Si sta come in primavera sugli alberi le rondini: il grido silenzioso degli artigiani e dei commercianti itineranti
“Vento dall’Est, la nebbia è là… Qualcosa di strano fra poco accadrà!”
Nonostante io sia una creatura autunnale, crepuscolare, attendo con ansia l’arrivo della primavera per abbeverarmi alla gioiosa fonte dei Festival, dei Mercatini, delle Fiere.
In primo luogo perché amo la musica, linfa della mia esistenza, ordunque talune manifestazioni mi permettono di assecondare le mie passioni che comprendono melodie Metal e Folk non sempre amate e conosciute dal vasto pubblico.
In secondo luogo perché ho l’occasione di rivedere loro, gli artigiani e i commercianti itineranti che con i loro manufatti mi permettono di esprimere la mia personalità: orecchini sapientemente cesellati, borse in cuoio finemente lavorate, cofanetti in legno pazientemente intagliati, ma anche tè e tisane, bevande particolari dai nomi fiabeschi e articoli, anche Fantasy, di difficile reperibilità in Italia, entrano a far parte della mia vita come oggetti caratteristici della mia identità, come estensione del mio Io.
Sono prodotti che nulla hanno a che vedere con l’usuale compravendita a cui siamo abituati, quella del mero “Do ut des“: scelgo, vado in cassa, pago, mi dai la merce e chi s’è visto s’è visto.
Si tratta di un vero e proprio rituale, che comprende l’ingresso nelle aree preposte, sovente immerse nel verde, magari con sentieri segnalati dalle candele, che di notte sembrano fuochi fatui in un bosco, la progressiva scoperta degli stand, che sembrano più le botteghe di Diagon Alley (ma anche quelle di Knockturn Alley) uscite dalla penna di J.K. Rowling, con i loro articoli di ogni sorta, anche bizzarri, con i loro profumi, con i loro colori.
Sovente è un ritrovarsi con “rondini” ormai amiche però non si può avere la certezza che quell’arrivederci non si trasformerà in un addio: non è detto che l’anno successivo tu possa ritrovare lo stesso artigiano con cui avevi conversato e riso, che ti aveva venduto una piccola, grande “poesia”.
Ma nel 2020 il rito non si celebrerà, le “rondini” non faranno ritorno perché l’emergenza Covid-19 ha spazzato via questa speranza: non ci sono le condizioni di sicurezza per queste manifestazioni, né al chiuso, né all’aperto. Ma anche se il Governo desse il via libera, le misure necessarie sarebbero troppo stringenti.
Ecco la testimonianza di Stefania Bonetti, organizzatrice di Strigarium (presente su Facebook con la pagina Strigarium Official), Festival in Provincia di Bergamo che è stato selezionato tra i 30 migliori eventi del “Salone delle Eccellenze del Territorio” per il concorso “Premio Paesi in festa 2015” che hanno saputo valorizzare il proprio territorio dal punto di vista artistico, storico culturale e paesaggistico: “La mia paura è che anche se dovessero dare il via alle feste, siano comunque vincolate da un’organizzazione maggiore e anche una spesa maggiore e quindi secondo me le realtà come Strigarium, come tante altre feste che non vivono su fondi statali, regionali, ma sulle tasche proprie, vanno a morire“.
Straordinari gli artigiani e i commercianti itineranti presenti allo Strigarium, come Sabrina, che realizza meravigliosi acchiappasogni e Mary Gottardo, commerciante itinerante, titolare de La Creatività di Margot (su Facebook col medesimo nome), realtà itinerante che gestisce col marito Dany Lima.
Quella di Mary e di suo marito Daniele è una storia di resilienza; dopo un’esperienza in fabbrica di 30 anni, trovandosi entrambi senza un’occupazione, con i soldi della mobilità hanno aperto nel 2015 una Partita Iva per poter fare mercati: “Non voglio lamentele, non voglio neanche aiuti, sinceramente, voglio solo poter lavorare, che ci diano un’opportunità […] Io non voglio che tutto questo muoia, voglio che siamo anche noi delle voci ascoltate e non lasciati così […] Noi in fin dei conti realizziamo sogni“.
Sì, sogni: un cappello lavorato a maglia con le sembianze di Yoda, l’orologio del Bianconiglio, Nenya, l’anello di Galadriel, una lanterna a forma di casetta di gnomo, un mantello degno di Jadis, la Bacchetta di Sambuco, le bisacce de La Compagnia dell’Anello, tutto quello che l’immaginazione possa generare a un tratto è a portata di mano.
