Altolà, arrivano i nostri. John Wayne reloaded

Ennesima innocente in fuga, scovata, braccata, uccisa.
Abbattuta, dicono loro; uccisa, dico io
Per distinguere la vita dalla morte non servono ipocriti tecnicismi.
Antropocentriche le meschine umane azioni, così come le dichiarazioni rilasciate alla stampa, antropocentrica pure, altro articolo su OggiTreviso compreso.
Ricordo, a chi fosse sfuggito, che nel 1969 siamo andati sulla Luna
Sicché, con tanti rifugi, in rete, oppure no, la grazia alla prigioniera (innocente) si poteva pure concedere.
Sicurezza, dicono loro; antropocentrismo, dico io
La caccia fa mezzo centinaio di vittime umane, ogni anno, che cacciatori e politici disprezzano per un pugno di voti, scambiati con un pugno di sadiche pallottole. I cacciatori diffondono cinghiali e ne aumentano il numero quando uccidono le femmine, perché poi diventano madri più femmine. Allora la responsabilità di eventuali vittime della strada non è dei cinghiali (innocenti) ma di chi ha un concetto intermittente di sicurezza.
Una persona umana parzialmente o del tutto incapace di intendere e di volere
Nessuno l’abbatterebbe per prevenire infrazioni al Codice della strada. Ma è un animale! A parte che animali siamo pure noi, altrimenti ripartiamo dall’asilo, denuclearizzato e libero da specismi pandemici. A parte questo, si è detto anche, in questi casi… di abbattimento: Ma è un ceceno!, Ma è un ebreo!, Ma è un negro!
Al di là che specismo e razzismo sono parenti stretti
La sola diversità non è causa sufficiente per distruggere ciò che è meno uguale al distruttore. E nel caso della mucca, come di tanti altri animali, parliamo addirittura di somiglianze e differenze spalmate in un continuo, senza medievali cesure, ancora oggi care a qualcuno, fuori dalla scienza e fuori tempo massimo.
Parliamo di senso della famiglia, amore per il gioco e il movimento, vita psichica complessa, fatta di tante emozioni, coscienza, occhi, cuore, cervello (sì, hanno cuore e cervello, loro).
Cos’è l’antropocentrismo?
In altre parole, quella cosa che per secoli si è sforzata invano di togliere il linguaggio ai nostri amici, compagni di regno, e che oggi vuole darlo a tutti i costi al regno vegetale, senza nulla togliere ad ogni meraviglia della biosfera. Solo l’antropocentrismo dovremmo toglierlo, dalla biosfera, sempre che noi stessi vogliamo rimanerci, vista l’ingiustizia antropocentrica prima, climatica poi.
LA MUCCA E IL DRONE
di Francesco Cortonesi, già citato, con riferimenti, in questo blog
Forse l’avete già vista.
Comunque, questa fotografia è stata diffusa oggi sui giornali di Treviso.
A prima vista, pare quasi un quadro.
Pennellate verdi con un po’ di marrone.
Giusto due colpi.
Scrivo due colpi non a caso.
Purtroppo sue queste parole ci torneremo.
Anche le fotografie sono due.
E sono state scattate da un drone.
Nella prima un piccolo puntino, al centro, cattura la nostra attenzione. Poi l’obiettivo zoomma. Ora vediamo meglio.
È una mucca che si mimettizza in un campo.
È una mucca in fuga.
E lo zoom del drone è come un mirino.
Infatti, tra poco, la mucca verrà “terminata”.
È durata un giorno l’ennessima fuga di una mucca che non voleva morire in un mattatoio
La polizia ha usato un drone per rintracciarla. A dargli man forte anche i vigili del fuoco con il loro bell’elicottero rosso fiammante. Nelle strade non sono mancati neppure i posti di blocco. Attenzione: questi dettagli non li invento io, nel tentativo di sbizzarrire la mia fantasia.
Lo dice la cronaca. È storia vera.
Un esercito all’inseguimento di una mucca disperata.
La missione? Ucciderla.
Con due colpi di fucile, appunto.
Guardiamo ancora queste due fotografie.
Riusciamo quasi a percepire la paura della mucca, nascosta nel campo, nel disperato tentaivo di non farsi vedere. Del resto conosce bene, la mucca, le bugie e le vigliaccherie dell’essere umano.
