Vandalismo contro le opere d’arte e saccheggi: il sonno della ragione genera mostri
In queste ore è in corso una sorta di pazzia collettiva che facendosi scudo con le più disparate rivendicazioni libertarie è di fatto dedita al vandalismo e al saccheggio.
Negli Stati Uniti taluni hanno abbattuto o vandalizzato numerose statue, comprese quelle di Cristoforo Colombo e talaltri si sono “dedicati” al saccheggio; a Bruxelles è stata vandalizzata la statua di Leopoldo II; a Londra con il beneplacito del sindaco Sadiq Khan (che ha già annunciato la formazione di una task force che dovrà deliberare sui monumenti da considerarsi impresentabili) è stata rimossa la statua di Robert Milligan; a Bristol è stata abbattuta la statua di Edward Colston; sempre a Londra la statua di Winston Churchill, già soggetta a vandalismo durante una manifestazione domenica scorsa e il Cenotafio, monumento dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, sono stati protetti con pannelli di metallo in vista della manifestazione del 12 giugno; a Milano è stata imbrattata la statua in onore di Indro Montanelli (subito ripulita), già bersaglio di alcune attiviste nel 2019.
I più sono rimasti annichiliti di fronte a cotanta apparente, improvvisa stupidità e violenza a stelle e strisce che si è poi diffusa con un inesplicabile “effetto farfalla” in tutto il Globo, magari l’hanno collegata a un malcontento da disoccupazione causato dalla pandemia, tanto per dirne una.
In realtà i segnali c’erano già tutti e da tempo.
Per esempio il 31 gennaio avevo letto della decisione dell’Università, se si può ancora definire così, di Yale di cancellare il corso di Storia dell’arte per gli studenti della facoltà di Lettere perché i canonici percorsi didattici dal Rinascimento a oggi rappresenterebbero una visione parziale, occidentale e maschile della cultura artistica mondiale (roba da far schiantare per terra i bulbi oculari di chi sventuratamente si ritrovi a leggere simili abomini. E non solo quelli).
Il nuovo che avanza, diranno alcuni. Follia, diranno altri. Consapevolezza che la storia dell’arte americana è così recente che praticamente non esiste, conseguente invidia e volontà di vendicarsi annientando persino il ricordo, dalle loro parti, di quella europea, gloriosa e imperitura e aurea, dico io.
Fatto sta che c’è chi parla di furia iconoclasta.
Eh no, cari miei. L’iconoclastia è la dottrina e l’azione di coloro i quali durante l’Impero bizantino, a partire dal 700 d.C. avversarono il culto religioso e l’uso delle immagini sacre: definire così tali comportamenti scriteriati è conferire una sorta di dignità e acume a simili azioni che dignità e acume non hanno affatto.
E chi distrugge i monumenti e saccheggia non è mica un barbaro, come ho letto altrove, poiché i barbari venivano da fuori e distruggevano e saccheggiavano con precisi e inequivocabili intenti.
Analizzando il contesto americano abbiamo profittatori da una parte e pedine dall’altra. Non sarà superfluo ricordare che il 3 novembre 2020 si terranno le prossime presidenziali americane e che gli statunitensi sono in piena campagna elettorale, quindi c’è qualcuno che da questa situazione sta traendo un enorme vantaggio.
Ciò che accade in Europa, al contrario, è solo il frutto della globalizzazione frammista a svariati interessucoli locali.
Analizziamo il caso nostrano di Montanelli.