Ma i nostri sogni devono attendere come sospesi tra cielo e terra, perché i Festival non potranno più tornare quelli di prima, fra gli obblighi stringenti e le pesanti restrizioni, tra le quali l’impossibilità stessa di ospitare i concerti, essenza stessa delle manifestazioni estive. Oltretutto in assenza di precise direttive del Governo, gli oneri dell’organizzazione degli eventi, che per questioni di sicurezza andrebbero totalmente ripianificati, graverebbero in ogni caso sulle spalle degli organizzatori, che non sempre riuscirebbero a ottemperare ai requisiti necessari.
Mary prosegue: “Mi hanno dato i 600 Euro perché sono Partita Iva, però adesso devo pagare l’F24 e saranno 700/800 Euro e così ogni 3 mesi, il Governo me li chiede […] Il Primo di gennaio, addirittura, avevo un registratore di cassa comprato l’anno scorso e me l’hanno bloccato perché dovevo comprare quello nuovo. E così l’ho comprato”.
C’è anche la significativa testimonianza dell’artigiano Michele Magi (la sua pagina Facebook è Borsaro Nero): “I mercati sono realtà antiche quanto le città, quanto i borghi. Da sempre in ogni luogo ci sono stati i mercati e sono sopravvissuti a tutte le evoluzioni dell’uomo, all’evoluzione tecnologica. Tutt’oggi comunque ci sono i mercati, c’è un rapporto ancestrale con l’uomo e quindi malgrado tutto, malgrado anche questa ennesima dura prova, son sicuro che i mercati torneranno ad essere attrattiva. Però vorrei anche parlare dell’estrema difficoltà che il settore nostro si trova a passare adesso perché più di ogni altro è colpito da questa cosa per il fatto che appunto dovendo evitare gli assembramenti siamo quelli che apriranno per ultimi e quando apriremo noi sarà finita la stagione, per cui non solo salteremo l’estate fonte di profitto per tutti quelli che fan mercati, dovremo superare anche l’autunno senza mercati, sperando che a Natale si possa ricominciare. Già siamo gente che vive con poco. Ci togli anche quel poco. È veramente dura”.
Michele Magi, come già accennato poc’anzi, è un artigiano che potevamo ritrovare con la sua maestria nell’ambito della manifestazione Artigianato Vivo, tuttavia la Pro Loco di Cison di Valmarino ha annunciato a malincuore la cancellazione dell’amatissimo appuntamento estivo a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso, dando l’arrivederci al 2021.
Le date e i programmi previsti per tutti gli eventi che si sarebbero dovuti tenere sul nostro Territorio sono di fatto da ritenersi non validi fino a nuovo ordine e questo vale sia per le piccole sagre che per le grandi manifestazioni culturali e sociali. Anche le Fiere del Fumetto ne pagheranno lo scotto: eventi come San Donà Fumetto, che oltre a essere un evento irrinunciabile per i patiti (come la sottoscritta), garantiva agli standisti un posto con una cifra onestissima (cosa non scontata perché a volte l’adesione a un evento significa un esborso economico che non garantisce sempre un tornaconto), non ci saranno.
Tutto ciò, oltre ad avere ripercussioni sugli organizzatori, sugli standisti, sugli artisti, va a piegare anche la resistenza dei fornitori locali.
In questo limbo di “zero aiuti, zero prospettive”, la risposta dello Stato non deve farsi attendere, perché c’è chi nei sei mesi di fuoco tra aprile a settembre porta a casa il necessario per sopravvivere per un anno intero.
Ma non si tratta solo di questo. C’è in gioco una scelta di vita, un ponte che collega passato e futuro, la tradizione con la modernità, una dolce, sottile, antica malinconia tzigana tra le pieghe della modernità meccanica e fredda che sarebbe delittuoso perdere, o peggio, gettare alle ortiche.
Questo piccolo mondo antico e molto di più, in un eterno ritorno che vola da noi sulle ali delle “rondini”.
Ecco a voi le parole di Michele Magi, condivise sulla sua pagina Facebook Borsaro Nero, che ho deciso di riportare integralmente, così come le testimonianze che avete letto in precedenza:
“Aprile 2020. Come le rondini, di questi tempi, noi si cominciava ad arrivare. A piccoli gruppi, sempre più folti, in piccoli borghi, per qualche sagra o un patrono, un festival geniale o un altro più sfigato ma…cosa vuoi? Ci si prova! O nelle città, dalle più piccole alle metropoli, nelle isole, su per i monti e poi giù lungo la riviera.
Col caldo che avanza, avanzavamo anche noi. Ci vedevi arrivare coi furgoni scassati, coi camper colorati, coi nostri gazebo, le prolunghe, i pesi, i tavoli pieghevoli e bauli di colori e fantasia e casse di euforia e testardaggine, la musica, il vino, gli abbracci…il bar.