Che anche questa volta non si sono fatte attendere
Il sindaco di Gaiarine (Mestre), tale Diego Zanchetta ce lo dice con chiare parole. Ho messo in maiuscolo quelle fondamentali. Se non fossero tragiche, farebbero morir dal ridere.
Al di là dell’aspetto PITTORESCO della fuga della mucca, le autorità dell’Ulss hanno agito in nome della SICUREZZA e dopo i vani tentativi di sedarla hanno optato per l’ABBATTIMENTO. Era IN GIOCO L’INCOLUMITÀ DEI CITTADINI e stasera SIAMO PIÙ TRANQUILLI anche se un po’ ci spiace per questa mucca con il suo grande desiderio di libertà ci ha tenuti con il FIATO SOSPESO per un giorno intero. Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato attivamente alle ricerche.
Complimentoni.
Davvero.
Ora si, che tiriamo un sospiro di sollievo e il mondo è un posto migliore.
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L’orrore della sposa bambina: il padre l’ha scambiata per 4 mucche. La polizia del Kenya è attualmente sulle tracce del padre della dodicenne e dei due uomini che, uno dopo l’altro, l’hanno presa in moglie.
Tristezza, bassezza, nessuno piange, si indegna scrive solleva il velo a questo putrido mercato. L’accaduto però segna che un umano vale più di una mucca, quattro
Oggetto del suo commento è il confronto, un confronto che in certi casi è osceno. Siccome anche nel mio post c’è un confronto, questo è il collegamento che usa. Ma il mio, di confronto è coerente:
la sola disuguaglianza non è causa necessaria e sufficiente per la distruzione del meno uguale.
Cioè, il meno uguale ha comunque un suo valore intrinseco che apre un mondo, che non si esaurisce nel capriccio di chi pensa di avere cuore e cervello per il solo fatto di essere uguale a se stesso. E infatti non ne ha.
Venendo poi alla sua proposta: c’è qualcuno che piange la bassezza che riferisce, altrimenti non la riporterebbe qui. Purtroppo la maggior parte dei media è molto stereotipata ed è gestita da pochissime persone in tutto il mondo, che perlopiù sostengono minoranze privilegiate, come quelle che fanno la tratta zootecnica, che crea ingiustizia sociale e climatica ovunque, con vittime anche umane, e tante, di quelle più uguali. La sua battuta finale è di ironia dubbia, perché l’ironia va anche gestita, cioè essere consapevoli del “da dove si parte e dove si arriva”, non semplicemente incantarsi per un rimbalzo incontrollato di significati. Esordisce con un “però”, quindi è contro la bassezza e a favore del bullismo contro gli ultimi tra gli ultimi, in una maldestra generalizzazione, volendo ancora sottolineare che sei un po’ meno, allora sei niente e disponibile. Da un lato fa una battuta su una tragedia, dall’altro si compiace dell’oscenità, offendendo tutti in questo, umani e non.
Nella storia che riporta c’è una violenza a monte, la povertà, che da economica diventa anche culturale, nel contesto delle violenze colonialiste e imperialiste. Gli ultimissimi ne fanno sempre le spese maggiori, e a volte i penultimi ci si confondono. E lei che fa? Usa una storia tragica per esternare ancora un atteggiamento di dominio e oppressione, specista, in questo caso.
Quanto all’uguaglianza, è un concetto complesso. Dare a tutti tutto uguale non è il rispetto di ognuno, ad esempio, perché siamo tutti diversi e ognuno unico. Questo vale anche per gli altri animali, quindi in questo siamo sì uguali. Forse nella volontà di vita e nel rispetto della stessa sono più uguali loro di noi, loro non disprezzano la vita come facciamo noi.
Corvo non è coerente, da Corvo solamente gracchia, gracchia, gracchia su tutto e ovunque,
Assolutamente d’accordo cento per cento.
Patricia, anch’io sono d’accordo al cento per per cento. Però..però io provoco crudemente De Iulis con argomenti: il confronto è il sale della democrazia, ma voi due vi siete seduti in una buca e fate uscire solo vapore. Io tendo a far presente al blogger che i problemi vegani e animali andrebbero posti in un contesto più ampio dando centralità all’uomo, che se salvi l’uomo salvi l’ambiente. E non viceversa. Che dobbiamo pensare si al domani ma anche preoccuparci del periodo di vita breve che abbiamo, nel quale siamo inseriti. Sbaglio ? Posso pensarla così o valgono solo le vostre convinzioni ?
