Per mantenere l’utile aziendale bisogna agire sugli Acquisti!
(Vedi il video: “Risparmiare sugli acquisti per realizzare utile in azienda”, su YouTube)
L’industria e le PMI si trovano dinanzi alla crisi più profonda mai vista dal dopoguerra.
La ripresa non c’è! Il futuro è incerto e lo spettro di un nuovo lockdown si aggira nell’aria dell’autunno alle porte.
Non è mia abitudine “vedere nero” e tanto meno alimentare il terrorismo mediatico, cui la stampa ci sta sottoponendo da diversi mesi.
I fondi europei per la ripartenza pare che ci siano… Nella speranza che possano venire spesi bene, è assolutamente necessario che gli imprenditori comincino ad investire in competenze, risorse umane e nel miglioramento dei processi aziendali.
In una realtà industriale, piccola o grande che sia, se ci si trova in una fase nella quale il fatturato non cresce (anzi diminuisce), se il margine è destinato ad assottigliarsi per colpa della competizione e del mercato asfittico, l’unica leva da muovere per mantenere l’utile riguarda: la riduzione dei costi.
Ci sono due modi per tagliare i costi: licenziare il personale e cancellare gli investimenti, ma questa è una strada senza uscita che porta al collasso, oppure agire sulla supply chain, quindi sugli Acquisti.
Gli imprenditori di conseguenza dovrebbero porsi le seguenti domande:
“Come sta operando il mio Ufficio Acquisti?
In azienda gli Acquisti hanno elaborato un piano strategico di riduzione dei costi?
Sono stati fissati degli obiettivi?
Ci sono gli indicatori (KPI) per monitorare il fatturato d’acquisto, i risparmi concretizzati e la distribuzione della spesa?”
Come accenno nel mio video d’introduzione, proprio l’anno scorso ho deciso di lasciare la mia ultima posizione di Direttore Acquisti per intraprendere il percorso di consulente aziendale e formatore per il Procurement (Acquisti, Logistica, Supply Chain).
La mia iniziativa è stata alimentata proprio nel constatare come tante medie aziende, specie qui nel Nord Est, non sono strutturate con un’organizzazione degli acquisti efficiente ed efficace.
Le indagini che ho condotto, prima di fare il “grande passo”, mi hanno confermato che in molte aziende gli uffici acquisti non sono strutturati con processi moderni e sono carenti di strategie innovative.
Oggi, più che mai, con quello che l’imprenditoria sta subendo, agire sugli Acquisti per programmare risparmi a medio e lungo termine è assolutamente vitale.
Il ruolo dell’Ufficio Acquisti negli ultimi trent’anni ha compiuto una sostanziale metamorfosi: da “funzione al servizio della Produzione”, è passato alla fine degli anni Novanta a “funzione di negoziazione (per spremere i prezzi)”, fino a diventare oggi un’ente di profitto che opera nel cuore della Supply Chain.
Ogni azione di riduzione dei costi d’acquisto ha un impatto diretto sull’utile dell’azienda.
A fronte di una riduzione minima del costo totale d’acquisto, la forza vendite, per garantire lo stesso incremento di utile, deve ottenere un elevato aumento di fatturato.
“Risparmiare il 2% negli acquisti equivale spesso in termini di margine dover fare oltre il 20% in più di fatturato!”
Lo dimostra l’esempio riportato qui sotto:
Il mio modulo d’azione prevede un audit della funzione Acquisti attraverso un assessment delle risorse. Dalla fotografia iniziale elaboro un programma personalizzato di miglioramento nel quale includo la formazione adeguata indirizzata ai compratori ed al Responsabile Acquisti.
Trovo questa attività motivante, sono appagato dalla soddisfazione che vedo negli occhi dei professionisti degli acquisti e nel verificare assieme all’imprenditore la bontà dei risultati.
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Queste consideraziini lasciano il tempo che trovano all’interno di un quadro drammatico come quello messo in campo dal liberismo deregolamentato sostenuto dai cosidetti “europeisti”, purtroppo in questo quadro il sogn. Pezzali e gli altri commentatori dimostrano di saper camminare ma di non rendersi conto di farlo all’interno di una gabbia e sopra una ruota come quella dei criceti. A conferma di questo persino Mario Draghi ha recentemente ammesso con parole chiare ed inequivocabili quello che i complottisti (tanto per usare un termine caro ai convenzionalisti insipienti) dicono ormai da un decennio abbondante, incredibile, Mario Draghi ha criticato quello che io definisco da anni un sistema criminale e genocidiario per gli europei, in particolare i cosidetti PIIGS…ascoltate:
https://youtu.be/6yW08haceMs
Non è facile trovare qualcuno più sinceramente europeista di Draghi (“Whatever it takes”…). Però capisco che lei, Denisio, voglia solo riproporci portandolo ad estreme coloriture il ritratto parodistico del complottista medio. Bravo, continui a farci sorridere.
