Quel filo di seta che lega il Friuli a Hong Kong
E’ da diversi mesi che sentiamo parlare della “Belt and Road Initiative” (lanciata dal Presidente Xi Jinping) che noi italiani abbiamo rinominato con la più familiare dicitura di “Nuova Via della Seta”. Si tratta di quell’apparato di accordi e di infrastrutture, promosse dal Governo Cinese, atte a facilitare ulteriormente i commerci tra la Cina e l’Europa.
Sappiamo anche di un “memorandum” che il Governo Italiano ha firmato due anni fa con quello Cinese… Tanti sono stati i titoli di giornale ed altrettante le polemiche tra chi è favorevole all’intensificazione dei rapporti con il Paese del Dragone e chi teme invece di essere fagocitato da quel Drago.
Le arance siciliane spedite via aerea in Cina hanno fatto sorridere molti e la “propaganda” del Governo Italiano si è mischiata alla solita bagarre politica, fino a farci perdere la cognizione della realtà.
“Friulani nel mondo”
Per fortuna ci sono degli imprenditori italiani che all’estero lavorano sodo a testa bassa e che operano assiduamente fuori dalla luce dei riflettori. Sono quelle aziende che costruiscono giorno dopo giorno il loro successo, lavorando a volte in sordina e che raggiungono risultati reali e concreti.
In questo caso mi riferisco agli imprenditori “Friulani nel mondo” che con costanza e duro lavoro hanno saputo promuovere l’eccellenza italiana ai massimi livelli.
Scrivo questo articolo con cognizione di causa, in quanto la puntata “FVG chiama Mondo” condotta da Giorgia Bortolossi (andata in onda venerdì 11 dicembre sul canale Udinese TV), si è rivolta proprio agli imprenditori italiani che vivono a Hong Kong e che costituiscono l’anello di congiunzione dei commerci tra l’Italia e la Cina.
In questa trasmissione ha partecipato, da Hong Kong, l’imprenditore Paolo Sepulcri (vedi stralcio del programma) che ho conosciuto quindici anni fa, durante la mia residenza in Oriente e con il quale adesso sto lavorando nell’ambito della mia attività di consulenza.
Paolo racconta, durante la sua intervista, che è sbarcato ad Hong Kong nel 1985 come dipendente di una nota industria friulana e da quell’esperienza ha trovato modo di fondare la sua azienda, Libra Ltd che oggi è parte integrante del Gruppo Connor (clicca qui), cominciando così una nuova vita imprenditoriale nel Far East.
Negli ultimi anni ha lanciato il marchio “BORA180” (vedi la presentazione dell’iniziativa), un’avventura che sta procedendo tappa dopo tappa.
L’imprenditore friulano a Hong Kong ha saputo sviluppare il suo business e non solo! Paolo è stato anche il fondatore e promotore della cultura friulana, con i “Fogolârs furlans”, diffondendo nella comunità italiana e nell’intero tessuto metropolitano della megalopoli asiatica, lo spirito del carattere friulano.
La mia esperienza ad Hong Kong
Io sono stato residente a Hong Kong per sei anni, durante quel periodo ho lavorato per una multinazionale ed ho conosciuto diversi imprenditori italiani, come Paolo, sbarcati in Oriente con le loro iniziative e talvolta con le loro aziende.
In quegli anni (dal 2004 al 2009) ho respirato l’aria frizzante del business, la genuinità della voglia di fare imprenditoria mettendo sul campo tutte le energie, senza dimenticare il rischio di vedere sfumati anni di sacrifici.
Per me è stata una grande lezione di vita che ho appreso dai miei connazionali che tra Hong Kong, la Cina e l’Italia si stavano giocando il loro futuro.
In tutto questo fervore le Istituzioni non erano assenti, i Consolati e le Camere di Commercio italiane hanno senza dubbio dato il loro contributo, ma senza “strafare” perché anche per loro quella fase era l’inizio di una nuova era in Oriente.
Eppure le nostre imprese, piccole e grandi, in trent’anni si sono evolute guadagnandosi quel pezzetto di business offerto dalla grande torta asiatica e adesso, affrontando anche le difficoltà della pandemia, a denti stretti cercano di consolidare le posizioni per non perdere terreno.
