Silvia-Aisha-Romano: una vicenda oscura
Quando ho letto della liberazione di Silvia Romano, la cooperante milanese rapita nel 2018 in Kenya e poi ceduta al gruppo terroristico somalo di matrice jihadista, Al-Shabaab, ho gioito, ero sollevata, perché pensare alla sofferenza di quella giovane donna in balia di folli che non hanno il minimo rispetto per la vita umana mi faceva rabbrividire.
Chi può infatti immaginare lo strazio da lei patito, quell’incubo attraverso la savana, dal Kenya fino alle porte di Mogadiscio, se non le vittime della medesima, terribile esperienza?
Come dicevo, ero felice per Silvia e per la sua famiglia, finché non ho visto le immagini del suo ritorno in Italia: in quel preciso istante il mio sorriso si è spento come una lampadina fulminata, perché credevo di poterla ammirare avvolta orgogliosamente nel Tricolore, ma ho subito pensato: “Non avrà avuto la possibilità di cambiarsi d’abito durante il viaggio di ritorno” (mi sbagliavo).
Successivamente il mio sguardo si è posato su Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e la “corte” attorno a lei e ho provato un inevitabile, profondo malessere: dov’era il senso del pudore, il rispetto dovuto a una persona, a una donna imprigionata per 18 mesi, appena ritornata in Italia dopo indicibili sofferenze? Non era prematura quella “vetrina”, quell’esposizione mediatica?
Subito dopo ho letto le dichiarazioni della stessa Romano circa la sua prigionia: “Sono serena. Durante il sequestro sono stata trattata sempre bene”; “Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa e così è stato”.
La sua conversione è stata da lei medesima definita “spontanea” e non “forzata”: “È successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata”, queste le sue affermazioni, allorché ho subito pensato, a torto o a ragione, alla “sindrome di Stoccolma”.
Come nuovo nome ha scelto “Aisha”, appartenuto alla terza, prediletta moglie di Maometto, maritatasi per motivi politici, la sposa-bambina che secondo alcuni studiosi al momento delle nozze avrebbe avuto 6 o 7 anni.
In meno di 24 ore si è scritto di tutto e di più, ci sono state persino delle insinuazioni circa una sua possibile gravidanza, su un matrimonio forzato durante la prigionia, illazioni che sarebbero state smentite dalla stessa giovane.
Era proprio il caso di assistere a tutto questo?
Ritengo che le delicatissime circostanze richiedessero maggiore tatto e cautela.
Senza contare che, come evidenziato da Vittorio Sgarbi, il Governo italiano non ha ceduto al terrorismo delle Brigate Rosse, rifiutandosi di pagare il riscatto per Aldo Moro. Sarebbe sceso a patti con quello islamico (non dimentichiamoci, inoltre, della legge numero 82 del 1991, per contrastare l’anonima sequestri, che stabilì l’obbligo del sequestro dei beni appartenenti alla persona rapita, al coniuge e ai parenti e affini conviventi)?
I giornali riportano che sarebbero stati pagati da 1 a 4 milioni di Euro per la liberazione della Romano, se fosse così naturalmente il Governo potrà giammai dichiararlo (il che ricorda da vicino la vicenda delle “due Simone” perché anche in quel caso si parlò di un’ingente somma pagata, circostanza mai confermata dallo Stato), giacché sarebbe come ammettere che rapire un italiano all’estero equivale a fare Bingo, per le organizzazioni criminali.
I servizi segreti di Ankara avrebbero svolto un ruolo decisivo per arrivare all’incontro tra i sequestratori e l’Aise, l’agenzia per la sicurezza italiana e alla conseguente liberazione della ragazza (la presenza turca in Somalia si è sviluppata nell’ultimo decennio).
Le notizie, le speculazioni, le congetture si rincorrono senza sosta, tanto che sembrano passate settimane dalla notizia del ritorno in patria della giovane, avvenuto solo ieri, domenica 10 maggio.
Una fra le questioni più dibattute riguarda la sua conversione, da taluni ritenuta autentica, da talaltri considerata un effetto della prigionia. Lei si è espressa chiaramente in tal senso, personalmente credo alle sue parole, dal momento che, giunta sana e salva in Italia, non avrebbe avuto motivo di mentire sulla sua confessione religiosa. Le circostanze della conversione sono terribili tuttavia la sua scelta sembra autentica. Il tempo ci dirà la verità (?).
I dubbi e le perplessità sono tanti, una cosa è certa, gli occhi di Silvia-Aisha-Romano, quell’abbraccio a sua madre, sembrano dire più di qualsiasi parola.
Fonti consultate: Open, Dagospia, Il Sole 24 Ore, Corriere Adriatico, Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera
“Spesso mi prende un desiderio struggente
di tornare a Sai Gon,
la Sai Gon del mio primo viaggio
E sogno quelle palme verdi, quelle strade
affollate di cappelli a cono,
quei camion militari, quei risciò,
quel caldo pesante che ti addormenta,
come un misterioso languore
e in una ritrovata saggezza.
Nella mia esistenza,
Sai Gon è affondata come un coltello.”
Oriana Fallaci
Silvia Romano è stata liberata dai servizi segreti turchi, l’Italia ha dovuto chiedere il loro intervento per risolvere la questione e riportare la nostra connazionale a casa. Questo perché i servizi turchi hanno maggiori collegamenti con la popolazione e le organizzazioni somale, rapporti che si sono rafforzati dal 2011 con la discesa economica turca nella fragile economia somala.
Da Michele Giorgio, Il Manifesto del 11.05.2020
“Yeni Osmanlıcılık”, in turco “Neo-Ottomanesimo”. Questa espressione è usata in riferimento al disegno strategico che la Turchia di Recep Tayyip Erdogan cerca di realizzare nelle aree geografiche che per secoli avevano fatto parte dell’Impero Ottomano. Qualcuno storce il naso quando si parla di Neo-Ottomanesimo ma non ci sono dubbi sulle ambizioni di Erdogan.
DAL SITO LE FORMICHE
L’ordinamento italiano non permette in alcun modo il pagamento di riscatti, mentre evidenzia i doveri del datore di lavoro (anche per il volontariato) in tema di sicurezza, così afferma Umberto Saccone, presidente di IFI Advisory, consigliere scientifico della Fondazione Icsa, per anni al Sismi e poi direttore della security di Eni sul caso Silvia Romano.
Lei Cecchini ha la pessima abitudine di estrapolare un pezzo di un articolo (v. Maset) che a lei interessa. Ma questa volta non capisco l’obiettivo, cosa significhi questo post per chi legge. Che poi è un piccolo stralcio di un lungo articolo più tecnico che politico, anzi tecnico. E sulle varie leggi dei paesi.
Io ne do uno più ampio per capire di più a chi legge. Poi sembra sia geloso della sua scoperta e non indica mai bene le fonti. Lei che legge spesso simofin.com ha trovato spesso articoli tratti da formiche.net Cecchini, mai paura di far crescere le conoscenze degli altri. La linea di demarcazione poi è l’intelligenza
Titolo. “Rapimenti e riscatti? Tutto quello che c’è da sapere. Scrive Umberto Saccone da http://www.formiche.net
L’ordinamento italiano non permette in alcun modo il pagamento di riscatti, mentre evidenzia i doveri del datore di lavoro (anche per il volontariato) in tema di sicurezza. Il caso Silvia Romano letto da Umberto Saccone, presidente di IFI Advisory, consigliere scientifico della Fondazione Icsa, per anni al Sismi e poi direttore della security di Eni…… Ma non voglio giudicare i sentimenti di tanta gente che, per ragioni diverse, si dividono il campo in pro e contro, né tanto meno entrare nell’agone politico, o peggio ancora religioso, ampiamente tutelato in primis dalla nostra Carta costituzionale.
Da tecnico esprimerò solo delle convinzioni e cercherò di fare un ragionamento senza costrizioni né condizionamenti ideologici…. Silvia sta vivendo quello che Bruno Bettelheim, psicoanalista ebreo deportato nei campi di Dachau e Buchenwald, ha definito “la sindrome della identificazione”. Bettelheim sostiene.. Se adattiamo le riflessioni di Bettelheim alla Silvia Romano forse possiamo capire, non tanto la scelta, quanto il suo atteggiamento che solo dopo un lungo processo di riadattamento potremo forse riuscire a giudicare
…….
Dobbiamo poi considerare un altro elemento che impatta sulle vicende dei sequestri: il divieto posto dal diritto internazionale a ogni forma di finanziamento del terrorismo, che trova un proprio fondamento nella Convenzione di New York del 1979 e nel G7 di Parigi del 1989, nonché nella fondazione del Financial action task force (FATF) a cui si affianca nel 2011 il Global counter terrorism forum (GCTF)….”
Commento. Non potendo il terrorismo finanziarsi adotta, oltre il commercio del petrolio e altro fuori legge, il sequestro di persone. E qui c’è tutta una ragnatela sconosciuta ai più, tutti noi compresi., dove la legge è quella del più forte.
Corvo Walter Cadorin continua a non capire e a gracchiare.
Ma lei, nella sua vita, cosa ha fatto di politicamente rilevante, con chi si è confrontato, prima di andare all’estero ? Pensa davvero di capire la realtà, di influire con questi suoi commenti del c**** per migliorare la vita di questa società ?
Non c’è peggior ignorante che si creda intelligente !
Walter Cadorin Corvo gracchia, gracchia, gracchia e continua a dimostrare che Maset lo ha raccontato bene tanto da costringerlo a diventare Corvo
Walter Cadorin, ora Corvo, inisiste gracchioso a gracchiare lunghi garacchii e a dimotrare che Andrea Maset aveva ragione su Walter Cadorin. E’ però inutile perché oramai lo sanno tutti chi è Walter Cadorin, ora Corvo.
Cercar la bella destra
Parla Franco Cardini. “Mi si drizzano i capelli a pensare che una storia nobile si sia ridotta a Salvini”
di Carmelo Caruso, 15.5.2020
Roma. “Sono stato di destra e oggi mi si drizzano i capelli (che non ho) quando sento parlare Matteo Salvini o quando penso che una storia così nobile si è ormai esaurita nella rozza difesa delle frontiere, nell’antislamismo, nelle tante tesi squilibrate sul signoraggio bancario”. E infatti, Franco Cardini, storico del medioevo e da giovane protagonista di quella che si è creduto potesse essere una nuova destra, si stizzisce e si rifiuta di consegnarsi alle teste matte come Alessandro Pagano, deputato siciliano ma della Lega, che si è inventato per Silvia Romano l’epiteto di neoterrorista e che in Aula ha rigurgitato un bagaglio di stereotipi. Lo ha sentito? “Ho visto anche io e ho provato vergogna nell’osservare questa giovane ragazza inseguita fino a casa e poi non solo. Ho provato ancora vergogna ascoltando i dibattiti sulla conversione che, tra le altre cose, è una specialità tutta italiana. Siamo il paese dei convertiti ma tutti lo dimenticano”. Pensa dunque che alla tortura dei fanatici somali si siano aggiunti questo paese e questa destra ridotta al grado zero, che per Cardini “sta infliggendo la più insopportabile delle torture, una tortura morale. Ogni conversione meriterebbe rispetto. Non siamo il paese di San Francesco? Ed è il momento di finirla con questo tormentone di destra sul riscatto. In quanti altri casi abbiamo pagato? Tutti gli stati di diritto pagano. Credo invece che ci sia un’antipatia nei confronti di questa giovane donna che non si può accettare”.
