Giovanna Botteri e Michelle Hunziker: body shaming e “leoni da tastiera”
In questi drammatici mesi si è acuita la tendenza a sfogare la propria frustrazione/paura attraverso un utilizzo scorretto dei mezzi di comunicazione, principalmente attraverso due canali.
Il primo comprende la diffusione di fake news, audio WhatsApp fasulli e teorie del complotto, che si sono insinuati come un veleno nei nostri telefonini, raggiungendo le nostre bacheche di Facebook, costringendo il Governo a pubblicare una serie di smentite sulle notizie più inverosimili prese come oro colato dai cittadini più sprovveduti, inconsapevoli del fatto che esistono degli “avvelenatori di pozzi” professionisti che per tornaconto o semplicemente per diletto diffondono baggianate, talvolta pericolose nella loro assurdità, da mane a sera.
La seconda macrocategoria è costituita dai cosiddetti “leoni da tastiera”, che “commentano” (anche se “imbrattano” rende meglio l’idea del loro operato) insultando il quotidiano on-line di riferimento, denigrando i giornalisti, ingiuriando gli altri utenti, oltraggiando un qualunque bersaglio pubblico, dal politico alla soubrette.
A tal proposito prendo come spunto di riflessione la recente pioggia di insulti che ha investito Michelle Hunziker, a causa delle affermazioni che sono state fatte nel corso di Striscia la Notizia, sulla straordinaria giornalista Giovanna Botteri, corrispondente Rai da Pechino, vittima di body shaming, l’odiosa e funesta pratica di deridere e attaccare una persona a causa del suo aspetto fisico.
Tali infelici battute, pronunciate dalla conduttrice il 28 aprile, riguardavano la pettinatura considerata non fresca di parrucchiere della giornalista e il suo abbigliamento valutato come sempre uguale, elementi da tempo oggetto di ironia non solo della trasmissione di Antonio Ricci, anche se le successive parole pronunciate da Gerry Scotti invitavano a non indugiare sulla superficialità della questione ed esprimevano solidarietà nei confronti della Botteri.
Naturalmente i social network si sono scatenati esclusivamente nei confronti della Hunziker, che è stata sottoposta alle peggiori ingiurie sessiste: “Oca, rifatta, cretina, gallina raccomandata”, ecco alcune delle “squisitezze” indirizzatele col pretesto di difendere la Botteri. Ci vorrebbe un ottimo specialista della mente per tentare di capire in che modo il body shaming nei confronti della Hunziker sia considerato legittimo da codesti soggetti e “soggette” (eh già, molte donne non sono estranee all’insulto misogino).
A parte la mia considerazione sul fatto che qualsiasi utente dotato del minimo acume sufficiente a decodificare con profitto gli accadimenti del mondo reale dovrebbe rendersi conto che tanto la Hunziker quanto Scotti sono dei volti televisivi nonché del fatto che qualsiasi trasmissione è provvista di autori e che i conduttori sovente ripetono la “filastrocca” imparata o scritta sui cartelli del “gobbo”, vorrei sottolineare che la Hunziker ha dovuto precipitosamente girare un video di scuse in cui spiegava la sua posizione in merito, anche se ritengo che la faccia ce la dovrebbero mettere gli autori e continuo a chiedermi come mai Scotti non si sia sentito in dovere di fare altrettanto, visto che i conduttori sono due.
Ecco la mia risposta: da un certo punto di vista questa querelle è stata l’ennesimo pretesto per scatenare la misoginia latente in Italia e per sfoggiare, ancora e ancora, come un logoro trofeo, il cliché “donna-poco-avvenente-con-cervello/donna-piacente-senza-cervello”. Abbiamo Eva/giornalista/politica/artista contro Eva/showgirl/soubrette. Ci siamo passate da una parte con Rosy Bindi, con Irene Pivetti, con Giorgia Meloni, derise per il loro aspetto fisico e/o per il loro vestiario, dall’altra con Belén Rodriguez e in generale con qualsiasi altra affascinante donna di spettacolo. In Italia la donna intelligente è racchia, quindi va derisa, la soubrette è bella ma scema indi per cui va derisa comunque, c’è poco da fare, quasi si trattasse di una nuova forma di Commedia dell’Arte declinata tragicamente al femminile. Contemporaneamente tutte le donne che svolgano un professione televisiva, dalla presentatrice alla giornalista, devono essere necessariamente piacenti, ben vestite, ben pettinate, in virtù di un’odiosa legge non scritta, pena la gogna mediatica.
Ulteriore sottotesto della vicenda è l’amara consapevolezza di quanto poco sia sufficiente a scatenare il livore dei “leoni da tastiera”, che da questi tragici mesi non hanno tratto insegnamento alcuno: non c’è stata una crescita interiore in costoro e i social network rimangono una ghiotta occasione per afferrare la preda virtuale e sbranarla, se donna ancora meglio.
Giovanna Botteri è intervenuta sulla questione con queste meravigliose parole: “Mi piacerebbe che l’intera vicenda prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettetemi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi. Qui a Pechino sono sintonizzata sulla BBC, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi, orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne”.
Amen.
Foto: Corriere della Sera
Virgolettato di Giovanna Botteri: Vanity Fair
CHANGE. ORG per Giovanna Botteri. Giovanna Botteri, invece di essere criticata per il suo lavoro, viene criticata per come si veste e per come porta i capelli. Una battuta una tantum ci può stare, ma il body shaming continuo è quantomeno inaccettabile. Come al solito e ancora, una donna prima di essere valutata per la sua bravura sembra debba preoccuparsi del suo aspetto estetico.
