Halloween: tra leggende e Trekking Urbano
Quando mi sono affacciata alle soglie dell’infanzia ho ricevuto in dono un bel libro illustrato e rilegato color bronzo, gremito di fiabe Disney.
Tra Dumbo e Peter Pan, tra topi parlanti e scarpette di cristallo, faceva stranamente capolino La leggenda della Valle Addormentata, nota ai più come La leggenda di Sleepy Hollow.
Ho subito percepito che questa vicenda così particolare si discostava parecchio dalle altre favole presenti, in primo luogo poiché non vi era un lieto fine: lo sventurato Ichabod Crane, braccato nel bosco dal cavaliere senza testa, scompare misteriosamente, anche se fra i suoi compaesani c’è chi giura di udire i sospiri del suo malinconico spirito, di tanto in tanto.
Non servirebbe sottolineare e tuttavia lo farò, che questo racconto fece presa sulla mia fervida immaginazione, sia dal punto di vista narrativo che grafico: come avrei potuto dimenticare quella zucca ghignante che il cavaliere maledetto brandiva come un oscuro anatema, in attesa di poterla sostituire col cranio dello sventurato viandante?
Spesso mi capita di pensare alle circostanze che mi fecero venire a conoscenza di questa macabra favola (il libro con mio sommo disappunto è andato perduto durante un trasloco, anche se non ho del tutto perso la speranza di ritrovarlo, magari in uno scatolone dimenticato, fra L’allegro chirurgo e Indovina Chi?), grazie alla quale da quindici anni a questa parte, mentre le foglie cadono tingendo i viali alberati, intaglio zucche a scopo decorativo ma anche gastronomico, poiché a dire il vero ne ricavo prelibati e molto poco metafisici risotti, con buona pace di Jack-o’-lantern.
Quando si parla di fantasmi, soprattutto alla vigilia di Ognissanti, non è un grande sforzo per i più fantasiosi associarli alla festa pagana di Halloween, che ultimamente la fa da padrona anche in Italia, seppur non c'entri un bel niente con la nostra tradizione e sia sufficientemente laica e blasfema da far sobbalzare la tonaca per la costernazione a qualsiasi parroco la senta nominare.
Se da un lato secondo la religione cattolica è inconcepibile che gli spiriti possano aggirarsi con nonchalance fra le tenebre, tanto più se incoraggiati da lanterne che li aiutino a trovare la strada per tornare alle proprie antiche dimore, dall’altro non è un mistero che praticamente a partire dalla scoperta dell’America sia di gran moda importare usi e costumi d’oltreoceano, soprattutto se forieri di tintinnanti fiorini, o in altre parole, di sonanti denari.
All-Hallows-Eve si presta perfettamente allo scopo, con quella irresistibile moltitudine di dolcetti da comprare e il corollario di party "spenderecci" che ne consegue (tipici anche del Natale, del resto: a questo proposito se vi chiedete da tempo come mai Santa Claus abbia la giubba rossa orlata di bianco, date un’occhiata alla prima lattina di Coca-Cola che vi capita davanti e fate due più due).
Dopo queste riflessioni faccio ammenda a metà, cospargendomi il capo di cenere e truccandomi da zombie: non nego infatti che Halloween mi diverte un sacco con tutta la sua strampalata, divertente e funerea "kitscheria".
Così come mi intrigano le storie di fantasmi.
E da questo punto di vista, in barba al buon Ichabod Crane, Treviso non può certo sfigurare col suo pullulare di castelli e rovine.
Se non possedete qualche volume in proposito ne troverete un esauriente campionario su www.marcadoc.com, ove si narra per esempio dell’ormai ex abbazia benedettina di Santa Maria del Pero di Monastier, costruita nel X secolo, presso la quale, sul far della sera, c’è chi asserisce di poter ancora udire i canti e le preghiere dei monaci; o ancora delle rovine del castello di Collalto, in cui viveva la leggiadra Bianca, ancella preda di un infelice amore adulterino che la condusse alla morte: fu murata viva in una torre del maniero, vittima del risentimento di Chiara da Camino, moglie tradita di Tolberto di Collalto.
Pare che il suo fantasma appaia velato di bianco qualora sia portatore di buone novelle, di nero se la sventura incombe…
E per chi non fosse pago di misteri è indispensabile aggiungere che stasera, 31 ottobre 2013, a partire dalle 18, in occasione della X Giornata Nazionale del Trekking Urbano (che consiste in lente passeggiate che lambiscono i monumenti, i luoghi d’arte e i punti panoramici del luogo in cui si svolge) vi sarà Treviso: notte magica tra passato e futuro, un percorso di 6 Km in due ore: “Il cammino si snoda da piazza dei Signori verso il Ponte Malvasia, l’Isola della Pescheria, piazza Rinaldi e il vicino Vicolo del Gallo, e la suggestiva via Roggia. Dietro l’angolo, l’imponente mole del Duomo con la sua piazza. Si prosegue fino ai Bastioni delle Mura con i loro oscuri camminamenti. Tra monasteri, chiese e conventi, ricordi di eresie e ancestrali pazzie.” così come si legge nel programma della manifestazione, reperibile sul sito www.trekkingurbano.info.
Divertirsi con un occhio di riguardo al patrimonio artistico della propria città? Questo è proprio quel che si dice avere del sale in zucca! Sia essa di Halloween o meno.