Qualche giorno fa i sedicenti Sentinelli di Milano hanno inviato una lettera-appello per la rimozione del monumento al Consiglio Comunale e a Giuseppe Sala, che, come ha riportato Il Messaggero, è del parere contrario: “Io ho rivisto più volte quel video in cui lui confessa quello che è successo in Africa e personalmente non posso che confessare a mia volta il mio disorientamento rispetto alla leggerezza con cui Indro Montanelli confessa un comportamento del genere. Però Montanelli è stato di più, è stato un grande giornalista soprattutto si è battuto per la libertà di stampa, è stato un giornalista indipendente e forse per tutti questi motivi è stato gambizzato. Noi quando giudichiamo le nostre vite, possiamo dire che la nostra vita è senza macchie, senza cose che non rifaremmo? Io metto le mani avanti: la mia vita no, ho fatto errori, ho fatto cose che vorrei non aver fatto, ma le vite vanno giudicate nella loro complessità. Per tutti questi motivi io penso che la statua debba rimanere lì”.
Personalmente, a prescindere dal fatto che lo stesso Indro Montanelli non amasse le statue, non prendo proprio in considerazione questo movimento, per tre motivi: in primo luogo, la storpiatura della lingua italiana con cui si descrivono li rende per nulla interessanti dal punto di vista culturale (per quanto mi riguarda riconosco come tale solo il sentiero Sentinello); in secondo luogo, analizzando il termine corretto, “sentinella”, avremo la definizione di “soldato armato addetto a turno e per un determinato spazio di tempo alla vigilanza” il che non mi piace affatto; in terzo luogo, perché il medesimo termine mi ricorda quelle di Matrix e quella di Fredric Brown, gli appassionati di fantascienza avranno già capito.
Per quanto riguarda gli umori del web, proliferano come batteri centinaia di Ciceroni sgrammaticati che attraverso l’accidente del pettegolezzo sulla vita privata di Montanelli si proclamano biografi, storici e censori. Gente che fino a ieri non lo conosceva, che giammai ha letto un suo articolo o una sua opera (ma credo nemmeno un libro in generale), si percuote il petto quale gargantuesca prèfica.
Da dove viene tanto pressappochismo? Ha radici profonde, ahimè.
Non dimentichiamoci del fatto che il ministro Manfredi, già due mesi fa, aveva previsto un crollo delle iscrizioni universitarie post Covid-19 pari al 20%, ricordando che durante la crisi economica del 2008 le immatricolazioni erano calate proprio del 20% e che solo recentemente le università erano riuscite a tornare a livelli pre-crisi.
In buona sostanza la situazione culturale italiana era ed è allarmante e i risultati si vedono.
Come si può giudicare la vita privata di un artista, di un intellettuale? Che dire di Céline, di Picasso, di Degas, di Carroll, di Poe, di Schiele? Cosa pensare di questa sorta di inutile tribunale mediatico che emette sentenze con valore retroattivo, che fa presa sugli incolti e pretende di giudicare personaggi morti e sepolti? Perché i censori non hanno il coraggio di scagliarsi contro l’ingiustizia del presente, contro i tiranni e i mostri di oggi?
Questo moralismo che pretende di mondare il passato e raddrizzare il futuro si è fatto strada prima in punta di piedi, poi a passo di marcia.
Da qualche anno a questa parte, difatti, perfino il cinema e la musica sono imbavagliati, il politicamente corretto e l’oscurantismo imperversano, non esiste più il libero pensiero (fatevi un giro su YouTube e noterete che i canali ufficiali hanno censurato perfino banalissime parolacce nelle canzoni dei Doors del ’67, una pazzia!).
C’è un cervello unico che pare pensare per noi, che pretende di difenderci da non si sa quali pericoli, che censura, che netta, che filtra, che taglia e cuce. Molto simile a HAL 9000. Che ci sorveglia, che vorrebbe imporci cosa vedere e come vederlo, quel che dobbiamo leggere, cosa pensare.
Ebbene, storicamente parlando fenomeni di questo genere sono il preludio di anni funesti: “E ci sono altri che se ne vengono pesanti e scricchiolanti come carri che trasportino pietre a valle: essi parlano molto di dignità e virtù – chiamano virtù la loro martinicca! E ci sono altri che sono come orologi che si caricano ogni giorno: fanno il loro tic-tac e vogliono che il tic-tac sia chiamato virtù. In verità, con questi mi prendo spasso: dove trovo tali orologi, li carico col mio scherno; ed essi devono anche farmi sentire il loro ronzio! E altri vanno fieri della loro manciata di giustizia e commettono in suo nome delitti contro tutte le cose: così che il mondo affoga nella loro ingiustizia. Oh, come suona male sulle loro labbra la parola “virtù”! E quando dicono: “Io sono giusto”, suona sempre come se dicessero: “Io sono vendicato!”.