Botteri dice: ’Faccio giornalismo, non spettacolo. Sono quasi un’asociale, per niente mondana e queste “attenzioni” mi imbarazzano. Quando mi dicono che passo su “Striscia” non ci dormo la notte. Sono io che devo raccontare, non diventare l’oggetto del racconto.’ Fonte: qui
In un momento difficile come quello che stiamo vivendo le parole, le azioni assumono un significato ancora più profondo: sensibilizzare le persone contro unattacco superfluo all’aspetto estetico di una professionista diventa ancora più importante.
STOP AL BODY SHAMING VERSO GIOVANNA BOTTERI è un modo piccolo, semplice per promuovere la possibilità di fare la differenza. Stimolando una discussione che produca un messaggio in grado diispirare confidenza, autostima, condivisione e partecipazione. Fermando commenti che invece producono vergogna, pregiudizio e paura di essere inadeguati.
Contro un silenzio colpevole che spesso ci abitua a ’lasciar correre’.
Vorrei quindi chiedere ai media, in particolar modo a Striscia la Notizia, di fermare i continui servizi atti a criticare continuamente l’aspetto fisico ridicolizzando e – di conseguenza – minando la professionalità della giornalista Giovanna Botteri.
Valentina, segnalo un interessante articolo pubblicato da Il Riformista di oggi. Caso Botteri, per le donne la bellezza è un obbligo che viene da lontano.
“GOVERNO FIGHT CLUB – RISSA SFIORATA TRA LA MINISTRA DEL LAVORO CATALFO, PROVENZANO E TERESA BELLANOVA SULLA REGOLARIZZAZIONE DEI MIGRANTI CHE LAVORANO NEI CAMPI – I GRILLINI SI OPPONGONO: “FAREMO SALTARE IL BANCO” – SENZA I BRACCIANTI LE COLTURE VANNO A PUTTANE. CI SONO 600MILA CLANDESTINI CHE VENGONO SFRUTTATI DALLA CRIMINALITÀ E PAGATI 3 EURO AL GIORNO..dagospia”.
Se fossimo in Cina, dove il lavoro senza orario e sindacati, il problema sarebbe presto risolto di autorità: niente va sprecato. Ma dove sono gli italiani, quelli che prendono un reddito in attesa di un lavoro ?
Esatto! Questo è un problema enorme. Lo sfruttamento dei clandestini è sempre esistito, vergognoso che i politici si insultino tra loro solo per fare propaganda politica. Voglio vedere i fatti, gli aiuti concreti a queste persone sfruttate dalla malavita. Se inserissero nei campi come lavoratori stagionali i precari o i disoccupati italiani, scommetto che poi qualche fazione politica insorgerebbe per dire che l’Italia non lascia spazio anche agli immigrati da regolarizzare. Poi insorgerebbero, a ragione, i lavoratori stagionali stranieri che vengono già assunti da anni per le raccolte.
3 euro ora !! “… Prendiamo, ad esempio, il caso del caporalato. Cioè del racket della manodopera rurale nelle aree meridionali svolto, appunto, dai cosiddetti caporali. Cioè da quei capibastone che, avuto l’incarico dagli agricoltori di reclutare la manodopera necessaria per fronteggiare i lavori stagionali nei campi (in particolare la raccolta del pomodoro), taglieggiano il salario dei poveracci dei campi, che non sono solo immigrati, ma anche studenti, ad esempio. I caporali infatti taglieggiano i lavoratori con la scusa di aver sostenuto delle spese per rintracciarli e per potarli, ogni giorno, nei campi, a fare il lavoro che li attende e che molto spesso viene retribuito in nero….
Questa piaga, che dura da sempre, è ormai cronica.
In questa lotta, l’azione concreta (di controllo e di denuncia) da parte dei sindacati sarebbe altrettanto efficace e importante (INPS INAILdico io )
Commento. Opact. Il problema esiste da anni e viene alle cronache d’estate con i raccolti. Inail, Inps sindacati, politici di ogni schieramento ne hanno preso nota ma non sono mai intervenuti, Perché ?
Lo scriveva nel settembre 2015 Pier luigi Magnaschi”
Titolo articolo “
PERCHÉ, OLTRE AGLI 007, NON SCATENIAMO, CONTRO IL CAPORALATO, ANCHE I JET FIGHTER? In http://www.simofin.com
Corvo Walter Cadorin, un Corvo di San Pietro di Feletto, probabilmente da quando Anrea Maset lo ha raccontato non svolazza più nemmeno a Conegliano, ma da buon Corvo gracchia su tutto, perfino sulla Cina.
Il Presidente del Brescia Ciellino ha detto di di Balotelli: sarà anche bravo ma è rimasto un bambino” ecco, secondo me lei ha quei seri problemi di crescita ma anche morali non dico intellettivi.
Corvo Walter di San Pietro di Feletto continua a gracchare sulla Cina.
Quello che Trump non dice del laboratorio di Wuhan
Virus Connection. Americani e francesi per anni hanno finanziato a Wuhan gli esperimenti sui virus, anche quelli che forse a casa loro non potevano fare.
Alberto Negri Edizione del Manifesto 05.05.2020
Le prove della Virus Connection di Wuhan ci sono, eccome, non quelle però che «non» ci hanno fatto ancora vedere Trump e il suo scudiero Mike Pompeo quando accusano Pechino di avere «fabbricato» il Covid-19.
Sono le prove della collaborazione, a colpi di milioni di dollari, tra Stati Uniti, Francia e Cina proprio nei laboratori di massima sicurezza di Wuhan per lo studio dei virus animali. Su alcune queste ricerche Obama aveva messo una moratoria di quattro anni, riprese poi qualche tempo dopo con il convinto sostegno di Anthony Fauci, il boss da oltre 40 anni dell’epidemiologia americana. Americani e francesi per anni hanno finanziato a Wuhan gli esperimenti sui virus, anche quelli che forse a casa loro non potevano fare.
Questa è la Virus Connection che si nasconde nel rimbalzo tra le accuse di Trump e le repliche di Pechino sulle origini del Covid-19, ritenuto di origine naturale dalla maggior parte degli scienziati e non un esperimento da laboratorio.
