“Diverso” è sempre uguale per tutti
Nell’ormai lontanissimo 1958 assistevo alla discussione fra due gruppi di ragazzi tra i 16 e i 19 anni.
Il primo gruppo sosteneva questa tesi: tutte le idee (le opinioni, i concetti, i pensieri) cambiano sempre da luogo a luogo, da tempo a tempo, per tutti gli uomini (e per i popoli, le classi sociali, gruppi culturali ecc.)
Il secondo gruppo sosteneva che, per quanto fossero diverse le idee degli esseri umani, “alcune determinate idee” rimanevano sempre assolutamente uguali per tutti i pensanti, in ogni tempo e luogo. Si trattava, dicevano, di idee “universali” .
Il confronto-scontro era molto acceso. Ad un certo punto un ragazzo del secondo gruppo parlò in questo modo: “Se è vero, come voi dite, che le idee cambiano, cioè diventano “diverse”, in tempi e luoghi diversi, allora dovete riconoscere che l’idea (il concetto) di “diverso” deve rimanere sempre e assolutamente “uguale”: per tutti in ogni tempo e luogo. Come pure, e prima ancora, deve rimanere sempre e assolutamente uguale l’idea di “uguale”.
Per me, che fino a quel momento ero rimasto incerto tra le tesi contrapposte, non vi furono più dubbi. Il discorso sopra riportato aveva “tagliato la testa al toro”: aveva portato l’argomento decisivo e inconfutabile per la risoluzione del problema.
Ma la discussione non si fermò. I membri del primo gruppo – più anziani e i più colti – non vollero darsi per vinti. Dicevano che era “scorretto” ragionare in questo modo, e portavano a sostegno della loro tesi citazioni di filosofi, scienziati o letterati della cui autorità non era lecito dubitare. Naturalmente i ragazzi dell’altro gruppo (che da quel momento era diventato il mio gruppo) replicavano che non c’era barba filosofo, scienziato o letterato che potesse confutare il loro “argomento”.
Da quell’epoca, l’argomento in parola, è stato da me studiato e ristudiato. Ed è stato accuratamente messo a confronto con quanti più argomenti contrari possibili. La mia convinzione della sua “giustezza” è rimasta però sempre ferma. Anzi quanto più è stata messa in dubbio tanto più si è rafforzata.
L’episodio è stato raccontato per effettuare un altro controllo, dopo oltre sessant’anni, con qualche paziente lettore che fosse interessato a rispondere all’interrogativo che è stato già posto in altri articoli precedenti: “Esistono idee che sono e restano sempre uguali per tutti in ogni tempo e in ogni luogo?”
Chiedo scusa ai lettori se intervengo come commentatore. Ma ritengo che l’ultimo scambio di domanda e risposta tra il Dr. Bastanzetti e il sottoscritto meriti di essere messo in particolare risalto come un esempio del tipo di “esperimento comunicativo” che questo blog vorrebbe essere: l’esperimento di una conversazione amichevole che possa essere, nello stesso tempo, semplice, utile e (ogni tanto) divertente.
Riporto dunque qui di seguito detto scambio.
Michele Bastanzetti
Egr. Senatore, ripeto che in ambito matematico-scientifico possiamo reperire logiche apparentemente inoppugnabili. Tipo che 1+1=2. Questo passi! Nel campo del libero pensiero invece no. Ogni logica può facilmente trovare una contraddizione. Circa la religione le pare forse che essa non trabocchi di contraddizioni? Se Dio è amore perché ha creato il male? Se Gesù predica la povertà perché la chiesa ha un patrimonio finanziario immenso? se predica la non violenza perché i papi han lanciato le crociate? ecc… ecc… (ed in tutte le religioni, peraltro, le contraddizioni traboccano).
Giorgio Pizzol
Molto bene, Dr. Bastanzetti. Finalmente ci troviamo d’accordo. Lei mi concede che 1+1=2. E questo, a dire il vero, mi sarebbe bastato (io vorrei sviluppare nei miei prossimi interventi un lungo discorso su questo concetto). Ma vedo con piacere che lei mi concede molto di più. Mi dice (parole sue): ”Ogni logica può trovare una contraddizione”. Quindi mi concede che il principio di non contraddizione è comune ad ogni logica (è “uguale” in ogni logica, è universale). Quindi mi concede che esiste comunque “una sola logica universale”: quella fondata sul principio di non contraddizione. Poi si mette a “inzeregar al vespèr” mettendo in risalto le “contraddizioni” della nostra religione. Appunto “contraddizioni”, “violazioni” del principio di non contraddizione ossia violazioni della logica. Ora il discorso è chiaro per tutti e due: ”Vi è una sola logica quella fondata sul principio di non contraddizione”. Non sarò io a negare che vi sono clamorose e funeste violazioni della logica nella storia dell’umanità; vi sono in tutte le ideologie (filosofie, religioni, teorie) e vi sono, ancor di più, in tutti i fenomeni concreti delle vicende umane dei singoli e delle comunità grandi e piccole.