INDRO MONTANELLI, LA SUA STATUA A MILANO E LA BAMBINA ERITREA
Nelle proteste e manifestazioni dopo la morte di l’afroamericano George Floyd in tutto il mondo sono state rimossi o distrutti monumenti e statue simboli della schiavitù o di regimi coloniali. La lista è lunga. A Oxford migliaia di manifestanti si sono accaniti contro una statua del colonizzatore Cecil Rhodes, la statua di Colombo è stata abbattuta davanti al campidoglio di Minneapolis, ad Anversa è stata rimossa la statua a Leopoldo, a Bristol è stata gettata a mare la statua allo schiavista Edward Colston. E così via.
In Italia il movimento antifascista e antirazzista dei Sentinelli ha rivolto un appello al sindaco Giuseppe Sala e al consiglio comunle perché sia rimossa una statua di Indro Montanelli in quanto: ” Fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di 12 anni perchè gli facesse da schiava sessuale durante l’ agressione fascista all’ Etiopia.
La donna eritrea veniva allora presentata come un animale, da trattare come tale, al quale potevi fare di tutto, ma non convivere o sposare e fare dei figli. Numerosi furono gli atti di pedofilia. Nei casi più eclatanti i responsabili furono rimpatriati, ma in genere ci fu tolleranza, la pedofilia non genera i meticci che il regime fascista diventato Impero vuole limitare se non eliminare.
Il caso più famoso, perché il protagonista divenne famoso, è quello di Indro Montanelli che comprò per 500 lire, in cambio di compagnia sessuale, una bambina eritrea di dodici anni, Fatima. Da quello che Montanelli scrisse sugli eritrei in Civiltà Fascista del gennaio 1936: Non si sarà mai dei dominatori, se non avremmo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità. Con i negri non si fraternizza, non si può, non si deve… Possiamo quindi immaginare quale fu la natura del rapporto del fascista Montanelli con la bambina eritrea.
L8 marzo 2019, durante la manifestazione per la Giornata Internazionale della Donna, alcune attiviste del movimento femminista Non Una di Meno hanno imbrattato con vernice rosa la statua di Indro Montanelli, giustificando così il gesto: Non è vandalismo, ma una doverosa azione di riscatto, riferendosi alla pedofilia con la bambina eritrea.
Io busso a denari, lei risponde a coppe. Le ribadisco che giudicare con occhi moderni fatti di cento anni fa non ha senso, che le donne vengono tutt’oggi perseguitate ed è in difesa di queste donne che bisogna lottare. A parte che il copia-incolla, con alcune informazioni che in parte io stessa ho scritto nel mio post e la biografia di Montanelli che conosco già è del tutto superfluo, cosa mi dice delle piramidi? Cos’ha da dire sulla turpe condotta dei faraoni? Dove si vuole arrivare, l’obiettivo è forse radere al suolo le opere d’arte di tutto il mondo?
“La colpa di Montanelli? Arrivato all’Asmara nel 1935, reporter ventiseienne, viene nominato comandante di compagnia nel XX Battaglione Eritreo, formato a ascari, mercenari locali. Era tradizione che gli italiani trasferiti laggiù, a migliaia di chilometri da casa, si prendessero come compagna una donna africana. Al giovane Indro venne proposta una minorenne locale, e lui non si sottrasse.
Si vollero bene. Ma per fortuna Montanelli capì che quel legame era sbagliato. Quando la relazione terminò, la ragazza sposò un attendente eritreo. Con lui fece tre figli, il primo lo chiamarono Indro”.