Tira aria da guerra fredda tra Usa e Cina. In un discorso all’Onu nel 1974 Deng Xiapoing, allora inviato di Mao, affermò: «Mai la Cina ambirà a diventare una superpotenza». Oggi tutti pensano il contrario: Pechino nella crisi del coronavirus ha sbalzato gli Usa come nazione-guida.
L’ambiguità di fondo è come la Cina sia diventata una superpotenza: con la nostra complicità. Il Covid-19 è una vicenda emblematica. Tutto comincia quando i francesi nel 2004 avviano la costruzione a Wuhan un laboratorio di massima sicurezza per la ricerca dei virus animali. Gli scienziati cinesi per anni vengono addestrati all’Istituto Jean-Merieux di Lione sostenuto da Sanofi Pasteur, la più grande società di vaccini mondiale.
Nel 2017 il laboratorio di Wuhan viene inaugurato ma i cinesi tengono fuori i 50 ricercatori francesi che dovevano accedervi secondo gli accordi stipulati da Parigi. I francesi subiscono uno scacco imprevisto ma nella vicenda si inseriscono da protagonisti gli americani: a guidare l’operazione-Wuhan è proprio Anthony Fauci, l’uomo che Trump qualche settimana fa voleva licenziare, capo da 40 anni della sanità americana, consigliere di tutti i presidenti a partire da Reagan. Un esperto di virus ma anche di potere.
Ed ecco la Wuhan Connection. Nel 2019 Anthony Fauci, come capo del National Institutes of Allergy and Infectious Disease (Niaid), finanzia con 3,7 milioni di dollari un progetto sui virus proprio a Wuhan. E non erano certo i primi finanziamenti Usa: negli anni precedenti erano già arrivati altri 7,4 milioni. La ricerca è diretta dalla capa del laboratorio P4 Shi Zheng Li, la «signora dei pipistrelli», specializzata a Montpellier e a Lione. Decorata con la Legione d’Onore insieme al capo di tutti i laboratori cinesi, Yuan Zhiming. Insomma gli americani avevano fregato ai francesi la «loro» migliore scienziata in materia di virus da pipistrelli.
La collaborazione Usa-Cina doveva continuare quest’anno con una ricerca su come mutano i coronavirus quando attaccano l’uomo. Il progetto a Wuhan della EcoHetalth Alliance è stato cancellato soltanto il 24 aprile scorso, quando Trump, Macron e Merkel hanno cominciato ad accusare Pechino, ma anche l’Oms, di scarsa trasparenza sui dati della pandemia.
Ma qui di trasparenza se n’è vista poca anche in Occidente. Diversi scienziati americani avevano criticato la collaborazione con i cinesi perché in alcuni casi implicava la manipolazione genetica dei virus e rischi di «fuga» dai laboratori.
Un’eventualità che l’epidemiologa americana Jonna Mazet esclude decisamente su Business Insider: «Non c’è stata nessuna falla nel laboratorio: io stessa ho collaborato con i cinesi sui protocolli di sicurezza». E aggiunge un’informazione preziosa: «Ho parlato con Shi Zheng Li (la signora dei pipistrelli n.d.r.) e mi ha assicurato che nessuno aveva identificato il Covid-19 prima dell’esplosione di questa epidemia».
Ma la stessa scienziata americana ammette che non ha mai visitato personalmente il laboratorio P4 di Wuhan. Come i francesi anche gli americani che finanziavano Wuhan, pur conoscendo personalmente gli scienziati cinesi, ci avevano messo il piede dentro una volta sola.
Il problema è che la Wuhan Connection è una bomba politica. E ci racconta una storia un po’ diversa da quella ufficiale: i francesi e successivamente gli americani volevano fare in Cina esperimenti ad alto rischio vietati o sui quali erano stati espressi seri dubbi per motivi di sicurezza.
Nel 2014 sotto pressione dell’amministrazione del presidente Barack Obama il NIH aveva sospeso alcuni tipi gli esperimenti in corso sui virus. Al termine della moratoria, nel dicembre del 2017, Fauci fa riprendere gli esperimenti di ingegneria genetica. Ma in segreto. Viene infatti convocato un comitato a porte chiuse per esaminare i rischi dell’operazione che incontra l’opposizione di diversi scienziati. E per aggirarla Fauci finanzia i cinesi.
Non possiamo sapere, al momento, cosa sia accaduto a Wuhan. Ma una cosa è certa: soltanto adesso, con la pandemia del Covid-19, è affiorata la storia inquietante della Wuhan Connection.
Ottima condivisione!
Articolo ripreso dal Manifesto a firma…. Di solito si virgoletta il testo scritto da altri. Strano che la blogger non l’abbia notato.
Sì, avevo capito che fosse un articolo di giornale, per questo ho risposto al signor Cecchini “ottima condivisione”, ma non avevo letto l’originale, quindi non ne conoscevo la fonte, grazie per l’indicazione. Diciamo che le virgolette per un giornalista che scriva un articolo basandosi su un testo non suo sono doverose, con il nome dell’autore, ma nei commenti non è obbligatorio metterle. Anche perché se il pezzo è on-line per approfondire è sufficiente un copia incolla su Google e compare subito tutto. Comunque nel caso di un commento è facile capire quando si tratta di un testo condiviso, anche senza le virgolette.
Valentina, ho indicato l’autore e il giornale, ma Walter Cadorin, ora Corvo, è sempre quello raccontato tempo fa da Andrea Maset. Da San Pietro di Feletto continua a dire, ora a gracchiare, come si fa. Patetico Corvo.
