Un amico mi diceva: Chi può sapere se ciò che per me è male per Dio non sia un bene… Io gli risposi che Gesù e’ proprio venuto per farci capire la grande differenza tra male e bene…
E’ vero che siamo responsabili delle nostre azioni ma il problema è, data una situazione, fra quali impulsi scegliamo quello che porta alla nostra decisione? Non siamo più ai tempi dei grandi filosofi ma viviamo in un mondo di mezzi di comunicazione i più diversi che sfruttano una situazione sociale in movimento e rapida trasformazione. Dove il passato è tralasciato e messo in discussione. Dove ognuno cerca di imporre la sua visione che poi diventa anche una forma per salvare se stessi dalla confusione. La paura del futuro fa ritornare prepotentemente Malthus ovvero quale numero di umani e non, può esistere nel mondo date le presunte risorse.
E allora ecco le novità apparenti: ODIFREDDI (PIERGIORGIO): “SONO FAVOREVOLE ALLA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE, DALLA MARIJUANA FINO ALL’ECSTASY CHE TI FA VEDERE IL MONDO IN MANIERA DIFFERENTE” – IL MATEMATICO A BRIGLIE SCIOLTE SU ‘RADIO 24’: “GLI ITALIANI? DEI VOLTAGABBANA. UN POPOLO CHE NON STUDIA” -“IL CALO DEMOGRAFICO? FINTO. SIAMO TROPPI SUL PIANETA, DOVREMMO LIMITARE LE NASCITE”. “LE CHIESE? DA TRASFORMARE IN MUSEI”… (dago spia ieri)
E Nel Belgio dell’eutanasia legale il diritto di morire è diventato quasi un obbligo con libro scritto da infermieri e medici mette in guardia dal considerare il voler morire una scelta pienamente individuale.. . Uno studio approfondito del 2017 dell’Università canadese di Calgary ha dimostrato che lo stato nordamericano, se raggiungesse la percentuale dei morti per eutanasia del Belgio in rapporto alla popolazione, potrebbe risparmiare ogni anno circa 130 milioni di dollari, i soldi che servirebbero per curare chi invece potrebbe “farsi da parte” (il Foglio oggi)
Insomma, signor Mozzato, la sua risposta al filosofeggiante Bastanzetti, mi trova d’accordo. Aggiungo una banalità: se comperi una cravatta in un piccolo negozio devi scegliere fra 10 pezzi, in un grande negozio fra 100, ma il catalogo del produttore ne elenca 200 tipi.
Non è vero che non abbiam proprio alcun controllo sugli impulsi che inducono a una scelta. Altrimenti andremmo a smentire le Sacre Scritture che attestano che possediamo conoscenza del bene e del male, dopo il peccato originale. Questa si è ‘na bella fregatura perché ci dà responsabilità delle nostre decisioni.
Le scelte o la scelta, lasciando un attimo quella archetipica, sono spesso obbligate da mille fattori, impulsi, situazioni. Diciamo che possiamo scegliere il meno peggio solo se siamo allenati a riconoscere cosa sia il meglio anch’esso relativo
Certo. Ma le scelte finali di una persona adulta libera e cosciente restano atto volontario. Di quelle godrà o per quelle patirà, spesso in modo imprevedibile.
Un intreccio continuo, quindi, di autonomia e dipendenza, di rassegnazione e speranza, di fatalismo e autodeterminazione, di delirio d’onnipotenza e consapevolezza di indegnità.
Il risultato finale,a livello globale, di questo sistema non pare esaltante. Basti solo pensare alle isole di plastica di cui abbiam insozzato i mari o ai negri annegati nel mediterraneo.
Un amico mi diceva: Chi può sapere se ciò che per me è male per Dio non sia un bene… Io gli risposi che Gesù e’ proprio venuto per farci capire la grande differenza tra male e bene…
E’ vero che siamo responsabili delle nostre azioni ma il problema è, data una situazione, fra quali impulsi scegliamo quello che porta alla nostra decisione? Non siamo più ai tempi dei grandi filosofi ma viviamo in un mondo di mezzi di comunicazione i più diversi che sfruttano una situazione sociale in movimento e rapida trasformazione. Dove il passato è tralasciato e messo in discussione. Dove ognuno cerca di imporre la sua visione che poi diventa anche una forma per salvare se stessi dalla confusione. La paura del futuro fa ritornare prepotentemente Malthus ovvero quale numero di umani e non, può esistere nel mondo date le presunte risorse.
E allora ecco le novità apparenti: ODIFREDDI (PIERGIORGIO): “SONO FAVOREVOLE ALLA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE, DALLA MARIJUANA FINO ALL’ECSTASY CHE TI FA VEDERE IL MONDO IN MANIERA DIFFERENTE” – IL MATEMATICO A BRIGLIE SCIOLTE SU ‘RADIO 24’: “GLI ITALIANI? DEI VOLTAGABBANA. UN POPOLO CHE NON STUDIA” -“IL CALO DEMOGRAFICO? FINTO. SIAMO TROPPI SUL PIANETA, DOVREMMO LIMITARE LE NASCITE”. “LE CHIESE? DA TRASFORMARE IN MUSEI”… (dago spia ieri)
E Nel Belgio dell’eutanasia legale il diritto di morire è diventato quasi un obbligo con libro scritto da infermieri e medici mette in guardia dal considerare il voler morire una scelta pienamente individuale.. . Uno studio approfondito del 2017 dell’Università canadese di Calgary ha dimostrato che lo stato nordamericano, se raggiungesse la percentuale dei morti per eutanasia del Belgio in rapporto alla popolazione, potrebbe risparmiare ogni anno circa 130 milioni di dollari, i soldi che servirebbero per curare chi invece potrebbe “farsi da parte” (il Foglio oggi)
Insomma, signor Mozzato, la sua risposta al filosofeggiante Bastanzetti, mi trova d’accordo. Aggiungo una banalità: se comperi una cravatta in un piccolo negozio devi scegliere fra 10 pezzi, in un grande negozio fra 100, ma il catalogo del produttore ne elenca 200 tipi.
Non è vero che non abbiam proprio alcun controllo sugli impulsi che inducono a una scelta. Altrimenti andremmo a smentire le Sacre Scritture che attestano che possediamo conoscenza del bene e del male, dopo il peccato originale. Questa si è ‘na bella fregatura perché ci dà responsabilità delle nostre decisioni.
Le scelte o la scelta, lasciando un attimo quella archetipica, sono spesso obbligate da mille fattori, impulsi, situazioni. Diciamo che possiamo scegliere il meno peggio solo se siamo allenati a riconoscere cosa sia il meglio anch’esso relativo
Certo. Ma le scelte finali di una persona adulta libera e cosciente restano atto volontario. Di quelle godrà o per quelle patirà, spesso in modo imprevedibile.
Un intreccio continuo, quindi, di autonomia e dipendenza, di rassegnazione e speranza, di fatalismo e autodeterminazione, di delirio d’onnipotenza e consapevolezza di indegnità.
Il risultato finale,a livello globale, di questo sistema non pare esaltante. Basti solo pensare alle isole di plastica di cui abbiam insozzato i mari o ai negri annegati nel mediterraneo.