Montanelli si era “sposato” a tempo determinato in quanto soldato, com’era prassi per la soldataglia, all’epoca le sventurate giovani erano vendute dalle stesse famiglie, la povera bambina venne successivamente ceduta da Montanelli a un locale, con cui ebbe tre figli. Ma ripeto, ha davvero senso andare a ritroso nella storia quando le bambine e le donne vengono perseguitate nel 2020?
Questo post npn c’entra niente con le statue di un tempo ma con quelle di oggi che personificano la moralità, la giustizia quella “vera ?”, paladini del buon governo. degli interessi dei cittadini- Insomma le nuove statue che sono peggio di quelle vecchie: “La colpa di Montanelli? Arrivato all’Asmara nel 1935, reporter ventiseienne, viene nominato comandante di compagnia nel XX Battaglione Eritreo, formato a ascari, mercenari locali. Era tradizione che gli italiani trasferiti laggiù, a migliaia di chilometri da casa, si prendessero come compagna una donna africana. Al giovane Indro venne proposta una minorenne locale, e lui non si sottrasse.
Si vollero bene. Ma per fortuna Montanelli capì che quel legame era sbagliato. Quando la relazione terminò, la ragazza sposò un attendente eritreo. Con lui fece tre figli, il primo lo chiamarono Indro”.
Le faccio notare che ha già condiviso la stessa cosa ma senza premessa! Avrebbe fatto prima a modificare il commento precedente.
Corvo Walter Cadorin da Corvo non si ripete, ma gracchia solamente.
Montanelli non fu solo un pedofilo. In una polemica con lo storico Del Boca negò l’ uso di gas cntro il popolo etiope. Poi fu costretto ad ammettere.
Anche l’Italia deve smettere di ignorare i crimini commessi in Africa, dice Maaza Mengiste
Secondo l’autrice del romanzo “The Shadow King”, di origini etiope ma da anni residente a New York, la polemica sulla statua di Montanelli ha avuto il merito di riportare alla luce un passato scomodo su cui si è sempre preferito sorvolare
E ha fatto benissimo a scriverlo, la turpitudine della guerra va urlata e denunciata a gran voce soprattutto dalle donne. Infatti a me piacerebbe darne alle stampe uno sulle “marocchinate”. Nessuna autorità o non autorità francese o non francese si è mai scusata con l’Italia per quell’abominio. Sui banchi di scuola italiani sorvolano sull’argomento: ignominia.
Montanelli dichiarò di non aver mai visto impiegare coi suoi occhi quelle armi e in seguito, alla luce del fatto che vennero impiegate eccome, ne prese atto e lo dichiarò pubblicamente, legga la documentazione a riguardo. La guerra e l’occupazione sono affari luridi che si servono dei metodi più vili. Ma siccome la guerra e l’occupazione la fanno gli uomini, a prescindere dalla società d’appartenenza, possiamo dire senza sbagliarci che essi stessi siano luridi e vili e che la guerra e l’occupazione siano nient’altro che il loro abominevole riflesso in uno specchio.
Il romanzo di Moravia La ciociara e poi il film di De Sica tratto dal romanzo parlano del crimine di guerra chiamato le marocchinate.
Il primo l’ho letto a 15 anni, il secondo l’ho visto a 16 e mai più li ho scordati. Ulteriori successive letture e visioni hanno saldato quelle immagini e quelle parole alla mia coscienza. Sono stati gli strumenti culturali che per primi hanno generato dentro di me una sorda rabbia di genere, che durante l’adolescenza mi ha fatta disperare sulla condizione femminile e sull’ingiustizia. Tuttavia il mio vuole essere un saggio storico, non un romanzo. Fra l’altro quell’orrore non colpì solo le donne.
Tante ragazzine e tanti ragazzini pensano che i film dell’orrore siano quelli di Argento o di Bava, per fare un esempio e non ci dormono la notte. Ebbene, nel mio caso da adolescente pensavo a “La ciociara”.