I baristi son sempre i primi a vederci arrivare, come la gattara con le rondini. Spesso si diventa amici coi baristi, altre volte meno ma noi, come le rondini col nido, ogni anno torniamo sempre lì, allo stesso bar. E poi la musica, le chiacchiere nei tempi morti, le dritte sussurrate, le risate sguaiate, i nuovi espositori da banco rigorosamente artigianali anch’essi, i racconti dei viaggi fatti o mancati, un altro bicchier di vino, una fetta di salame, no grazie non mangio carne, ma questo è de mi nonno, allora giusto una, un’altra capatina al bar.
Eppoi iniziava la festa. E per ore restavamo incastonati nei nostri banchetti colorati, che per noi erano casa, bottega, riparo…talvolta anche camera da letto per la notte. E parlavamo, spiegavamo, contrattavamo, ridevamo con la gente che sfilava da un banco all’altro, avanti e indietro a toccare, provare, tirare il prezzo, complimentarsi, stringer mani, fare battute, ammirata, annoiata, indifferente, esaltata, ubriaca, stanca allegra, scoionata. Una sbronza di folla concentrata in poche ore, in pochi giorni, in una stagione, che poi, per i mesi a venire, avevi solo voglia di startene in solitudine a casetta tua o chiuso in laboratorio a fare, brigare, costruire, inventare, preparare per la stagione successiva.
Viviamo di cicli e stagioni noi. Andiamo e torniamo. Per un giorno, un fine settimana o poco più di solito. Alcuni si fermano per tutta la stagione, ma nel cuore restano itineranti, passeggeri… come le rondini che quando arrivano ti sorprende sempre vederle e poi piano piano ci fai l’abitudine e quasi dimentichi che un giorno, d’un tratto, ogni anno, se ne volano via. Ti fa un po’ tristezza ma sai che il prossimo anno, d’incanto, torneranno a stridere, volare, armeggiare, volteggiare tra quei nidi rimasti vuoti.
Ma quest’anno no.
Quest’anno noi artigiani, itineranti, mercatari non torneremo nelle vostre piazze, a trasformare le vostre vie, i vicoli, gli slarghi delle strade, le facciate delle case che affacciano sul mercato. Resteremo a casa anche noi. Col cuore gonfio, le ali pesanti, la preoccupazione, il dispiacere e il groppo in gola. Cerchiamo di farci notare in rete, per non scomparire, per sopravvivere, per tirare avanti sperando di arrivare alla prossima stagione, sperando che tutto questo passi una volta per tutte. Ma noi non siamo uccelli da voliera, a noi piace volare liberi, tornare nei vostri luoghi, ai nostri bar, piantare il gazebo e riempirlo di sogni, i nostri. Ci piace guardare negli occhi chi li compra, scambiare un sorriso, bearci della vostra ammirazione e intascare i complimenti. Ci piace tornare ai nidi lasciati la stagione precedente, incontrare di nuovo i colleghi, gli amici e farci un voletto assieme per qualche giorno e poi ripartire per altre piazze. In movimento costante e frenetico. Insaziabili, irrequieti, spinti impulsivamente alla ricerca di altri posti.
Ci mancherete gente. Vi mancheremo. Restiamo fiduciosi che sia solo una pausa, per una volta sola e che alla prossima stagione ci riabbracceremo con più entusiasmo. Per quest’anno, almeno, pensateci un pochino quando arriveranno le rondini.
Alla prossima!
Che altro aggiungere?
“Vento dall’Est, la nebbia è la… Qualcosa di strano fra poco accadrà. Troppo difficile capire cos’è. Ma penso che un ospite arrivi per me”.
5 sommesse domande sul caso di Silvia Romano di Marinella Correggia, 11 maggio 2020
In margine al ritorno in patria della ragazza milanese Silvia Romano rapita in Kenya, dopo i baci e gli abbracci, gli inchini profondi di suo padre e le mascherine tricolori di ministri, la conversione all’islam (sindrome di Stoccolma?), alcune sommesse domande paiono legittime.
1. Quanti africani saranno uccisi dai jihadisti con i soldi italiani di un ennesimo riscatto? Perché poi i cocci rimangono sempre là, in questo caso in Africa, dove ne hanno già tanti. Ecco un’utile lettura: https://www.themisemetis.com/comunicazione/silvia-romano-riscattata-conte-berlusconi/5004/.
