Babilonia
21 secoli di storia e innumerevoli lacerazioni e contraddizioni ma il suo messaggio si è diffuso. Una crescita continua, vertiginosa e non solo numerica. Ha ricamato il paesaggio con le guglie e i campanili, l’arte, le idee e le Costituzioni, la società, i valori, la cultura. Nei primi anni del XX secolo la convinzione di aver ormai conquistato ogni angolo del pianeta pareva quasi realizzata: «Quando l’evangelo del Regno sarà predicato in tutto il mondo verrà la fine». Le Società bibliche, le Missioni e l’occidentalizzazione diffusa, correvano lo stesso binario scavato dal colonialismo europeo. Poi le due guerre, il secolarismo, la globalizzazione e la risurrezione delle altre religioni e filosofie.
La chiesa, intesa nella sua pluralità, è in crisi –non avvezza a essere una inter pares- è in forte regresso in tutti i campi. I consapevoli spingono in varie direzioni: chi richiede un aggiornamento del software, chi una svolta populista (diciamo ciò che il popolo vuole sentirsi dire), chi ancora si irrigidisce e ripercorre all’indietro il percorso della tradizionetradita.
«Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?»
A vent’anni dal trapasso dell’artista Fabrizio De André rimane un lascito che é in grado di de-mistificare l’alone di fondamentalismo che spesso si legge nei credenti, portandoli a riflettere sul fatto che le leggi, siano esse religiose o laiche, non possono assumere un carattere di assolutismo, o almeno a me questo testo da proprio questa impressione:
IL TESTAMENTO DI TITO:
“Non avrai altro Dio all’infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall’est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice non devi rubare
e forse io l’ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l’ami
così sarai uomo di fede:
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore:
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:
guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri già caldi d’amore
non ho provato dolore.
L’invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest’uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore”.
Meravigliosa poesia-verità, grazie non l’avevo mai letta sig. Denisio e mi ha fatto molto del bene.
La Legge, i 10 comandamenti elencati nella versione agostiniana, sono stati affidati a un popolo liberato: non esiste libertà senza Legge. Israele fuori dall’Egitto è l’invenzione della libertà e chi non vuole ritornare a essere schiavo si appoggi alla Legge o meglio: cammini in questa direzione, secondo questi insegnamenti (Torah). Un popolo bue può affrancarsi seguendo un altro sentiero, più alto. L’ebraico non ha l’imperativo che viene espresso con il futuro: Non avere altro Dio è reso con non avrai altro Dio, non rubare con non ruberai… Quando hai riconosciuto la tua identità e quella di Colui che ti ha liberato dalla casa di schiavitù allora seguirai un altro cammino. E ancora di più: se non ci riuscirai appieno, non per trascuratezza volontaria ma per miseria, riprendiamo il cammino insieme, ristabiliamo il patto con il sacrificio. L’agnello di Dio tre volte inchiodata nel legno.
Bene, mi fa davvero piacere aver dato un’occasione di spunto, per come la vedo io esistono in noi, dentro di noi regole morali di comportamento che ci guidano pian piano, sbagliando e vivendo a comportarci in maniera etica anche senza che siano scritte sotto forma di “comandamenti”, e personalmente sollevarei la questione dell’autoritarismo ecclesiastico come errore piuttosto grossolano che genera persino effetti opposti a quelli che predica.
Lo spunto che volevo dare qualche giorno fa quando ho fatto l’esempio del sadu induista che si fa sotterrare per 8-12 ore voleva significare proprio questo, l’autorevolezza di un maestro che non ha bisogno di parole contro l’autoritarismo che genera fiumi di parole spesso private del loro significato… Un saluto.
La religione dovrebbe, credo, favorire la relazione tra gli umani e Dio e tra gli umani con altri umani… Con il passare del tempo le religioni sono diventate istituzioni dando più enfasi alle dottrine, agli interessi economici, al potere, ecc… Oggi la fiducia nelle Chiese e i religiosi e’ minima… allora ogni credente crede a modo suo … e pone la sua fede in ciò che ritiene più valido…
Alti e bassi, sublimità e miserie, consacrazioni e profanazioni, coerenza e opportunismo, riforme e controriforme… ci son sempre state nella Chiesa e nelle religioni in genere. E sono ancora qua. Non serve agitarsi.
Io sono convinto che la fede esiste in molte forme. Esiste un Dio universale comunque si chiami nei secoli e millenni. Ognuno verrà giudicato in relazione alla sua conoscenza. Gli antichi abitanti di america( indiani) avevano la fede anche se diversa da quella cristiana. La giustizia di Dio ne terrà conto sicuramente.
