Sereno vivo
Sereno vivo
lungo l’orizzonte
una cintura di sangue ametista e oro
sotto il monte brulichio di stelle terrestri
sopra
la volta immane
trepido canto muto di luci
bianchi rami di betulle
teneramente protesi
verso il duro manto luminoso
delle bianche alture
giorno in cui finisce l’anno
scansione felice infelice
le pagine di ieri non sono più
la pagina di domani sarà bianca
Le stagioni del presente. 1991 – Premio letterario de Il Gazzettino 30.5.’93.
Il poeta trae serenità dalla vista meravigliosa che ha davanti: l’orizzonte divide il “brulichio” di luci terrestri dal “trepido canto muto delle luci” in cielo, mentre dei rami di betulla si stagliano sullo sfondo delle montagne innevate. Forse la “volta immane” favorisce una riflessione: è l’ultimo giorno dell’anno, tempo di bilanci, ma il passato, coi suoi giorni felici e infelici, non conta più e il domani è tutto da scrivere.
Pizzol ha una mano felice nel descrivere la natura che è sempre presente nelle sue liriche. In un mondo dove l’arte sembra eternamente vittima del male di vivere, personalmente sento la poesia di Pizzol come una boccata d’aria fresca e lo ringrazio di quest’effetto benefico.
Banalita’
Il critico è l’artista (Oscar Wilde). l’autore vede la sua opera dall’interno della sua mente e non non può essere in grado di giudicarla né per il risultato estetico né per il messaggio che con essa tenta di comunicare al lettore. Il critico vede l’opera dall’esterno si assume il compito di giudicare l’opera per entrambi i profili su indicati.
Quando l’autore legge che il critico ha espresso un giudizio sul suo lavoro condensandolo nella sola parola “Banalità” si sente tramortito. Soprattutto perché non si aspettava un giudizio così duro e negativo. Pensa di essere totalmente incapace di comunicare e prova una sofferenza indicibile. Non può replicare al critico per i motivi sopra esposti e quindi non può difendersi dalla stroncatura. Gli viene un po’ in soccorso nella sua costernazione Oscar Wilde. Il quale gli ricorda che il vero artista è il critico e che potrebbe diventare lui il critico del critico. Ma questo non accadrà. L’autore sottoscritto preferisce accettare la critica per quanto dura e dolorosa.