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[Home Ambiente “Vaia”, per non dimenticare]
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Ambiente
[ 23/10/2019 di Valentina Piovesan 37 Commenti ]

“Vaia”, per non dimenticare

Quest’anno, come di consueto, mi sono recata in Trentino, con l’intenzione di trascorrere, serenamente, le vacanze estive, per cogliere le mie “Impressioni di settembre”, per dirla alla maniera della “PFM”: amo addentrarmi nel fitto del bosco, scorgere qua e là i primi, timidi funghi, assaporare la sensazione dell’imbrunire che tra i monti si fa subito tenebra e rende, inconsapevolmente, più celere il passo dell’escursionista, ansioso di non ritrovarsi suo malgrado nell’oscurità.

Tuttavia non avevo fatto i conti con le cicatrici inferte alla “mia” montagna dalla “Tempesta Vaia”, la distruttiva perturbazione che negli ultimi giorni d’ottobre dello scorso anno ha cambiato per sempre il volto, il cuore del Triveneto.

Quello che tra il 27 ottobre e il 1 novembre del 2018 si è abbattuto sull’Italia è da annoverare tra gli eventi atmosferici più devastanti degli ultimi 50 anni: Vaia è stata una depressione profondissima, che soprattutto nella giornata del 29 ottobre ha causato fortissime raffiche di scirocco, mareggiate, straordinarie onde di marea sull’Alto Adriatico e piogge alluvionali, in particolar modo sulle Alpi Orientali e Nordorientali, in un’area di 2,3 milioni di ettari, sul territorio di 500 comuni.

In Trentino, la prima fase del fenomeno, è stata caratterizzata da una quantità di pioggia, in 72 ore, equivalente a un quarto del valore medio annuo, mentre la seconda fase, a partire dalla mattinata del 29 ottobre, ha visto raffiche di vento superiori ai 120 km/h con punte impressionanti quali, i 192 km/h al Passo Menghen, i 141 km/h sul Monte Bondone e i 138 km/h al Passo Rolle.

Secondo i dati del ministero sono 41 mila gli ettari di foresta in cui il vento ha schiantato gli alberi: 18 mila in Trentino, 12 mila in Veneto e 11 mila in altre aree, perlopiù Friuli e Lombardia (dati relativi però a gennaio 2019).

A settembre è stato approvato, da parte del Parlamento Europeo, un fondo europeo di solidarietà, pari a 277, 2 milioni di euro, per 15 regioni italiane in seguito ai danni causati dagli eccezionali eventi atmosferici del 2018. Il Veneto, regione più colpita, risulta assegnataria di 68.620.678 euro pari al 24,75% dei danni subiti, che ammontano a 1.641.293.393 euro.

Ecco che questi numeri, questi dati, impossibili anche solo da immaginare, sono diventati, ai miei occhi, elementi di una tragedia non più letta, ma impietosamente concreta.

Imboccando un sentiero ai piedi della Marmolada, mi sono imbattuta nel primo avviso, che metteva in guardia gli escursionisti dai possibili disagi e pericoli causati dalla caduta degli alberi, che in certi punti ostacolano il passo dei viaggiatori, nonostante l’incessante lavoro intrapreso e la monumentale organizzazione per porre rimedio al disastro naturale. Addentrandosi nel cuore della boscaglia, gli alberi esanimi, sembravano chiedere pietà al viandante, memori del loro antico splendore.

Difficilmente si può immaginare qualcosa o qualcuno di più imponente e imperituro di un albero, è difficile spiegare quanto possa essere rassicurante camminare tra i silenti custodi montani che se solo potessero parlare ci narrerebbero storie incredibili.

Pertanto passare tra questi giganti sconfitti, vederli così da vicino è stato davvero terribile. Senza contare che il paesaggio quasi lunare che a colpo d’occhio sferza gli automobilisti che si trovino a percorrere quelle strade, ha in sé una componente di tragedia che incide la memoria. Sono immagini che non potrò più dimenticare.