Io insisto nel richiamare l’attenzione sul fatto che esiste una sola logica perché ritengo che molte contraddizioni potrebbero essere evitate per il bene dei singoli e delle comunità. Ma questo richiede un discorso che deve essere fatto necessariamente d’ora in avanti. Bene. Per ora mi fermo qui e la ringrazio sinceramente per aver partecipato a questa conversazione che a me sembra abbia portato dei buoni frutti.
(Questa volta però, la responsabilità di aver sollevato vespaio nei confronti del cristianesimo se la prende tutta lei).
Egr. Senatore non furbeggi! guardi che il fingere di non aver capito le argomentazioni dell’ interlocutore è un vecchio trucco della retorica, usato quando ci si sente dialetticamente all’ angolo. Ripeto per gli eventuali lettori: nel campo del libero pensiero NON esiste una logica universale, buona per tutti e ovunque. Circa il suo glissare sulle contraddizioni (logiche) insite nelle religioni … forse , Egregio, ha paura di esprimere un suo pensiero?
Caro Bastanzetti, non sono affatto d’accordo con l’affermazione secondo la quale nel campo del “libero pensiero” NON esiste una logica universale. E le dico perché. Per quanto si possa ammettere libertà di pensiero non può mai essere ammessa una libertà di contraddirsi. Colui che pretende di essere “libero di contraddirsi” non può discutere con nessuno per il semplice fatto che nessuno può mai sapere che cosa vuole dire. Es. uno che dice “io sono cristiano cioè io non sono cristiano” non dice proprio nulla, e non ha senso discutere con lui.
Non glisso affatto sulle contraddizioni delle religioni. Il tema non è all’ordine del giorno. Quando lo sarà dirò chiaramente il mio pensiero come ho sempre fatto.
Gentile sig. Pizzol, Io non credo che lei si sia limitato a sostenere che 1+1=2. Lei ha tirato in ballo luoghi e tempi, il che vuol dire che dà per scontato che Tutti conoscono la matematica. Nel momento in cui trovassimo qualcuno che non conosce la matematica, 1 + 1 dovrebbe essere per forza interpretato in modo adeguato. Potrebbe assumere ovviamente altri significati ed avere altri risultati. Ogni persona, non può ovviamente sapere se questo concetto sia trasferibile esattamente in questo modo ovunque, o se lo sia sempre stato (ritengo anzi quasi ovvio che non sia così visto che la matematica, per esempio, è una scienza molto più giovane dell’uomo stesso). La mia obiezione non va sul concetto in se stesso nudo e crudo del 1+1=2 qui tra noi, ma va sulla sua estensione in termini di luoghi ed i tempi. Credo che lei abbia dato un accento particolare alla forza di questa tesi proprio basandosi sul fatto che sia valida sempre e dovunque. Io le sto facendo presente che ritengo corretto contestualizzare in termini di tempo e di spazio in modo preciso. Inoltre, mi sembra che ci sia stata volutamente una piega “filosofica” rispetto all’argomento “diverso è sempre uguale”. Non si può parlare semplicemente di un concetto per noi basilare su un’unica materia (grammatica o matematica che sia), sarebbe doveroso è rispettoso rendersi conto della propria dimensione rispetto al mondo e alla storia da lei citati.
Spero di essere riuscito rendere chiara la mia risposta perché l’argomento mi sembra molto più esteso di quanto possa sembrare… Magari è realmente semplice ma lo ritengo comunque esteso.
Gentile Vendramelli, le assicuro che nello scrivere questo articolo mi interessava attirare l’attenzione dei lettori sul fatto che (secondo le mie modeste ricerche che durano però da oltre sessant’anni) vi sono effettivamente “concetti universali”. Come appunto i concetti di uguale e di diverso, di 1 e di 1+1. Io non nego affatto che ci sono idee, culture, modi di pensare diversi in diversi contesti storici e geografici. Non sono così cieco da non vedere questo fenomeno. Però mi permetto di insistere nella mia tesi. Una tesi che non è ovviamente solo mia ed è stata avanzata prima di me da molti illustri filosofi, scienziati, psicologi ecc. Mi interessa comunque conversare su di essa coi lettori di questo blog. In un secondo momento vorrei svolgere altre conversazioni sull’utilità concreta che ogni persona può ricavare dall’uso di questi concetti. Le anticipo porterò argomenti per dimostrare che i concetti in questione pur essendo astratti possono essere molto utili per la soluzione di problemi molto concreti del vivere umano.
