Vola-vola-vola-vola l’apocalisse Maya
Non c’è proprio via di scampo: se ne occupano i giornali, la televisione ci va a nozze sfacciatamente attraverso documentari che sono uno la fotocopia dell’altro (con certi “tiggì” a fare da araldi, come sempre maestri nell’arte del servizio inutile) o più subdolamente (una rispolverata all’asteroide et voilà, Deep Impact torna in auge insieme a chissà quale altro film catastrofico dimenticato in soffitta).
Eh già, perché udite udite, ci vogliono convincere del fatto che la fine del mondo è imminente. Il déjà vu è dietro l’angolo: rimembro la febbre esplosa nel 2000 con annessi vaneggiamenti sul Millennium Bug, il celeberrimo difetto informatico che avrebbe dovuto ricondurre tutti noi all’Età della pietra, se non addirittura polverizzarci attraverso una gragnuola di missili impazziti. La vera tragedia per quell’anno fu un orrendo remix creato ad hoc della canzone The Final Countdown degli Europe: se ci penso brrr, mi viene ancora la pelle d’oca.
Andando ulteriormente a ritroso ecco il panico da Anno Mille diffusosi anche a causa dell’interpretazione in chiave pessimistica delle parole presenti nell’Apocalisse che annunciano la venuta di Satana sulla Terra dopo mille anni di catene. Per il 2012 invece scendono in campo i Maya in combutta con Nostradamus, eccovi una delle quartine "incriminate", la numero 55 della I Centuria (che non riporta alcun tipo di data, sia ben chiaro, ma che numerosi "esperti" ricollegano alle intuizioni Maya): “Sotto l’opposta latitudine Babilonica/Grande sarà di sangue lo spargimento/Che in terra, mare e aria, cielo sarà ingiusto/ Sette, fame, regni, peste, confusione”: il 21-12-2012 il sole non sorgerà, Signore e Signori, dovrebbe così definitivamente calare il sipario sul teatro più longevo della storia, quello dell’Umanità.
No, aspettate. Si tratta della data in cui udiremo una rivelazione che dovrebbe sconvolgere tutti i nostri piani. Ma va’ là, cosa diteeee, inizierà una nuova era di pace et amore per tutti. Un momento, cosa farneticate? Si tratta solo della fine di un calendario, per l’esattezza quello Maya. Fatemi il piacere, in quella data il sole si allineerà con il centro della Via Lattea, nulla più di un fenomeno astronomico raro.
Come avrete certamente constatato già da tempo le teorie in proposito si sprecano: c'è che si improvvisa mago Otelma, mago Oronzo e mago di Segrate, chi si sente titolato come un astronomo, un filologo, uno storico o un alchimista/scienziato. Ci sarà un terremoto catastrofico? Un’eruzione vulcanica senza precedenti? Un maremoto distruttivo? Un impietoso meteorite farà sì che prima dell’impatto su tutti i maxischermi, da quelli del Trony a quelli dell'Unieuro, compaia uno Steven Tyler sofferente ricoperto da una nefanda palandrana di peluche come nel video di I don’t want to miss a thing, colonna sonora di Armageddon? Scrat sfilerà forse la ghianda dal “lavandino” che tiene insieme le fila di questo pazzo mondo e coleremo a picco con risucchio come nel caso di Scratlantide, ne L’Era Glaciale 4? Bah, chi può dirlo.
Nostradamus nella sua opera, più enigmatica della stessa Sfinge, menziona tutte queste possibilità, in più occasioni. Pur essendo un testo decisamente poetico e per certi versi profetico (è facile interpretare i suoi responsi a posteriori, perché data la loro vaghezza ognuno può vedervi narrato quel che gli pare), non occorre essere veggenti per intuire che la Terra, questo fragile palloncino impigliatosi nella Via Lattea chissà per quale misteriosa catena di eventi, sarà soggetta a catastrofi naturali di ogni tipo, come in effetti è stata, è e sarà.
Inoltre, posto che "Non fuit in solo Roma peracta die", mi sembra piuttosto improbabile che Gaia esploda dal giorno alla notte come un’immensa bolla di sapone e chi si è visto si è visto, a meno che qualche sciagurato alla “cattivissimo” degli X-Men non mandi in questi giorni un comunicato a reti unificate in cui minaccia di far esplodere il Mondo con il pittoresco dito guantato e “minatorio” sospeso su un mega pulsante rosso nel caso non gli vengano consegnati seduta stante millemila fantastilioni di verdoni.
Non è certo un caso che si parli di disastri definitivi sempre e solo in “prossimità” di numeri tondi, nei “pressi” di periodi difficili, di recessione, di terrore (nella fattispecie l’Anno Mille non era certo la Belle Époque in quanto a condizioni di vita). Taluni attendono la distruzione come se fosse l’unico mezzo di catarsi, purificazione e liberazione a portata di mano. Altri, sedicenti santoni, ne approfittano per gabbare il prossimo e trarre profitto dal credulone di turno.
Comodo nascondersi dietro una fantomatica e imminente punizione divina, prendere tempo così, attendendo col naso all’insù l’inevitabile, piuttosto che rimboccarsi le maniche e darsi da fare per aiutare concretamente il Pianeta a non collassare stritolato com’è dall’inquinamento e dal disboscamento, da ogni sorta di saccheggio e furto compreso quello dell’acqua.
Orsù, avanti con la superstizione e giù con i trattati di numerologia, perché la fine era prevista da tempo, lor signori: 12 come i numeri dell’abbonamento annuale de il Vernacoliere, 3 come le Tre Marie del panettone del quale 12 è un loschissimo multiplo, 7 come i Sette Nani della profezia numero 55 di Nostradamus.
Già che siamo in argomento ho come l’impressione che quel "sette" messo prima di "fame" stia per "sete", perché chissà quanti refusi vi sono in quest’opera a causa, per esempio, dell’occhio stanco del copista che nottetempo e a lume di candela ricopiava e scriveva, scriveva e ricopiava, spesso integrava, toh, qui c’è una parola grattata via, come la interpreto? Lectiones faciliores? Lectio difficilior potior? Don Abbondio, più temporeggiatore di Quinto Fabio Massimo, avrebbe così enumerato: error, conditio, votum, cognatio, crimen, Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, Si sis affinis,… Insomma, questa Apocalisse non s’ha da fare, fate quel che vi pare del mio “latinorum”.