Un lavoro costante, duro, fatto di notti insonni e senza grandi proclami elevati dalla stampa.
FVG chiama MONDO
Nella trasmissione televisiva della piccola TV locale hanno partecipato: Michele Cicigoi (CEO di Medflix Limited Hong Kong), Marzio Morgante (Managing Partner Atatax), Paolo Sepulcri (CEO Libra Ltd. Hong Kong), Cristian Vida (Vice Presidente Confindustria Udine), Graziano Tilatti (Presidente Confartigianato FVG), Adriano Gigante (Presidente Consorzio delle DOC – FVG), Franco Di Fonzo (Presidente Cluster Legno Arredo Casa FVG), e Loris Basso (Presidente Ente Friuli Nel Mondo). Tutti questi nomi non saranno noti al grande pubblico, come la trasmissione stessa, (che penso abbia avuto un audience limitato al Friuli e diffuso oltre ai confini regionali dai social network), ma sono queste le persone che stanno facendo girare un pezzetto importante della nostra economia e che riescono a vedere oltre al loro naso.
Non vorrei mai che questo evento passasse in sordina, come il duro lavoro dei nostri connazionali espatriati.
Chi vorrà pigliarsi la briga di vedere per intero la puntata “FVG chiama MONDO” (clicca qui) avrà l’occasione di comprendere il vero senso della “Belt and Road Initiative” e di capire che la “Nuova Via della Seta” non è un affare solo per i cinesi.
Quella “Via” è già stata intrapresa decenni fa da coloro i quali hanno saputo fare crescere il nostro export, senza dimenticare che quando si parla di veri affari non c’è un “vincitore ed un vinto”.
Conclusione
Lasciamo lavorare i nostri imprenditori, chiediamo alle Istituzioni di appoggiare seriamente il loro operato, seguiamo quei canali informativi che, come Udinese TV, hanno saputo dare risalto all’iniziativa italiana.
Allo stesso tempo condanniamo la bagarre infruttuosa e delirante di quella classe politica che annuncia sui mass media, con enfasi di successo ma senza seguito, “l’invio di un cargo di arance siciliane a Pechino”!
Chi fosse interessato ad approfondire il tema di import/export con la Cina attraverso la mia attività di consulenza, visiti la pagina del mio sito web: https://www.danielepezzali.com/libra-italia-srl
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Condivido il sign. Corvo, i rapporti commerciali con l’estero non possono essere ricondotti ad un mero interesse soggettivo del quale Pezzali fa magnificamente le lodi, bisognerebbe sempre anteporre un’etica e nel caso degli stati l’etica è rappresentata dai principi costituzionali. Purtroppo con l’avvento dell’ordoliberismo del criminale e genocidiario progetto europeo gli interessi particolari hanno preso il sopravvento sui principi costituzionali e i risultati del ventennio “europeista” hanno portato ad una sperequazione e ad un accumulo di capitali senza precedenti nelle mani di pochissimi soggetti mondialisti a capo di banche, finanziarie, multinazionali etc…
Questo delirio capitalista è stato ben descritto da Marx come la quinta fase del capitalismo ovvero il momento in cui il denaro non si muove prevalentemente per effetto delle attività economiche ma sotto l’influenza delle speculazioni finanziarie e borsistiche.
Trump oggi è dipinto come il “dittatore” perché ha provato a ribaltare la situazione in America e nel mondo riportando il lavoro a casa e fermando le sanguinarie e patetiche guerre di barracco bomba e killary che in medio oriente hanno seminato bombe morte e distruzione senza motivo e senza senso…un po’ come l’eurobba dei lobbisti che ha devastato alcuni stati tra i quali la quarta potenza mondiale che eravamo noi nel giro di vent’anni con una moneta a debito (l’euro) assolutamente nefasta. I cinesi, mi dispiace dirlo oggi non sono la soluzione ma il problema, probabilmente è il PCC che detta una linea dittatoriale comunista totalmente deleterea per sani e reciproci rapporti commerciali tra stati SOVRANI del resto non hanno introdotto nulla di interessante dopo la loro industrializzazione ma hanno applicato una logica di depredazione industriale dopo aver copiato e incollato i nostri sistemi, le nostre industrie, i nostri errori al loro territorio. Oggi ci troviamo senza il NOSTRO lavoro costretti dal sistema ordoliberista ad acquistare oggetti, merci, macchinari e mezzi che producevamo dal dopoguerra spesso con qualità superiore dei cinesi di oggi che ci inviano spesso materiali ad obsolescenza programmata.