Conosco il confronto di Montanelli con lo storico Del Boca, che lo costrinse ad ammettere l’uso dei gas. Sicuramente Montanelli, essendo ufficiale, ne era al corrente.
Poi vi è la vicenda della corripondenza Montanelli con Clare Boothe Luce.
Negli archivi della Library of Congress sono state rinvenute tre lettere scritte da Indro Montanelli all’ ambasciatrice americana Clare Boothe Luce tra il maggio e il settembre del 1954 (ne riproduciamo ampi brani in questa pagina). Documenti che di quell’ era glaciale ci restituiscono il clima culturale, i fermenti nel fronte anticomunista, la complessità dei rapporti tra Italia e Stati Uniti. Nelle missive, scritte su sollecitazione della diplomatica, Montanelli illustra dettagliatamente il suo progetto: dare vita in Italia a una forza anticomunista eversiva che, in caso di vittoria elettorale delle sinistre, entri prepotentemente in azione grazie all’ aiuto di un manipolo di “bastonatori”.
Interessante e scritto da una giovane perdipiú, dà conforto in questo presente di zombie idrocefali, degni eredi di quanti li hanno preceduti ed è una buona notizia la cultura che lei dimostra con citazioni efficaci e calzanti, per quanto, scommetterei che nemmeno i Doors o Kubrick ancorché recenti, siano patrimonio culturale nel nuovi normalizzatori sociali, il psicopensiero igienizzante è di per sé ridicolo, ma proprio per questo alquanto pericoloso per una società organizzata e libera.
Grazie di cuore! Concordo con lei.
Intanto che si buttano le statue o si imbrattano di rosso….
“A RISCHIO 270 MILA IMPRESE E 1 MILIONE DI POSTI DI LAVORO” – IL PRESIDENTE DI CONFCOMMERGIO, SANGALLI: “LE AZIENDE VIVONO ANCORA IN EMERGENZA. SERVONO RISPOSTE URGENTI SU CRISI DI LIQUIDITÀ, ESTENSIONE DELLE MORATORIE FISCALI, RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE E DEL COSTO DEL LAVORO. IL TEMPO STA PER SCADERE E C’È IL RISCHIO DI UNA TEMPESTA PERFETTA” – FRENATA SUL CASHLESS”
Per l’appunto.
Montanelli non meritava nessuna statua, essendo pedofilo stupratore di una bambina infibulata. Volete condannare il vandalismo? Bene, prima però dovete condannare la sua oppressione, ammettere che la statua non la meritava, poi dovete condannare il reazionarismo con cui la difendete, e solo dopo potete condannare il vandalismo. Questo non lo dico io, ma le categorie universali della storia come disciplina.
Ti ringrazio del plurale maiestatico con cui ti rivolgi alla mia persona ma dammi pure del tu.
“Questo non lo dico io, ma le categorie universali della storia come disciplina”? Cosa rispondere se non: “No, mi permetta. No, io… scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribàcchi confaldina? Come antifurto, per esempio”.
Il solito modo violento integralista e supponente dell’ arcivegano De Iulis di giudicare l’operato altrui. Chissà come si sarebbe comportato il De Iulis nelle stessa situazione di Montanelli in quegli anni, in quelle regioni, in quelle culture…
Bastanzetti del SAC va capito, ha il dente avvelenato con i blogger Francesca Salvador e Walter de Iulis. Francesca Salvador che il Bastanzetti del SAC chiama Santona, per tutto un periodo lo ha sistematicamente preso a metaforici calcioni in culo, cancellato cioè. Anche Walter de Iulis lo ha cancellato e gli ha dato del troll.
La iconoclastia è vecchia come l’uomo. Fa proprio parte del suo DNA ed emerge periodicamente nei momenti di “nervosismo” a tutte le latitudini, longitudini, altitudini.