2. Se si vuole operare una vera restituzione internazionale (visto il debito coloniale e post-coloniale maturato dall’Occidente), perché non si dà lavoro al personale locale? Dappertutto in Africa ci sono tante persone davvero competenti (e di certo in grado di gestire una scuola materna). E in Africa ci sono, certo, anche stranieri, ma che operano in loco da tempo e bene; missionari o laici che siano (e volontari o cooperanti). C’è proprio bisogno di nuovi arrivi di principianti che poi, come successo in passato in paesi mediorientali come Siria e Iraq (e in Africa con turisti) devono essere liberati?
3. Quanti favori dovrà restituire l’Italia al turco Erdogan visto che sono stati i servizi segreti turchi a fare da tramite per il riscatto e il successivo rilascio della Romano nel Corno d’Africa? Di certo non basterà la pubblicità al regime di Ankara grazie al giubbotto antiproiettile delle forze speciali turche (che vedete nella foto).
4. E appunto: come mai in Africa la collaborazione è venuta da Ankara? Chiarissimo: https://it.insideover.com/politica/erdogan-africa-somalia-silvia-romano.html
5. Qualcuno ricorda ancora che senza la Turchia di Erdogan a fare da autostrada a decine di migliaia di jihadisti, la Siria non sarebbe stata distrutta?
Non scantoni come suo solito.Ci dica dei tempi delle BR , di Moro del PCi contro la sua liberazione.
Piuttosto, mi dica lei cosa ne pensa della crisi derivata dal Covid-19, che ha colpito gli artigiani e i commercianti itineranti, che non ha risparmiato le organizzazioni e tutti i fornitori, essenziali per le manisfestazioni culturali, sociali, per i Festival e per le sagre di Paese, linfa delle regioni. Dei mercati settimanali, che patiscono questa situazione. Io di questo ho scritto. Rispetti questa sensibilità.
A me lo chiede ? Ma lei, non sa, non ha una risposta a tutto ? C’è altra gente oltre a quella da lei indicata, che aspetta sussidi statali per mangiare, ma di questi lei non parla. Ma al Governo non c’è un partito della sinistra ? Lasci perdere la destra che non sa cosa fare delle intenzioni di voto che le accreditano. Questa è l’Italia di oggi ma se lei e Cecchini “il copiatista” avete qualche soluzione, indicatela.
“L’ULTIMO CAMPO IN CUI SI TROVA LAVORO È QUELLO DI PATATE – ALTRO CHE ”GLI ITALIANI NON VOGLIONO LAVORARE IN CAMPAGNA”: UN AGRICOLTORE IN DUE GIORNI SI E’ VISTO ARRIVARE 400 RICHIESTE – “LA PAGA È DI SEI EURO L’ORA, MA NESSUN HA CHIESTO SE SONO IMPEGNATI ANCHE IL FINE SETTIMANA O A FERRAGOSTO. LA FRASE CHE RICORRE IN OGNI CURRICULUM È “DISPONIBILITÀ TOTALE”. MAI SUCCESSO PRIMA…”
Sì, l’ho chiesto proprio a lei. Personalmente ritengo che essendo una contingenza mai accaduta prima, né sinistra né destra abbiano una soluzione. Beh, penso proprio che fra i lavoratori nel settore del commercio itinerante ci siano persone che aspettano i sussidi per mangiare e tirare avanti, come fa a dire che non è così e che non ne parlo, non capisco, ho parlato di questa categoria ma non dimentico tutte le altre, anzi. Ritengo che destra e sinistra dovrebbero collaborare per aiutare il prima possibile queste categorie di lavoratori dimenticati, la strumentalizzazione della situazione, in questo momento storico, in cui vedo propaganda elettorale e accuse reciproche la trovo irrispettosa di chi sta soffrendo. Non ho dubbi che le autocandidature come forza lavoro per il settore agricolo siano schizzate alle stelle, le persone devono guadagnare per sopravvivere.
Raccontare non ricordare. La “strategia della memoria” italiana è un fallimento, sarebbe ora di ammetterlo
Nella Giornata delle vittime del terrorismo le Sardine scambiano Aldo Moro per vittima della mafia e lo associano a Peppino Impastato. Un errore grave che nasconde una tendenza più profonda, e cioè che in Italia non siamo stati capaci di creare una narrazione comune sul nostro passato recente, che quindi ci sembra oscuro e sovrapponibile Flavia Perina, 10.5.2020 linkiesta.it
«Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.»
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno XXVI, 119-120)
La conoscenza è la consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni ottenute attraverso l’esperienza o l’apprendimento (a posteriori), ovvero tramite l’introspezione (a priori).[1] La conoscenza è l’autocoscienza del possesso di informazioni connesse tra di loro, le quali, prese singolarmente, hanno un valore e un’utilità inferiori.[2]
La storia dovrebbe farci riflettere e verificare “ da Wikipedia
Distinguere il bene dal male.