Insomma meno si conosce il Dio abramitico e piu’ si ha la possibilità di “scappolarla” al fantomatico giudizio nonostante tutte le confessioni (almeno simil cristiane) insistano sul fatto che si deve fare di tutto per conoscerlo ?
C’è qualquadra che non cosa….
Signor Paolo, parlo di cose che non so. Mi pare che l’uomo nel mondo sia stato messo per agire come arbitro del suo futuro Raggiungendo i cieli, sarà giudicato per il suo comportamento terreno dove inerzia e pilatismo sono, possono essere anche peccati perché irresponsabili atteggiamenti verso altri simili. Il lavoro, politica non sono altro che strumenti per comporre scontri terreni per difendersi anche tesi per dominare altri( che potrebbe essere l’altra faccia della difesa) Così siamo passati dalle frecce indiane alla atomica. Ecco, noi non possiamo capire ma lassù penso proprio di si visto che c’è il paradiso, l’inferno e il purgatorio come pene. Non il nostro CSM o ANM
Mi ricorda la storiella “al lupo al lupo”… Finche un giorno il lupo arrivò….. la fine la conosciamo tutti…..
Supponiamo che il Figlio dell’uomo torni domani (vabbè facciamo la settimana prossima pechè questo weekend ho degli impegni) giusto per “accorciare i tempi” anche perchè andare troppo in la con le previsioni porta solo a cannare ancora di piu’ le previsioni/profezie.
Cosa troverà ?
Dunque, facciamo un analisi a soldoni…. Lasciamo perdere tutti quei credi che si distaccano troppo, quindi religioni “non cristiane” altrimenti ci incasiniamo troppo, e mettiamole direttamente nella geenna ardente per far prima e semplificare la faccenda.
Troverà una frammentazione assoluta, una babilonia nello stesso cristianesimo fatta di una miriade di dialetti disparati spesso in contraddizione l’uno con l’altro. I cristiani divisi e strette all’interno delle loro congregazioni perchè hanno interpretato un versetto biblico in una maniera differente o perchè il testo biblico che seguono ha una virgola posta in modo diverso, ognuno convinto di avere la verità in tasca e di essere il “minipopolo eletto”.
L’abbraccio universale di fede che si auspicava Gesu’ con il suo gesto estremo ridotto ad un utopia e la predicazione dell’evangelo in ogni angolo del mondo che ha prodotto piu’ danni che altro.
Ricordo una parodia del Benigni prima versione che appunto vedendo il casino in terra, Dio opto’ per un “Giudizio universale anticipato”.
Beh tra il serio ed il faceto penso sia l’opzione piu’ probabile.
p.s. una piccola considerazione : se in una classe di studenti il professore si trova con 29 somari su 30, qualche domanda dovrebbe porsela pure Lui….
Come sempre ficcante nella sua realistica ironia. Grande! La sua analisi e le sue domande non possono essere evase completamente, ci penserà chi di dovere, dopo il week end magari. In merito al cinismo che ci caratterizza, io non sarei così tranchant. E’ senz’altro vero, anche, che il messaggio cristiano (sia pur incarnato e ricolmo di difetti) abbia comunque portato anche tantissimi e innumerevoli meraviglie in senso pieno.
Oggi gli stessi paradigmi della sensibilità religiosa sono profondamente mutati in occidente. Ma il bisogno di trascendente è sempre forte, ma spesso si riduce ad una nostalgia del sacro. Assistiamo ad una destrutturazione ideologica della religione… Le dottrine non interessano più, ma il bisogno di relazione sta aumentando. E su questo il Vangelo e la figura di Cristo ha ancora molto da dire. Il problema è che le chiese non riescono a investire in modo adeguato sulla realtà in evoluzione e si impegnano a offrire risposte a domande mai fatte. Rischiando l’irrilevanza.
La fede la troverà. Finché ci sarà anche un solo essere umano, ci sarà la fede. La domanda è: “troverà la fede in chi, in che cosa?”
Ognuno costruisce il suo recinto in cui si sente sicuro o la sua torre inespugnabile in cui guarda tutti dall’alto di ciò che solo lui ha compreso. Ci sono anche coloro che ne fanno biglietto da visita o tatuaggio.
La fede si presta a mille usi. Mi fa pensare alla cover di un telefono. Possiamo essere il telefono, stretti da un supporto che ci tiene al sicuro e che non può mai uscire dai binari. Possiamo essere le mani che cambiano continuamente la cover, a seconda dei momenti e degli umori.
Da cristiano, per tentare di non perdermi, torno alle Scritture e cerco di farlo come fosse la prima volta, per incontrare chi, quella fede sa donare. Autenticamente