Anche questa volta ha perso un occasione per far una miglior figura, magari anche solo tacendo, ma lei continua ad ostentare il suo atteggiamento ridanciano, si figuri gli altri nel leggere il suo analfabetismo… non per la politica ma come al solito l’incapacità di comprendere un testo semplice corredato per lo più da un video che non può lasciare dubbi. Non c’è infatti per alcun essere senziente ragione di dubitare che si sta portando ad esempio un personaggio sedicente europeista facente parte della cricca criminale che ha sostenuto il progetto ordoliberista di distruzione dell’economia e dello stato di diritto, il punto è che persino lui abbia ammesso che le critiche al sistema euro fossero precise non campate in aria come ha sempre affermato lei…
(…)
Con questa il discorso è chiuso, non la seguirò nelle sue tipiche arrampicate sugli specchietti per le allodole.
Signor Pezzali non so se devo ringraziarla per non aver censurato il mio commento quello che non capisco è perché al provocatore ridanciano che come in questo caso ha come unico scopo attacchi personali e ovviamente niente di contenuti venga permesso replicare…
Visto il clima pigro d’agosto e le solite notizie del virus che rimbalzano con la solita cantilena, ho pensato di approvare i commenti, anche se non erano proprio pertinenti all’articolo che ho pubblicato… non faccio preferenze, buon week end!
Signor Camerotto il problema non è di aspettare ma di dire cosa si vorrebbe. Un giovane non è per l’età che è bravo sapiente e in politica, vedi i grillini, mancando esami di merito, sono approdati solo “giovani di età che però hanno saputo subito adattarsi, conquistare posti e metterci amici inesperti. Non è facile formare una classe dirigente come non è facile crearne una industriale, i chieda a Spezzali. Ci vuole cultura in senso lato esperienza, quanti arrivano e sono arrivati senza saper nulla di pubblico e vita ?, tanto senso di responsabilità, rispetto degli altri, avere le idee chiare e saper dire anche di no. Saper fare critica costruttiva. Siamo in un brutto momento dove è solo da aspettare gli eventi, le soluzioni possibili che non passano dal “rivoltare come un calzino”, da una rivoluzione. Vede, una volta c’erano i partiti che preparavano i giovani, erano strumenti di intermediazione ma oggi è saltato tutto. Tutti sanno tutto e niente
I politici e finti statisti ci hanno abituato troppo bene che “l’italia e’ in ripresa e stiamo crescendo e il debito si sta abbassando”… poi vai a vedere i dati… e pensi che i politici, va beh, quelli quando mai ne hanno azzeccata una. E per quanto riguarda gli statisti… al piu’ di topolino non credo abbiano letto.
Basta leggere un po’ di articoli per renderci conto che le vere difficolta’ sono appena cominciate…
Il periodo buio lo abbiamo visto nel 2008 e non ho visto ad oggi dei miglioramenti sostanziali.
Fortuna che le aziende, la maggior parte, pensa con la propria testa. Bisognerebbe fare piazza pulita. Togliere TUTTI e rimettere dentro ALTRE persone nuove. Forse qualcosa cambierebbe.
Sig. Michele. Lei pensa che i politici non sappiano chi sono i 5 principi? Ovviamente non lo diranno, ma qui la privacy (nominata anche in un precedente post) la fa da padrona per il politicamente corretto.
“Abbiamo” voluto la privacy? e ora ce la teniamo. (tra virgolette perché penso che piu’ che voluta… ce l’abbiano imposta come giusta causa).
Signor Camerotto, quel togliere tutti e rimettere atri è una idea che solo una rivoluzione con sangue si potrebbe attuare. E chi mi assicura che i nuovi siano migliori dei vecchi ? Lei e Bastanzetti vi mettereste in prima linea ? Vedo tanti critici ma poi vengono eletti i grillini il che poi porta a considerazioni più culturali e sociologiche: questa è la società di oggi che in tutti abbiamo contribuito a formare. Per .es. il referendum di Renzi è stato bocciato ma oggi una populista proposta che non si sa dove possa portare e fare della Costituzione, viene caldeggiata da quelli che hanno bocciato Renzi. Criticare senza costrutto, stare fuori ai bordi e alle intemperie del dibattito in corso, mi pare essere solo una moda, una ricercatezza un lavarsi la coscienza.
Ognuno ha il proprio lavoro. Io non farei mai il politico perche’ non ne sarei capace. Ma se mi si presentassero davanti nuove proposte potrei valutarle e quindi andarle a votare di conseguenza.
Ma tutto questo, come dire lei, e’ un’utopia. Non si e’ mai visto, forse si, una volta, ma era la seconda meta’ degli anni 40. Io direi che una cosa simile e’ meglio non ripeterla.
Non andrebbero solo cambiati i politici, per dare una svecchiata, ma bisognerebbe anche ristrutturare la politica stessa. Se oggi va su la lega e fa una legge, ma poi questa viene bloccata dalla sinistra… c’e’ qualcosa che non va. E questo vale anche al contrario. Io faccio e tu blocchi, io blocco mentre tu fai… E allora dove vogliamo andare? E quando la politica va male l’economia va male, non si e’ mai visto il contrario. quindi se siamo fermi al 2008, un motivo c’e’. Ne da una parte ne dell’altra si fanno progressi.
