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[Home Apprendimento La salute è la rovina dell’economia?]
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Apprendimento, salute
[ 25/09/2025 di Giorgio Pizzol 2 Commenti ]

La salute è la rovina dell’economia?

o l’economia è la rovina della salute?

Resoconto di una discussione di quattro ragazzi nel 1960

Tema L’economia di mercato misurata dal PIL

Claudio

Penso che l’economia di mercato è illogica, irrazionale o, se vi piace meglio, stupida. Vi spiego perché. Facciamo questo esperimento mentale: gli utenti della strada italiani decidono, una volta per sempre, di rispettare il Codice della strada.

Conseguenze del comportamento.

Gli  incidenti stradali cessano. Le carrozzerie e le officine meccaniche rimangono praticamente senza lavoro. Le cause per responsabilità civile e penale si azzerano. Il lavoro dei tribunali e degli studi legali si riduce di almeno un quarto. Le forze di polizia  non devono più essere impiegate per vigilare sul rispetto del Codice della strada. Le compagnie di assicurazione devono ridurre drasticamente i premi. Negli ospedali cessano le prestazioni di cura e riabilitazione per gli infortunati della strada.

L’occupazione nei settori delle attività su indicate subisce un drastico calo. Quindi la cessazione degli incidenti produce una forte riduzione della ricchezza nazionale misurata dal Prodotto interno lordo, PIL.

In conclusione il comportamento “virtuoso”, di chi rispetta la legge provoca un danno all’economia nazionale. Mentre comportamento “vizioso” dei trasgressori ne produce un aumento. Naturalmente il discorso vale per l’economia di tutti i paesi del mondo. Non dobbiamo dire allora che è stupido misurare la ricchezza in termini di PIL?

Alberto

La penso così anch’io. Ma credo sia difficile trovare il modo di dare un valore “monetario” alla salute.

Il PIL misura il valore di mercato dei beni o sevizi. E per questo deve fare riferimento al prezzo pagato nei rapporti di compravendita.

È facile dare un valore monetario ai mezzi necessari per il recupero della salute: interventi medico-chirurgici e relativi servizi. Ma lo stato di salute in se stesso non è un valore misurabile in denaro perché non vi è nessuno scambio fra salute e qualcos’altro quando le persone sono in salute.

Siamo di fronte a un paradosso. La salute in se stessa non vale nulla come merce di scambio, mentre la malattia è fonte di ricchezza “monetaria” perché esiste un mercato dei mezzi necessari per curare i danni alla salute.

Paolo

Capisco i vostri discorsi. Ma dovrebbe essere chiaro per tutti questo concetto: il valore della salute deve essere sempre giudicato più alto del valore del denaro necessario per recuperarla quando la si è perduta.

Quindi gli economisti dovrebbero trovare un criterio per dare anche alla salute un valore “in moneta”. Non occorre essere scienziati dell’economia per capire che le persone sane sono più capaci di quelle malate di produrre ricchezza vera: cibo, vestiti, abitazioni, e anche medicine e strumenti per la conservazione e i recupero della salute.

Le scienze economiche dovranno poi tener conto del fatto che la salute è la condizione indispensabile per ottenere quella cosa che chiamiamo sensazione di benessere fisico e psichico, mentre la malattia comporta necessariamente malessere, sofferenza.

Dino

Sono d’accordo con Paolo. Mentre lo ascoltavo mi è venuta in mente questa idea. Io direi di aggiungere alla sigla PIL una “S”, PILS. Con la lettera “S” si indica la SALUTE: l’insieme dei “mezzi” che producono la conservazione della salute. Per salute intendo precisamente la massima efficienza possibile dell’organismo (o corpo-mente, salute fisica e mentale).

Il PILS verrebbe calcolato mediante la rilevazione del grado di salute psico-fisica dei componenti di una popolazione. Più alto è il numero degli individui in buona salute più alto sarà il PILS. Il valore-salute è così collocato al primo posto rispetto a qualsiasi altro valore. Ciò stabilito, si riuscirebbe a dare un valore “monetario” alla salute.

Stabilito il PILS, si apre la via al “libero mercato della salute”. Una libera concorrenza fra le imprese per la produzione di beni e servizi utili alla difesa e alla conservazione della salute. Un libero mercato che sarebbe ovviamente sostenuto dalle Pubbliche istituzioni con apposite norme. Una bella gara nella quale vincono tutti: tutti guadagnano sia soldi che salute.

Claudio, Alberto, Paolo

Bravo Dino! Hai avuto un’idea superlativa. Diventerai professore di Economia  e prenderai il premio Nobel.

Dino

Voi mi prendete in giro. Sapete bene che non posso affrontare la Facoltà di economia perché è fatta di matematica. E io in matematica sono una frana.

Nota a margine.

Nel 1960 l’idea di istituire il PILS come indice della ricchezza era condivisa dalla stragrande maggioranza dei giovani. A quanto pare, negli anni successivi fino ad oggi, 2025, nessuno dei giovani o meno giovani che fosse anche bravo in matematica ha tentato di tradurre in pratica l’idea.

V. Robert Kennedy 6 giugno 1968
PIL Premio Nobel salute soldi
Enrico Berti su "Pensiero del limite e limite del pensiero"Enrico Berti su "Pensiero del limite e limite del pensiero"

Commenti [02]

  1. Masut Guido
    27/09/2025

    …che bella discussione!
    è stato un piacere, non capita tutti i giorni di leggere
    disquisizioni così interessanti. grazie

    Rispondi
    • Giorgio Pizzol
      29/09/2025

      Grazie Guido, credo che tu ti ricordi. Queste discussioni si facevano davvero tra i ragazzi della nostra “classe” tra il 1959 e il 1962

      Rispondi

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Featured image: La salute è la rovina dell’economia?

Giorgio Pizzol

Giorgio Pizzol (1942) Insegnante di lettere, avvocato, pubblicista, giudice di pace. Sindaco di Vittorio Veneto dal 1975 al 1982. Senatore della repubblica dal 1987 al 1992. Ha pubblicato: tre saggi sul problema della conoscenza: "Uno e Molteplice" (1990); "Pensiero del limite e limite del pensiero" (1998); il Pensiero Riflessivo (2024) e due raccolte di liriche: "Le stagioni del presente" (1993); "Versi sciolti" (2023). Ha fondato la rivista “Dia Logo” (1992) Utopia: un mondo nel quale gli uomini possano capirsi parlando semplicemente.

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