Secondo me la capacità di capire se altre culture possano o meno parlare e pensare come noi, è un’ illusione.
Io posso dire di rivedermi nel concetto espresso, di pensarla esattamente così. Posso dire di essere d’ accordo, ma ho sentito spesso parlare impropriamente di “diversi” parlando di persone con uguali caratteristiche(in genere per discriminare stupidamente), ho sentito banalizzare degli stili di vita dicendo che sono sempre “uguali”(sempre facendosi impropriamente gli affari altrui) .
Ho capito che cambiare luogo e tempo, può farci cambiare idea e punti di vista. Ed ho capito che per me, e ripeto per me, in vita non ci sono certezze, soprattutto nei giudizi.
In conclusione posso dire di essere d’ accordo, per come la penso io, ma non metterei la mano sul fuoco sulla validità “universale” del concetto anzi…
Sa com’è, le certezze senza luogo e tempo sono esigenti e pericolose. Preferisco l’ elasticità dei dubbi e la consapevolezza della nostra piccola dimensione rispetto al tempo e allo spazio.
Comunque bel concetto, mi è piaciuto e credo che ci rifletterò ancora.
Caro Vendramelli, in parole povere, io mi sono limitato a sostenere che 1+1=2 in tutto il mondo, di ieri, di oggi e di domani. Non pretendo affatto di avere ragione, ma chiedo a chi pensa “diversamente” da me su questo punto di dirmi perché non è d’accordo. Se crede, dia anche un’occhiata alla risposta che ho dato a un altro lettore.
Egr. Senatore, con rispetto parlando reputo quella del “diverso sempre uguale” un ininfluente esercizio di retorica. Peraltro, restando nel pratico, mi par chiaro che diverso non é per nulla uguale per tutti. Ad es. (attualità odierna…) l ‘ idea che esistano razze superiori e le inferiori vadano eliminate non é per nulla uguale nel tempo, nello spazio, nella dimensione collettiva, in quella individuale. Tutto é relativo, quando si ha a che fare coll’ uomo. Tranne appunto l’ istinto di sopravvivenza.
Come detto, Egr. Senatore, la madre di tutte le idee e di ogni tempo è la autoconservazione, declinata nella formula: cosa posso fare, nelle condizioni in cui mi trovo, per sopravvivere il più a lungo possibile? una idea molto semplice che è propria, in forma istintiva o di imperscrutabile programmazione biologica, a tutta la flora e la fauna del pianeta. Tutto il resto è dialettica da passeggio, letteratura rococò. La maledizione intrinseca in questa idea-madre è che essa è calibrata unicamente su se stessi, sul proprio limitato arco esistenziale. Non va oltre, non si interessa dei posteri. Altrimenti non avremmo conciato il pianeta come una discarica.
Gentile dr. Bastanzetti, le chiedo una cortesia. Mi piacerebbe che lei dicesse se è d’accordo o meno sulla tesi che “diverso” è sempre uguale per tutti. Sul tema dell’istinto di sopravvivenza e sulla paura della morte mi sembra che abbiamo già discusso la volta scorsa. Le prometto che, in ogni caso, dedicherò, uno o più articoli espressamente al tema della morte e a avremo modo di svolgere su di esso un’ampia discussione. (Del resto, se non ho capito male, abbiamo già detto che le nostre opinioni sul detto tema non erano molto distanti). In questo momento però mi interessa però conoscere l’opinione sua e di altri sull’uguaglianza di “diverso. Grazie comunque per l’attenzione.
Caro Bastanzetti, Il problema in discussione rientra nella materia chiamata LOGICA (non ha niente a che fare con la retorica). Ora cerco di spiegarmi con altre parole:”diverso” significa “non uguale”. Per poter distinguere “non uguale” da “uguale” è necessario che tanto “uguale” quanto “diverso” rimangano “sempre uguali per tutti”. La LOGICA è la legge originaria, assoluta, universale del pensiero; è necessaria per la formazione di tutti i pensieri e di tutti i discorsi. Vale in tutti i tempi e in tutti i luoghi, per tutte le culture, le civiltà, le condizioni sociali. L’esempio più evidente e innegabile lo troviamo nella prima delle operazioni della matematica, 1+1=2. (dove si vede che 1 è diverso da 2, mentre 1+1 è invece uguale a due).