Perso per strada l’argomento e sfaccettature del suo articolo la Botteri. Sperando che vada in archivio presto nei quotidiani, c’è stato il colpo do coda: la figlia è assunta in una società cinese ! Siamo purtroppo abituati a queste cose. Di Maio nomina in una società pubblica un suo compagno di liceo in conflitto di interessi, tanto per dirne una. Tanti dicono che cambieremo dopo il Covid, cambierà l’organizzazione della società e del lavoro ecc. ecc. Ma non ci credo. Noi italiani abbiamo nel sangue la furbizia, il sapersi adattare alle varie situazioni, lindividualismo, e ci manca il senso dello Stato. Minoranze politiche e sociali che non avevano sbocchi prima, tentano di far risorgere dalle ceneri sono in testa in questo seducente: dopo cambierà tutto. E allora ecco Landini CGIL “ meno ore lavoro a parità di salrio”, Ecco la Greta, i vegani che, assieme a qualche cattolico, cercano spazi considerando il Covid una punizione divina. Ecco il concetto assistenziale e statalista che prende il sopravvento sul lavoro l’industria come strumenti per fare ricchezza da distribuire (cose non nuove da 60 anni dibattute). Ecco il porto di ricovero, la Cina (vorrei vedere gli italiani adottare lo stile di vita, il sistema di lavoro cinese) per chi ha perso il punto di riferimento Russia quo ante). Mi fermo e saluti
Leggo adesso il Cecchini che continua con le sue falsità sul mio conto, con i soliti argomenti e citazioni parziali, metodo sporco, e con le stesse parole e mai interagendo con me seriamente. E’ uno dei tre porcellini
Sì, in Italia manca proprio il senso dello Stato! Figurarsi, gli italiani non potrebbero nemmeno immaginare di vivere in un regime come quello cinese. L’Italia non ha ancora assimilato gli strascichi della caduta del Fascismo. Ha mai assistito a un dibattito fra un esponente di estrema destra e un esponente di estrema sinistra? Assistendo a una lite tra le due fazioni, la sensazione è che il tempo non sia mai passato, è come tornare negli anni ’40! Eppure sono ragazzi che anagraficamente non hanno proprio potuto vivere quelle esperienze. Gli studenti del’68 le vivevano attraverso i racconti dei genitori, la loro rabbia era ancora viva. Ora i bisnonni e i nonni che gli anni ’30 e ’40 li hanno vissuti sul serio non ci sono quasi più per raccontare ai nipoti quello che hanno passato. Nonostante questo le nuove generazioni più estremiste sembrano uscite loro stesse da quegli anni, che non hanno vissuto in prima persona.
Walter Cadorin da quando è stato raccontato da Andrea Maset non si firma più con nome e cognome, ma è diventato Corvo. Un Corvo che gracchia. Come lo hai ridotto, Andrea Maset!!!
Questa volta ha ragione Cecchini: ha indicato autore e giornale ed è la prima volta. Ha imparato.
Ho sbagliato.
E tutto perchè oramai non leggo più i suoi lunghi articoli inneggianti il regime non democratico Cina diviso anche lì, fra chi ha molto denaro e lusso e chi soffre nell’entroterra.
Ci sono tre elementi della storia italiana contemporanea che sono fondamentali: l’ Antifascismo, la Resistenza e la Costituzione repubblicana. Il libro Noi Partigiani, Memoriale della Resistenza italiana, di Laura Gnocchi e Gad Lerner è un contributo importante a non dimenticare Antifascismo, Resistenza che hanno prodotto la Costituzione italiana, che non è ancora realizzata per intero, anzi come Carla Nespolo dice nella prefazione alcuni diritti scritti nella Costituzione purtroppo sono stati traditi. I partigiani che hanno sconfitto il nazifascismo ancora in vita sono 5000, a loro è dedicato il libro. Questi 5000 erano ragazze e ragazzi che durante la Resistenza, trasformarono in lotta politica e militare il rigetto e lo sdegno verso il fascismo e portarono l’ Italia a sbarazzarsi dell’ ideologia e pratica aberrante e sanguinaria del fascismo.
Il progetto Noi partigiani è stato promosso dall’ ANPI con il contributo di SPI-CGIL. Il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto ha detto: “Noi pensiamo che questo progetto sia rilevante e ancor di più in un momento come quello attuale dove si stanno verificando manifestazioni pseudofasciste. …” Il libro è composto dalla trascrizione di una selezione di video-interviste, agli ultimi partigiani in vita che andranno a comporre un’ Archivio multimediale. Nel libro sono confluite 50 storie.
Corvo Cadorin di San Pietro di Feletto gracchioso gracchia su tutto,
Corvo Cadorin gracchioso continua a gracchiare.
Corvo Cadorin da San Pietro di Feletto gracchia su tutto ovunque. Si dubita che Corvo Cadorin da San Pietro di Feletto sia svolazzato oltre Conegliano negli Sati Uniti o in Cina.
*Qiao Collective è un collettivo di socialisti e comunisti cinesi figli della diaspora negli Stati Uniti. Lo scopo di Qiao Collective è di sfidare l’aggressione nordamericana alla Repubblica Popolare Cinese e di collegare la nascente sinistra americana con la sinistra della diaspora cinese, con la tradizione marxista cinese e col lavoro materiale e intellettuale dell’odierno anti-imperialismo.
La produzione statale socialista cinese e la cooperazione globale stanno dotando il pianeta di strumenti per combattere il coronavirus, offrendo la visione di un mondo senza l’egemonia occidentale.