Poi si sono scusati dicendo che hanno formulato male la frase. Ultimamente, qui da noi, una cosa può essere detta davanti alle telecamere e messa persino per iscritto, ci si giustifica imperterriti con espressioni del tipo “sono stato frainteso”, “intendevo dire altro”, “è stato un errore di battitura”. In qualsiasi altro Paese si dovrebbero scusare e basta, in certi casi dimettersi proprio. Per fortuna tutti abbiamo le orecchie e gli occhi. Negano anche l’evidenza. Ma io dico: carta canta e villan dorme.
Noi Blogger abbiamo un contenitore virtuale dove possiamo esprimere il nostro pensiero. Il mio Blog è incentrato sulle donne, sull’ambiente, sulla fauna, il patrimonio culturale, la scuola, le pari opportunità, il sociale. Lei non può entrare in libreria e chiedere una chiave inglese, o meglio lo può fare, ma le risponderanno guardi che qui abbiamo solo libri. Con questo la informo che non tornerò più sull’argomento. Le auguro buona domenica.
Corvo Walter Cadorin può benissimo entrare in liberia e ,gracchiando, chiedere una chiave inglese. Va capito Corvo Walter cadorin.
Il “fronte della fermezza”, dalla Dc al PCI, PSI escluso, non ha voluto salvare Moro dalla morte. A tanti anni da quel fatto non si sa neanche quale BR gli abbia sparato.
Oggi si pagano degli assassini e attentatori per la liberazione della Romano, giustamente. E neanche un commento, va bene così.
Io nel mio piccolo l’ho scritto. Feltri e Sgarbi l’hanno sottolineato in grande
Leggo sul suo sito in rete il seguente di Strigarium. Interessante e poco conosciuto.
L’Associazione Culturale La Gufaia Aldilà del Cancello
nasce nel 2009 con lo scopo di promuovere,
diffondere e approfondire la conoscenza
degli usi e costumi delle tradizioni artistiche,
sociali e popolari delle culture antiche,
legate a metodi naturali
e alla coesione tra Uomo e Natura.
*
L’Associazione ha lavorato e tuttora lavora
all’organizzazione di eventi culturali
in Val Camonica, tra cui “Strigarium”
che ha assunto un’importanza nazionale tra
gli eventi a tematica esoterico-pagana d’Italia.
*
Nel 2015 “Strigarium” è stato selezionato
tra i 30 migliori eventi
dal “Salone delle Eccellenze del Territorio”
per il concorso “Premio Paesi in festa 2015”
che hanno saputo valorizzare il proprio territorio
dal punto di vista
artistico, storico, culturale e paesaggistico.
Sì, è un evento spettacolare, fra l’altro ospita gruppi musicali che è difficilissimo vedere in Italia. Infatti l’ultimo paragrafo da lei riportato l’avevo io stessa inserito nel mio post proprio per sottolineare l’importanza del contributo culturale dell’evento.
Non scantoni come suo solito.Ci dica dei tempi delle BR , di Moro del PCi contro la sua liberazione.
ANDREA MASET SU WALTER CADORIN ORA CORVO IL 6.9. 2012. DA ALLORA WALTER CADORIN E’ UN CORVO. Caro Walter Cadorin . Siamo veramente all’assurdo, un uomo come il sig.Cadorin e a Conegliano lo conosciamo molto bene, che critica a destra e a sinistra cercando di insegnarci come dobbiamo comportarci ha del ridicolo. Vorrei ricordare al sig. Walter Cadorin che il suo passato politico di uomo per tutte le stagioni e mi riferisco ai diversi partiti che ha cambiato, forse dovrebbe portarlo ad essere più umile ma l’umiltà non è molto probabelmente una virtù di Cadorin. E’ vero che in questo Paese tutti hanno il diritto di esprimere le loro opinioni ed è giusto così, ma è anche giusto rispolverare il passato di ognuno di noi in particolar modo quando si tenta di dar lezioni dimenticando il proprio vissuto politico non proprio coerente con quello che si vorebbe facessero gli altri.
Ho notato che questo commento lo ha già condiviso diverse volte, quindi non lo pubblicherò nuovamente.
La Blogger Piovesan (vedi sotto) pare reputi ugualmente “simpatico” ogni vento citando Levante- Libeccio -Maestrale.