Non me ne intendo di conti ma il criterio indicato mi pare corretto. Poi c’è un altro costo non considerato: il costo del personale con il Jobs che Landini vuole abolire per cui, in sunto, l’imprenditore anche piccolo non deve licenziare !
In questo suo esempio si da per scontato che il prezzo al pubblico non è variabile e quindi l’utile va ricercato fra le pieghe dei costi. Ma, anche qui, c’è sempre l’ultimo anello della catena , che soffre
L’agricoltura p.es. è un settore che fatica a trovare l’utile in quel modo e il prezzo di vendita lo stabilisce chi compera. Il terziario che lavora per conto, nel settore della maglieria, della meccanica nel milanese e non solo, artigiani imprenditori che non arrivavano a fine mese e poi spariti. Ecco allora l’andata all’estero di reparti produttivi in paesi dove c’è, c’era, la fame non i sindacati ma governi centralisti che impongono il costo della manodopera: Non faccio nomi ne critico azioni. Siamo in provincia ma qualche libro lo si legge anche qui.
L’unico settore che non ha problemi di prezzi di vendita e controllo costi è il servizio pubblico: o alzano le tariffe o aumentano le tasse.
Pubblicherà questo post ?
Buongiorno Walter, grazie per il suo contributo, il post è attinente al tema e quindi ho piacere a renderlo visibile.
Il mio esempio calza in particolar modo con l’Industria e la media impresa nelle quali gli acquisti sono delegati ad un’organizzazione interna all’azienda e costituiscono almeno il 50% del valore prodotto.
Riguardo gli artigiani, i liberi professionisti e l’agricoltura i criteri sono differenti, anche se i risparmi producono sempre beneficio all’impresa.
Buona giornata
Signor Daniele oltre alla buona regola che un azienda deve produrre utili, oggi e per domani c’è un nuovo problema: far ripartire la produzione, patrimonializzando le aziende e ristrutturandole se si vuole creare posti di lavoro. Sembra invece che siamo fermi ai sussidi, difesa interessi dei pensionati e dipendenti pubblici, tanto che prende piede nella società che il lavoro e i ceti produttivi sono un più oggi, un peso ai piedi. Mancano incentivi dal Governo, la creazione di una atmosfera idea di impegno per il rilancio nei vari settori. Sembra che nessun partito della maggioranza governativa si voglia far carico. Un bel problema anche per i professionisti come lei perché o si decide di salvare aziende che producono reddito lasciando andare le altre o si passa dalla gestione alla impostazione della ristrutturazione aziendale, in primis. Sembra facile.
Anche sugli acquisti per le PMI e mi vengono in mente i Consorzi per gli acquisti, naufragati malamente, un tempo.
Convengo con lei Walter sull’attuale situazione industriale e produttiva di tutti i settori e riguardo al mercato del lavoro… mi sembra di vivere in una situazione surreale… è come se tutto il mondo del lavoro fosse stato anestetizzato.
La motivazione sia degli imprenditori, sia dei lavoratori è ai minimi termini.
Ed io nel mio piccolo ne avverto gli effetti negativi.
Il lockdown prima, l’assistenzialismo poi e questa incertezza di fermarsi ancora in autunno adesso, hanno dilaniato la voglia di lavorare!
Il mondo del lavoro mi pare sempre di più come un “paziente sotto morfina”.
I consorzi d’acquisto sono naufragati perché c’erano troppi interessi in gioco, alcuni dei quali erano in antitesi tra di loro… qualcosa è stato fatto nella pubblica amministrazione con le gare informatiche, ma si parla di briciole.
Buona giornata.
Encomiabile l’ impegno di professionisti come lei ma in una barca bisognerebbe remare tutti nella stessa direzione. Invece…5 deputati e 2000 altri politici (quanti gli effettivamente “poveri”?) han chiesto il bonus INPS anti covid. E i loro colleghi han varato una legge tanto balorda che permette questo. E non possiamo sapere i loro nomi per rispetto privacy (loro han rispettato gli italiani chiedendi quei soldi?). E dall INPS è uscita la notizia ma non i nomi. E i partiti che fanno i finti indignati…No Egr. Pezzali, con dei capi del genere ogni sforzo di rinascita è smorzato, se non annullato.
Buongiorno Michele. purtroppo questo malumore ce l’abbiamo tutti… sia chi fa fatica a tirare a fine mese perché è in cassa integrazione, sia chi ha un’impresa e vede tutti gli sforzi vanificati con il fatturato e l’utile in discesa.
Però dobbiamo pensare ai nostri figli e prima di gettare la spugna, il mondo imprenditoriale deve trovare tutte le leve possibili per ottimizzare i processi e sul lato degli Acquisti c’è tanto da fare.
Saluti
Ci mancherebbe, Egr, Pezzali, il gettare la spugna è l’ultimo dei miei pensieri e/o invocazioni! Anzi. Dico che dovremo tutti, e soprattutto i giovani, finalmente uscire da questo stato di comatosa sudditanza che non produce nulla oltre ad una sterile indignazione parolaia verso una classe politica impudente. Cordialità.