Scatenando un dibattito interessante, Francesco Storace e Fabio Rampelli l’hanno difesa e sono andati controcorrente. C’è stato un tempo in cui la destra i libri non li sfogliava, ma davvero li leggeva e c’è stato tutto un mondo irregolare e marginale che per primo ha studiato e desiderato l’Oriente, proprio come fa Cardini, e che ha professato non lo scontro, ma l’incontro di civiltà senza essere per questo banale o retorica. “Era una destra che non voleva più definirsi patriottarda. Abbiamo cercato di espellere le tossine di un anticomunismo viscerale. E’ a destra che, per la prima volta, si è parlato di terza via e il riferimento era Robert Shuman che voleva più Europa e non certo uscirne”. Giorgia Meloni sta cercando di reinventarsi e alterna momenti di responsabilità e originalità ad altri di furia e collera intimorita, forse, di lasciare a Salvini il mercato della rabbia. E per Cardini, che ormai la guarda come un’utopia di ragazzo (“ma noi ci credevamo”), è intollerabile vedere una biblioteca di sentimenti e storie finire nel magazzino della Lega e di Salvini o ancora peggio gestita dall’archivista Steve Bannon. “La fame di voti ha fatto imbarcare la destra sul carrozzone di Bannon. Ed è uno sbocco assurdo per chi era solito ragionare sulla complessità. Si spaccava il capello in quattro, si divideva su cosa fosse preferibile fra un modello confederale e federale. La destra si è interrogata a lungo sul futuro dell’Africa e non era questa sporca destra xenofoba in cui certo non mi posso riconoscere” ricorda Cardini che ha animato quel tempo insieme a Marco Tarchi, professore di scienze politiche all’università di Firenze. Insieme a una bella redazione di teste coraggiose e acute, Tarchi alimenta una rivista sotterranea di destra che si chiama Diorama e che prende le mosse da Alain De Benoist. “E in quel mensile ci trovo provocazione, parole laterali, c’è la stessa forza e anche quella scossa che in passato i Campi Hobbit generarono. Persino Norberto Bobbio se ne interessò. Oggi ci sono solo degli imbecilli che disegnano svastiche e che mimano il braccio alzato e neppure bene lo sanno alzare” lamenta Cardini che non è attratto neppure dall’altra destra quella che, a suo avviso, “aderisce bovinamente al liberismo sbracato”. Secondo il professore quella perduta è la destra di carta, editoriale. “I leader, i partiti si giudicano da quello che scrivono. Cosa scrive Salvini? Cosa scrive la Lega? La destra è stata capace di dare vita a piccole avventure editoriali che hanno scompaginato e portato una ventata di aria fresca. Penso a riviste come Italia Settimanale, La Destra. In quelle pagine si affacciavano figure a volte esagerate, ma colte, mai violente e aggressive. Non gridavano, ma scrivevano. Si ripete che bisogna ricostruire e allora…”. Bisogna ricostruire anche la destra? “Non la destra. Ma una cultura di destra”.
Commenti
luigi.desa
15 Maggio 2020 – 14:33
Ahò ,ma siamo sicuri che Salvini rappresenti in qualche modo la destra italiana o è solo un gran chiacchierone che riesce ad avere appeal su molti italiani spaesati dalla assenza di politica vera da parte delle varie forze politiche ? Il suo successo a vederla giusta è stato creato dai suoi critici che h24 ne parlano male e questo come racconta l’esperienza ” parlano di male o bene basta che ne parlino”.Boh!
Il mio parere è che la spinta culturale sia del tutto assente sia a destra che a sinistra. Provi a ripescare le interviste televisive degli anni ’60/’70 e ad ascoltare come si esprimevano i protagonisti della politica italiana (lei lo saprà meglio di me, li ha vissuti, quegli anni): a confronto i politici di oggi, con la loro dialettica sgangherata, sono degli incolti integrali. Forse perché sono troppo impegnati a twittare, postare e ad andare ospiti in TV 7 giorni su 7, ma di libri ne aprono e ne scrivono ben pochi.
Valentna, destra e sinistra, cultura di destra e cultura di sinistra eistono ancorra. Un esempio di cultura di sinistra. Noam Chomsky e la crisi causata dal Covid-19: siamo di fronte a un altro errore colossale del capitalismo neoliberista
Noam Chomsky è un gigante, ma, appunto non è italiano. Io ho scritto che i nostri politici, italiani, sia di sinistra che di destra, sono impermeabili alla cultura, non ne leggono e non ne producono.
Con qualche eccezione a mio avviso. Ely Schlein, Paolo Ferrero, De Magistris.
Grandissima la Schlein, è una mosca bianca! Attiva culturalmente e sprone per i giovani!
Non basta una laurea per dirsi intelligenti, non basta leggere e scrivere per fare politica. Allora c’era fame e si guardava lontano e la classe dirigente si era formata, pur nelle divisioni ideologiche, nei confronti e lotte comuni contro il fascismo. La divisione era facile, il muro divideva fra un Occidente reale e una speranza Comunista. Abbiamo visto che poi i poveri-deboli sono sempre i soliti nel mondo e anche oggi, in Cina Russia e Usa, salvo qualcuno entrato nelle sacre stanze. I Massimi Sistemi non sono riusciti ad abolire la povertà ma, semmai ad attutirla. Che poi la povertà nell’Occidente è molo diversa da quella in Africa, Cina Russia.
In Italia, allora, i politici non si guardavano l’ombelico,avevano progetti obbiettivi esperienza, speranza umiltà. Oggi ci si è seduti sul l’immediato, risposte giornaliere e domani.. si vedrà. Fresco esempio i provvedimenti della Fase 2: distribuzione ricchezza, debito per finanziarla ma manca un progetto per restituire i debiti, per il domani. Si vive alla giornata, si fugge dall’affrontare dalla realtà e ritorna la facile divisione fra capitalismo e comunismo, quasi fosse il toccasana. La Società spettatrice e pancia piena, si aggrappa alle sardine, grillini pensando nel miracolo, si torna indietro invece che avanti. Ma la crisi di leadership non è solo italiana segno che questa generazione ha grossi problemi nel coniugare il passato-presente con il futuro. Dover aspettare nuovi maestri
Però per imparare ad esprimersi bene e per acquisire una certa sensibilità è fondamentale leggere. Si capisce subito dal modo in cui si esprime se un politico sia o sia stato un buon lettore. La maggiorparte di essi rappresenta un sottoprodotto televisivo, una macchina da talk-show senza contenuti. Sì il problema della politica italiana è la totale assenza di visione a lungo termine. E l’essersi votata a un tecno-narcisismo mediatico da barzelletta e mi creda, non sono una luddista.
Valentina, non mi sono spiegato o lei si rifiuta di capire. Sembra che un buon politico debba aver letto e continui a leggere, che abbia una laurea (la casta) per poter governare un paese, che parli bene, Mussolini e Hitler ecc. Io, con le dovute semplificazioni, da un politico vorrei che avesse una visione del mondo, producesse progetti ( non quinquennali sovietici in voga ancora a sinistra), coraggio di fare scelte senza pensare ai voti, lasciando, promuovendo libertà, considerare il merito, non statalismo/centralismo. Se poi ha letto le 600 pagine sul pensiero di Macchiavelli, tanto per dire, meglio. Ma è più facile trovare un politico che legge che un acculturato che fa politica. E allora si pone la domanda: cosa si vuole dal politico e dalla politica ?
Cecchini, dall’altgo della su cultura, le indica De Magistris come nuovo sinistrorso, le basta ?
Basta, mi son stufato di tanta scienza in questo suo blog. Anche perchè lei potrebbe fare di più anche con cognizioni sociologiche e libri ce ne sono: Colletti, Sylos Labini Michels, Gilas, Bobbio per dirne alcuni di alti tempi ma sempre vaildi per conoscere e crescere.
Il fatto è che io a differenza sua non percepisco una casta politica elitaria dal punto di vista culturale, anzi. I politici naturalmente conservano i loro privilegi ma se ne strafregano della cultura. Della laurea non importa più a nessuno, tantomeno ai politici che sovente hanno la terza media. Del resto lo ha scritto anche lei e le do ragione, è improbabile trovare un acculturato che faccia politica.
Che Walter Cadorin Corvo si sia stancato di gracchiare? Una buona notizia, tanto ha già dimostrato ad ogni gracchio che Maset aveva ragione.
Pienamente d’accordo, i políticanti e i pennivendoli venuti dopo la prima repubblica hanno tolto via via i contenuti e hanno infarcito sprazzi di realtà a loro congeniali o da loro congegnati, con dosi via via crescenti di PNL che hanno trasformato la dialettica pubblica in politichese, in politicamente corretto ed infine in una retorica complementare alla realtà come nei racconti distopici orwelliani. Se uno ascolta i moderni politicanti si chiede come si possa avere una si fatta faccia di tolla. Una deriva personale verso un analfabetismo funzionale assoluto che però viene promossa a modello dai media! Queste tecniche possono letteralmente creare problemi di cognizione che rendono i soggetti praticanti letteralmente estranei alla realtà con la coscienza che busserà alla loro porta e questi brillanti parolai si trasformeranno in mummie perché con gli anni la loro narrativa viene sistematicamente demolita dalla realtà dei fatti.
Prodi: “Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più.“
é solo un esempio di un traditore che volontariamente e consapevolmente ha mentito ai massimi livelli, Barnard lo dimostra:
https://youtu.be/KqD0DlUlH64
Quando avevo 16 anni ho letto “Un Uomo”, di Oriana Fallaci, che è diventata la mia scrittrice preferita (un’altra donna che è impossibile nominare senza incorrere in polemiche di tutti i tipi). Sottopongo alla tua attenzione questa sua considerazione del 2004: https://www.imolaoggi.it/2013/04/19/oriana-fallaci-05-maggio-2004-lettera-aperta-a-romano-prodi/ . Considera che tale lettera aperta la lessi proprio nell’anno di uscita, ovvero 16 anni fa.
Oriana Fallaci, tra l’altro, è stata una grande e coraggiosa giornalista, che ha raccontato la guerra del Viet Nam.
Esattamente e l’hanno trattata a pesci in faccia come l’ultima delle scribacchine. Mi ricordo bene in quegli anni gli insulti misogini, o sulla sua età e le minacce di tutti i tipi, anche da parte della cosiddetta sinistra illuminata. Orribile. Da allora ho capito che come diceva lei, destra e sinistra fanno tutte lo stesso gioco. Cambia solo il colore delle mutande, come nel caso dei calciatori. Ma la palla che inseguono è una.