Il 14 febbraio, proprio mentre i massicci sforzi del governo e della popolazione cinese iniziavano a limitare i nuovi casi di COVID-19 in Cina, i leader del mondo occidentale si riunivano per l’annuale Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Forum di lunga data il cui scopo è sostenere le branche istituzionali dell’egemonia occidentale – le Nazioni Unite, l’Unione europea e la NATO -, l’incontro di quest’anno è stato invece segnato da un senso di declino imminente. Il tema della conferenza del 2020, “Occidentalità“, ha segnato l’ambivalenza dei leader occidentali nei confronti del progetto dell’Occidente stesso. Divisi al loro interno dal ripiego verso i nazionalismi populisti e costretti ad affrontare la sfida esterna di una “Cina in ascesa”, gli architetti dell’Occidente sembrano sempre più consapevoli della possibilità della propria obsolescenza. La questione sul tavolo: qual è il futuro di un Occidente diviso che, secondo le parole degli organizzatori della conferenza, “sembra ritirarsi dalla scena globale?”
La conferenza è stata dominata da due visioni contrastanti, articolate dai discorsi divergenti pronunciati dal Segretario di Stato americano Mike Pompeo e dal Ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Mentre Pompeo ha descritto una visione da neo-guerra fredda a somma zero in cui “l’Occidente sta vincendo” di fronte a un “Partito comunista cinese sempre più aggressivo”, Wang ha scongiurato i suoi pari di “trascendere la divergenza Est-Ovest e la divisione Nord-Sud “, articolando la visione cinese di un multilateralismo che “sostiene l’eguale diritto allo sviluppo condiviso da tutti i paesi“.
Analisi impeccabile. C’è stata un’età dell’oro in cui gli Stati Uniti rappresentavano un modello universale da seguire, veicolato dalla radio, dalla televisione, dalla letteratura, dal cinema e soprattutto dalla pubblicità, sovente autocelebrativa. Ma complici le clamorose disfatte militari dal Vietnam in poi, questo modello si è via via sgretolato, gli U.S.A. faticano ad accettare la fine della loro egemonia, la Cina scalpita e avanza in svariati settori strategici, primo fra tutti quello tecnologico. Essendo in difficoltà, l’America attacca il regime cinese, ma come scrisse Oriana Fallaci in un altro contesto, la democrazia non è un pezzo di cioccolata che puoi regalare: non a tutti interessa mangiarla.
La giornalista Giovanna Botteri va anche difesa in nome della libertà di stampa. I suoi servizi dalla Cina sono, nel limite della ragionevolezza, corretti, ma hanno scatenato le ire del senatore Maurizio Gasparri, che l’ha accusata di inneggiare alla Cina di Xi e vorrebbe censurarla.
Concordo su tutta la linea, se pensiamo che la Rai e Mediaset oramai costituiscono un unicum (bisogna pensare al fatto che anche Fazio e la Littizzetto hanno ironizzato sulla Botteri), la strumentalizzazione a fini politici di un attacco apparentemente personale è dietro l’angolo. Le affermazioni di Gasparri mi hanno lasciata sgomenta (come molte altre sue uscite nel corso degli anni), la libertà di stampa è un diritto fondamentale e inviolabile. L’Usigrai ha parlato di bavaglio.
“Prima di impugnare il cucchiaio, il contadino cominciava col farsi il segno della croce e con questo solo gesto riflesso si legava alla terra e al cielo, al passato e al futuro”.
“Di fronte a un’altra guerra, l’immane catastrofe della seconda guerra mondiale, Boris Pasternak ebbe un’ulteriore intuizione, la lucida percezione del “benefico”, per quanto terrificante, urto della realtà, affinché un intero paese potesse riprendersi dall’ipnosi dell’ideologia in cui era vissuto per decenni. In maggio ricorreranno i sessant’anni dalla morte dello scrittore, letteralmente “bruciato” (come avrebbe detto una grande amica, la pianista Marija Judina) dalla spietata caccia all’uomo riservatagli dopo la pubblicazione del Dottor Živago e l’assegnazione del Nobel “
Condivisione preziosa, la sua: i misfatti del regime totalitario e l’occasione, per mezzo della tragicità della pandemia, di “aprire gli occhi”, attraverso lo sguardo sempre attuale di
Sinjavskij e Pasternak. Ottimo articolo, che io stessa avevo letto su Sussidiario.net!
Brava e io l’ho ripreso e pubblicato !
A proposito di “sinistri” Veltroni dopo la caduta del muro disse che lui Marx non l’aveva mai letto ! Però la formazione culturale era quella comunista. (che poi Marx comunista non è mai stato e oggi non sarebbe neanche, filocinese, porto dei delusi di allora). Lo si capiva da come si poneva nei vari problemi e interventi.
Beh, Marx ha scritto con Engels Il Manifesto del Partito Comunista, quindi le mani in pasta le aveva eccome. Un comunista che non abbia letto Marx è difficile da immaginare, sarebbe come ipotizzare un mondo in cui un sacerdote non sia tenuto a leggere Antico e Nuovo Testamento. Penso che Veltroni poi abbia colmato la stravagante lacuna, perché di tanto in tanto citava Marx. Caso diverso è quello di Nietzsche, la cui opera è stata manipolata, saccheggiata e utilizzata per gli scopi turpissimi che conosciamo senza che lui ne avesse la minima idea.
Corvo Cadorin gracchia su tutto.
Karl Marx è stato un filosofo, un economista, un sociologo ma soprattutto un rivoluzionario. Marx è tra gli antesignani del “comunismo” moderno; per il filosofo il comunismo ha sempre assunto il forte significato di liberazione, liberazione del proletariato dalle catene dello sfruttamento e quindi liberazione di tutta l’umanità dagli ingiusti rapporti “sociali”. Il pensiero di Marx è stato il punto di partenza del più grande movimento sociale e politico che mai la storia abbia conosciuto.
Indubbiamente! Appunto ritengo che sia una lettura doverosa da parte di chi si approccia a una determinata linea politica. Io stessa, nonostante non abbia seguito quella corrente, fin dal Liceo ho letto alcune opere di Marx e ci ho riflettuto a lungo.
