Scuola: pochi diplomati e ragazzi abbandonati
La popolazione tra i 25 e i 64 anni in Italia è in possesso del 62% del diploma di maturità. In Europa la media si attesta intorno al 80%. Il diploma è considerato il livello di formazione indispensabile per il mercato del lavoro e la crescita personale.
I laureati sempre nella stessa fascia d’età sono del 20% contro la media europea del 33%.
Lo rivela l’ISTAT in una ricerca in Italia sul 2020.
Sia pure di poco i laureati aumentano in Italia, ma meno della UE: Francia, Spagna, Germania.
L’istruzione italiana, sia di diplomati che di laureati, è ultima nei confronti della Comunità Europea.
Le ragioni principali vanno ricercate negli studi superiori dove le classi ormai hanno raggiunto, per via dei tagli all’Istruzione, i 28-30 elementi per classe. E’ impossibile per gli insegnanti seguire così tanti allievi, peraltro in un’età critica com’è quella dell’adolescenza. I più “bravi” passano, mentre gli altri di fatto abbandonano gli studi o superiori o universitari.
Gli alunni delle superiori andrebbero seguiti nel loro percorso formativo uno per uno perché TUTTI hanno storie, famiglie, emotività diverse. Non a caso aumenta il numero degli allievi iscritti alle scuole private dove il costo dimezza le iscrizioni e quindi i gruppi sono più piccoli. Le scuole private assorbono un’ampia fetta dei soldi destinati all’istruzione pubblica. E’ giusta la parità di tradizioni o convinzioni religiose, ma non con denaro pubblico.
Alla criticità delle superiori si aggiungono gli allievi extra-comunitari (in aumento) che spesso presentano non solo differenze di tradizione culturale ma anche di lingua. Anche loro hanno il pieno diritto ad un’istruzione pubblica, ma gli ostacoli che devono saltare non sono pochi.
Spesso ci sono fenomeni di bullismo che costringono non pochi genitori ad affidare i loro figli a strutture private.
Gli insegnanti si impegnano al massimo compresi i weekend, ma non pochi di fronte a questo caos hanno gettato la spugna.
Negli ultimi anni tra i giovani si registrano non pochi suicidi dovuti al disagio anche della scuola che è costretta a lasciare i ragazzi da soli. Ma questo è un ragionamento molto più complesso che non può essere lasciato solo alle responsabilità scolastiche
Insomma, si studia poco, ma soprattutto si studia male.
E il disagio dei nostri figli aumenta sempre di più.
Hai riassunto bene il quadro più complessivo in cui versa la scuola. E se andiamo a vedere i numeri i laureati in Italia sono il 20% contro la media euopea del 33%. Analfabetismo di ritorno.
O Mario, non puoi escludere da questo quadro le enormi criticità presenti anche nella scuola primaria. L’ accavallarsi di problemi vecchi e nuovi, la burocratizzazione della didattica, la mancanza di meritocrazia per gli insegnanti e la tolleranza verso gli inadatti fra loro, un sindacalismo parassitario, riforme peggiorative…fino a fesserie come i banchi a rotelle, dimostrative della pochezza della gerarchia politica han portato la intera pianta educativa a soffrire. Il risultato più grave e palesemente anticostituzionale è che questo marasma favorisce la disuguaglianza sociale. I ricchi riescono comunque a studiare bene, i poveri arrancano sempre più. Una nazione con una scuola siffatta, taglia le radici a sé stessa.