La lettera a Silvia Romano della somala Maryan Ismail
Posted: 14 May 2020 03:20 PM PDT
Maryan Ismail
Lettera a Silvia Romano
Ho scelto il silenzio per 24 ore prima di scrivere questo post.
Quando si parla del jihadismo islamista somalo mi si riaprono ferite profonde che da sempre cerco di rendere una cicatrice positiva. L’aver perso mio fratello in un attentato e sapere quanto è stata crudele e disumana la sua agonia durata ore in mano agli Al Shabab mi rende ancora furiosa, ma allo stesso tempo calma e decisa.
Perché? Perché noi somali ne conosciamo il modus operandi spietato e soprattutto la parte del cosidetto volto “perbene” . Gente capace di trattare, investire, fare lobbing, presentarsi e vincere qualsiasi tipo di elezione nei loro territori e ovunque nel mondo.
Insomma sappiamo di essere di fronte a avversari pericolosissimi e con mandanti ancor più pericolosi.
Ora la giovane cooperante Silvia Romano, che è bene ricordare NON ha mai scelto di lavorare in Somalia, ma si è trovata suo malgrado in una situazione terribile, è tornata a casa.
Non è un caso che per mesi ho tenuto la foto di Silvia Romano nel mio profilo fb. Sapevo a cosa stava andando incontro.
Si riesce soltanto ad immaginare lo spavento, la paura , l’impotenza, la fragilità e il terrore in cui ci si viene a trovare?
Certamente no, ma bastava leggere i racconti delle sorelle yazide, curde, afgane, somale, irachene, libiche , yemenite per capire il dolore in cui si sprofonda.
Comprendo tutto di Silvia.
Al suo posto mi sarei convertita a qualsiasi cosa pur di resistere, per non morire. Mi sarei immediatamente adeguata a qualsiasi cosa mi avessero proposto, pur di sopravvivere.
E in un nano secondo.
Attraversare la savana dal Kenya e fin quasi alle porte di Mogadiscio in quelle condizioni non è un safari da Club Mediterranee… Nossignore è un incubo infernale, che lascia disturbi post traumatici non indifferenti.
Non mi piacciono per nulla le discussioni sul suo abito ( che per cortesia non ha nulla di SOMALO, bensì è una divisa islamista che ci hanno fatto ingoiare a forza), né la felicità per la sua conversione da parte di fazioni islamiche italiane o ideologizzati di varia natura.
La sua non è una scelta di LIBERTA’, non può esserlo stata in quella situazione.
Scegliere una fede è un percorso così intimo e bello, con una sua sacralità intangibile.
maryan-ismail a Silvia Romano
E poi quale Islam ha conosciuto Silvia ?
Quello pseudo religioso che viene utilizzato per tagliarci la testa? Quello dell’attentato di Mogadiscio che ha provocato 600 morti innocenti? Quello che violenta le nostre donne e bambine? Che obbliga i giovani ad arruolarsi con i jihadisti? Quello che ha provocato a Garissa 148 morti di giovani studenti kenioti solo perché cristiani? Quello che provoca da anni esodi di un’intera generazione che preferisce morire nel deserto, nelle carceri libiche o nel Mediterraneo pur di sfuggire a quell’orrore? Quello che ha decimato politici, intellettuali, dirigenti, diplomatici e giornalisti?
No non è Islam questa cosa.
E’ NAZI FASCISMO, adorazione del MALE.
E’ puro abominio.
E’ bestemmia verso Allah e tutte le vittime.
I simboli, sopratutto quelle sul corpo delle donne hanno un grande valore. E quella tenda verde NON ci rappresenta.
Quando e se sarà possibile , se la giovane Silvia vorrà , mi piacerebbe raccontarle la cultura della mia Somalia. La nostra preziosa cultura matriarcale, fatta di colori, profumi, suoni, canti, cibo, fogge, monili e abiti.
Le nostre vesti e gioielli si chiamano guntino, dirac, shash, garbasar, gareys, Kuul, faranti, dheego,macawis, kooffi.
I nostri profumi si chiamano cuud, catar e persino barfuum (che deriva dall’italiano).
Ho l’armadio pieno delle stoffe, collane e profumi della mia mamma. Alcuni di essi sono il mio corredo nuziale che lei volle portarsi dietro durante la nostra fuga dalla Somalia.
Adoriamo i colori della terra e del cielo.
Abbiamo una lingua madre pieni di suoni dolci , di poesie, di ninne nanne, di amore verso i bimbi, le madri, i nostri uomini e i nonni.
Abbiamo anche parti terribili come l’infibulazione (che non è mai religiosa, ma tradizionale) , ma le racconterei come siamo state capaci di fermare un rito disumano.
Come e perché abbiamo deciso di non toccare le nostre figlie, senza aiuti, fondi e campagne di sostegno.
Ma soprattutto le racconterei di come siamo stati, prima della devastazione che abbiamo subito, mussulmani sufi e pacifici, mostrandole il Corano di mio padre scritto in arabo e tradotto in somalo..
Di quanti Imam e Donne Sapienti ci hanno guidato.
Della fierezza e gentilezza del popolo somalo.
E infine ho trovato immorale e devastante l’esibizione dell’arrivo di Silvia data in pasto all’opinione pubblica senza alcun pudore o filtro.
In Italia nessun politico al tempo del terrorismo avrebbe agito in tal modo nei confronti degli ostaggi liberati dalle Br o da altre sigle del terrore.
Ti abbraccio fortissimo cara Silvia, il mio cuore e la mia cultura sono a tua disposizione..
Soo dhowaw, gadadheyda macaan.
La recente liberazione di Silvia Romano, la cooperante italiana dalle mani dei terroristi di al-Shabaab ha portato l’ attenzionee sulla Turchia di Erdogan.
Una visione, quella di Erdoğan, che tende a un recupero dell’antico ruolo turco nel mondo musulmano, anche in un paese come la Somalia, che ha una tradizione di rapporti con l’Italia.
Prima di questa vicenda i rapporti tra Italia e Turchia erano ai minimi storici!
Scusi, in base a cosa afferma : rapporti ai minimi storici ?
In proposito le linko questo articolo de “Il Messaggero” del dicembre 2019 https://www.ilmessaggero.it/politica/libia_italia_cosa_succede_erdogan_conte-4939574.html
No caro Fra’ ha fatto capire che l’Italia con Di Maio non conta più niente nello scacchiere, le piace scacchiere ?, mondiale e in particolare in Africa. Non abbiamo più una politica estera se non quella della questua con la Cina, Russia e Usa. E Europa. Hanno ragione gli europei di voler controllare dove noi mettiamo i soldi che ci presteranno visto che diamo ecobonus e redditi a tutti e non facciamo niente per aiutare chi produce ricchezza. L’industria. Non siamo capaci neanche di sbloccare i tanti progetti edilizi che hanno già le risorse a disposizione.
Cunial ex pentastellata ha affermato: «Mentre voi stracciate il codice di Norimberga con Tso, multe e deportazioni, riconoscimenti facciali e intimidazioni, avallate dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro pluripresidente della Repubblica, che è la vera epidemia culturale di questo Paese, noi fuori, con i cittadini moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti»«Mentre voi stracciate il codice di Norimberga con Tso, multe e deportazioni, riconoscimenti facciali e intimidazioni, avallate dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro pluripresidente della Repubblica, che è la vera epidemia culturale di questo Paese, noi fuori, con i cittadini moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti». Ha lasciato il fianco scoperto per il pluripresidente della Repubblica, che poi ha corretto. Comunque sembra abbia poco seguito. Per certi versi mi sembra la De Pin, altra ex M5s alla fine finita vicina a Forza Nuova.
Io avevo sentito parlare della signora durante il lockdown, perché i giornali hanno riportato che stesse andando al mare a Ostia, ma fermata per un controllo stradale avesse risposto che si stava muovendo per lavoro. Può immaginare quale sia stata la mia impressione!
Faccio qualche considerazione, il discorso di oggi di Sara Cunial va a colpire nel segno non un generico capitalismo ma il capitalismo terminale, quello finanziario, sperequativo, altamente criminale ed evidentemente genocidiario, parole troppo crude? no è la realtà e solitamente quando nella nostra società una situazione fa crollare determinate certezze, molti preferiscono tenere la testa nel SAC oppure guardare il lato positivo dato che la “cultura” new age ci ha abituato al “positive thinking” ma oltre a questo c’è altro, c’è da saper riconoscere i problemi per affrontarli altrimenti il positive thinking é una forma di pazzia, sarebbe come un guidatore che di fronte ad una curva dicesse: se tengo il volante dritto non sento la forza centrifuga sui fianchi. OGM, pesticidi, vaccini, allevamenti intensivi, delocalizzazioni, governi tecnici, 5G, intelligenza artificiale sono realmente soluzioni per noi o sono propagandate come l’amuchina, la mascherina, la “pandemia” attraverso i media comprati con tecniche PNL per convincerci che T. I. N. A.?
La voracità del capitalismo terminale consiste anche nell’applicare le teorie di Milton Friedman ovvero la c.d. Shock economy, creare un dissesto economico finanziario (leggi crisi su prime per esempio, crisi bancaria, crisi del lavoro e crisi finanziaria, crisi ambientale e crisi sanitaria e poi approfittando del panico della popolazione introdurre misure anti liberali che a sangue freddo in condizioni di “normale routine” nessuna popolazione acceterebbe(autocertificazioni mascherine, reclusióni di massa sono solo esempi) per poi cambiare le abitudini nel verso liberticida e poter dunque irrompere nell’economia assorbendo attività e beni immobili o infrastrutture anche strategiche acquisrndole e monopolizzandole a prezzi di saldo. Anche l’ordoliberismo europeoide agisce così…
La nostra povertà è la loro ricchezza…
Sono d’accordo, il positive thinking, che a me piace chiamare “Sindrome di Pollyanna” è assurdo, c’è tempo per essere ottimisti ma nella vita reale è soprattutto necessario considerare le cose come stanno. Nascondere la testa sotto la sabbia non serve. Nel nostro piccolo il Veneto è pronto a ripartire dal 18 maggio, vedremo cosa accadrà.
Antonio Gramsci: pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà.
Una grande verità!
Gramsci sbagliava anche qui. La linea guida del proprio agire di fronte al pessimismo della volontà (cioé alla rassegnazione alla inazione) deve essere l’ ottimismo della intelligenza. Cioé la capacità, grazie alla ragione, di trovare sempre la soluzione ai problemi. Chi vuol vivere fa così ogni giorno.
Beh ma Gramsci intendeva dire che il riscatto dell’Uomo dipende solo dalla sua forza di volontà! La volontà, nell’Uomo, è tutto, in sintesi.
Si dubita che il Bastanzetti del SAC, che Denisio giustamente chiama Bar-Zelletti, abbia letto e capito Gramsci. Bastanzetti del SAC applica la sua filosofia di vita nella raccolta di sterpaglie nel Monte Altare.