Valentina, vi è un breve periodo della vita di Karl Marx che mi attira. E’ il suo soggiorno ad Algeri da febbraio a maggio del 1882 per ragioni di salute. In quel periodo più che il Marx teorico e politico fu il Marx uomo.
Bellissimo questo suo pensiero, anche a me piace “conoscere” gli autori e le autrici, al di là della loro opera. Colgo l’occasione per dirle che la mia tesi di laurea, in Letteratura Francese, verteva su Assia Djebar e la condizione della donna algerina.
Assia Djebar, scrittrice, femminista e militante per l’indipendenza del proprio paese, l’Algeria.
Che tristezza, che dire poi del povero Bubu Burioni definito esperto nonché sostenitore del cosidetto “patto trasversale della siensa” che dopo aver giocato un ruolo importante nell’ introdurre l’obbligo pluri-vaccinale neonatale targato Lorenzin ha dovuto chiudere vari profili social per eccesso di estimatori che si sperticavano a rinfacciargli le lodi.
Del resto Bubu, eccellendo in comparsate TV forse non ha avuto modo di riflettere quando il 2 febbraio disse che “in Italia il rischio era zero”.
https://www.corriereadriatico.it/AMP/attualita/ultime_notizie_coronavirus_burioni_rischio_zero_italia_ho_detto_2_febbraio_non_un_veggente-5136859.html
Forse la gente che insulta sui social non studia medicina ma nemmeno Burioni é un virologo come viene dipinto dai media, se poi scrive un libro intitolato “VIRUS dal Coronavirus alla Peste” anch’io che non sono medico mi posso informare che la Peste è batterica ed è avvenuta ben prima del Coronavirus e non viceversa…
E così ogni attore della FakeNewsCorporation ha un corollario di entropia bufalina che mi fa più che altro pensare che la tascforz filogovernativa formata da capitalisti in odor di conflitto d’interesse ci abbia rubato il minimo lume di illusione democratica rimasta in questo povero paese e dunque la gente lancia gli strali verso chi continua a galleggiare impunemente e lautamente rimpinguato tipo Fazio nello show business..É ovvio…
Esattamente, Burioni si era espresso proprio in questi termini. D’altronde anche Zingaretti e Scanzi avevano inizialmente sottovalutato la questione, ho volutamente citato tre esempi rispettivamente in ambito medico, politico e giornalistico per sottolineare l’incertezza in cui gravitavamo agli albori del dramma. Tutti loro hanno successivamente colto la gravità della situazione, soprattutto Zingaretti, che purtroppo era stato contagiato. Per quanto mi riguarda, non essendo medico, cercavo e cerco tutt’ora di confrontare le fonti scientifiche a disposizione dei cittadini, leggendo molti articoli e aspettando l’evolversi della situazione con estrema prudenza. Pur non condividendo le critiche mosse nei confronti dei personaggi televisivi accusati di percepire cachet esagerati mi metto nei panni di chi è rimasto senza lavoro o nei casi peggiori senza risorse e comprendo le ragioni di tali sentimenti.
Guardi Egr. Piovesan, che anche il governo cinese all’ inizio “aveva sottovalutato la questione”. Per non dire dell’ inglese Boris e di Donald e di altri leader ancora…
Altroché se ha ragione! Più che sottovalutato, direi proprio insabbiato. Johnson ha pagato lo scotto della sua posizione, diventando vittima del contagio. The Donald, come lo chiamava la granitica Ivana, ultimamente non ne azzecca una, in primis dal punto di vista mediatico. Ma io e Denisio dissertavamo dell’Italia.
Non volevo porre l’attenzione su chi aveva beffato meglio il destino fin dall’inizio, dovrei iniziare con il Kim-Jong-un nazionale che avendo sottoscritto il 31 gennaio lo stato d’emergenza di fatto ha bluffato (non trovo termine più eufemistico) con noi per una ventina di giorni… quando si parla di giustizia non si può stare indifferenti ma la cosa più paradossale è che in Korea del Nord, pardon nel sedicente bel paese si siano poi adottate le misure più draconiane in assoluto nel mondo per ottenere risultati complessivi non migliori del Regno Unito o della Germania, che ha fatto un paio di settimane di chiusura leggera e a Pasqua la gente già stava allegramente sulla riva del lago a chiacchierare senza guanti, maschere ne amuchina. Idem New York oggi esibiva un central Park colmo di terzetti e coppie sdraiati a godere il sole.
https://www.washingtontimes.com/news/2020/apr/28/coronavirus-hype-biggest-political-hoax-in-history/
Purtroppo la Botteri non fa per noi questo tipo di giornalismo, temo che il suo trasferimento da NY a Pekin voglia significare una specie di semaforo verde a favore della Cina, quello che di fatto ha voluto il Globalismo, l’europeismo e la moderna religione del mercenariato econocentrico e demoniocratico, scusatemi, non ho mai avuto problemi a dire quello che penso e la Botteri non mi è mai parsa nulla di che come intellettuale, giornalista però giuro che non ho mai gettato insulti su di lei su un social, non ho proprio mai visitato il suo profilo, e mai ho avuto un moto di curiosità, mi sono perso qualcosa?
Ad ogni modo oggi la terapia contro il batvirus esiste con un’ottima efficacia:
https://youtu.be/JZ7Ds0gS7CY
Temo soltanto che Kim & Bill continuino a giocare.
