Fiere e Congressi ancora bloccati, gli scambi commerciali verso il collasso
Il Governo, causa il perdurare dello stato di emergenza per il Covid-19, con l’ultimo DPCM emanato il 14 luglio, ha imposto la chiusura delle Fiere e dei Congressi fino al 31 luglio.
Il segnale per le aziende italiane è catastrofico!
Mentre all’estero il motore fieristico sta riprendendo a funzionare, in Italia i grandi appuntamenti internazionali, dopo un primo posticipo che era stato programmato per l’autunno, adesso stanno per essere tutti cancellati fino a dicembre 2020.
In un clima di incertezza sanitaria, che il Governo ha paventato di fare durare fino a fine anno, gli imprenditori non possono accettare di investire negli eventi fieristici che come è noto sono molto costosi.
Il rischio è quello di allestire un evento fieristico, magari anche fuori stagione rispetto al consueto calendario e di non avere la presenza di buyer stranieri perché l’Italia è vista ancora come un focolaio di epidemia.
Le fiere internazionali già perse
Appuntamenti di grande interesse internazionale allestiti nel nostro Paese come Vinitaly, Cosmoprof, Il Salone del Mobile, Expo-comfort… sono già saltati.
Il danno è stato immediato per il settore fieristico e tutto il suo indotto, per quello alberghiero e per i trasporti, ma a ruota è tutta l’economia che ne sta già risentendo.
Gli scambi relativi alle nuove opportunità di vendita ed alle novità da proporre al mercato sono bloccati ed ancora non si vede la luce fuori dal tunnel.
Progetti costati anni di ricerca e di sviluppo alle aziende sono congelati, non hanno una vetrina cui essere presentati… Penso alla perdita di quelle società che hanno corso per avere quel minimo di competitività temporale sul mercato e che ora rischiano di vedere la loro innovazione “già vecchia”.
Il blocco di cui parlo, nei mesi scorsi è stato globale ma ora è tempo di ripartire e se tarderemo ad accendere il nostro motore fieristico, rischiamo di favorire gli altri appuntamenti internazionali in Europa e nel mondo.
Lo scenario è drammatico e non ha precedenti. Per quanto in più occasioni, prima della pandemia, qualcuno abbia affermato che le fiere internazionali sono un metodo maturo ed in declino per presentare i prodotti, oggi come oggi, per moltissimi settori dell’industria e dei servizi, sono ancora un ottimo acceleratore per gli affari.
Il marketing delle nostre aziende non è in grado di sfondare sui mercati senza le esposizioni internazionali. Non è possibile presentare qualsiasi cosa solo attraverso il mondo virtuale!
Quali soluzioni ci sono ora per importare ed esportare in Asia?
Come ho già scritto in alcuni articoli precedenti, gli scambi internazionali ed in particolar modo gli acquisti di materiali dal Far East, stanno già subendo una metamorfosi nei processi.
Senza la possibilità di volare come prima della pandemia, con le limitazioni della quarantena per presenziare agli appuntamenti fieristici in Asia e per incontrare clienti e fornitori nelle loro fabbriche, sta diventando quasi impossibile garantire l’approvvigionamento sicuro dei materiali.
Con la situazione attuale l’operatività dei processi legati all’approvvigionamento e la vendita nel Far East sono garantiti solo con una filiale di proprietà locata in Cina.
Per le aziende che non hanno una simile organizzazione diventa rischioso importare dei prodotti che potrebbero non essere della qualità adeguata, come diventa difficile trovare nuovi canali di vendita.
Una soluzione immediata per approvvigionare prodotti finiti e componenti è quella di rivolgersi alle piattaforme d’acquisto, le quali hanno l’organizzazione per fornire prodotti sicuri, con la qualità richiesta dal cliente e con un costo assolutamente di mercato. Queste organizzazioni, infatti, sono in grado di approvvigionare centinaia di milioni di dollari all’anno di merce, operando così delle importanti economie di scala.
Queste piattaforme di scambio e di trading sono disegnate anche per prevedere l’acquisto dei prodotti in Italia per poi venderli in Asia, ma questo “ciclo inverso” è solo agli inizi e le forze vendite delle aziende italiane non hanno ancora preso in esame questa opportunità.
Anche per questa soluzione è necessario attivare il marketing e gli imprenditori devono investire su questo terreno che al momento è poco conosciuto.
Attualmente la punta di diamante della nostra innovazione transita ancora per le fiere ed i congressi organizzati sia in Italia che nel mondo, ma se l’ingranaggio rimarrà ancora bloccato le conseguenze economiche a medio termine per le nostre imprese saranno disastrose.
PS. Se sei interessato alle piattaforme d’acquisto/trading che ho citato nell’articolo visita il mio sito alla pagina dei servizi di sourcing dal Far East e contattami per maggiori dettagli.
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Per l’ennesima volta questi BOIARDI di stato hanno dimostrato la loro totale malafede nei confronti del paese. I maledetti hanno come unico scopo il genocidio del popolo italiano attraverso la distruzione dell’economia mentre fingono di interessarsi ad esso con la falsa pandemia.
Del resto l’italiano medio é ben lungi dal capire il piano di questi sciacalli e così i piani genocidiari continuano senza sosta.
Complimenti Egr. Denisio per questa sua splendida e spassosa parodia del complottista medio.
Egr. Pezzali, se il sistema sta veramente collassando a causa di un semplice virus, neppure tra i più tremendi che abbian già colpito la umanità, significherebbe che il sistema era ben fragile; anzi già malato di suo e non poteva comunque durare. Poi, da una bella rimescolata al mazzo posson anche uscire carte migliori; non credo che siamo al Giorno del Giudizio. Circa le Fiere soppresse non serve esser virologi per capire che forse non c’è nulla di più pericoloso mentre una pandemia è in corso.
Il problema è che ora siamo solo noi italiani che siamo fermi… l’Europa è già ripartita! Questo significa perdere quote di mercato. Per esempio il turismo nord europeo è già stato dirottato in Slovenia, Croazia e Grecia…
Buongiorno Daniele, concordo sia sul nostro attuale stato di incertezza che fa da freezer per gli investimenti (e mi permetto di aggiungere che il Governo in carica sia in palese difficoltà nel trovare la quadra fra parlarsi il sedere e garantire servizi e mobilità) sia per la forma di approvvigionamento alternativo che tu conosci con maestria e proponi al mercato. Sempre foriero di notizie interessanti.
Grazie Andrea, chi ogni giorno è sul campo a contatto col mercato ha questo tipo di sentimento… purtroppo non siamo in buone acque. Buona giornata!