra la fornitura di armi o meno. E’ quasi impossibile stabilire come si dislocano sul territorio le armate russe e quelle ucraine. Gli stessi obiettivi militari e politici dei russi non si sa cosa vogliono raggiungere. L’Ucraina fa sapere che se dovesse esserci la minaccia di conquistare il porto Odessa chiederà aiuto alla Moldavia. Il conflitto potrebbe allargarsi, ma forse più ampio di così non potrebbe essere.
La NATO sta fornendo all’Ucraina molto materiale bellico e fa bene a farlo, ma il conflitto diventa così più sanguinoso anche se per ora l’obiettivo russo di occupare l’Ucraina è stato arrestato.
Le sanzioni economiche intraprese dall’Occidente contro la Russia avranno effetto in tempi assai lunghi. Il blocco del petrolio russo rischia di danneggiare di più l’Occidente perché non dobbiamo pensare “al climatizzatore” ma al mondo dell’industria che ne è la maggior beneficiaria. Già il PIL è stato ridotto da Draghi dal 3% al 2% prima della guerra, ma se dovessimo bloccare il petrolio russo il PIL scenderebbe a livelli mai visti.
Eppure bisogna resistere non solo per difendere i principi di libertà che danno vita all’Occidente, ma più concretamente la libertà dei cittadini, di stampa, di associazione e la libera circolazione di idee e cose. La nostra sarà pure una democrazia imperfetta, ma non siamo costretti a schierare i carri armati per governare.
Della guerra in Ucraina bisogna continuare a parlarne perchè lì ogni giorno, oltre ai soldati, muoiono civili e centri urbani vengono distrutti, non dobbiamo abituarci all’assassinio di civili ucraini come fosse normalità. Il pacifismo in questa situazione direi che è fuori luogo come lo erano i pacifisti del 1939 di fronte all’occupazione dell’Austria e della Cecoslovacchia prodromi della catastrofe successiva. Dobbiamo ricordarci che c’è la ferrea volontà del popolo Ucraino di opporsi all’invasione criminale dei Russi e proprio per onorare questo coraggio e determinazione è necessario sostenere l’Ucraina con l’invio di armamenti. L’Ucraina, al di là della strumentalizzazione Russa circa la fratellanza dei popoli Ucraino e Russo, è sempre stata vittima della Russia Zarista prima e dell’ URSS poi in quanto considerato mero Stato cuscinetto utile per la difesa dalle invasioni da ovest per evitare di combattere in casa come invece la Russia ha dovuto fare con l’invasione Napoleonica e nazista. I Russi sono sempre stati razzisti verso i popoli alle estremità dell’ impero, infatti abbiamo visto come le città ad est dell’Ucraina come Karkiv, Cernihiv, Sumy, Sloviansk, Mariupol siano state selvaggiamente bombardate in totale spregio della loro Russofilia. C’è gente che parla di diplomazia come strumento per opporsi alla guerra, ma i tentativi diplomatici sono stati già fatti e a Putin non gliene frega niente in quanto lo strumento che lui vuole è la violenza della guerra per ottenere i suoi obiettivi. I motivi che ha addotto per giustificare la guerra sono totalmente falsi, l’Ucraina non è uno stato nazista e tantomeno ha mai minacciato la Russia ! La questione della Nato non esiste in quanto per Statuto NATO un paese che ha parte del territorio conteso o con guerra in atto ( Donbass e Crimea ) non può entrare nell’alleanza atlantica e questo Putin lo sa benissimo, ma la menzogna e il crimine è la cifra del comportamento di Putin come di tutto l’apparato che sostiene la dittatura Russa. Il vero motivo per cui Putin ha scatenato la guerra è l’avanzata della democrazia che potrebbe intaccare la collettività Russa. Ad ovest erano rimaste Bielorussia e Ucraina a fare la funzione di stato cuscinetto, la Bielorussia con Lukascenko rimesso al potere con le elezioni truccate ha stretto i bulloni della dittatura e scongiurato una deriva democratica che sembrava possibile qualche anno fa ( da non sottovalutare però la resistenza ). Per L’Ucraina con i fatti del 2014 Putin aveva capito che l’aveva persa ed aveva reagito con l’occupazione della Crimea e la guerra nel Donbass. Se non l’avesse fatto uno scenario possibile sarebbe stato la spaccatura della Russia. Putin deve perpetuare la postura di potenza della Russia che è esigenza del popolo Russo ed infatti ha rivalutato la figura di Stalin e il periodo Zarista. Quindi, Mario come dici la posta in gioco è la difesa della libertà e della democrazia. Non dobbiamo dimenticare la quantità di giornalisti russi che sono stati uccisi o hanno dovuto abbandonare il Paese, oppositori politici uccisi in Russia o all’estero anche con il metodo dell’avvelenamento, la libertà di stampa inesistente, l’opposizione politica che solo ad esprimersi rischia molti anni di carcere. Purtroppo l’occidente pensava che stabilendo relazioni commerciali con la Russia si potessero anche avere relazioni politiche proficue invece considerando anche la dipendenza energetica il tutto si è rivelato un enorme errore strategico. Si sarebbe potuto porre rimedio a partire dal 2014, ma la reazione è stata troppo timida con le sanzioni economiche adottate all’epoca che sarebbero invece dovute essere del tenore di quelle attuali.