Atteggiamento italianissimo è esser pronti a prender il vento giusto, quando cambia…
Da quello che ho capito lei appoggia un partito che sicuramente non esisteva quando lei era giovane o più giovane. Quindi presumo che prima votasse altro. Penso che solo gli esponenti di Rifondazione Comunista possano dire di essere da sempre fedeli allo stesso partito, in Italia.
Michele Bastanzetti del SAC è del SAC, presidente Michele Bastazetti del SAC; inoltre sembra che il SAC abba un solo membro, Michele Bastanzetti del SAC.
Quindi prima avrà votato altro anche lui!
Sembra che Michele Bastanzetti del SAC sia stato un SAC fin da giovanissimo.
Eh Eh è Valentina..Rifondazione fondata da…per scissione da PSI e PCI poi da nuovo arrivi. Ha una sua storia sorretta oggi dal Manifesto. Non condivido quella radicalizzazione che la pone fuori dalla dialettica politica per il governo dell’Italia e la politica, e i partiti sono strumenti per quel obiettivo. Se lei identifica le sue idee politiche cultura, formazione con quelle di Rifondazione può dirlo e riscuoterà rispetto (politico). a me non vanno quelli che dicono ” ne di qua ne di là”. Fedeltà può non essere un pregio in politica ma un rifugio. Cambiare poi idea perchè si evolvono le situazioni politico sociali e quindi le risposte da dare ai vari problemi sul tappeto, è anche segno di intelligenza. Meglio parlare d’altro anche perchè da troppe risposte che, poi la qualificano.
Corvo Walter, dabuon Corvo Walter sa solo gracchiare, gracchiare, gracchiare, gracchiare e gracchiare.
Penso che in Italia esistano delle persone che hanno votato sempre e solo Rifondazione, dal 1991 a oggi. E prima ancora il PCI, creando un continuum. Ma sono convinta che la maggiorparte degli italiani abbia cambiato la propria linea politica con uno o più partiti, nel corso della propria vita. Chiaro che io non farò mai capire per chi voto, naturalmente, il voto è segreto. Però posso dire che ho sempre votato, da quando ho compiuto 18 anni non ho perso un’elezione o un referendum! E ne sono orgogliosa.
lentino, noi furba, tristezza seria. Di sinistra si ma quale ? Mai del PCI-PD e cespugli vari, tanti, in disaccordo fra di loro e per sopravvivere nel palcoscenico. Però, dopo aver letto Cecchini e lei, capisco. Comunque su Moro e BR vedo che il silenzio è d’oro. siete in fuga dalla storia. E poi vi avanza di parlare di Bastanzetti !
W Denisio.
Non ci vuole molta fantasia per capire a quale partito appartenesse lei, eh. L’ennesimo che non esiste più, aggiungo. Un Corvo che toglie “Rosso” dal nickname però, è stravagante! Denisio possiede grande sensibilità e ha sempre qualcosa di interessante da dire. Oltretutto possiede il pregio di commentare il contenuto dei miei post! Fra parentesi ha discusso spesso con Denisio, proprio lei, se la memoria non mi inganna! Quindi si sta arrampicando sugli specchi.
Lei spesso e volentieri ha battibeccato col signor Bastanzetti proprio sotto ai miei post! Quindi, cosa lo nomina a fare? Non tira certo acqua al suo mulino!
Mi aspettavo che Cecchini spiegasse un pò alla Valentina i fatti BR e Moro e magari quelli della destra eversiva. Invece anche lui tace ( lo rivedremo con un articolo preso dal Manifesto) ed è sempre fedele ai post contro e sempre con le stesse parole. Valentina e Cecchini sembra abbiano timore di sostenere le loro idee quasi che essere di R.C. fosse un peccato. Abbiamo capito che ambedue sono oggi vento -cinesi ( che poi mica vuol dire essere figli degeneri del tempo). come Di Maio e Bonafede e Conte. Meglio sempre parlare con Denisio che dice sempre come la pensa.
In realtà da quello che è emerso dai commenti, proprio lei signor Corvo, ha un passato di sinistra! Mi pare che tempo fa il suo nickname fosse Corvo Rosso! “Corvo Rosso, non avrai il mio scalpo!”. Naturalmente non voglio che entri nei particolari di partiti eh! Però “Corvo Rosso” mi pare fosse proprio lei e mi pareva esplicativo come pseudonimo! Era un omonimo? Mi ricordo male io?
IL PASSATO DI CORVO.
