Bioenigma #1
Mi chiamo, non importa come mi chiamo. Sono un grossista di fiori, nella vita mi sono fatto il mazzo. Sono agli sgoccioli, me l’hanno comunicato gli idraulici con lo stetoscopio. Ma chi si credono di essere? Dio? I miei sono scossi, è da tempo che aspettano di scuotermi le tasche. Sono molto credente. La vita è un dono e ci credo fermamente. Anche i soldoni sono un dono guadagnato e li voglio investire per la vita. La Alcor Life Extension Foundation è in grado (-195°C) di ibernarmi tutto intero per soli 200 mila $. Con 80 mila, invece, congela solo la testa ma mi pare poco etico oltre che inestetico. Ho inoltrato la richiesta via fax per un bagno integrale nell’azoto liquido e depositato il resto dei doni in svariate cassette di sicurezza per quando sarà di nuovo primavera.
L’ibernazione ti pare bioetica? Che dici?
Non sono uno scienziato, non sono una guida spirituale. Non intendo diventare complottista oltre la dose minima che si richiede ad ogni persona sana di mente alla quale propinano bicchieri da bere alla goccia.
Mi pongo piuttosto il problema del perché ci sia sempre stata un’ avversione delle generazioni “uscenti” verso il nuovo mondo di quelle “entranti”. A tutti i livelli. “La scuola di oggi non fa bene quanto faceva quella di ieri”, “le famiglie di oggi non sono forti come quelle di ieri”, “Non ci sono più le sicurezze che c’erano una volta”, “la società peggiora rispetto al passato”, “Non ci sono più gli uomini/le donne di una volta”, “Si sono persi i valori” ecc ecc ecc. Ogni generazione ripete sempre le stesse frasi. I piani sono due: l’oggettivo e il soggettivo. Oggi nel mondo si sta meglio di ieri sotto quasi tutti i punti di vista. Le cose cambiano di continuo e, a seconda delle latitudini, cambiano copioni, scenari e contesti. Ci sono meno guerre, si muore meno per fame e malattie, si vive più a lungo, ci sono più diritti, si circola con più libertà, ci si cura in un numero sempre maggiore, si sono raggiunti picchi di scolarizzazione mai avuti prima e potrei continuare a lungo. Questa è la fotografia reale. Poi ne esistono infinite interpretazioni, tutte legittime che però entrano nella dimensione soggettiva. Intendiamoci, non è meno nobile di quella oggettiva, anzi. Bisogna scegliere che parametri darci per affrontare le grandi questioni che coinvolgono la vita dell’uomo. Bioetica. Cosa deve guidarci? L’efficienza? Il sentimento? L’amore? Il calcolo? La statistica? La fede? Cosa? Spesso questi parametri possono viaggiare insieme; arrivati ad un certo punto si deve fare una scelta. Ed è personale. Oggi abbiamo sdoganato la pratica degli anticoncezionali e dei contraccettivi. Ma ricordate il dibattito decenni fa? Oggi parlare di aborto è possibile. Fecondazione in vitro. Continuo? Grandi crocevia. Si arriverà mai ad ibernare qualcuno? A che pro? A quali condizioni? Quanta accessibilità? Capriccio o progresso? Prima rispondiamo con la logica e una parvenza di oggettività. Poi, tracciato il confine, entriamo nel dibattito soggettivo. Io, potrei prendere decisioni diverse a seconda se sono chiamato a farlo da privato cittadino o da rappresentante di una comunità/società/istituzione. Sono gradi di responsabilità e rappresentanza diversi. Pericolosi da mischiare. È un filone da indagare, studiare, approcciare con grande attenzione e sobrietà
Se esistesse la cura contro il cancro ma solo uno 0,5% della popolazione mondiale se la potesse permettere (p.s. alcuni complottisti sostengono sia già cosi’), come la giudicherebbe sig. Marko ?
Inoltre, se esistesse un metodo per prolungare la vita all’infinito, considerando che già oggi abbiamo superato la possibilità di generare risorse da parte del nostro amato pianetino, sarebbe etico darla a tutti, a nessuno, o al solito 0,5 % ?
Sarei felice di essere passato dallo 0 allo 0,5%. Sarei grato alle multinazionali che hanno permesso quel tipo di ricerca milionaria. Dopodiché mi butterei anima e corpo per alzare quella percentuale a vantaggio di più persone possibili. I modi ci sono. A quel punto incalzerei con ogni strumento legittimo a disposizione quella multinazionale detentrice del brevetto perché mi batto per una società in cui tutti abbiano il diritto pubblico alla cura. E ringrazio Dio di vivere in Italia e in Europa avendo avuto io stesso e i miei cari, problemi di salute che, in altri Stati, mi avrebbero obbligato a vendere casa per essere curati.