Gracchio ? E’ una colpa se ho un idea e argomenti da contrapporre alle sue di lei e De Iulis ? Mica sostengo di aver ragione. Provi a dire qualche cosa sui costumi cinesi che mangiano cani e altri animali uccisi alla bene meglio.
Provoca: e perché provoca? Questo blog promuove istanze etiche di rispetto della biosfera oltre il naso di chi legge, di giustizia climatica, di accesso alla nutrizione per tutti, fondandosi su discipline e su evidenze pubbliche accessibili a chiunque. Le discipline e le evidenze non sono opinabili come la scelta delle vacanze tra mare e montagna. Quello che lei vuole far passare per democrazia è un mercato sofista e selvaggio, dove chi la spara più grossa si candida almeno a metà del consenso per la sola sparata. Per fortuna c’è la possibilità di moderare queste provocazioni ad oltranza che hanno la sola funzione di conformarsi alle ideologie negative non dichiarate che lei promuove con ripetuti commenti reazionari, quindi necessariamente violenti. Domande, commenti e proposte onesti, anche critici, sono altrimenti ben accetti.
“Centralità all’uomo”, dice. Ma questa è proprio la causa del problema, l’antropocentrismo, l’esagerazione e il delirio con cui l'”uomo” ha pensato male di risolvere “l’angoscia della stazione eretta” [Franz Kafka, vegano dai trent’anni] sedendosi e ordinando la distruzione di quanto intorno a sé in cambio di moneta. Siccome la minaccia per l’ambiente e per noi stessi siamo proprio noi, non è la tutela del privilegio a risolvere, ma quella del più debole che ingiustamente opprimiamo, perendo nella guerra che gli scateniamo contro. L’uomo. E la donna? Il patriarcato, razzismo, schiavismo e nazismo condividono il dominio con lo specismo, per questo almeno io evito di usare l’espressione “uomo” per definire l’intera specie, e qui la creatività culturale può fare una nuova lingua, non certo l’oppressione delle censure per profitto dell’Unione Europea.
Della durata della sua vita: non vuole metterla in armonia con una vita più grande e continua? Sono la disarmonia e la separatezza che rivendica ad accorciare la sua di vita (nell’ipotesi statistica), a privarla di gioie e serenità e a togliere il futuro a chi ha qualche tempo meno di lei.
Il commento di Cecchini sul gracchiare è passato come nota folcloristica, visto che si ripete anche in altri blog, ma rispetto a negazionismi e reazionarismi è sicuramente il minore dei mali e la condanna del commento di Cecchini, nonché del mio averlo approvato, possono sì esserci, ma solo insieme alla condanna di ogni movimento di oppressione e reazione contro la biosfera che lei ha prodotto copia-incollando qui dalla stampa negazionista e reazionaria, che non ha nemmeno mancato di insultare una minorenne.
Non sostiene di aver ragione: gliene do atto e fa bene perché non ce l’ha. Infine conferma quanto fatto finora con l’ultimo non-argomento: l’errore altrui, asiatico, è la giustificazione del nostro? Certo che no. Nondimeno la questione è stata pure toccata da questo blog, per quanto non sia mai abbastanza.
Per De Iulis, bene così. Io dico le mie, senza offendere, lei anche, ma lasci perdere reazionario ecc. oramai termini qualificativi ideologicamente riassuntivi e abusati tipo fascista e anti. Chi legge poi decide cosa a lui sta bene, meglio. Saluti
“Reazionario” non è un’offesa maliziosa, è la qualifica di ciò che ha le caratteristiche del reazionarismo, come quasi tutti i suoi commenti dall’inizio del blog, quindi necessariamente violenti e che a me tocca moderare, da quando ciò è possibile. Questo in senso disciplinare e storico, quindi non faccia la vittima. Il veganismo non è un’ideologia, non è definibile così nel senso principale e negativo del termine perché le premesse sono in chiaro, scientifiche e filosofiche, cioè di scienza riflessa.
Se c’è un -ismo, che dà quella parvenza di eccessivo al fallace senso comune, è solo perché l’oppressione della maggioranza ha costretto la minoranza al recupero di un nucleo di valori, conoscenze e pratiche che rientrano sotto tale termine, affine all’antispecismo, per cui vale lo stesso discorso.