L’umanità del Boss in Incognito
Ho visto la versione italiana di “Un boss in incognito” ("Undercover Boss" negli USA) e mi è piaciuta.
Il format prevede che il capo di una grande azienda passi una settimana in incognito tra i suoi dipendenti, spacciandosi per un neoassunto bisognoso di imparare il mestiere. Lo scopo è duplice: capire, dall’alto, quali sono le problematiche e i punti di forza di ogni settore coinvolto e, dall’altro, vivere dal basso insieme alla “manovalanza”, quella che spesso, nella gestione di una grande azienda, è sintetizzata da cifre, bilanci e qualche numero e che invece ha nomi, volti, una vita.
Il programma va in onda ogni lunedì in prima serata su Raidue ed è condotto da Costantino Della Gherardesca che, dopo il successo della scorsa edizione di “Pechino Express” (di cui abbiamo già parlato), si conferma un ottimo professionista, nonché un personaggio su cui scommettere quando in ballo ci sono esperimenti televisivi di questo tipo. “Un boss in incognito” andrà infatti in onda per sole quattro puntate. Due sono già state trasmesse, e hanno finora mostrato all’opera David Hassan, presidente di 7camicie, e Giovanni Battista Pizzimbone, amministratore delegato di Aimeri, ditta impegnata nel campo ambientale. Il risultato è stato un docu reality particolarmente emozionante: per quanto probabilmente i protagonisti siano condizionati dalle telecamere (i dipendenti credono di girare un documentario sul loro lavoro), allo spettatore arrivano l’impegno degli operai e il sincero interesse del datore di lavoro nei loro confronti. Un interesse sì economico, per capire dove migliorare per incrementare profitti, ma anche umano, per aiutarli a lavorare sereni.
Una serenità che, di questi tempi si misura in contratti a tempo indeterminato, aumenti di stipendio laddove i tagli sembrano imperare, premi e incentivi. Un miraggio che nel programma si tocca invece tangibile a fine puntata, quando il boss si svela e ricompensa le persone con cui ha lavorato con piccole e grandi gratifiche, non senza sottolineare eventuali errori da evitare.
A smorzare l’inevitabile pathos, magari un po’ retorico, della trasmissione, ci pensa Costantino, la cui ironia attenua l’emozione del pubblico e la riporta sui binari dell’intrattenimento. Ecco perché “Un boss in incognito” è una piacevolissima trasmissione: perché parla di un’umanità sempre più rara da trovare nel mondo del lavoro, dove il capo non punta esclusivamente a spremere i suoi dipendenti, ma prova a conoscerli e conoscere quello che fanno, magari stupendosi di non esser così bravo come loro. Uno stravolgimento dei ruoli che ogni tanto fa bene, perché ogni giorno, almeno per un momento, dovremmo imparare a metterci nei panni altrui. E forse così non capiremmo solo qualcosa degli altri, ma anche di noi.
Qui tutte le puntate fino a ora trasmesse, con promo e approfondimenti.