Sono concetti semplici ma utilissimi: ci aiutano a tenere le idee in ordine nella nostra mente e a non fare confusione.
Purtroppo molti pensano che la logica sia una banalità e non sono “consapevoli” della sua importanza. Ma all’importanza della logica dedicheremo uno spazio adeguato nelle prossime puntate.
Attenzione Senatore a non parificare la logica matematica che è incontestabile con quella che “ispira” il pensiero umano che crea (non di rado) autentici mostri.
Attenzione a lei Dottore. La LOGICA è una sola e vale per la formazione di tutti i pensieri in tutte le materie. Es. La logica vuole che quando dico: “Questa cosa è una mela” non posso più dire: “Questa cosa non è una mela” (principio di non contraddizione). I “mostri” nascono proprio quando la logica non viene rispettata. Ad es. Quando si dice: “Uguale e diverso sono uguali”. Oppure: “Bruto ha ucciso Cesare ossia Cesare ha ucciso Bruto”. La sintassi di qualsiasi lingua deve sempre rispettare la LOGICA.
Siamo al nocciolo Egr. Senatore. Per lei la logica é una sola. Insostenibile! Soprattutto nel pensiero non scientifico di logiche ce ne sono invece una infinità. E molto spesso tremendamente contrapposte. Affermare il contrario é molto pericoloso perché conferisce a qualsiasi pensiero “logico” pari dignità.
Egregio Dottore Bastanzetti sono proprio curioso di conoscere una delle “logiche” di cui lei parla secondo la quale 1+1 non è uguale a 2; oppure che afferma che “uguale” e “diverso” sono lo stesso concetto. Un mio professore di religione diceva che perfino Dio Onnipotente si era impegnato nel creare il mondo a rispettare il principio di non contraddizione. Mi faccia sapere.
Egr. Senatore, ripeto che in ambito matematico-scientifico possiamo reperire logiche apparentemente inoppugnabili. Tipo che 1+1=2. Questo passi! Nel campo del libero pensiero invece no. Ogni logica può facilmente trovare una contraddizione. Circa la religione le pare forse che essa non trabocchi di contraddizioni? Se Dio è amore perché ha creato il male? Se Gesù predica la povertà perché la chiesa ha un patrimonio finanziario immenso? se predica la non violenza perché i papi han lanciato le crociate? ecc… ecc… (ed in tutte le religioni, peraltro, le contraddizioni traboccano).
Molto bene, Dr. Bastanzetti. Finalmente ci troviamo d’accordo. Lei mi concede che 1+1=2. E questo, a dire il vero, mi sarebbe bastato (io vorrei sviluppare nei miei prossimi interventi un lungo discorso su questo concetto). Ma vedo con piacere ch lei mi concede molto di più. Mi dice (parole sue):”Ogni logica può trovare una contraddizione”. Quindi mi concede che il principio di non contraddizione è comune ad ogni logica (è “uguale” in ogni logica. è universale). Quindi mi concede che esiste comunque “una sola logica universale”: quella fondata sul principio di non contraddizione. Poi si mette a “inzeregar al vespèr” mettendo in risalto le “contraddizioni” della nostra religione. Appunto “contraddizioni”, “violazioni” del principio di non contraddizione ossia violazioni della logica. Ora il discorso è chiaro per tutti e due:”Vi è una sola logica quella fondata sul principio di non contraddizione”. Non sarò io a negare che vi sono clamorose e funeste violazioni della logica nella storia dell’umanità; vi sono in tutte le ideologie (filosofie, religioni, teorie) e vi sono, ancor di più, in tutti i fenomeni concreti delle vicende umane dei singoli e delle comunità grandi e piccole. Io insisto nel richiamare l’attenzione sul fatto che esiste una sola logica perché ritengo che molte contraddizioni potrebbero essere evitate per il bene dei singoli e delle comunità. Ma questo richiede un discorso che deve essere fatto necessariamente d’ora in avanti. Bene. Per ora mi fermo qui e la ringrazio sinceramente per aver partecipato a questa conversazione che a me sembra abbia portato dei buoni frutti.
(Questa volta però, la responsabilità di aver sollevato vespaio nei confronti del cristianesimo se la prende tutta lei).