Fosse cosí Egr. Piovesan sarebbe peggio che andar di notte. Se “la volontà fosse tutto” e dovessimo avvallare ciò cui essa ci comanda, nessun giudizio morale sarebbe più ammesso. Tutto sarebbe lecito e giusto; incluso, per es., il genocidio.
Guardi che Gramsci espresse quelle parole in “Quaderni del carcere”, che ha scritto durante la sua prigionia voluta dal Fascismo! La forza di volontà per sopravvivere al carcere ingiusto è tutto, per l’Uomo giusto! Ma poi accostare l’idea di genocidio a Gramsci, mi perdoni, come le è venuto in mente?
Questo secondo me è più relativo al machiavellico “il fine giustifica i mezzi”, anche se Machiavelli non espresse il concetto con queste esatte parole. Certamente la volontà è tutto per un essere umano, ma noi non sappiamo cosa anima ciascun uomo. Né come può applicare questa forza di volontà, questa tensione o spinta.
CHI E’ BASTANZETTI DEL SAC CHE DENISIO CHIAMA BAR-ZELLETTI.
Una nota pubblcata sulla Tribuna di Treviso di oggi chiarisce che Bastanzetti del SAC continua a pulire sterpaglie, azione meritevole di lodi, ma non ha fatto archeologia. Anche la Tribuna di Treviso parla di un Comitato SAC, Società, Ambiente, Cultura. Non è però ancora chiaro chi compone il Comitato oltre a Bastanzetti del SAC. Come mai a pulire sterpaglie non interviene tutto il Comitato SAC ? Probabilmente questa mancanza di chiarezza sul Comitato SAC influisce sul fatto che gli appelli del Bastanzetti del SAC non vengano presi in considerazione. Vedi un suo recente appello per la cittadinanza onoraria di Vittorio Veneto alla senatrice Segre. Comunque è positivo e degno di lode che il Bastanzetti del SAC continui a togliere sterpaglie dal Monte Altare da solo o con il Comitato SAC.
Valentina, lodevole il tuo tentativo di informare il Bastanzetti del SAC su Gramsci, Machiavelli e le loro differenze, ma il Bastanzetti del SAC è un SAC.
Diciamo che non avevo giammai letto, nemmeno per ischerzo (il signor Bastanzetti è ironico credo), un giudizio del genere su Gramsci!
Sono proprio sbalordita! Anche se costernata è la parola giusta!
Ripeto, Egr. Piovesan: se la volontà è tutto e l’ uomo deve affidarsi ad essa (e non alla intelligenza) allora qualsiasi cosa lui voglia conseguire, incluso il genocidio, è sdoganata. Mostruoso, ‘sto Gramsci!
Cosa posso dirle, l’unico consiglio che posso darle è di leggere, appunto, “Quaderni del carcere”, Einaudi, 4 volumi.
LA BIOGRAFIA DI BASTANZETTI DEL SAC SPIEGA PERCHE’ NON HA CAPITO UN SAC DI GRAMSCI. La biografia pubblica del Bastanzetti del SAC è da vero e proprio SAC . Inizia con la caccia a un cobra africano, non in Africa, ma a Vittorio Veneto, poi candidato sindaco pesce d’aprile, conigliere di quartiere rompipalle, lo ha raccontato Gioi Tami, la blogger Francesca Salvador lo prende in continuazione a metaforici calcioni in culo, lo cancella, il blogger Walter de Iulis gli da del troll e non permette più i suoi commenti, Top C. ( C. non sta per Commentator) , Oggi Treviso per evitare i suoi bastanzettamenti continui lo traferisce su Facebook dove fa meno danni . Lancia in continuazione appelli che nessuno ascolta, fonda un SAC di cui è presidente e solo membro, è anzianotto SAC, ma si crede un giovane SAC. Comunque il Bastanzetti del SAC va protetto, è il solo SAC in giro.
Diciamo piuttosto Egr. Piovesan, che confrontarsi con menti come quelle di Cecchini e Denisio le risulta certo più agevole. Cordialità.
Io mi confronto senza pregiudizi con tutti voi. E rifletto attentamente sui commenti che condividete, naturalmente. Buon pomeriggio!
In un editoriale pubblicato su “L’Ordine Nuovo” nell’aprile 1920, Gramsci attribuisce il motto a Romain Rolland:
«La concezione socialista del processo rivoluzionario è caratterizzata da due note fondamentali, che Romain Rolland ha riassunto nel suo motto d’ordine: – Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà[1].»
Wikipedia
Lei Cecchini non ha ricordato Gramsci nell’anniversario. Io si in un sito.
Certo che confrontarsi con una mente del SAC come quella di Bastanzetti del SAC non è facile.
Antonio Gramsci, ricordato dai grachii del Corvo Walter Cadorin, che gracchioso gracchia senza sosta si rivolterà nella tomba.
Ho ascoltato con attenzione l’intervento della Cunial che hai condiviso, io personalmente non lo avallo. Poi non ho capito bene il senso del riferimento che per sua stessa ammissione avrebbe fatto a Napolitano, penso che lo avrai letto. Inizialmente tutti pensavano stesse parlando di Conte o Mattarella.
Riporto come dice la Cunial: la frase incriminata pronunciata oggi in aula: ” mentre voi stracciate Codice di Norimberga con Tso, multe, deportazioni, riconoscimento facciale e intimidazioni avallate dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro ‘pluripresidente’, che e’ la vera epidemia culturale di questo Paese, noi moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti…’ sottoscrivendole – rivendica – ogni singola parola”. “Oltretutto – chiarisce ancora – e’ chiaro che parlando di ‘vera epidemia del nostro Paese’ mi riferissi allo scientismo dogmatico e non al ‘pluripresidente'”.
Questo è il suo chiarimento, sai perché causa l’ira dei parlamentari? Perché dice cose che sono vere, oggi Paolo Barnard ha rilasciato una intervista ad un pezzo grosso dell’industria del business farmaceutico che concorre con le sue testimonianze a riempire il quadro non semplicemente “complottosta o antiscientifico” come dice qualche sempliciotto ma reale e verificato con nomi e cognomi di chi e dove viene modificato il virus per creare emergenze sanitarie che poi diventano emergenze economiche che poi gli sciacalli della finanza sfruttano a loro vantaggio. Poi dicono che le borse salgono quindi c’è chi guadagna nonostante tutto ma non dicono mai che chi perde siamo tutti noi a causa di queste dinamiche.
https://comedonchisciotte.org/dallistituto-pasteur-di-parigi-il-prossimo-artificiale-apocalittico/
https://www.repubblica.it/politica/2020/05/14/news/cunial_deputata_no_vax_ipotesi_vilipendio_a_mattarella-256606302/ Per completezza ti ho linkato l’articolo al quale mi riferivo io. In linea generale ho percepito che in questo momento sia lei che Sgarbi sono visti come due paladini in Parlamento.
Il morente rotocalco “Repubblica” agisce in difesa di un sistema criminale dimostrandosi anche in questo caso trombone di FakeNews. Le parole della verità espresse attraverso la valente parlamentare, non sono opinioni, dicendo “pluripresidente” é chiaro e LOGICO che non può essere Mattarella quindi la loro é una delle classiche fake news della FAKENEWSCORPORATION smascherata palesemente dal video che i pennivendoli di “Repubblica” allegano al loro articolo falso e calunnia te. Auguro a sti falsari dediti alla disinformazione un truce destino.
La stessa Cunial ha affermato che con “pluripresidente” si riferiva a Napolitano (notizia ripresa da tutti i maggiori quotidiani, compreso il Corriere della Sera): ma cosa c’entra Napolitano?
Se devo essere onesto posso solo ipotizzare che la denuncia del solo ex p.d.r. sia limitata dalla censura che le discutibili leggi 690c.p. come del resto la 645 impongono. Su Napolitano ci sarebbe molto da dire ma a tempo debito.
Capisco! In effetti. Della Cunial, comunque, appoggio la visione sull’ambiente!
La 645 sarebbe Frode in emigrazione, la 690 determinazione in altri dello stato di ubriachezza. Sulla 690 so ben poco, io sono astemia, fra l’altro!
legge 645 del 1952
Art. 690 c.p.
https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-i/capo-ii/art290.html?utm_source=internal&utm_medium=link&utm_campaign=articolo&utm_content=nav_art_prec_top
Art. 290, allora, non 690! 290 c’è anche scritto sul link che mi hai inviato.
La legge 645 del 1952 persegue qualsiasi associazione o iniziativa che miri alla rinascita o promozione del fascismo; la 290 del c.p. si riferisce al vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni e delle forze armate.
Io so che Napolitano è stato aspramente attaccato e insultato dai 5 stelle, in passato. So anche che la signora Cunial non c’entra più coi 5 stelle.
Hai ragione, ho sbagliato a scrivere, articolo 290 non 690.
Dico che entrambe queste leggi andrebbero ridiscusse, non perché mi senta di difendere il fascismo ma semplicemente perché non c’è peggior sordo o cieco di chi si ostini a vedere “fascismo” in una frase di un politico dell’altrui schieramento ignorando che LO SCIENTISMO DOGMATICO É DITTATORIALE OGGI IMPOSTO É UN TOTALITARISMO DI PARI RANGO O PEGGIORE DEL FASCISMO.
Questo per capire che gli odiatori del popolo italiano ce li abbiamo in casa oggi più che mai come scrive anche Blondet:
https://www.maurizioblondet.it/la-dittatura-della-malevolenza/?fbclid=IwAR2UhkeAvr6lRHeSsUUvI1y1RshR3dtLEliuFIwxg90lB72UkaVznhw8Ojw
… Bisogna reagire…
Sul diritto del libero pensiero siamo perfettamente d’accordo, ti linko questo intervento di Paolo Becchi sul canale YouTube di Sgarbi, che avrai certamente già visto ma ripropongo alla tua attenzione perché ritengo molto importante: https://www.youtube.com/watch?v=luBbche_fgQ
Denisio bisognerebbe cambiare passo, forse tutti, stare al nostro posto e lasciare gli altri al loro. La Cunial p.es. è li per proporre leggi, risolvere problemi, non per fare Politica che va lasciata a chi la sa fare. P.es. potrrebbe interessarsi du burocrazia, produttività, sbloccare i lavori pubblici semplificando l’iter tipo ponte Genova. Dovrebbe seguire quelle 250 leggi approvate ma ferme perché manca il decreto di attuazione. Controllare le nomine di amici di amici nei vari gangli Istituzionali e economici, sistema prima repubblica.
Attenta ai provvedimenti Conte che mette sempre più vincoli e divieti bloccando le aperture creando così più disoccupazione. Insomma meno ideologia e più senso pratico
Walter Cadorin Corvo continua a gracchiare e a dimostrare che Maset aveva ragione ad affermare che il Cadorin pretendeva sempre di dire a tutti quello che devono fare. Ora da buon Corvo lo fa gracchiando.
