Il fenomeno Pechino Express
C’è un solo programma che al momento riluce come un raggio di sole nel buio della televisione generalista. Quel programma è “Pechino Express” (quest'anno "Pechino Express – obiettivo Bangkok"). Già l’anno scorso, durante la prima edizione italiana, era evidente il suo potenziale esplosivo. Nonostante la conduzione imbalsamata di Emanuele Filiberto di Savoia, e una partenza in sordina, il reality aveva dimostrato, puntata dopo puntata, una grande forza, specialmente nel montaggio e più in generale in tutta quella parte che viene chiamata post-produzione. Un lavoro che mostra con ritmo serrato una gara avvincente e paesaggi per lo più sconosciuti, raccontando stili di vita per noi impensabili e per questo suggestivi.
“Pechino Express" è infatti un reality che vediamo in differita: la gara è già conclusa, i concorrenti di nuovo in Italia. Il pubblico non è interpellato per esprimere un parere attraverso meccanismi subdoli come il televoto. Il gioco prevede uno svolgimento tramite precise prove, dove a contare è la forza e l’affiatamento della coppia, il modo in cui superano difficoltà oggettive date dal viaggio e le sfide previste dal regolamento.
Il pubblico tifa, ma senza interferire: altrimenti Corinne Clery e il suo fidanzatino Angelo se ne sarebbero usciti già alla prima puntata, dopo aver mostrato in mondovisione la loro allucinante storia d’amore. Invece lunedì verrà trasmesso il quarto episodio e loro al momento stanno ancora gareggiando, assieme a coppie decisamente più divertenti, come la Marchesa e il Maggiordomo Gregory, già personaggi di culto, la coppia degli Amici (il lottatore Alessio Sakara e l'amico Stefano Venturini) e gli ultimi arrivati, gli assurdi Figli di Gigliola Cinquetti.
Ma la rivelazione di questa edizione, ciò che contribuisce a rendere la trasmissione imperdibile, è la conduzione di Costantino Della Gherardesca: un presentatore sui generis, surreale, unico. Libero dalle costrizioni che spesso sclerotizzano i conduttori RAI in un atteggiamento fastidiosamente buonista e dozzinale, Della Gherardesca prende in giro e si prende in giro, condividendo con lo spettatore sarcasmo e riflessioni, pur mantenendo il suo tipico aplomb.
Grazie a lui “Pechino Express” è anche un fenomeno social, su cui ruotano una moltitudine di tweet e post, rispondendo così alla grande esigenza dello spettatore moderno: quella che pretende una condivisione in diretta, attraverso i social network, di ciò che sta vedendo nel piccolo schermo. La sfida tra le coppie procede spedita così come viaggiano i commenti, le idee, gli hashtag che stimolano altri commenti, retweet, risate su ciò che si sta guardando insieme. Dove è insieme la parola chiave.
La sfida tra le coppie procede spedita così come viaggiano i commenti, le idee, gli hashtag che stimolano altri commenti, retweet, risate su ciò che si sta guardando insieme.
Ecco perché “Pechino Express” è il programma su cui non solo la RAI, ma tutta la televisione dovrebbe investire per sviluppare nuovi progetti, capire dove si sta dirigendo la tivù del futuro e come si sta evolvendo il reality show, ma anche per studiare cosa vogliono davvero gli spettatori, in special modo i target più giovani, troppo spesso emarginati dai palinsesti.