Eppure il coraggio, la forza dimostrata da queste popolazioni ferite dal punto di vista ambientale, nella fattispecie al patrimonio boschivo (4 milioni su 19.500 ettari), economico (basti pensare al crollo del prezzo del legname), turistico (2000 km di sentieri interrotti, circa 1/3 del totale in tutto il territorio trentino, per un totale di 814 percorsi) e umano (vi è stata una vittima, rimasta intrappolata dal fango e dai detriti nella propria abitazione), mi fa pensare a quel Cristo nato da un larice spezzato, scolpito da Mauro Corona, simbolo di rinascita. Il fatto che si trovi in Val Zemola, nei pressi del rifugio Casera Mela, in Friuli, costituisce un forte messaggio di speranza, un ponte che unisce le Regioni, fiaccate ma non recise, che invita il Triveneto alla Resurrezione, alla rinascita fisica e spirituale. Ecco che la natura, da matrigna, ritorna Madre.

 

Fonti: giornaletrentino.it, ildolomiti.it, regione.veneto.it

 

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Commenti [37]

  1. Michele Bastanzetti
    26/10/2019

    Vedo, Valentina, che ama sfoggiare elenco degli autori che avrebbe approfondito. Non crede che una persona di vera cultura non necessiti di stampellare il proprio pensiero con quello altrui?

    Rispondi
    • Valentina Piovesan
      26/10/2019

      Non la penso così, poiché il professore che nell’ora di Letteratura suggerisca delle letture ai propri studenti fa semplicemente il suo lavoro. Faccia conto che il mio Blog sia la mia ora di Letteratura: le fornisco strumenti atti a decodificare. In compenso mi fa sorridere l’aggettivo “vera”. Le pietre preziose possono essere vere o false, così come il risultato di un’equazione. “Vera cultura” è una ripetizione. Addirittura un pleonasmo. La mia cultura è differente dalla sua perché al mondo, neppure cercandole, se ne troverebbero due uguali. “Cultura” deriva dal latino “colĕre”, coltivare. In italiano esiste il verbo còlere, nel senso di venerare, come del resto ci ricordano Leopardi e Ariosto. Ognuno coltiva e venera diversamente.

      Rispondi
      • Michele Bastanzetti
        26/10/2019

        “Le pietre preziose posson essere vere o false”. Così la cultura che, appunto, può essere vera o falsa… Saluti a lei e al Cecchini col quale pare avere empatia culturale .

        Rispondi
  2. Michele Bastanzetti
    25/10/2019

    Certo fa piacere che la sezione “Commenti” di questo blog sia incentrata su di me. Ma che c’ entro io con Vaia? Valentina stia sul pezzo!

    Rispondi
    • Valentina Piovesan
      25/10/2019

      Lo chiami pure flusso di coscienza.

      Rispondi
      • Francesco Cecchini
        25/10/2019

        Flusso di coscienza. Valentina, parli troppo difficile per il Bastanzetti del SAC.

        Rispondi
  3. Francesco Cecchini
    25/10/2019

    Valentina il tuo ottimismo è ammirevole. Al Bastanzetti del SAC dopo aver consigliato di leggere Pierre Bourdeau ora consigli Noam Chomsky, ma ti sembrano letture per il Bastanzetti del SAC. Dopo Bourdieu e Chomsky cosa gli consiglierai di leggere?

    Rispondi
    • Valentina Piovesan
      25/10/2019

      Anche un suggerimento circa gli scritti di Adam Smith è prematuro, secondo lei? Sarebbero delle ottime basi, ma temo di parlare al vento, in effetti.