ANDREA MASET SU WALTER CADORIN ORA CORVO IL 6.9. 2012. DA ALLORA WALTER CADORIN E’ UN CORVO. Caro Walter Cadorin . Siamo veramente all’assurdo, un uomo come il sig.Cadorin e a Conegliano lo conosciamo molto bene, che critica a destra e a sinistra cercando di insegnarci come dobbiamo comportarci ha del ridicolo. Vorrei ricordare al sig. Walter Cadorin che il suo passato politico di uomo per tutte le stagioni e mi riferisco ai diversi partiti che ha cambiato, forse dovrebbe portarlo ad essere più umile ma l’umiltà non è molto probabelmente una virtù di Cadorin. E’ vero che in questo Paese tutti hanno il diritto di esprimere le loro opinioni ed è giusto così, ma è anche giusto rispolverare il passato di ognuno di noi in particolar modo quando si tenta di dar lezioni dimenticando il proprio vissuto politico non proprio coerente con quello che si vorebbe facessero gli altri.
Con tutto il rispetto, conosco benissimo la storia italiana, penso che il signor Cecchini lo sappia perfettamente. Oltretutto mi sembra vano continuare su questo tasto, ripeto che da me non caverà informazioni sul mio orientamento politico. Io ho il Blog dal 2012, lei periodicamente torna sul mio orientamento politico, oltretutto commentando a tal proposito sotto i miei post, che non hanno a che vedere con quello che vuole sapere lei. Che noia, si può dire?
CHI E’ CORVO.
ANDREA MASET SU WALTER CADORIN ORA CORVO IL 6.9. 2012. DA ALLORA WALTER CADORIN E’ UN CORVO. Caro Walter Cadorin . Siamo veramente all’assurdo, un uomo come il sig.Cadorin e a Conegliano lo conosciamo molto bene, che critica a destra e a sinistra cercando di insegnarci come dobbiamo comportarci ha del ridicolo. Vorrei ricordare al sig. Walter Cadorin che il suo passato politico di uomo per tutte le stagioni e mi riferisco ai diversi partiti che ha cambiato, forse dovrebbe portarlo ad essere più umile ma l’umiltà non è molto probabelmente una virtù di Cadorin. E’ vero che in questo Paese tutti hanno il diritto di esprimere le loro opinioni ed è giusto così, ma è anche giusto rispolverare il passato di ognuno di noi in particolar modo quando si tenta di dar lezioni dimenticando il proprio vissuto politico non proprio coerente con quello che si vorebbe facessero gli altri.
Corvo Walter Cadorin, che gracchia, gracchia e gracchia, è un Corvo noioiso.
Lei è anche simpatico, però da come polemizza sotto tutti i Blog, emerge il suo carattere spigoloso, è difficile immaginarla come elettore di un unico partito dai 18 anni agli attuali. Sbaglierò, magari!
Il Vento dell’ Est sconvolge il SAC di Ceneda e non impedisce a Corvo Walter Cadorin di svolazzare in giro per i blog. Inoltre nonostante la mascherina Corvo Walter Cadorin gracchia, gracchia e gracchia.
Bell articolo e bellissime parole che dicono tutto
Grazie mille! <3
Il vento dell’est è quello che ha portato sull’Europa la radioattività di Chernobyl; tra le altre “belle cose”.
Consideri che nel mio post ho citato Bert, l’artista di strada amico di Mary Poppins, che arriva sulle ali del vento del’Est. All’epoca la centrale di Chernobyl proprio non esisteva!
Mattarella, terrorismo punti ancora oscuri. Stragi italiane, ci sarà una sua riflessione ?
Mi piacerebbe, ma ritengo che lo spazio Blog non sia sufficiente per esprimere tutti i miei pensieri a riguardo. Verrebbe fuori qualcosa di simile a una tesi di laurea!
Corvo Walter gracchia, gracchia, gracchia, gracchia gracchia, ovunque e su tutto.
Se la bora ( vento dell’ est) arriva a San Pietro di Feletto come farà Corvo Walter Cadorin da buon Corvo a svolazzare?
E’ vero che lei parte da Adamo ed Eva per svolgere un tema, ma sull’argomento basterebbe un sunto, lei quasi giornalista free-lance. Ma capisco, il tema non è “facile” e comporta giudizi e soluzioni, fare i conti con il comunismo, scusi ma lei non conosce, non parla di politica. Allora erano in voga giudizi sbrigativi ” Compagni, cattivi ma importanti per la realizzazione del comunismo italiano; stare quindi “ne di qua ne di là”e poi, con la nascita della Lega, di questa è stato detto fosse “una costola del PCI. Pure le sardine ( ma dove sono finite?)Forse Cecchini sa meglio di me e di lei. Vedrà che interviene chè lui è ancora li, a Trento
Non esistono soluzioni. Il terrorismo politico in Italia, di matrice nera o rossa, non esiste più. Sono grata di non essere nemmeno nata in quegli anni oscuri, di morte. Quello che c’è stato ha lasciato dietro di sé solo dolore. Io sono vicina alle vittime e ai parenti delle vittime, gli assassini sono mostri, generati dal sonno della ragione.
