L’ALTRA FACCIA DEL CORONAVIRUS
Il punto di contatto tra il famigerato coronavirus e la violenza non esiste; infatti la causa del virus non è una dinamica violenta ma il contatto purtroppo c’è ed è un contatto feroce, tragico.
Per arginare e debellare il contagio è fondamentale restare a casa, al riparo fra le mura domestiche dove le famiglie o i singoli individui si salvano rimanendo logoramente isolati.
Si sprecano i consigli, le pubblicità, i tutorial per trascorrere al meglio le giornate dando idee creative, culturali, artistiche da svolgere insieme o da soli; tutti davanti al totemico televisore per un film, un telegiornale, un documentario oppure sul “prezioso” divano o poltrona a leggere un quotidiano o un libro.
Questo ormai è diventato il nostro quotidiano: la casa, un vero e proprio bene di rifugio. Unica possibilità di uscire, oltre a motivi di salute e di necessità urgente, è la spesa con tanto di dispositivi di sicurezza e autocertificazione. Un sospiro e una rinfrescata.
Sappiamo però anche che la convivenza stretta e continua può causare tensioni tra i membri della famiglia che sfociano a volte in discussioni, controversie dalle quali si esce gioco-forza con la pazienza e la razionalità.
Purtroppo però, per quanto la società stia avendo un cambiamento di stile e di impronta, ciò che non muta è la mentalità ossessiva e possessiva di certi individui per cui la casa non è lo spazio dell’affetto e della sicurezza bensì il sacrario del proprio potere malato sui suoi componenti.
IL DRAMMA DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
Ho letto di numerosi abusi nei confronti di donne costrette da una convivenza forzata a casa: picchiate, prese a martellate, a coltellate; vittime di violenza da parte di chi aveva giurato loro amore, fedeltà, protezione.
La ferocia della situazione è ora doppia: il contagio e la violenza maschile, in mezzo il silenzio assordante di quelle donne in difficoltà, spaventate e soprattutto sole; quale infamia l’approfittarsi della situazione di restrizioni per scaricare la propria rabbia, la frustrazione su mogli e compagne. Una vigliaccheria che nutre l’impotenza e il narcisismo maschile fino a trasformarla in un potere maligno da esercitare ad ogni costo su chi non sa o non vuole difendersi per paura. Mi pesa come un macigno lo stato d’animo terrorizzato di quelle donne costantemente chiuse in casa a condividere lo spazio domestico con i propri aggressori; a chi rivolgersi tra lacrime e lividi ?
A chi chiedere aiuto considerato che il magistrato della procura di Milano Maria Letizia Mannella ha detto che da quando è iniziata l’emergenza coronavirus c’è stato «un calo» nelle denunce per maltrattamenti. Non si può telefonare, non si può scappare e il numero delle vittime di abusi sicuramente aumenterà. Mi stringe il cuore di fronte a questo dramma che si aggiunge già all’emergenza che stiamo vivendo e penso con tristezza che i cartelloni colorati con l’arcobaleno in cui c’è scritto “Andrà meglio” non possono né potranno consolare quelle vittime per le quali il meglio non arriverà mai.
Nel 2019 commessi 308 omicidi volontari, 108 le donne vittime
Dati diffusi dalla polizia. La metà dei casi è avvenuta in ambito familiare o affettivo
Un segnale ? Uccisa dal marito dopo 12 denunce, ok al ricorso dei figli
La Cassazione: ‘Rivedere il no al risarcimento’
ansa 8.4.2020
Strumentalizzato il corona virus sorgono diverse soluzioni per il dopo, di ogni tipo. Si dice che tutto sarà diverso da prima” ma cosa e come e come risponderemo è lasciato al dopo. Poi c’è chi si racconterebbe di uscire immunizzato e poi si vedrà. Con il pretesto del virus Con il pretesto dell’epidemia M5S, LEGA E PD vogliono impedire il cambio di operatore telefonico e il tutto in un decreto . Elogio, anche, della scuola al tempo dell’emergenza.” L’anno del virus non verrà ricordato solo come l’anno senza esami ma anche come l’anno in cui la scuola è finita sotto esame e in cui prof. e maestri hanno dimostrato di essere migliori dei loro sindacati” . Insomma cose buone e tante speranze.
Speranze e veniamo a cose non nuove ma importanti. La famiglia in regime pandemia. Con modus in rebus, si riaffaccia, un giorno si e uno no, il problema della violenza sulle donne. Manca una formazione nella società adeguata e si finisce sempre, anche giustamente, a invocare come sussidiaria la prigione. Reclusione che poi nei processi stenta ad arrivare perché anche i giudici tendono al “maschilismo”. Dulcis in fundo. Il quotidiano Verità ha pubblicato recentemente l’ articolo” IL SITO SPONSORIZZATO DA” SOROS E ROCKFELLER INVITA AD ABOLIRE LA FAMIGLIA La femminista Sophie Lewis ha pubblicato un editoriale su OpenDemocracy nel quale ripropone il suo cavallo di battaglia: abolire la famiglia. E il coronavirus, secondo l’autrice, è l’occasione perfetta
Per la verità, quello dell’abolizione della famiglia è un mantra che Sophie Lewis porta avanti da tempo. Secondo l’attivista statunitense, occorre ripensare all’idea di gravidanza e di famiglia per arrivare alla vera emancipazione della donna e superare il capitalismo” .
Ecco confermata la speranza primaria di uscire immunizzati.
I cartelloni con l’ arcobaleno hanno lo stesso valore dei gessetti colorati, cioè niente… o meglio, solo una cosa hanno di positivo, impiegare il tempo, molti bambini così passano il tempo, disegnare, colorare, imparare giochi in scatola, a mia figlia sto facendo imparare ticket to ride.
Ritornando in merito alla violenza sulle donne. Il problema è la pena. Una volta appurato che l’ elemento di disturbo è il convivente, bon basta, lo si prende e lo si mette dentro per 20 anni. E invece no, gli si fa cambiare città, gli si dice di non farlo più, e altre cavolate burocratiche. E tutto questo perchè siamo ancora troppo legati ai diritti umani.
I diritti umani ci sono e ci devono essere, ma bisogna mettere un limite, oltrepassato il quale questi diritti vengono meno. E invece a volte ho l’impressione che questi diritti valgano di più per il criminale rispetto alla vittima.