Vita all’infinito? La otterremo, tutti coloro che la vorranno, indistintamente. È solo questione di tempo. E non ci saranno multinazionali da combattere. Sull’ibernazione non ho ancora un’opinione ma tendo a vederla con scetticismo
Non so a chi rispondere entrando nella realtà. Scelgo lei, signor Marko.
Calda testimonianza, eutanasia per i vecchi meno nascite. Risolto il problema del genere umano presente in questo mondo, che, intanto, abbaia e miagola. E Dio messo in disparte.
1-“Al direttore – Sono 43 anni che faccio il medico. Il medico dei vecchi. Ci sento ancora bene e non è mai, dico mai, capitato che qualcuno mi chiedesse di esser suicidato. Ho, però, cominciato a sentire un profumo di “eutanasia suicidaria” in alcune vicende di vecchi necessitanti assistenza continuativa. Alzheimer, bronchitici cronici, scompensati di cuore, cancerosi. “Ma non vedi come soffrono… non c’è nulla da fare… se potessero chiederebbero di esser aiutati a”. A parte che non me lo hanno chiesto né fatto intendere, meditate gente meditate.
Roberto Bernabei, direttore Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, neurologiche, ortopediche e della testa collo Fondazione Policlinico
Risosta. Vedrà poi quando dall’autodeterminazione si passerà, come in Olanda, alla tenuta dei bilanci delle asl. Grazie.”
2- “CI OCCUPIAMO PIU’ DEGLI ANIMALI CHE DEGLI UMANI – E INFATTI E’ ARRIVATO “KIPPY”, UN DISPOSITIVO CHE GEOLOCALIZZA IL CANE E NE MONITORA CORSA, PASSEGGIATA, SONNO E CONSUMO CALORICO, RIUSCENDO A FORNIRE UN QUADRO COMPLETO DELLE SUE ATTIVITÀ E DEL SUO BENESSERE – L’ITALIA È IL SECONDO STATO IN EUROPA A CONTARE PIÙ ANIMALI DOMESTICI, CON 7,3 MILIONI DI GATTI E 7 MILIONI DI CANI…”.
Mi sento molto vicino alla sua sensibilità e al suo pensiero. A Sparta venivano uccisi i bambini nati “storti” e disabili. Un peso per società efficienti e lucenti. Io invece so che il grado di civiltà di una società è direttamente proporzionale all’attenzione che mette nella cura del più debole. È la società in cui voglio vivere e la società per cui metto a disposizione quel poco che ho. Se non ho capito male lei è un medico, in tal caso la sua esperienza sul campo la rende testimone prezioso e le permette di poter avere voce autorevole su temi presi spesso sottogamba e con superficialità. Sarebbe interessante entrare pure nel merito dell’obiezione di coscienza.
Non so quanto sia calzante il paragone con l’attenzione data agli animali domestici, io non ne ho ma so che diventano membri di famiglia a tutti gli effetti. L’una non dovrebbe togliere all’altra.
Oltre ad essere un paese pieno di gatti e cani, è tra i più vecchi d’Europa e del mondo. Un così alto numero di anziani spero produca un conseguente livello di saggezza, utile ad affrontare con attenzione temi delicati come quelli della bioetica.
Marko, il grado di evoluzione di una società non si misura con il PIL ma con la qualità delle sue produzioni intellettuali e artistiche.
Chi sarebbero dunque oggi gli artisti che superano Vivaldi, Rossini, Bach, Beethoven?
Sfera Ebbasta? No dai almeno un altro…
E se la Alcor Life Extension mi fallisce che fine si fa? Di solito se si rompe il congelatore la carne bisogna mangiarla, non si può ricongelare…
Io sono vegetariano e non è un merito ?
https://alcor.org/BecomeMember/index.html
Incuriosito ho letto un po’ di info dal sito Alcor, ma in effetti non ho trovato da nessuna parte una forma di garanzia “soddisfatti o rimborsati”.
Ora, ricordo ancora gli improperi di un tizio a cui si ruppe la cella frigorifera (cercare “Barcaro” su yt x eventuali dettagli) , se dovesse capitare anche a questa ditta di manutenzione salme ???
Ottima idea, addormentarsi e risvegliarsi sotto le lampade di un laboratorio con un chip impiantato nel cervello programmato per imbracciare un fucile e puntarlo contro chissà chi per il divertimento di qualche annoiato plutocrate. Del resto qual miglior soggetto di uno privo di alcun legame parentale ne conoscenza alcuna per realizzare una qualche “missione di pace”. Ottima idea.
Noto che il topic oltre la questione legata alla vita, pone anche in secondo piano un altra questione legata ai soldi.
Mi viene in mente un belissimo film con il grande J.Nicholson, “non è mai troppo tardi”, che affronta una questione analoga.