      Rispondi
      • Francesco Cecchini
        25/10/2019

        Adam Smith per il Bastanzetti del SAC??? Il Bastanzetti del SAC ha debuttato nella vita pubblica con la caccia a un cobra africano nella collina Monte Altare, che, sembra, non è ancora riuscito a prendere. Gli consigli il manuale COME SI CACCIANO I COBRA AFRICANI NELL’ITALIA DEL NORD.

        Rispondi
        • Valentina Piovesan
          25/10/2019

          Devo dire che questo suo commento mi ha fatto ridere di gusto! =D

  4. Francesco Cecchini
    24/10/2019

    Il Bastanzetti del SAC che legge Bourdieu?1? Battuta divertente.

    Rispondi
    • Valentina Piovesan
      24/10/2019

      Buonasera, Sig. Francesco! Mi pare di leggere tra le righe che Corona non vada tanto a genio al Sig. Michele, forse Bourdieu gli starà più simpatico!

      Rispondi
      • Francesco Cecchini
        24/10/2019

        Buonasera Valentina, ben tornata. Interessante la nota. Il Bastanzetti del SAC va capito, è molto nervoso, dubito che legga Pierre Bourdieu o lo conosca. Michele del SAC per continuare a bastanzettare su Oggi Treviso ha dovuto aprire una pagina sul tanto criticato Facebook, la prima è stata di suoi “ammiratori”. I cronisti locali della Tribuna, Dal Mas e Gallo, non lo cagano più, nel Consiglio di quartiere di Ceneda conta un SAC. Collinista del SAC, non si sa se, vista l’anziana età, scali ancora la collina Monte Altare o continui a cacciare il cobra africano.Tempi duri per il Bastanzetti del SAC, sempre più SAC.

        Rispondi
        • Valentina Piovesan
          24/10/2019

          Grazie, Sig. Francesco! Perbacco, constato che il vostro certame epistolare/letterario prosegue con slancio, emblematico come fu quello tra Foscolo e Monti!

        • Francesco Cecchini
          24/10/2019

          Scrivo innanzitutto d’altro, ma tempo fa ho incrociato il Bastanzetti del SAC, che merita commenti.

      • Michele Bastanzetti
        24/10/2019

        Valentina, ha nulla importanza che il montanaro da talk dhie Corona o Bourdieu mi sian simpatici . Più interessante sarebbe sapere quanto tempo resta prima della prossima estinzione di massa.
        Ps: Vaia è niente rispetto a ciò che avverrà quando madre natura si scoccerà sul serio.

        Rispondi
        • Valentina Piovesan
          24/10/2019

          Mi meraviglio di lei, teme il fantomatico meteorite? O presagisce uno scenario apocalittico alla Terminator? La Natura si sta già ribellando, come ha sempre fatto, del resto.

        • Michele Bastanzetti
          25/10/2019

          Guardi Valentina che di estinzioni di massa ce ne son già state 5 sulla terra. Qualcuna pare proprio per meteorite. Quella del Triassico-Giurassico parrebbe per “surriscaldamento globale”; ma non causato dall’ uomo. Però se lei afferma che il crocifisso scolpito dal Corona con gran enfasi autopubblicitaria scongiurerà la catastrofe le credo, ci mancherebbe!

          • Valentina Piovesan
            25/10/2019

            Rimanga coi piedi per terra, non è il momento di fantasticare su estinzioni di massa. Le consiglio nuovamente le opere di Bourdieu, “Il senso pratico”, per cominciare.

      • Corvo
        25/10/2019

        Ci può spiegare come entra Bourdieu e il suo concetto di “violenza simbolica” in questo contesto ? E Adam Smith piuttosto che Malthus ?

