Bisogna ridisegnare l’architettura della Supply Chain
Il tema riguardo la salvaguardia della Supply Chain è l’argomento scottante che da mesi coinvolge tutte le aziende manifatturiere e non.
I mass media ne hanno parlato marginalmente, forse perché la materia è tecnica e quindi appare ostica da comprendere. Tutti quanti però siamo consapevoli di vivere in un periodo totalmente anomalo che è il preludio della prossima crisi economica.
Le industrie di tutto il mondo stanno affrontando seriamente il tema degli approvvigionamenti sia per contrastare il forte ed incessante aumento dei costi, sia per garantire la continuità delle forniture.
Prezzi delle materie prime più che raddoppiati, merci bloccate, lead time di fornitura triplicati, ordini annullati…
Davanti a questo scenario, mai come ora, è necessario ridisegnare le nostre filiere della fornitura che negli ultimi trent’anni sono diventate sempre più globalizzate.
Prendo spunto dall’articolo “Preparing For The Dark Clouds Looming Over The Supply Chain” scritto dalla dott.ssa Lora Cecere e pubblicato su Forbes, dal quale estraggo anche parte dei contenuti.
I due anni di pandemia mondiale hanno messo a dura prova tutta l’economia mondiale, in particolar modo ne siamo rimasti travolti noi in Italia e ancora ne stiamo subendo le conseguenze; basti pensare al tonfo dell’industria del turismo ed al mancato arrivo dei visitatori stranieri nel nostro Paese per due anni consecutivi.
Alla fine del tunnel, dopo un illusorio sprazzo di luce, ci siamo trovati davanti: il conflitto russo-ucraino, i lockdown cinesi della politica “zero-Covid”, l’aumento delle pressioni inflazionistiche, i nuovi flussi migratori dall’Est Europa e le carenze alimentari che coinvolgeranno pesantemente in particolar modo tutto il nord Africa.
L’Europa sta cercando di affrontare l’instabilità energetica e l’opinione pubblica crede che il problema sia solo relativo al gas ed al petrolio.
Invece gli addetti che lavorano nelle supply chain mondiali sono consapevoli che il rischio di paralisi potrà essere causato soprattutto dalle mancate esportazioni dalla Russia di rame, elio, titanio, nichel, neon e palladio e dall’Ucraina di grano, mais, olio di girasole, ghisa e gas inerti (come neon, argon, krypton e xeno) necessari per la produzione dei semiconduttori.
Riguardo le nostre filiere produttive, da settimane la notizia di oltre 500 navi portacontainer “incagliate” davanti al porto di Shanghai ha innestato dinamiche di intensificazione del traffico sugli altri porti cinesi. Il risultato immediato è stato il raddoppio del transit time delle merci in esportazione dal Paese del Dragone e questo fenomeno si tradurrà in un ulteriore aumento di costo dei noli marittimi.
La situazione è drammatica ed i protagonisti di tutte le filiere di rifornimento, in particolare nell’area del Procurement, sono consapevoli delle difficoltà e dello stress per mantenere operativo tutto il sistema produttivo e distributivo.
Ridisegnare l’architettura della Supply Chain
Arrivati a questo punto, per le aziende che non vogliono arrendersi, questa deve essere vissuta come un’opportunità per riprogettare i flussi della catena di approvvigionamento e adottare misure per guidare l’innovazione digitale.
Questi sono i consigli dettati dalla dott.ssa Lora Cecere che condivido pienamente:
1. Riduci il portafoglio dei prodotti.
Di fronte alla crescente variabilità e allo spostamento della domanda, il passo migliore è ridurre il numero di articoli nel portafoglio prodotti.
La lunga coda della catena di approvvigionamento, gli articoli caratterizzati da volumi ridotti e quelli con un’elevata variabilità, sono gli elementi più critici da gestire.
2. Usa le tecnologie “Digital Twin” per creare piani di acquisto aggregati.
Con l’offerta come vincolo, è fondamentale la costruzione di strategie di acquisto di materie prime a lungo termine.
A tal fine, valuta la possibilità di ridisegnare il Network e di utilizzare i modelli “Digital Twin” per comprendere l’impatto della variabilità, dell’offerta alternativa e dei potenziali cambiamenti da operare all’interno della distinta base.
3. Cerca i modi per approvvigionare localmente e produrre sul mercato.
Sebbene lo spostamento dei siti di produzione e di distribuzione non sia facile, concentrati sulla semplificazione delle piattaforme e sulla ricerca delle fonti di approvvigionamento alternative nelle regioni in cui i prodotti vengono venduti.
Lavorate a stretto contatto con i fornitori per condividere i programmi di produzione e per migliorare la conformità delle forniture (sincronizzazione dei programmi di produzione, delle fabbriche e della logistica).
4. Utilizza i dati di mercato e concentrati sull’orchestrazione bidirezionale.
I dati di mercato (dati previsionali, dati sui consumi e dati sull’offerta) abbondano, ma la maggior parte di queste informazioni non può essere utilizzata nelle tradizionali tecnologie di supply chain basate su architetture di database relazionali.
Esplora l’implementazione di un modello di dati unificato attraverso le tecnologie cloud per guidare l’orchestrazione bidirezionale (compromessi di produzione, logistica e fornitura) nei processi interfunzionali.
5. Qualifica nuovi fornitori.
Punta sulla funzione del Marketing d’Acquisto, crea forti team per lo sviluppo di nuove sorgenti d’acquisto, qualifica nuovi fornitori e lavora con l’obiettivo di costruire vere partnership.
Oggi solo il 30% delle aziende dispone di solidi programmi di sviluppo dei fornitori.
Conclusioni
Alcuni sostengono che la confluenza degli eventi avversi descritti segnerà la fine della catena di approvvigionamento globale.
Torneremo quindi a mercati locali, nei quali ogni nazione sarà autosufficiente e magari pagherà questa verticalizzazione produttiva con l’arretramento delle tecnologie?
Forse questo in parte potrà accadere…
Mentre la risposta di Lora Cecere, che condivido, è: “Le aziende servono i mercati internazionali e le catene di approvvigionamento si sposteranno per servire i consumatori”.
I prossimi mesi saranno dolorosi: le aziende devono costruire nuove capacità e ripensare il lavoro per far evolvere i processi della Supply Chain allo scopo di essere più competitive di fronte a questa accresciuta variabilità.
Questo non sarà facile per il “leader tradizionale” convinto che le proprie best practics industriali siano le migliori.
I nuovi scenari delle forniture mondiali costringeranno le aziende ad imparare dal passato per disimparare, quindi a ripensare ai requisiti fondamentali.
Daniele Pezzali consulente in Procurement (visita:www.danielepezzali.com)