Italiano
Prima l’italiano! La povertà del linguaggio rinchiude come in una gabbia l’essenza stessa della comune propensione spirituale. C’è stato il tempo dei ‘cioè’ intercalati, oggi dilaga il ‘tipo’ con la ‘o’ finale strascicata in modo incerto. ‘Tipo’ nella bocca di ragazzetti e adulti che cercano invano nello scarno archivio della memoria linguistica la figura retorica, la metafora o il semplice aggettivo adatto a descrivere un sentimento, una percezione sfuggente.
Nella foto in intestazione un piccolo brano, sensazionale, di Canne al vento di Grazia Deledda
Che lo squarcio del velo nero di deladdiana memoria possa invece portare luce laddove sembra esserci povertà di parole e soprattutto di spirito. Perché se la mancanza di parole corrisponde alla mancanza d idee, siamo proprio nei guai. Credo ancora nelle possibilità: dei giovani nel recuperare le parole, i sogni, le motivazioni. Dei maturi nell acciuffare le occasioni perse e i treni che sembrano passare con sempre minor frequenza meravigliandosi dell abilità con cui si può ancora saltare a bordo. E dei vecchi, augurando loro di non sentirsi canne secche al vento, ma orgogliosi virgulti di un grande tronco pronti a fiorire con sforzo ma grande impatto. La parole parlano di molto, ma la loro scelta dice molto di noi.
Condivido. Il ripetersi dell’argomento linguistico sembra creare una dittatura della parola in sostituzione e forse, proseguimento di altre passate ideologie.Roba elitaria in opposizione a un “proletariato” linguistico sempre succube. “Perché se la mancanza di parole corrisponde alla mancanza d idee, siamo proprio nei guai”
L’italia è una nazione che produce molto materiale letterario, si stampa molto, mancano però i lettori. È sempre stata così, ma negli ultimi anni, soprattutto con l’avvento del smartphone, il dato probabilmente è calato ulteriormente. Poca lettura, scarso vocabolario. Questa è la mia opinione.
A forza di aumentare le dosi di erba e diminuire quelle di Crusca, abbiamo un popolo di capre satolle e gli ultimi letterati che muoiono di fame. Taaaac
La cannabis è stata sempre ed ovunque considerata una pianta dal valore inestimabile, dopo il 1930 I capitalisti l’hanno bandita per facilitare i loro affari chimici in tutti i settori. Nessun letterato prima del 1930 o sempre meno letterati dopo il 1930? Curiosita: la parola “anestesia” in cinese è composta da due ideogrammi che significano rispettivamente “Cannabis” e “Intossicazione”. Nulla di cui stupirsi, dal momento che la Cannabis in Cina viene utilizzata soprattutto per usi medici dal 2.700 a.C. ed è uno degli elementi naturali su cui si poggiano millenni di medicina tradizionale.
Per erba intendevo spinaci, bieta, rape. Ma potremmo provare a dare marijuana alle capre, magari fondano un movimento politico.
E io a pensar male. ..penso che le capre avrebbero un ottimo capro espiatorio da dar a bere agli umani…?
Si. Di sicuro arcobaleno.
Non è che avendo la cannabis alcuni effetti farmacologici possiamo assumerla a piacere. Ogni farmaco ha controindicazioni ed effetti collaterali anche gravi. Tra l’altro il suo uso sistematico provoca danni intellettuali.Conferma Denisio?
Problemi intellettuali gravi e dimostrati sono causati da nanoparticelle e da milioni di sostanze chimiche e non disperse nell’ambiente e nel cibo, infatti la produzione artistica culturale ed intellettuale è sostanzialmente morta. Sempre più spesso un gruppo di caproni ignoranti passano inopinatamente per politici e la gente ci crede perché li vota, questo è il quadro del falso perbenismo altro che canapa.
Le stesse motivazioni che adducevo al prof di lettere quando interrogava su Dante:
Shhhhhh che stai sconfinando nel complottismo ed il ns pastore di fiducia potrebbe agitarsi!!!
Non so ancora cosa sia peggio: la povertà del linguaggio o quella delle idee. Possibile che la prima sia dovuta alla seconda?
Un grande poeta romeno (Eminescu) dedicò una poesia a coloro che criticavano il suo modo di fare la poesia. Le prime parole racchiudono l’essenza della stessa poesia:
“È FACILE SCRIVERE VERSI
QUANDO NON HAI NIENTE DA DIRE.”
Il parlare di linguaggio-idee è veramente un problema nella società di oggi ? Il malessere si trova nei social. Perifrasando lei ” è facile ccriticare le decisioni degli altri difficile proporre soluzioni”. Oggi.: “Ci sono 600mila posti di lavoro scoperti. Rapporto Unioncamere-Anpal: le aziende sono a caccia di laureati e diplomati che non trovano. In contraddizione con l’alta disoccupazione giovanile. Le imprese cercano 551 mila laureati. In pratica il 12% delle nuove offerte di lavoro è per uno studente uscito dall’università. 195 mila di questi posti non vengono coperti per mancanza di candidati o perché la loro formazione non è quella richiesta”. Ecco per risolvere il problema disoccupazione , prendiamo il linguaggio o cerchiamo idee ?
I numeri che lei cita sono esatti ma non rappresentano tutti i disoccupati e quelli che si sono stancati di cercarlo un lavoro (tanto c’è il rdc). Poi è anche questione di salario visto che diverse aziende propongono stipendi da fame. Poi non da ultimo c’è anche la questione della formazione, della riforma scolastica di idee e di linguaggi da limare continuamente. Grazie per gli spunti ulteriori.
Fu il tempo di: “Canne al vento”.
Oggi: “canne”.
Allora……prima Io!!