L’attacco a Montanelli, di grande risonanza mediatica e quindi perfetttamente “azzeccato” secondo questi insopprimibili atavici impulsi iconoclastici trae pretesto dal periodaccio in cui il futuro grande giornalista si assuefò al disdicevole costume della sposa bambina. Che no xe proprio ‘na bea refernsa sul proprio curriculum…
Ho letto giusto ieri che in Belgio i soliti ignoti (o meglio, idioti) hanno deturpato la statua di Giulio Cesare, accanendosi contro una mano di essa e imbrattandola con la scritta “krapuul” (“schifoso”). Mala tempora currunt sed peiora parantur.
Una petizione di un 14enne belga, Noah N.L., per far rimuovere le statue di Leopoldo II ha raggiunto in una decina di giorni migliaia di firme ed è aperta fino al 30 giorni. Ad Aversa la statua è stata rimossa da una piazza e messa nel deposito di un museo, in alcune città belghe le statue di Leopoldo II sono state dipinte con vernice rossa e molte sono le manifestazioni contro il razzismo. Oltre a statue vi sono suoi busti e il suo nome si trova in strade e tunnel. Comunque tutti i nomi di Leopoldo II sarebbero da cancellare e le sue statue andrebbero fatte a pezzi e gettate in discariche e prima, con dovute cerimonie come gesto simbolico, andrebbero tagliate le mani.
Pochi paesi hanno un’ eredità più razzista, coloniale e mcchiata di sangue che il Belgio. E pochi personaggi storici sono stati più criminali di Leopoldo II, che detenne il Congo come una sua proprietà terriera e fu responsabile della morte di milioni di conglesi. Leopoldo II subappaltò a bande di mercenari, altrettanto criminali che lui, lo sfruttamento delle risorse naturali di quel paese.
Agli abitanti del Congo, ridotti interamente in schiavitù, veniva imposto il raccoglimento di una quota giornaliera di gomma naturale, il caucciù, che doveva esser rispettata giornalmente. Per chi non riusciva a rispettare la quota era previsto il taglio della mano. Significativa e terrificante è la foto di un padre, Nsala, che contempla il piede e la mano tagliati alla figlia, Boali, di cinque anni.
Leopoldo II del Belgio è morto nel 1909 tuttavia il Congo ha continuato a essere teatro di sanguinose guerre civili.
…e di matrimoni programmati con bambine. I moralisti tipo il Vegano Walter in ritardo sui tempi,si accorgono delle diversità nelle società, costumi leggi, perchè considerano la loro possibile, la migliore la perfetta. Reazionari tutti gli altri. ‘Sti dormienti pugnettari arroganti e cafoni. Pensano che dalle ceneri possa sorgere il loro nuovo mondo perfetto pur restando pieni di imperfezioni.
Seguendo la corrente che analizza vicende avvenute quasi novant’anni fa, nessuno parla del fatto che la povera dodicenne fu venduta come moglie part-time dai genitori, allo stesso Montanelli. I parenti stessi vendevano i figli alla soldataglia. Io mi concentrerei sul fatto che l’abominio dell’infibulazione esiste tutt’oggi e viene praticato clandestinamente anche in Italia. La guerra è l’affare più sporco e lurido che esista sulla faccia della Terra, a pagarne le conseguenze sono soprattutto le donne. Dai tempi di Montanelli le cose non sono cambiate, la guerra imperversa, le donne vengono vendute, umiliate, lo stupro è un’arma. Polemos è stato, è e sarà padre di tutte le cose. Soluzioni? Alcuni invocano il meteorite che condusse i dinosauri all’estinzione. Altri rimedi non ci sono.
Una notizia interessante, il coronavirus non ha colpito il Corvo Cadorin, che continua a gracchiare da buon Corvo.
Vero. Per esempio, c è stata anche la tragica vicenda dell’ assassinio di Patrice Lumumba. Tutto ciò però non giustifica quello che ha combinato Leopoldo II.
Non ha alcun senso analizzare con uno sguardo moderno vicende relative a più di cento anni fa.
Di fatto la storia viene anlizzata da storici con formazione via via attuale.