Quando il tema è così importante e doloroso mi conduce a riflessioni articolate che non sono adatte a un Blog, proprio per la loro complessità. La parola “terrorismo” mi fa ribrezzo. Puro, semplice orrore. E disgusto. Non esiste una spiegazione all’odio, né politica, né apolitica. È male puro.
Che la bora, oltre che a Trieste, arrivi anche a Ceneda e sconvolga i cenedesi?
Vento dell’ Est (Le Vent d’est) è un film di Jean-Luc Godard. Il vento che soffia da est è rosso.
È il vento della speranza e del cambiamento!
Certo!
“Vento portami via con te ..cancellerai le mie pene (Rabagliati 1950) /raggiungeremo insieme il firmamento ( Pavarotti 190) Dall’Est vento trattenuto dai regimi comunisti e non più liberato, oggi brezza nostalgica.
“Eppure soffia”, di Pierangelo Bertoli, da me molto amato.
Pierangelo Bertoli non è roba da Walter Corvo
Era un artista meraviglioso! Per fortuna ci ha lasciato la sua poesia in musica! “A muso duro”.
Walter Corvo gracchia, ma non riesce a svolazzare nel vento dell’est.
Valentina, nostalgica alla sua età ! Ma lei non ha detto più volte che non è di sinistra, che vota sulle cose e non bada ai colori ?
Ma è sicura che le cose non abbiano colore ?
Lasciamo perdere.
Io bado all’artista, al poeta, se poi incidentalmente sono di sinistra o destra non ci posso far niente!
“Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.
Egr. Piovesan glorificando il vento dell’est sta parlando di meteorologia (con assunti improponibili) o di politica (con assunti improponibili)?
Parlo di Pamela Lyndon Travers e Walt Disney. A tal proposito le consiglio di vedere il film “Saving Mr. Banks”, che narra le vicende della scrittrice e il suo difficile rapporto con Walt Disney durante la realizzazione di “Mary Poppins”, tratto appunto dai racconti della signora Travers. Con un fantastico Tom Hanks e una superlativa Emma Thompson.
La bora viene dall’est, arriva a Ceneda e scuote il SAC.
Da quello che ho capito io, il signor Bastanzetti lo ritiene un vento bolscevico! Ma io non ho nulla in contrario, il Levante è un vento non meno simpatico del Maestrale o del Libeccio.
Valentina, non avevo dubbi sul vento. Dopo Veltroni, che non ha letto,dice, mai Marx, c’è in giro una sinistra benpensante, salottiera, senza basco. Ecco un argomento per una sua possibile riflessione “:” Ricolfi: ANDIAMO VERSO UNA SOCIETÀ PARASSITA DI MASSA.QUESTO È IL PRIMO GOVERNO ESPLICITAMENTE IPER-STATALISTA, CON L’IDEOLOGIA EX COMUNISTA CHE SI SALDA CON QUELLA DELLA DECRESCITA FELICE A 5 STELLE…” 9.5.2020 Gianni Del Vecchio per http://www.huffingtonpost.it da Dagospia.
Mi piacerebbe vedere Nietzsche a braccetto con Marx! Io non ho proprio la mentalità della trincea politica.
Parlando di Dagospia (trovo D’Agostino formidabile) che leggo da anni, cito una frase da poco riportata sul sito (attraverso un articolo de “La Verità”, nel quale ci si domandava come mai il diritto di libera satira sulla Botteri appartenesse solo alla sinistra): “[…] sinistra con le coscienze inquiete e lo stipendio fisso (copyright di Carlo Emilio Gadda)”.
Bellissimo, leggere un articolo come questo difficilmente ti permette di aggiungere altro specie se condividi la stessa sensibilità nei confronti dell’artigianato e di ciò che le abitudini di massa non contemplano. Fossi io il “presidente” dei presidenti direi semplicemente che questo è il modo normale di vivere, ciascuno produce quel qualcosa che può essere scambiato con qualcos’altro anche sulla base del tempo di realizzazione e del risultato ovviamente e che se dovessi proprio decidere io direi che certe attività di restauro e creative manco dovrebbero essere tassate così che quando qualcuno rimane senza altro da fare abbia comunque la possibilità di mettere in pratica le sue passioni e le sue abilità che danno luogo ad oggetti con un anima. Bello veramente.
Grazie, Denisio! <3