Improvvisamente nella vita di due persone irrompe la tragica notizia : uno un modesto meccanico, l’altro un dirigente che (destino beffardo) è nel CDA della stessa azienda ospedaliera che gli pone il terribile verdetto.
Che fare ? Ansia, angoscia, poi…….
…. poi tutto sommato le persone riflettono su quel che han fatto, anzi non hanno mai fatto nella vita e che l’agiatezza economica raggiunta e la forza della disperazione gli consentirebbero di fare nel breve tempo residuo che a loro spetta, decidono dopo aversi conosciute fortuitamente di unire le forze nonostante la differenza sociale che li contraddistingue, e di fare una lista . La scommessa è terminare la lista prima che il tempo scada.
Tornando al topic quindi, il fioraio decide di utilizzare la sua agiatezza per tentare il gesto estremo di allungare il tempo senza nessuna garanzia di riuscita, i 2 soci di utilizzare il tempo rimanente godendoselo il piu’ pienamente possibile.
Questo è un bel paradosso in effetti…
Ma tutto sommato noi nasciamo con quel verdetto, certezza di morire prima o poi e la differenza tra questa situazione tragica del verdetto e la vita “normale” è solamente il “tempo residuo” che trascorre nel momento in cui diveniamo consapevoli che a breve ce ne andremo nei campi elisi…
Come trascorreremo il tempo residuo ? Cosa decideremo di fare ? Ci aggrappiamo ad una speranza che la scienza tenta di darci o ci arrendiamo al nostro destino cercando di vivere al meglio la vita ?
HENRY DAVID THOREAU, Walden. Vita nel bosco, 1854.
“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.”
In effetti sig. Gianni, la bioetica è una passione esclusiva dei resort a 5 stelle. 6 miliardi e mezzo di altri esseri umani non si pongono neppure il quesìto o non possono porselo.
Esattamente sig. Mozzato.
Un comune mortale che avesse avuto l’incidente di Schumacher avrebbe potuto permettersi di “tirare avanti” con un equipe medica a domicilio che costa 10.000 euro a settimana ?
Lo stesso Zanardi ha ammesso che la sua “seconda vita” di sport per disabili a livello agonistico è si frutto della sua voglia di vivere e di competere ma anche dalla possibilità economica di avere protesi sperimentali e fatte su misura.
Quindi al comune mortale in caso di fatal verdetto, non resterebbe altro che accettarlo e nel tempo residuo tentare o la via della redenzione/pentimento/ravvedimento o dell’incoscienza sperperatrice dei pochi soldi accumulati in cure o in gentili accompagnatrici.
Affascinante non c’è dubbio, la bioetica è una tematica solo per ricchi.
Al massimo i poveracci possono permettersi un eutanasia magari in offerta su groupon .
Il tema non lo permetterebbe, ma quella di groupon è esilarante ???
HENRY DAVID THOREAU, una persona che ha riflettuto sul senso della vita e che a differenza di molti (struzzi) ha avuto il coraggio di applicare dei semplici principi universali di etica e morale evdi scolpirli sulla roccia del proprio quotidiano vivere, il contrario del predicare bene e razzolare male come fanno molti. Un personaggio che io farei studiare insieme a pochi altri, in particolare il suo “DISOBBEDIENZA CIVILE” é un libro che apre il cuore e la mente ed é eternamente valido soprattutto oggi, epoca del lavaggio delle menti e del qualunquismo falso perbenista.
Lei Denisio, proprio nom resiste a dare sempre una lettura complottistica dei fatti! Ma che male le han fatto ‘sti complottisti?
Mi sa che hai guardato troppe volte il film “Universal soldier”…
Purtroppo un conto è parlare di morte magari se essa appare molto lontana, un altro è parlarne con un referto medico in mano che lascia poca speranza.
Inutile esprimere giudizi sulla scelta di una persona di fronte ad un dramma cosi’ grande, ipocrita suggerire “Io farei cosi’ io farei colà”.
Cosa succede poi ad un corpo ibernato ? Ed allo spirito ? E all’eventuale anima (per chi crede nella sua esistenza) ? E’ etico ? Non lo è ?
Ai posteri l’ardua sentenza… Personalmente preferisco il caldo, magari nn troppo tipo la geenna..
Vero Gianni, anche a me pare che la discussione sui massimi sistemi, fatta a pancia piena davanti al caminetto, per quanto dotta risulti sempre sterile e asettica. Per questo desidererei riflettere sul blog una dimensione più puntuale che fondi il suo principio su un caso, in questo caso sul fioraio ibernato. La bioetica, materia pressoché sconosciuta nell’era pretecnologica, è invadente e pervasiva più di quanto la cronaca imponga.
C’ è di peggio. C’ è di molto più assurdo. Ad es. ciò che le nazioni spendono in armamenti; industria solidissima e in costante ascesa.
Chi si iberna combatte la guerra fredda