Esattamente, tentare di capire chi abbia sbagliato o nascosto per primo cosa è una questione di lana caprina. Diciamo che un giornalista, per come vedo io la faccenda, dovrebbe essere imparziale. Un corrispondente estero o di guerra è necessario perché occorre avere un baluardo, una finestra sulle zone calde del mondo. Un inviato non dovrebbe giammai essere schierato a favore della realtà che deve documentare, il suo compito, a parer mio, è riferire ciò che succede e basta. La Botteri è un’ottima giornalista, poiché si trova a Pechino è nell’occhio del ciclone, è sotto la lente d’ingrandimento dei mass-media che a corto d’idee attingono dal popolo dei social network, cavalcando gli umori degli utenti che hanno cominciato a ironizzare sulla sua persona, probabilmente stanchi di concentrarsi sulla questione Covid-19. Anche l’infodemia è colpevole in tutto ciò, la popolazione è esposta a una quantità sproporzionata di sovrainformazione che a un certo punto tracima come un fiume melmoso. Vergognoso è che la televisione si faccia portavoce dei bassifondi del web, quando il suo compito dovrebbe essere quello di elevare lo spettatore. La TV da maestra si fa alunna sconsiderata, come la Monaca di Monza che oppressa dalla propria condizione si mette a giocare con le allieve esacerbando i loro giochi innocui, fino a stravolgerli e a renderli in qualche modo crudeli.
Carissima, io non credo che sia questione di “lana caprina”, se le parole hanno un significato, questo lassismo, questo abissale lasco interpretativo tra il concetto “stato d’emergenza” e “questioni di lana caprina” è la denuncia della deriva morale, dell’omertà, dell’inettitudine. Non è “lana caprina”, stato d’emergenza significa questione di vita o di morte, cosa che a posteriori si è rivelata meno drammatica dal punto di vista sanitario ma molto più drammatica dal punto di vista politico. L’Italia è arrivata ad annullare l’ordinamento dello stato per mano di un dittatore. C’è gente che si è lanciata fatalmente dalla finestra per la disperazione e chi è stato brutalmente trascinato in ospedale per un TSO per aver urlato la sua disapprovazione verso misure indubbiamente insensate. Non so se avrai voglia di affrontare la realta:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2914583191922505&id=100001125593096?sfnsn=scwspwa&extid=4tTekaR5zSlROp2Z
Lo stesso Sgarbi si è espresso insieme a giudici, medici, avvocati, contro questa dittatura. Per concludere dire di uno che è un “ottima giornalista” per me significa nulla, il pubblico uno se lo costruisce e se non ci riesce VOX POPULI, VOX DEI.
Ecco io dico che Francesca Salvador è una vera divulgatrice sulla base di quanto ha saputo presentare al pubblico negli anni, un pubblico ristretto per un contenuto controcorrente che si rivela molto meno insensato di gran parte delle FakeNews che si sentono l’ha esposta a critiche di gente che non sapeva argomentare portando argomenti ma sparava a zero come Michele Bastanzetti che sorprendentemente oggi si vede allo specchio e si autocritica criticando gli insolenti. Queste sono questioni importanti per la morale.
Io ho scritto che tentare di capire chi abbia insabbiato o sbagliato cosa per primo, riferendomi alle Nazioni, naturalmente, è una questione di lana caprina: difficilmente se ne arriverà a capo. Cina e Stati Uniti ne sono un esempio, con le loro pubbliche, reciproche accuse. Riguardo alla dittatura, se vivessimo in un regime né tu né io potremmo scrivere i nostri pensieri, come stiamo facendo ora. Ti consiglio di rilassarti, di continuare a leggere quello che leggi abitualmente, informandoti come meglio ritieni opportuno, altrettanto farò io, fedele alla mia etica. Io non seguo il Blog della signora Salvador e non so darti un parere in merito, io scrivo di donne, scuola, ambiente, patrimonio culturale, comprenderai che abbiamo due contenitori virtuali diversi. Sgarbi non lo seguo ma ho visto alcuni suoi contenuti pubblicati da lui medesimo su YouTube, ByoBlu compreso: non condivido la sua linea di pensiero. Inoltre non capisco cosa c’entri il signor Bastanzetti, io mi occupo solo di ciò che scrive nel mio Blog e lo trovo anche simpatico, nonostante il 99% delle volte la pensi diversamente da me, eh. Sono vicina alle persone che soffrono e che hanno perso tutto, è doveroso mantenere la testa sulle spalle, soprattutto per rispetto nei loro confronti e anche per rispetto del personale medico-sanitario e di chi ci garantisce i servizi essenziali.
Oltretutto ci tengo a sottolineare che chiunque scriva su un Blog è soggetto a commenti che disapprovano la linea di pensiero dell’autore. Funziona così: io accetto pareri e opinioni diverse dalle mie, confrontandomi con esse. Ma non me la prendo se qualcuno la pensa diversamente da me, mi infervoro certamente per le cause che mi stanno a cuore e di cui scrivo ma se qualcuno ha opinioni diverse dalle mie non me ne faccio un cruccio, sono una sorta di lady di ferro delle blogger (ovviamente sono ironica). Io credo che tu abbia più o meno la mia età, quindi siamo adulti, è necessario capire che il mondo è fatto di una moltitudine di pareri e pensieri con cui ci dobbiamo confrontare. Fa parte della vita.
Personalmente seguendo varie piste ho travalicato il concetto di nazione come origine delle nostre disgrazie, esistono comprovate manifestazioni di gruppi che agiscono in maniera trasversale agli stati, non è complottisti come dice qualche “simpatico” buontempone, sono fatti ampiamente dimostrati in tutto il mondo.
Quando succede che qualcuno di essi abusa della creduloneria popolare succede che ci si trova in dittatura senza nemmeno rendersene conto:
https://www.quotidianogiuridico.it/documents/2020/03/20/decreto-cura-italia-requisizioni-in-uso-o-in-proprieta-contratti-e-tutela-giurisdizionale
Ogni riferimento a fatti e cose realmente accaduti non è puramente casuale!
Felice risveglio. ?