Mi permetto di condividere questo grandioso messaggio che giunge come una luce nelle tenebre da parte della parlamentare Veneta Sara Cunial, ogni parola in più è tempo perso di fronte alla perfetta ed ineccepibile denuncia fatta oggi in parlamento da Sara Cunial:
https://youtu.be/mX51utvnj9E
ONOREVOLISSIMA!
Bill Gates aveva previsto la pandemia già nel 2015!
Guardi Egr. Piovesan che non serve chiamarsi Gates per prevedere la insorgenza periodica di nuove epidemie/pandemie. Sempre state. E più siamo sul pianeta più è facile che scoppino.
Ho specificato 2015 perché la signora nel video condiviso da Denisio, durante il suo intervento, ha detto che Bill Gates ne ha parlato nel 2018.
Valentina, Bastanzetti del SAC non è molto attento. E’ impegnato, molto lodevolmente, a pulire il Monte Altare dalle sterpaglie. Altro che capire quello che scrivi!!!
Ma io dico, se alla base della globalizzazione c’è il capitalismo, che senso avrebbe chiudere in casa i cittadini, i giovani, chiudere i negozi e le grandi catene, impedendo alla popolazione di comprare? Che c’entra la vaccinazione di massa per ottenere i dati, quando tutti spontaneamente lasciano i propri dati al supermercato quando fanno la tessera, ad Amazon, a Facebook, Instagram, Twitter? Grillo sì che diffondeva notizie, nei palazzetti, anni fa (io ho assistito personalmente ai suoi spettacoli, all’epoca), questi interventi invece lasciano il tempo che trovano, secondo la mia opinione!
Nell’ ultimo numero di Le Monde Diplomatique, appena uscito, vi è un’ articolo sul dogma giapponese della responsabilità individuale, il “jiko sekimani”. Al riguardo si racconta di Imai Noriaki che nel 2006 fu rapito con altri due giapponesi in Irak dove era andato come volontario. Imai Noriaki e gli altri due furono liberati dopo una decina di giorni, ma furono attaccati a tutti i livelli perché scelsero loro di andare in In Irak. Intervenne anche una ministra ora governatrice di Tokio. Imai Noriaki fu anche vittima di agressioni fisiche. Noi non siamo giapponesi per cui dovremmo evitare offese o possibili agressioni, ma analizzare e prendere posizione sui punti critici della vicenda Silvia Romano: certe ONG, ruolo della Turchia, accoglienza di Silvia Romano spetacolarizzata, stranezza di una conversione in prigionia alla stessa religione dei sequestratori, etc.,etc..
Interessante, questo aspetto. Se da un lato abbiamo Paesi intransigenti, come il Giappone che non si assume la responsabilità per i viaggiatori incauti o la Gran Bretagna (che non divulga immagini dei connazionali liberati), dall’altra abbiamo altre fonti a indicarci che tutte le Nazioni pagano e trattano per i propri connazionali rapiti, non facendo trapelare la notizia e non sempre pagando in denaro (penso allo scambio di prigionieri). Questo sempre secondo la stampa.
Provo postare anch’io un articolo-mattone, metodo cecchino, ma questo non è un buon metodo per essere in un blog. Sono per post di max 1000 caratteri per essere letti e dare spazio a tutti altrimenti sono sempre gli stessi che scrivono
“L’alleanza contro gli stronzi. Segni di riscossa liberale contro il pensiero unico del populista collettivo
Il Financial Times invita i liberali a darsi una mossa per fermare la destra nazionalista e la sinistra radicale. Ma mentre sappiamo bene chi sono i demagoghi, è più complicato individuare chi sta dall’altra parte
Il virus corona certo non ha aiutato la riscossa dei liberali, già travolti prima della pandemia dall’ascesa del pensiero unico del populista collettivo, non importa se di destra o di sinistra perché tra i primi e i secondi cambia qualche tono ma tutto sommato la sostanza è la stessa. Salvini e Di Maio, Trump e Putin, Bagnai e Fassina, Crimi e Boccia, Di Battista e Emiliano, Gasparri e De Magistris, Belpietro e Travaglio hanno molti più punti in comune tra di loro che con i liberali, così come Johnson e Corbyn hanno entrambi portato la Gran Bretagna a uscire dall’Europa e i Tea Party e Bernie Sanders hanno demolito insieme la tradizionale politica americana.
L’ascesa dei demagoghi del popolo incontra due notevoli resistenze in Emmanuel Macron e Angela Merkel, il famigerato asse franco-tedesco trasformatosi nell’ultimo pilastro dell’occidente libero in attesa delle elezioni americane di novembre.
Il Financial Times, con Gideon Rachman, adesso invita i liberali a riprendere la battaglia contro i sovranisti e i populisti, ricordando che è il caso di mettere da parte la definizione cara al poeta Robert Frost secondo cui un liberal è una persona di così ampie vedute da ritenere sconveniente parteggiare per la propria parte. Forse, sostiene Rachman, è arrivato il momento di dimenticarsi questa proverbiale tolleranza liberale e di prepararsi a rispondere alla minaccia.
La strada è quella che su queste colonne abbiamo più volte definito «alleanza contro gli stronzi», ma mentre è facile riconoscere i populisti, individuare i liberali non lo è altrettanto, visto che la definizione cambia a seconda della latitudine.
Nell’Europa che ha conosciuto i partiti comunisti e socialisti, comprese le dittature del popolo, i liberali sono considerati di destra, perché in Parlamento siedono a destra dei socialisti. Negli Stati Uniti, dove il socialismo non ha mai fatto presa, i liberal invece sono tradizionalmente l’ala progressista del Partito democratico, seduti alla sinistra dei conservatori.
La definizione autentica in realtà è quella americana, perché i liberali nascono in un’Europa pre-socialista per contrastare il potere assoluto dei monarchi e per questo nei primi parlamenti costituzionali si sedettero alla sinistra degli uomini fedeli al Re e in contrapposizione ai conservatori.
Oggi, infine, i liberali vengono identificati con i liberisti pro mercato, quando come è noto esistono i liberalsocialisti, i riformatori e i libertari che sui temi economici sono decisamente meno radicali dei liberisti.
Ma questo è proprio uno dei grandi successi intellettuali dei populisti di sinistra e di destra, essere riusciti a etichettare con il marchio dell’infamia neoliberista Tony Blair e Bill Clinton, Joe Biden e qualsiasi personalità della sinistra liberale, in Italia è toccato a Matteo Renzi, che abbia provato a conciliare progresso e innovazione, stato e mercato.
La battaglia dei liberali contro i populisti è asimmetrica e al momento il risultato pare anche segnato perché, come ricorda ancora Rachman sul Financial Times, i populisti sono mossi dalla ferocia contro i liberali, mentre il punto stesso dell’essere liberali è esattamente quello di non credere nella distruzione dei nemiciChristian Rocca- inkiesta”
Corvo Walter gracchia lunghi gracchii e prova che Maset aveva ragione su Walter Cadorin, che dopo il racconto che lo ha smascherato si chiama Corvo.
Silvia Romano non è una cooperante. Le ‘Ong’ fai-da-te mandano giovani come lei allo sbaraglio”
Così Daniela Gelso, Project manager di alcune delle principali Ong italiane e francesi, sul caso Silvia Romano: “Questo mestiere non si improvvisa, altrimenti si rischia la vita”
La Romano collaborava con la Onlus “Africa Milele”, ho letto che Bertolaso ha dichiarato che gli sembrava “un’organizzazione di quelle sprovvedute”. Di Maio ha asserito che la Farnesina non fosse al corrente delle operazioni della Onlus. Intanto a farne le spese è stata una ragazza che ha pagato troppo duramente i suoi ideali. Come ho sempre affermato, le ONG andrebbero monitorate poiché essendo appunto organizzazioni non governative agiscono in totale autonomia e a farne le spese sono i giovani sognatori, mandati allo sbaraglio.
Egr. Piovesan non si può monitorare tutto, a ‘sto mondo. Uno/a, se ha un po’ di sale in zucca dovrebbe automonitorarsele, certe realtà…
In effetti i giovani farebbero bene a pensarci due volte prima di mettersi in viaggio verso queste zone pericolose. Dovrebbero imparare la lingua e la storia dei luoghi in cui si recheranno, partire dopo qualche anno, dopo aver fatto esperienza di volontariato anche in Italia. Specializzarsi come infermieri o figure qualificate. E soprattutto avvisare la Farnesina prima di partire, cosa che stando alla testimonianza dello stesso Di Maio non è stata fatta.
Da Silvia ad Aisha: i misteri di una conversione
di Tahar Ben Jelloun, da Repubblica
La conversione all’islam di Silvia Romano pone diversi interrogativi. Il primo consiste nel sapere quali rapporti intrattenevano con lei i jihadisti somali del gruppo al-Shabaab, che l’hanno rapita il 20 novembre 2018 nel Sudest del Kenya. Dopo la sua liberazione, la ragazza ha dichiarato che «sono stata forte e ho resistito». Ma quando si resiste non si sposa l’ideologia o la religione del proprio carnefice. Che cosa è successo nello spirito di questa giovane operatrice umanitaria durante i 536 giorni della sua prigionia? Perché ha scelto l’islam?
Dice che è una scelta libera. Dobbiamo crederle. Ma una domanda sorge spontanea: perché aderire a questo islam che rapisce, terrorizza e ti priva della libertà gettando in una grande angoscia la tua famiglia e i tuoi cari?
Silvia Romano è comparsa in tenuta islamista, vale a dire la tenuta di un islam rigorista, integralista e antioccidentale. Il velo, l’ibaya (una sorte di djellaba lunga) sono dei simboli recenti di un islam duro, un islam protestatario e identitario. E l’islam che anima una parte dei ragazzi delle banlieues che sono partiti a combattere nelle fila dello Stato islamico in Siria e in Iraq.
È normale che si possa essere sedotti dai testi religiosi. La lettura intelligente del Corano può essere un arricchimento intellettuale e spirituale. Bisogna però evitare di farne una lettura letterale, cioè gretta e intollerante. Il rito dominante in Arabia Saudita, in Qatar e in diversi altri Stati è il rito wahhabita, dal nome di un teologo del XVIII secolo, Mohammed ‘abd-al Wahhab, che propugnava un islam di un rigore assoluto: al ladro si mozza la mano, alla moglie adultera si taglia la testa e così via.
Il gruppo al-Shabaab agisce in nome di questa ideologia dell’intolleranza totale e spietata. I giovani che compiono questi atti terroristici sono dei jihadisti, cioè dei militanti pronti a sacrificarsi per far trionfare l’islam in ogni parte del mondo. Nell’islam, la parola jihad ha due significati: il primo consiste nel pretendere dal credente che faccia uno sforzo su di sé per superare il suo egoismo e le sue debolezze. È un significato nobile e umanista.