Un crimine contro l’umanità grande quanto il globo: IL GLOBBALISMO, il globalismo delle balle catastrifiche!
Caro Denisio, nella logica del “libero scambio” siamo anche noi ad esportare in Cina.
Oggi la Cina rappresenta il più grande mercato al mondo ed i nostri imprenditori lo sanno, peccato che il Governo è così confuso e non offre il supporto all’export come invece dovrebbe fare.
Invece nella logica della “meritocrazia” saranno gli imprenditori più bravi e le nazioni più organizzate, a prendere le quote di quel mercato.
Ha visto la puntata della trasmissione “FVG chiama MONDO” di cui ho postato il link sull’articolo?
Le suggerisco di guardarla e scoprirà il volto dei veri imprenditori che lavorano tra import ed export.
Buona giornata.
Grazie Sign.Pezzali, questa sera provo a guardarlo poi eventualmente le farò sapere
Grazie a lei di interagire con i miei post sig. Denisio.
la trasmissione dura poco più di un’ora e vale la pena di vederla! Risveglia l’orgoglio dei friulani nel mondo e mostra il volto dell’imprenditoria onesta.
Buona giornata
Denisio, ogni volta che guardo i tomi del Capitale mi viene in mente Marx puttaniere. Roba da capitalisti. Dittatura del proletariato, i poveri esistenti sia nel mondo comunista che capitalista, ha lasciato spazio ad altro, la finanza senza regole. Che poi il povero della Città è sempre più ricco di quello delle periferie e campagne, cinesi anche. A tutti i regimi e non, servono i poveri/meno ricchi. Anche fra quelli che emigrano dall’Africa ci sono i poveri e i meno poveri e tutti che vogliono diventare ricchi e liberi in barba allo statalismo-centralismo-dirigismo. Comunisti puri restano in occidente coperti, al riparo del loro benessere incedibile. E Marx soffre nella tomba. Del nostro milanese Pezzali non si capisce dove parte e finisce il romanziere-ideologo e il professionista partita IVA.
Regeni Egitto e la insegnate inglese tutor che lo ha mandato allo sbaraglio e non parla. I pescatori prigionieri e navi cargo bloccate e il silenzio del ministro Di Maio (quello delle arance spedite in Cina per amicizia e scambio grillino-cina. !L’Italia conta sempre meno nel mondo. Buone Feste.
Ahahhahah romanziere, ideologo e libero professionista… di tutto un po’! È il bello di scrivere in un blog. Buona serata
Finalmente in chiaro: consulente per import-export Cina !
Storia: nel 1970/80 c’erano società di ispirazione “comunista” che si rivolgevano alle PMI per l’EXPORT in Russia-Unionesovietica, contro provvigioni. Adesso 2015/20 siamo arrivati a consulenti per l’IMPORTdi Prodotti dalla Cina (regolari però e non sequestrabili) Da qui penso il manuale di acquisti suo. Mi viene in mente che attorno agli anni ’70/’80 è stata ricevuta all’API di Treviso una commissione cinese che poi è stata intrattenuta anche per spiegare il funzionamento dei Consorzi FIDI. Tanto per dire, caro Pezzali, che pur provincialotti, adoperavamo “le scarpe grosse ma anche un pò di soca”.
Buonasera Walter, la mia attività non è certo segreta, è ben spiegata sul mio sito web.
Oggi comprare in Cina, con l’impossibilità di viaggiare e senza avere una filiale in loco, è rischiosissimo.
Rivolgersi ad una piattaforma di sourcing è un’ottima soluzione per le imprese.
Le transazioni si eseguono in completa trasparenza ed il servizio comprende sia il Procurement che la Qualità…
Buona notte!