“Il sonno della ragione genera mostri”. Nel mio caso mi tengo aggiornata anche sulle teorie definite complottiste, prima di accettare o rifiutare un’idea bisogna sempre studiarla. Per esempio in linea di massima non sono d’accordo sulle teorie esposte da ByoBlu, eppure il canale ospita Manlio Dinucci, un giornalista che io ammiro profondamente. E i suoi interventi non li perdo. Per quanto riguarda la dittatura, io depenno dalla mia lista di mete turistiche i luoghi in cui i diritti umani vengono calpestati. Avranno giammai il mio denaro: per questo motivo non vedrò mai alcuni siti archeologici e geologici che sognavo di visitare.
Ma sul serio è sorta una querelle Botteri-Hunzicher? Con tutti i problemi che ci son in giro!
D’ altronde è noto che certi “casi” si crean solo grazie ai boccaloni che li seguono.
Proprio così, diciamo che tale risonanza mediatica è forse dettata dal delicatissimo momento storico in cui viviamo, che tende a esacerbare determinati sentimenti. Coloro i quali non leggono il sottotesto della rappresentazione della donna da parte dei mass-media (la Botteri medesima ha sollevato la questione), parlo dei moderati, però, non dei biechi individui che sfruttano la situazione per ingiuriare Michelle Hunziker con commenti sessisti e misogini, probabilmente si appassionano all’argomento per evadere dalla drammaticità degli eventi in corso.
Posso dire che già 900 parole per parlare di questo fatto, 4 minuti almeno di lettura, sono tanti ? Che vedendo la Botteri e considerandola una brava giornalista, schierata e a Pechino per certi motivi, mi sono chiesto più volte perchè “semplice e uguale sempre” ? Invece la si butta, l’osservazione, ne parlano “perché è donna” !
Se la sua personalità, la Botteri, la porta al nero svasato sul davanti, prendiamone atto ma lasciate che se ne discuta, non avendo altro da fare, in quarantena. E un certo femminismo di ritorno potrebbe far parte del gioco come anche la trascuratezza, i non colori, il non sorriso. Siamo in Cina.
Beh, ammetterà anche lei che le donne esposte mediaticamente sono più soggette a critiche e commenti di carattere estetico. Mi permetta un’osservazione apparentemente scherzosa, una piccola celia: generalmente ai matrimoni son tutti in attesa di vedere la sposa, lo sposo, poveretto, fa la comparsa. Certamente, alcune donne sfoggiano con orgoglio un look semplice infischiandosene dei canoni estetici anche in nome di una visione “femminista” della questione (colloco il termine fra virgolette poiché è un concetto molto complesso e non univoco, quello di “femminismo”). La Cina, oltre al grigiore da lei ricordato (ha perfettamente ragione a sottolinearlo), rievoca nella mia memoria anche i meravigliosi colori delle sete preziose: me la figuro proprio come lo Yin e lo Yang.
Valentina, il mondo è fatto di immagini elaborate, sacre con ori e cinesi con maschere. Lei si è fatta fotografare con il basco e capelli in parte per dare sequenza alla personalità. La Botteri è andata da Fazio con il rossetto sulle labbra e un sorriso, perchè ? Esiste la bellezza e bruttezza (di aspetto) e su queste si danno voti e in particolare sulle donne. La sposa ? Certo la si guarda più che lo sposo (in altri tempi) e perchè la vestizione è più elaborata appunto per attrarre. In Cina e Russia c’è stato un momento in cui vestivano tutti uguali, la divisa ideologica.
Insomma il Botteri-Hunzicher è solo una manifestazione “capitalista” che però, vedo, agita i sinistri che non hanno altro da fare. Italia con la Cina o restiamo con gli Usa ? Ma la Cina è ancora comunista, dopo che sta invadendo il mondo per scopi non ideologici ma liberisti ?
Reputo il Comunismo un’utopia pericolosa e demagogica, fortunatamente estinta, senza contare che alla fine il “tutti uguali” vale solo alla base della piramide, al vertice di essa il discorso è ben diverso, la Storia ce lo ha dimostrato. Il mio basco lo indosso come potrebbe fare un’artista, non ha finalità politiche. Nonostante io sia una collezionista di copricapi, ammetto che il basco è il mio preferito. Sì, io esprimo la mia personalità anche attraverso l’abbigliamento e gli accessori, mi piace utilizzare la mia immagine come un’estensione del mio pensiero e ho uno stile tutto mio.
Ammiro J.F. Kennedy. La Storia della Cina la conosciamo, purtroppo. L’Italia economicamente parlando sta con la Cina, che nel Capitalismo si crogiola, militarmente con gli U.S.A., che nel Capitalismo si crogiolano ugualmente. Gli Stati Uniti temono assai il gigante cinese. In tutto questo non scordiamoci dell’India. Che dire poi della Russia, dalla quale dipendiamo per il gas? L’Europa sta a guardare, come un’anziana ex stella del teatro che vive di ricordi. Unico guizzo, quello tedesco, ma la Germania è irriducibile, si sa. La Gran Bretagna ci ha bellamente scaricati col suo “gran rifiuto”, che non fece per viltade, ma per tornaconto.
Corvo Cadorin gracchia sempre ed ovunque
Ribattere a voi due è facile visto che o scappate da problemi seri non avendo niente da contrapporre se non vecchie idee sinistrorse magari edulcorate. E poi ripetete sempre gli stessi concetti con le stesse parole.
Avete perso.
Se con “voi due” intendeva includere anche me, ci tengo a precisare che non sono affatto di sinistra. Voto in base al programma politico, le casacche non mi riguardano.
Walter CadorIn, ora Corvo, è sempre quello raccontato tempo fa da Andrea Maset : Siamo veramente all’assurdo, un uomo come il sig.Cadorin e a Conegliano lo conosciamo molto bene, che critica a destra e a sinistra cercando di insegnarci come dobbiamo comportarci ha del ridicolo . .. Cosa hai fatto Andrea Maset? Hai ridotto il Cadorin a un Corvo che gracchia senza tregua.
Ottima nota.
Grazie mille, sono felice di ritrovarla fra i miei lettori!