Il secondo significato sta a denotare la lotta contro l’aggressore: si parte per il jihad quando il Paese o la religione sono sotto attacco e rischiano di crollare. È il secondo significato a essere in voga oggi tra gli islamisti armati, che siano i Talebani in Pakistan, i soldati dello Stato islamico o i semplici militanti per la causa di un islam identico a come comparve nel VII secolo in Arabia Saudita.
Allora, come e perché una donna moderna, occidentale, che è stata privata della libertà e non sa se la sua vita sarà rispettata, ha potuto scivolare verso l’islam? Spesso i convertiti abbracciano una religione e vi si dedicano anima e corpo, al punto di non avere più nessuna distanza fra i testi e la fede, fra lo spirito e la lettera. Ora che è stata liberata Silvia proseguirà il suo progetto umanitario o cercherà di diffondere intorno a sé un islam scoperto in condizioni quanto meno strane?
Silvia Romano è diventata Aisha, in riferimento alla moglie del profeta Maometto, la figlia del suo fedele compagno Abu Bakr, scelta quando aveva soltanto 9 anni e sposata appena cominciò ad avere il ciclo. Aisha era la sposa preferita del profeta. Ebbe una grande influenza su di lui e quando rimase vedova condusse una guerra senza quartiere contro le tribù che contestavano il messaggio dell’inviato di Dio. Fu una donna eccezionale e per questo il suo nome è così diffuso nel mondo islamico.
Silvia/Aisha è diventata un personaggio che confonde le piste. Convertirsi a una religione dopo una riflessione matura, con cognizione di causa, per convinzione vera e profonda è una cosa assolutamente normale e ammessa. Ma convertirsi dopo aver passato così tanti mesi sotto la pressione di mercenari che utilizzano l’islam come copertura per estorcere denaro a uno Stato, è una scelta che apre un dibattito. L’isolamento, il terrore, la paura di essere uccisi sono ingredienti che a volte perturbano la ragione e la libertà di spirito. Non pensi più allo stesso modo quando sei libero e quando sei privato di ogni libertà, con in più la minaccia di perdere la vita. È un’angoscia profonda quella che probabilmente ha dettato a Silvia una scelta del genere.
Ora è libera sia di accettarla consapevolmente sia di liberarsene.
Traduzione di Fabio Galimberti
Buona questa. Intervista Pagliarini ex ministro bilancio Lega-Bossi
….Mes …Ha un tasso di interesse favorevole ma presenta molti rischi.
Appunto, un tasso dello 0,1% e per me il tasso di interesse è il metro di giudizio per tutto. Quando Salvini attaccava l’Europa e lo spread saliva, io andavo a calcolare quanto ci costava in più in termini di tasso sul debito. Lei lo sa quanto ci ha fatto risparmiare il taglio dei vitalizi voluto dai 5 Stelle?
Quanto?
Otto ore di interessi passivi sul debito pubblico. Da : dagospia.com
Beh, la sindrome di Stoccolma si vede pure ai nostri giorni, quando belanti cori s’innalzano evocando mascherine, guanti, arresti domiciliari, esercito e droni controllori a gogo.
La definirei anche “Sindrome Orwelliana” , da romanzo distopico“!
Invece lei Egr. Marco, forse seguace della blogger antiscienza Salvador, è per il “liberi tutti” , contro il coronavirus? o per la immunità di gregge raggiunta attraverso naturale (o magari agevolato) contagio . Ah…ma c’è sempre l’ intruglio al bicarbonato contro ogni male…
MICHELE BASTANZETTI E FRANCESCA SALVADOR. La blogger Francesca Salvador continua a postare. Certamente non permetterà che il Bastanzetti del SAC ( SAC = Bastanzetti & Bastanzetti) la commenti. Precedentemente Francesca Salvador prendeva sistmaticamente a metaforici calcioni in culo, lo cancellava, il Bastanzetti del SAC. Forse è per questo che il Bastanzetti del SAC chiama Francesca Salvador La Santona.
Secondo il mio modestissimo e ancora limitato parere questa operazione si inquadra perfettamente nel mirino di chi persegue il malcelato obbiettivo di distruzione dell’identità e del benessere che deriva dall’ appartenenza ad una determinata cultura, la nostra e quella dei musulmani. Tale operazione nefasta passa attraverso vari livelli, negli ultimi 20 anni si è dimostrato un graduale e progressivo indebolimento economico su entrambe le sponde del mediterraneo con l’accaparrarsi di industrie e settori strategici all’economia da parte di gruppi multinazionali che hanno agito con il silenzio e la complicità criminosa di politici e dei media. Da oltre dieci anni l’attacco all’identità si è consumato con una mal orchestrata jihad che vorrebbe farci credere che i musulmani sono in lotta con i cristiani, questo è falso per la larghissima maggioranza di noi e di loro.
In realtà gli attacchi che i fake media hanno dipinto come di matrice jahidista che vanno dal Bataclan a Charlie Hebdo agli attentati nelle metropolitane di Bruxelles e Londra etc.. hanno lasciato le tipiche traccie che dimostrano che “qualcuno” sa fare bene le pentole però i coperchi ancora non gli riescono e così a molti in Europa e altrove sono venuti dubbi sulla veridicità di ciò che viene raccontato dalla internationalFakeNewsCorporation. In tutte queste azioni abbiamo avuto evidenza da parte dei cittadini che hanno avuto modo di riprendere e di raccontare particolari che la pista islamica, musulmana é assolutamente falsa e avvalorano piuttosto la tesi che sotto gli attentati ci sia di fatto una volontà di contrapporre l’umanità usando la fede come teatro di scontro. Alimentare questo caos e indebolimento economico, politico e dello stato di diritto contribuisce all’affermazione della legge della giungla dove chi ha maggiore potere economico detta legge, attenzione queste non sono teorie del complotto, sono cose oggi sotto gli occhi di tutti, da noi ex imprenditori che fanno i runner per fedora, file di famiglie al banco dei pegni a vendere l’oro, operazioni di intimidazione della popolazione operate quotidianamente dalla FakeNewsCorporation per un virus, da loro destabilizzazione politica e tratte clandestine di deportazione di Africani in Europa che poi servono come manodopera nei campi e che sono soggette a caporalato come spiegato da Mohammed Konare, non certo un leghista e men che meno un jihadista, operazioni di silenziamento del dissenso che non si vedevano dai tempi delle dittature sudamericane. TSO.
Perché dunque prestare tanta attenzione ad una persona che dice di essersi convertita all’Islam se ad amplificare un fatto apparentemente tanto insignificante per l’interesse pubblico è il complesso FakeNewsCorporation SUPPORTATO da quei politicanti ideologicamente corrotti dunque mondialisti e per questo palesemente sprezzanti dei diritti umani? È parte di una psyop, ovvero di un pentolone cuoci sardine a cui manca il coperchio che rilascia la traccia fetente del pesce che puzza dalla testa.
Esatto, perché? Proprio oggi ho letto dello sfogo di Nunzio Tacchetto, il padre di Luca, rimasto in ostaggio per 15 mesi in Mali con la sua amica Edith Blais, tornato in Italia a marzo 2020. Ha dichiarato che non c’era nessuno ad accoglierli, che sono stati dimenticati. Invece questa ragazza convertita, che ha regalato alla stampa mondiale, suo malgrado, immagini su cui la propaganda del terrore farà proseliti, è stata accolta in pompa magna con tanto di passerella di uno Stato che ha trattato coi terroristi e con quale intermediario? La Turchia. Cosa c’è dietro il terrorismo? Solo i soldi. E il nostro Ministro degli Esteri cosa fa? Per metterci una pezza che è peggiore dello strappo dichiara che non sa niente di un riscatto pagato, ma che in caso fosse stato pagato, di sicuro ne sarebbe a conoscenza. Come direbbe la Sora Lella: “Annamo bene!”.
Proviamo a ricavare qualche insegnamento da questo articolo, in duplex, di Cecchini e da quello di Denisio.
1-ieri veniva appariva la notizia che oltre a Erdogan, la liberazione della Romano sia stata aiutata anche dai fratelli Musulmani e che il Governo italiano avesse abbracciato questa soluzione e quindi la via del riscatto invece che l’aiuto USA. Cose che costeranno.
2-Le guerre in atto nei vari paesi del mondo’ sono una sfida fra Cina, Usa e Russia alla ricerca del mantenimento e procacciamento delle influenze attraverso alleanze con i capibastone territoriali locali che si spostano fra gli uni e gli altri per i propri interessi, Siria compresa. Italia non mette becco e noi dovremmo essere più accorti con il tifo.
3.che il lavoro delle varie intelligence è notevole ma stanno evitando una guerra mondiale. Santi nessuno.
4-La complessità, fatti non conosciuti delle varie situazioni è tale che, da parte nostra si aderisce, crede alle ragioni sbandierate da una delle tre potenze mondiali solo ideologicamente, con poca cognizione di causa. Infatti poco ci si informa, legge sulla politica estera che fa da regina anche sulla situazione politica interna. italiana.
5. L’italia, vedi Romano, ha una posizione ambigua, non sceglie da che parte stare, Cina Usa Russia ?, sta in mezzo al guado, indecisa, ma fino a quando? Intanto non contiamo più in Libia, in Somalia per dirne due. Anche qui dipendiamo da altri come in Europa che oggi ci bacchetta per il pagamento Romano
Morale: meno pretese di noi provinciali del sapere tutto, più informazione, meno matrimoni con le ideologie perché le soluzioni passano sopra la nostra testa e il Mondo è alla ricerca di nuovo assetto di influenze. Possiamo solo spingere questo Governo a decidere da che parte stare nel nuovo mondo e europeo. Poi ognuno di noi si schiererà con chi gli pare.
Walter Corvo Cadorin, da buon Corvo, è solo capace solo di gracchiare, dimostrando che Maset aveva ragione.
DA MICHELE GIORGIO SUL MANIFESTO.
Turchia alla conquista del Corno d’Africa tra petrolio e basi militari
Seguito di Al Shabaab: Ankara a rafforza la sua presenza in Somalia, Sudan e altre aree lungo il Mar Rosso. Crescono le tensioni con le monarchie del Golfo, anch’esse presenti con forti interessi in quella regione. La Turchia nel rilascio di Silvia Romano
Dalla Somalia a tutto il Corno d’Africa
«Yeni Osmanlıcılık, in turco Neo-Ottomanesimo», spiega Michele Giorgio, Nena News. Un modo per indicare il disegno strategico che la Turchia di Erdogan cerca di realizzare nelle aree che per secoli erano state parte dell’Impero Ottomano. «Qualcuno storce il naso quando si parla di Neo-Ottomanesimo ma non ci sono dubbi sulle ambizioni di Erdogan». Segnali evidenti in Siria, nei Balcani o in Nordafrica. Partiamo dalla Libia dove armando a comandando le scalcinate milizie tripoline Al Sarraj ora vincenti contro il generale Haftar, Ankara tiene a bada avversari della portata monetaria di Emirati e Arabia saudita, eroi da petrodollaro. «Meno note ma non meno importanti –precisa Michele Giorgio- la presenza turche nel Mar Rosso e nel Corno d’Africa».
