Un pianeta di plastica
Plastica nei mari. Plastica nel suolo. Plastica nell’aria.
Plastica ovunque.
Solo 70 anni fa la plastica non esisteva. E’ stata creata per conservare e conservarsi nel tempo. Indistruttibile. Paradossalmente viene sempre più utilizzata per prodotti usa e getta o comunque di breve durata. Ora é ovunque e sta contaminando ogni angolo del Pianeta.
Un Pianeta di plastica appunto.
In particolare, le microplastiche si generano dai rifiuti in decomposizione. Ma si trovano anche in detersivi, cosmetici, vernici e tanti altri prodotti.
Sono talmente piccole che sfuggono agli impianti di depurazione. E una volta disperse nell’ambiente sono impossibili da rimuovere.
Più piccole sono le particelle, più pericolose sono per la nostra salute. Finiscono in mare e diventano cibo per i pesci.
Ormai contaminano anche l’acqua in bottiglia e il sale marino.
Dal 1 gennaio 2020 l’Italia ha vietato il commercio di prodotti cosmetici contenenti microplastiche. Si tratta di un primo passo avanti, ma purtroppo non é ancora abbastanza.
Per questo Greenpeace ha lanciato la Petizione “Stop microplastiche” attraverso la quale chiede al Ministro dell’Ambiente di supportare la proposta europea di vietare l’uso di microplastiche aggiunte intenzionalmente in numerosi prodotti. E chiede altresì di definire rigidi criteri per biodegradabilità, dimensioni, dispersione nell’ambiente e presenza di microplastiche nei fanghi di depurazione da utilizzare in agricoltura.
Al problema delle microplastiche si affianca quello della produzione e del riciclo della plastica in generale.
La stessa Greenpeace ha pubblicato un rapporto Le rotte globali, e italiane, dei rifiuti in plastica nel quale analizza le nuove rotte globali dei rifiuti in plastica in seguito al bando all’importazione dei rifiuti introdotto dalla Cina nel 2018.
Facile era il meccanismo: container pieni di plastica spediti dall’Italia alla Cina, che poi tornavano in Europa sotto forma di oggetti (giocattoli, contenitori, perfino biberon per neonati) realizzati con plastica contaminata. “Se la plastica eterogenea la mandi in un Paese dove non viene sanificata né lavata…”.
E anche nei flussi attuali con Malesia e Vietnam potrebbe esserci il rischio che parte del materiale non sia riciclato seguendo i corretti standard.
L’Italia è all’undicesimo posto tra i principali esportatori di rifiuti plastici al mondo. Ora che la Cina ha chiuso le frontiere e altri paesi asiatici stanno programmando ulteriori blocchi, senza interventi urgenti che riducano la produzione rischiamo di essere letteralmente sommersi dalla plastica.
E purtroppo riciclare non é la soluzione.
“Con una produzione di plastica in vertiginosa crescita su scala globale, che raddoppierà le quantità del 2015 entro il 2025 per quadruplicarle entro il 2050, il nostro Pianeta rischia di essere sommerso da rifiuti in plastica”, conclude Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Sono necessari interventi urgenti che riducano subito la produzione. Soprattutto per quella frazione di plastica spesso inutile e superflua rappresentata dall’usa e getta che oggi costituisce il 40 per cento della produzione globale di plastica.
Si vive in un mondo talmente corrotto a livello di morale che la menzogna è dipinta come realtà e la verità viene calpestata come fosse menzogna quindi se conoscete qualcuno che lavora per aziende di imbottigliamento di bibite dovete congratularvi con lui perché vi offre la fantastica possibilità di avere il vostro mezzo litro di acqua in bottiglietta a portata di mano, allo stesso tempo fate i complimenti al sindaco intelligente che toglie la fontanella pubblica…
Il bello se non fosse tragico è che tutti credono che si possa guardare “il lato positivo” delle cose ignorando gli effetti collaterali ovvero mettere la testa sotto la sabbia o dentro al SAC giacché pensare troppo fa male a meno che non ci sia da far business quindi ingigantire a dismisura gli effetti di un virus usando termini apocalittici e terrorismo mediatico sciorinando dati capziosi, falsi ed inventati pur di vendere migliaia di tonnellate al giorno di inutili mascherine e guanti fabbricati impiegando plastiche che vanno ad accumularsi nel mare e negli oceani…
Guardiamo il lato positivo, siamo ancora pochi a morire di tumore e ad avere malattie incurabili, nuove o croniche per le quali non si individuano cause precise.
Sempre esilarante l’Egr. Denisio nella sua parodia dell’ anonimo complottista! Sostiene che la pandemia da coronavirus è opera mediatica basata su dati capziosi, falsi, inventati al fine di poter vendere guanti e mascherine ed intasarne gli oceani; ma il lato positivo sarebbe che siamo ancora in pochi a morire di tumore (questa è un po’ macabra, però…).
Lo vogliamo a Zelig!
Il Bastanzetti Furioso colpisce ancora!!!