I vestiti nuovi di Ilary Blasi
Mi sono imbattuta per caso in un’iniziativa della trasmissione "Le Iene" che trovo alquanto discutibile. Gli spettatori del programma possono infatti scegliere l’abito della conduttrice Ilary Blasi, che indosserà poi in puntata. Si può partecipare al contest attraverso un hashtag preciso che, di volta in volta, verrà svelato sul sito della trasmissione insieme alle due proposte di abbinamento (#ilaryingonna o #ilaryinpantaloni, per esempio).
(Qui il link al prossimo look)
Lo scopo pare sia quello di mettere a tacere le critiche piovute sull’abbigliamento troppo provocante che la conduttrice ha avuto nelle scorse edizioni. Quindi, secondo la mentalità degli autori, il metodo migliore per frenare la polemica è offrire al pubblico la facoltà di scelta, così nessuno poi si lamenterà più. Insomma: il vestito lo scegliete voi, quindi non rompete!
Giusto?
Sbagliato.
Trovo sconfortante osservare l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti della donna in televisione, ovviamente camuffata da innocua pensata populista. La Blasi è una Barbie che tu, proprio tu, da casa, puoi vestire o svestire come vuoi. E che, soprattutto, poi si vestirà come hai scelto, accondiscendente al volere della maggioranza. Fantastico. Il massimo dell’interattività, declinata in una squallida poracciata.
Verrebbe da immaginare che la parità sessuale in televisione ci sarà quando potremo scegliere anche l’abito di Mammuccari (peraltro un esempio di maschio alfa del maschilismo televisivo più bieco). Un po’ come quando, per rispondere alle accuse di discriminazione sessuale, “Striscia la Notizia” propose i velini. Qualcuno potrebbe poi pensare che in fondo la Blasi non lavora certo perché dotata di grandi capacità oratorie e acuta intelligenza e che giocare col suo fisico non fa male a nessuno. Lei è lì per quello!
Eppure questo teatrino alimenta un sistema particolarmente fastidioso, obsoleto, deleterio e pericoloso per buona parte della società italiana che, volente o no, guarda ancora la televisione come modello da seguire. E questo basta. La vera parità ci sarà quando del vestito della Blasi non si preoccuperà nessuno, esattamente allo stesso modo in cui non interessa oggi quello di Mammuccari.