Sultano Erdogan e Silvia Romano
Da Corno d’Africa, lo spuntone d’Africa verso la Penisola Arabica e i traffici commerciali e non solo che si muovono su quelle acque.
Attualità ultima, ultimissima, la collaborazione offerta dai servizi segreti turchi di base in Somalia nelle trattative che hanno portato alla liberazione di Silvia Romano. Notizia ormai certa, a prescindere dalla forzatura dell’agenzia di stampa Turca Anadolu, col fotomontaggio della mezzaluna turca comparsa sull’italianissimo giubbetto antiproiettile fatto indossare dai nostri servizi segreti alla neo liberata Silvia.
«Conferma quanto sia radicata la presenza di Ankara in quel paese tormentato da guerre e miseria e posizionato lungo lo Stretto di Bab el Mandeb che collega il Mar Rosso all’Oceano Indiano».
Impero turco Somalia e petrolio
L’influenza della Turchia nel Corno d’Africa è diventata ufficiale e invidiata con l’incarico dato da Mogadiscio ad Ankara di fare esplorazioni petrolifere nei suoi mari. Il seguito del contestato accordo marittimo firmato dalla Turchia con il governo di Tripoli, ‘acque libiche’ estese a convenienza sino a Cipro e oltre. Prossime ‘quasi guerre’ di perforazioni. Ma restiamo il Somalia dove Erdogan c’è da lungo tempo. «Nel 2017, per fare un esempio, è stato inaugurato un enorme centro di addestramento turco di truppe somale. Non è certo un caso che l’ambasciata turca più ampia per dimensioni sia stata edificata proprio in Somalia».
Le Ong islamiste turche
«Negli ultimi dieci anni le ong islamiste turche sono state la testa di ponte di Erdogan per espandere la sua influenza nel Mediterraneo e in altre aree».
Aiuto umanitario strategico: «Ad aprire nel 2011 la strada verso la Somalia alle imprese, alle forze armate e ai servizi segreti della Turchia è stato proprio l’aiuto umanitario: generi di prima necessità, medicine, edilizia leggera, ospedali da campo». Emergenza e poi ricostruzione. La Turchia tra i primi Stati a riprendere le relazioni diplomatiche con la Somalia e i voli verso Mogadiscio. «Oggi, oltre all’aeroporto della capitale, imprese turche gestiscono anche il principale porto marittimo». Lo sfruttamento delle risorse energetiche, a partire dal petrolio offshore della Somalia, ma non solo Africa costiera, mare e petrolio.
Il Sudan rivoluzionario filo turco
La Turchia ha confermato anche con le nuove autorità ‘rivoluzionarie del Sudan’ i 13 accordi commerciali siglati qualche anno fa con il presidente rimosso Omar al Bashir. Interscambi da 10 miliardi di dollari all’anno, e al completamento di una base militare turca sull’isola di Suakin. Gli interessi economici sono prevalenti ma anche quelli militari pesano. Ankara nel Corno d’Africa e nel Mar Rosso vuole tenere a bada le petromonarchie del Golfo che considerano quei territori come la loro retrovia. «Erdogan esporta nel Corno d’Africa e nel Mar Rosso rivalità che destabilizzano un contesto già vulnerabile, caratterizzato da una crescente presenza militare straniera», la sintesi di Michele Giorgio sul Manifesto
Su Silvia Romano stiamo assistendo a molta diffamazione e a molta retorica. Vi sono però alcuni punti da chiarire senza coinvolgere Silvia Romano. Per esempo il ruolo della Turchia di Erdogan, innanzitutto in Somalia e la consistenza di certe ONG. Dove vivo è attiva l’ AVI che partecipa a progetti e invia volontari in Kenia in sicurezza senza rischiare quello che ha subito Silvia Romano. Per non parlare di Emergency e di Medici Senza Frontiere.
-COME MAI NON SONO MAI TRAPELATI I VIDEO CON SILVIA ROMANO? FORSE ERA GIÀ EVIDENTE LA SINDROME DI MOGADISCIO. E TIRARLA FUORI SIGNIFICAVA NON TANTO LIBERARE UN OSTAGGIO, MA EVITARE CHE I CUGINI SOMALI DI AL QAIDA CONTINUASSERO A MANIPOLARLA – E PERCHÉ IL GOVERNO ITALIANO NON HA CHIESTO L’AIUTO DEI SERVIZI SEGRETI AMERICANI MA HA PREFERITO QUELLI TURCHI? PERCHÉ IL PENTAGONO AVREBBE PROPOSTO UN BLITZ CON LE ARMI IN PUGNO, MENTRE I TURCHI HANNO PERMESSO LA LINEA MORBIDA (IL RISCATTO) dagospia
Fausto Biloslavo per “il Giornale”
– 1. SUL CASO DEL RILASCIO DI “AISHA”, LA FIGURA DI MERDA L’HANNO FATTA CONTE E DI MAIO. LA SPETTACOLARIZZAZIONE CHE HANNO MESSO IN OPERA (TWEET A PIOGGIA, TUTTE LE TV COLLEGATE A CIAMPINO, PORTAVOCE TRASFORMATI IN PAPARAZZI) HA MOSTRATO ANCORA UNA VOLTA CHE IL PREMIER E IL MINISTRO DEGLI ESTERI HANNO COME FONDAMENTALI DELLA POLITICA IL REALITY DEL “GRANDE FRATELLO”, STARRING ROCCO CASALINO, E GLI SHOW DI BEPPE GRILLO
3. PUR ESSENDO STATI AVVISATI DALL’AISE CHE SILVIA ROMANO AVEVA ABBRACCIATO L’ISLAM, E NON AVEVA NESSUNA INTENZIONE DI ABBANDONARE A CIAMPINO IL VESTITO DA DONNA MUSULMANA, CONTE E DI MAIO HANNO FATTO LO SHOW CHE SI E’ TRASFORMATO IN BOOMERANG (“I PAESI ANGLOSASSONI DA TEMPO NON DIFFONDONO VIDEO DEGLI OSTAGGI LIBERATI”) dagoreport
Solito show di una persona che vive in un mondo di sogni, convinta di poter salvare il mondo. Ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Tanto non pagano loro. Anzi, noi gli diamo anche un aereo di stato.
E’ sempre stata tratta bene, si e’ convertita alla loro religione, si e’ data il nome di una sposa bambina.
Ci manca solo che ora venga a farci la morale o che scriva un libro. Se le piace il corano e appoggia tutte queste ideologie mi domando perche’ non e’ rimasta li. Tanto il termine “rapimento” e’ sminuito in questo caso, e’ sempre stata trattata bene da gente che considera le donna un niente, e le hanno pure dare un libro da leggere, un libro che l’ha illuminata e cambiata d’abito, letteralmente.
Speriamo che tutto questo ora sia finito e che non si senta piu’ parlare di lei.
Io ho una teoria: poiché la giovane si era convertita, i terroristi hanno pensato bene di liberarla, facendola tornare in Italia sotto lauto compenso (che è andato a finanziare un’orrenda macchina di morte). Due piccioni con una fava: Occidentale convertita e tasche piene. Un medico, un ingegnere, un professionista hanno tutto il diritto di stabilirsi in luoghi del genere, ma i giovani sprovveduti che si avventurano in un cuore di tenebra a cuor leggero dopo la Laurea e successivamente rimangono intrappolati nella rete di fatti più grandi di loro, sono solo degli ingenui idealisti. Ma la vita non è un film o un romanzo: se ne accorgono troppo tardi.
Forse le cose sono più complicate. Si segue poco la politica estera che non è un optional se si vuol capire come funziona il mondo. LA GUERRA DI SPIE DIETRO IL BLITZ IN SOMALIA da simofin.com Oggi la notizia che la Farnesina denuncia la Ong che ha inviato in Africa la Romano e chiede i danni.
Andrò subito a leggere la notizia. Prevenire però è meglio che curare: le ONG andrebbero monitorate, soprattutto quando reclutano giovani sognatori idealisti freschi di Laurea, ma ingenui.
Valentina, amorevolmente: si vede la pagliuzza…..
Senza dubbio io stessa sono un’idealista, ma essendo anche cauta e per natura prudente non mi è mai balzata in capo l’idea di partire per una simile esperienza, in quanto donna, soprattutto. A torto o a ragione, da quand’ero un’adolescente, ho sempre ritenuto che in quanto appartenente al sesso femminile ci volesse maggior cautela nel rapportarmi alla vita.
Walter Cadorin Corvo gracchioso gracchia e gracchia,
Alla trasmissione /aria che tira/ La Merlino, dunque, interviene: “Si è convertita all’islam…”. E Briatore spara ad alzo zero: “No, no, no. Si è convertita ad Al-Shabaab, non all’Islam. C’è una bella differenza”. E ancora, l’imprenditore aggiunge: “Conosco la Ong Africa Milele (per cui Silvia lavorava, ndr) con cui è arrivata, ma lei ha deciso di unirsi ad un gruppo e andare a Chakama nonostante le autorità l’avessero sconsigliata di recarsi in quelle zone”, conclude
Paolo Liguori dice la stessa cosa. E’ solo propaganda. Forse manco silvia ne ‘a conoscenza, o forse gliel’hanno fatto credere.
Lei ha pagato a caro prezzo i suoi ideali, che a loro volta sono stati pagati a caro prezzo dagli italiani (anche se non sapremo mai se e quanto è stato pattuito per liberarla). E intanto Conte e Di Maio fanno le loro inutili passerelle. Ma questa vicenda non dà lustro all’Italia, anzi, proprio il contrario, visto che molto probabilmente lo Stato italiano è giunto a compromessi. Io penso che prima di partire per i luoghi a rischio andrebbero firmate delle liberatorie, che mettano nero su bianco che lo Stato italiano è esente da eventuali incidenti occorsi ai viaggiatori. Forse gli sprezzanti del pericolo ci penserebbero due volte prima di prendere certe decisioni.
E’ curiosa la pretesa esagerata di vedere persone avvolte nel tricolore, com’è curiosa quella che le istituzioni non accolgano una persona su cui è gravata una vicenda così grave. Anche perché i rappresentanti delle istituzioni accolgono il ritorno dei cittadini anche privi di vita, questi sì, giustamente avvolti nel tricolore, figuriamoci se non siano in diritto-dovere di farlo per persone in vita.
A parer mio è stata una vetrina affrettata e inopportuna, oltretutto preceduta dalle polemiche di Di Maio che si lamentava di non essere stato messo a conoscenza di quanto stava accadendo. Una passerella prematura che non ha certo fatto bene alla diretta interessata: le circostanze richiedevano maggiore circospezione, difatti è stata data in pasto all’opinione pubblica. Io sono italiana e sono fiera di esserlo, sono orgogliosa del Tricolore. Non è un vessillo da sfoggiare solamente alle Olimpiadi o in occasione delle partite di calcio. Non condivido il tuo “questi sì, giustamente” riferito ai nostri caduti. Il Tricolore rappresenta anche la vita, soprattutto se ritrovata.