        Rispondi
        • Valentina Piovesan
          25/10/2019

          Il Sig. Michele si chiedeva come il Cristo scolpito da Corona potesse avere un qualche effetto positivo (sto parafrasando il suo commento). Allorché ho citato il capitale culturale e quello simbolico, non il concetto di violenza simbolica. Il capitale simbolico (ovvero i simboli di legittimazione), misura il riconoscimento sociale all’interno di un campo specifico. Chi fa parte di una classe, ha certi usi, certe tradizioni, crede in determinate cose e attribuisce significati precisi. Mi riferisco all’habitus, nel quale rientrano i concetti condivisi dai componenti di una determinata classe. Alla luce di questo, il Cristo assume una valenza particolare, una grandissima importanza, è un simbolo potente. L’habitus è composto dalla memoria individuale e collettiva: il capitale culturale e il capitale simbolico si fondono, abbiamo allora la condivisione collettiva, una percezione comune e un sentimento condiviso. Le opere di Adam Smith hanno influenzato lo stesso Malthus.

  5. Denisio
    24/10/2019

    É proprio così, fintanto che non si vede con i propri occhi l’impressionante devastazione non ci si può rendere conto del fragore della tragedia.
    Ma cosa vuoi che siano i bruscolini che arrivano dalle orride istituzioni elitiste chiamate “europee” che sembrano la questua elargita da un potere superiore verso dei pezzente a significare: adesso grazie a NOI voi pezzenti potete lavorare a casa vostra ma quanto lo decidiamo NOI per il vostro bene, per non indebitarvi troppo…
    DELIRI MODERNI.
    Sono sicuro che pochi capiranno quello che dico ma non importa, alla streghetta: bentornata.

    Rispondi
    • Valentina Piovesan
      24/10/2019

      Vero, ritengo che viviamo in un vero e proprio delirio moderno e modernizzato, basta “grattare” via la vernice superficiale, per rendersi conto che cela i soliti, logori e stantii meccanismi borghesi. Per fortuna le popolazioni fiaccate possiedono coraggio e dignità, risorse che permetteranno loro di risollevarsi e tornare più forti di prima, al netto dello spicciolame europeo. Grazie! =)

      Rispondi
      • Michele Bastanzetti
        24/10/2019

        Dunque siamo antieuropeiste,Valentina? anche anti euro e anti NATO? Ci dice come ricollocherebbe geopoliticamente l’Italia o non lo sa?

        Rispondi
        • Valentina Piovesan
          24/10/2019

          L’Unione Europea era partita sotto i migliori auspici, condividevo e condivido tuttora l’idea di moneta unica, ma la questione del mercato unico, così come si è concretizzata attualmente, mi atterrisce. Non sono per l’ “Italexit”, mi passi il termine, ma non posso fare a meno di considerare che siamo fra gli anelli deboli della catena, il che è assai doloroso. L’Italia poteva brillare in Europa, ora come ora è una stella/promessa mancata. Per quanto concerne la NATO, auspico che rimanga un’alleanza di tipo difensivo.

        • Francesco Cecchini
          25/10/2019

          Valentina, buona risposta per una domanda del SAC.

          • Valentina Piovesan
            25/10/2019

            Grazie! Vediamo se riesco a convincerlo a leggere Bourdieu.

        • Francesco Cecchini
          25/10/2019

          Nel caso che Bastanzetti del SAC si convinca e legga Pierre Bourdieu, credi che lo capirà? Per qualche ragione Bastanzetti del SAC è del SAC.

          • Valentina Piovesan
            25/10/2019

            Attualmente è di suo interesse la questione meteoriti/estinzione di massa. Riflettendoci meglio, la bibliografia di Stephen Hawking è più indicata per rassicurarlo in merito.

      • Michele Bastanzetti
        25/10/2019

        C’entra nulla con Vaia ma, dunque, pare abbiamo una Valentina sovranista, stile Trump. Guardi però che ha un pochino di confusione in testa. Non può difendere l’euro ed esser contro il mercato globale e contro la UE. Mantenere l’euro impedirebbe al suo stato sovranista (che presto finirebbe in braccio a Putin (vedi frequentazioni di Salvini), di procedere con le svalutazioni competitive che secondo i sovranisti -ma non è vero- rilancerebbero la economia.