Il fatto che un simbolo sia importante non significa che vada mostrato più della dovuta moderazione, che la stessa importanza esige, per non passare dal nazionale al nazionalistico. Da qui la mia perplessità sull”‘avvolgere”, non sulla presenza/assenza del simbolo. Non sono italiani solo quelli che ostentano, e non lo sono meno gli altri. Il rientro dei caduti è un evento tale per cui un certo protocollo è forma e sostanza. Diversamente, per un ostaggio liberato, c’è bisogno di rispetto teorico e pratico, per cui metterci una bandiera sopra non è opportuno né per la persona né per la bandiera. Ma niente in contrario se il simbolo è presente in una forma più discreta, a parte che già le “risorse umane”, che in quel momento facevano un atto dovuto, erano in rappresentanza della bandiera, quindi presente, anche se non sventolata.
La bandiera italiana non è semplicemente un simbolo, è la nostra Storia. L’esigenza del Tricolore infatti sarebbe dovuta partire da lei, magari ci ha pensato ma non ne avevano di disponibili al momento. Il che sarebbe ancora più sconcertante. E perché non sarebbe opportuno per la nostra bandiera avvolgere un simbolo di liberazione, un’italiana finalmente tornata a casa dopo una lunga prigionia? A dire il vero Di Maio aveva la mascherina col Tricolore, hai visto le immagini? Presumo di no!
Sì, avevo già visto il video, non capisco la presunzione del contrario. Inevitabilmente, una mascherina così non ha precedenti e, in accordo con quanto già detto, io la trovo di dubbio gusto, ma soggettivamente.
Io ho commentato quello che hai scritto, che faceva proprio pensare che tu non avessi visto le immagini, tu hai sottolineato che al contrario le hai viste e sono contenta di ciò. Esatto, è una questione di soggettività e di sensibilità diverse. Il confronto è sempre stimolante e costruttivo, è necessario avere anche pareri diversi su cui meditare: nel mio caso sto riflettendo sui pensieri che hai condiviso con me.
5 SOMMESSE DOMANDE SUL CASO DI SILVIA ROMANO
di Marinella Correggia
In margine al ritorno in patria della ragazza milanese Silvia Romano rapita in Kenya, dopo i baci e gli abbracci, gli inchini profondi di suo padre e le mascherine tricolori di ministri, la conversione all’islam (sindrome di Stoccolma?), alcune sommesse domande paiono legittime.
1. Quanti africani saranno uccisi dai jihadisti con i soldi italiani di un ennesimo riscatto? Perché poi i cocci rimangono sempre là, in questo caso in Africa, dove ne hanno già tanti.
2. Se si vuole operare una vera restituzione internazionale (visto il debito coloniale e post-coloniale maturato dall’Occidente), perché non si dà lavoro al personale locale? Dappertutto in Africa ci sono tante persone davvero competenti (e di certo in grado di gestire una scuola materna). E in Africa ci sono, certo, anche stranieri, ma che operano in loco da tempo e bene; missionari o laici che siano (e volontari o cooperanti). C’è proprio bisogno di nuovi arrivi di principianti che poi, come successo in passato in paesi mediorientali come Siria e Iraq (e in Africa con turisti) devono essere liberati?
3. Quanti favori dovrà restituire l’Italia al turco Erdogan visto che sono stati i servizi segreti turchi a fare da tramite per il riscatto e il successivo rilascio della Romano nel Corno d’Africa? Di certo non basterà la pubblicità al regime di Ankara grazie al giubbotto antiproiettile delle forze speciali turche (che vedete nella foto).
4. E appunto: come mai in Africa la collaborazione è venuta da Ankara?
5. Qualcuno ricorda ancora che senza la Turchia di Erdogan a fare da autostrada a decine di migliaia di jihadisti, la Siria non sarebbe stata distrutta?
Sì, avevo già letto questa sua condivisione giacché l’aveva espressa anche sotto il mio precedente post. Gli interrogativi espressi sono ficcanti e legittimi. Erdogan ha ricoperto un ruolo fondamentale nella liberazione della Romano poiché in Somalia (e non solo lì, per quanto concerne l’Africa) è percepito come un eroe, un salvatore. Cosa vorrà in cambio è facile da immaginare.
Repetita iuvant. Poca fantasia. E’ la terza volta che leggiamo questo post di Cecchini. Per non contare quelli ad personam fra “i tre porcellini”. Peggio della pubblicità dedicata sui siti.
Mi tolga una curiosità, in che senso “i tre porcellini”? Col copia-incolla si fa prima ma la Netiquette non lo approva del tutto, se non attraverso certe condizioni, certamente quello reiterato non fa parte di queste condizioni.
Gracchiare non serve nel caso di Corvo Walter Cadorin. Ormai e noto chi è Walter Cadorin Corvo.
Non conosce la storia dei tre porcellini ? Uno ha commentato subito qui sotto. E ripete sempre le stesse cose e trova sempre spazio nei vari blog. E non capisce che ne va di mezzo la sua intelligenza. Pazienza, contento lui contenti tutti. A me fa piacere vedere la gente contenta.
Poiché i porcellini sono appunto tre, non mi tornano i conti sugli altri due! C’è da dire che il signor Cecchini ha avuto un formidabile vissuto, secondo me! Mi sta molto simpatico!
Le sembrerà strano ma fino a che pubblicavo in un sito i suoi articoli, Cecchini era pieno di complimenti verso di me. Ci scambiavamo anche mail sulla Roma calcio. Poi.. la conversione.
Ah ecco, infatti mi pareva di ricordare che andaste d’accordo! Ecco perché non mi sovvenivano antiche querelle tra di voi sotto ai miei post! Vorrei riappacificarvi come faceva Alberto Castagna a “Stranamore”, si ricorda? O per citare trasmissioni più recenti, che però non seguo, “C’è posta per te”. Ma non so perché, temo che fallirò!
Grazie Valentina, la simpatia è reciproca. Non perda tempo a riappacificarmi con Corvo Walter Cadorin, sono allergico al Corvo Walter Cadorin.
Grazie, signor Francesco! Mannaggia, come temevo, non ho grandi speranze di riuscita! Beh, io ci ho provato!
Che materna ! Io non ho mai litigato con i miei giovani fratellini porcellini. Ripresi si, mai imposto nulla se non il rispetto delle idee. Chiesto un confronto di idee sempre ma spesso inutilmente, e se mi tirano sassi o fanno i furbi o Cecchini strumentalizza indicando una parte, quella a lui pi consona, di uno scambio di post OT avvenuto nel 2012 con uno che manco conosco, allora..chiamo il lupo.
Quindi si rivolga a lui. Che polemizzi anche duramente ma che interagisca civilmente, se ha argomenti oppure.. taccia.
Cosa mi fa scrivere Valentino alla mia ..
Ah beh, ecco spiegato quel post! Era un reperto di Oggi Treviso! Vabbè, ma sul mio Blog non vedrà più il commento in questione perché avendolo già letto più volte abbiamo tutti capito l’antifona.
Non conta l’età, contano le idee. E le sue e quelle del signor Francesco mi sembrano “sempreverdi”, col “verde” inteso come il colore della Natura.
Valentina, sai cosa si intende in latinoamerica per “viejo verde”? Magari Walter Cadorin Corvo lo è.
Mi corregga se sbaglio, sarebbe un signore molto in là con gli anni che non disdegna le ragazze più giovani? Il signor Corvo non mi sembra di questa categoria! Direi più Berlusconi!
Esatta descrizione di “viejo verde”, Valentina. Nel caso Corvo lo sia, un viejo Corvo verde quindi, ha meno mezzi finanziari di Berlusconi.
È normale che Conte e il Min. Esteri Di Maio abbiano accolto la Romano all’ aeroporto. Che una italiana rapita all’estero sia tornata a casa sua (immagini fosse sua sorella…) è un successo del ns. governo. Sul come ci si è arrivati nulla si può dire, mancano certezze. Quel che è certo è che appena arrivata ha sentito l’ obbligo di divulgare la sua conversione, avvolta dall’ inseparabile barracano verde. Non mi pare un esempio di discrezione; penso la Fede debba essere qualcosa di più intimo. Ed ora, anche per questo suo rientro -spot, pare debbano pure assegnarle una scorta.
Se fosse stata mia sorella a maggior ragione avrei pensato alla necessità di evitare questa vetrina prematura, che non le ha fatto bene (a parte il bellissimo abbraccio con sua madre e sua sorella): è stata data in pasto ai media con tanto di speculazioni su una sua possibile gravidanza, che pare aver smentito. Quanto meno Di Maio avrebbe potuto evitare le polemiche che hanno preceduto l’incontro, in cui si lagnava di non essere stato messo a conoscenza dei fatti. Erdogan ha avuto una parte importante in questa vicenda. La Turchia in Somalia è percepita come una salvatrice. In quanto al suo culto religioso è stata quasi costretta a dare spiegazioni, dato che il suo arrivo in Italia velata e con l’abito tradizionale aveva scatenato un vespaio.
Nessuno ha costretto la Romano a sbarcare col barracano verde né a dichiarare fulmineamente la sua conversione alla fede di chi l’ ha rapita e che ha costretto (questo si) il nostro governo a spendere soldi e rischi per recuperarla. Oppure lei, Piovesan, può dimostrare che la Romano si è presentata così perché è sotto ricatto?
In verità, l’ho anche scritto nel mio post, penso che la sua conversione sia autentica. Se è frutto della “sindrome di Stoccolma”, solo il tempo ce lo dirà, forse. Naturalmente non l’ha costretta nessuno a vestirsi così, proprio per questo era necessario non esporla mediaticamente com’è successo. Giusto da parte delle Istituzioni accoglierla, ma avrebbero dovuto riflettere più a lungo sul “come”.
In quanto all’abito in sé, io sostengo che fintanto al mondo esisterà una donna costretta a indossarlo (e ce ne sono), personalmente non lo approverò. Sì, ci sono state delle minacce: ecco che la cautela di cui le parlavo sarebbe stata preziosa anche per prevenire questa situazione orrenda.
Lei Piovesan non tien conto che l’ Italia è paese “discretamente democratico” ed ha una cultura di rispetto verso i diritti individuali e verso la donna. Se la Romano, come evidente, aveva piacere di presentetsi a ‘sto modo perché mai il ns. governo avrebbe dovuto impedirglielo? si sarebbe comportato come certi paesi e culture retrogade….
Lei ha perfettamente ragione, chiunque ha il diritto di indossare gli abiti che più ritiene opportuni ed esprimersi liberamente, ma la cautela non è mai troppa. Naturalmente non parlo di censura, ma la stampa e l’opinione pubblica andavano preparate. Così non è stato e difatti si è scatenato un putiferio e a farne le spese è proprio la giovane, che ha già così duramente sofferto.