        Rispondi
        • Valentina Piovesan
          25/10/2019

          Il Regno Unito a suo tempo ha mantenuto la propria valuta, questo per farle capire, in breve, che il mercato unico è un processo complesso iniziato nel 1993 che non è equivalente alla moneta unica, come ingenuamente pensa lei. Quanto al suo discorso su Trump e i sovranisti, queste sono argomentazioni frutto di un’analisi geopolitica superficiale, esito probabilmente di una visione massiccia di televisione, evinco dalla sua associazione Corona/talk-show che lei sia un fruitore assiduo di dibattiti televisivi. Intanto, se fosse sufficientemente astuto, coglierebbe la differenza tra chi conduce i talk o vi partecipa e chi li guarda. Secondariamente, sia curioso, ambisca a crearsi un’idea che vada oltre gli stereotipi dei mass-media, del solito bla bla bla. Le consiglio, per iniziare a formare un pensiero più articolato e meno incline agli stereotipi televisivi, gli scritti di Noam Chomsky. Diciamo che lei è come un cardatore di informazioni, ambisca a diventare filatore, attui processi più raffinati di elaborazione! Le scrivo per il suo bene, non si impermalosisca come fa sempre! =)

        • Francesco Cecchini
          25/10/2019

          Bastanzetti del SAC denigratore seriale. Va capito però, crede di avere le idee chiare, ma nessuno o quasi lo caga ed è nervoso. Sempre più SAC il Bastanzetti del SAC.

        • Denisio
          25/10/2019

          Valentina Piovesan, ottimi gli scritti di Noam Chomsky ma non prendiamocela troppo con chi come il BastanSAC guarda la televisione e la scambia per il nuovo testamento! Aprire dei libri e/o informarsi in maniera meno superficiale è un lavoro, la verità non è un opinione, prima bussa silenziosa alla porta e poi se non viene capita la sfonda, non mi si venga a dire che sti eventi meteo sono naturali al 100% come causa del “riscaldamento globale”, tra i miei contatti c’è chi ha filmato fasci di luce (ARMI AD ENERGIA DIRETTA) che colpiscono la foresta Amazzonica per dar inizio ai roghi ma alla TV l’unica cosa che raccontano è la solita diatriba di burattino A contro burattino B utile a sedare gli animi ed evitare la sacrosanta rivolta del popolo. Lasciamo i seguaci di Stoltenberg a vivere le loro beatitudini con la testa nel SAC.

          • Valentina Piovesan
            25/10/2019

            Pasolini aveva colto l’essenza malevola della televisione, che in Italia ha avuto il solo merito di contribuire a unificare una lingua eterogenea. Esattamente, il riscaldamento globale è un concetto che vuol dire tutto e niente. Ci consigliano di spegnere la luce del salotto e intanto gli esperimenti nucleari proseguono indisturbati, lo stesso vale per la sperimentazione di armi. Concordo con te, la Commedia della (non) Arte catodica, coi soliti Arlecchino e Pulcinella che se le suonano è la pillola azzurra di “Matrix”. Ma lo capiamo in pochi.

  6. Michele Bastanzetti
    24/10/2019

    Explicit (finale) un pochino ridondante. Dubito che il Cristo scolpito dal noto fenomeno da talk show abbia il potere di avviare il Triveneto alla Resurrezione e di trasformare la natura da matrigna a Madre. Che poi quest’ ultima distinzione è pura e presuntuosa invenzione umana, sia pure condivisa da Leopardi…

    Rispondi
    • Valentina Piovesan
      24/10/2019

      Lei sottovaluta il potere del capitale culturale/simbolico, a tal proposito le consiglio di leggere una o più opere di Pierre Bourdieu.

      Rispondi
      • Francesco Cecchini
        24/10/2019

        Il Bastanzetti del SAC che legge Pierre Bourdieu ?1? Battuta divertente.

        Rispondi

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