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[Home Finanza pubblica Come pagare “bene” le tasse e vivere tranquilli]
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Finanza pubblica
[ 01/11/2025 di Giorgio Pizzol 0 Commenti ]

Come pagare “bene” le tasse e vivere tranquilli

Una proposta che fa bene al Cittadino e allo Stato

Come tutti dovrebbero sapere, l’articolo 53 della Costituzione italiana recita:

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

In parole povere, tutti sono obbligati a sborsare una certa quantità di denaro per contribuire alle spese che lo Stato deve sostenere per svolgere le proprie funzioni: provvedere al mantenimento dell’ordine pubblico, all’amministrazione della giustizia, all’organizzazione della sanità, della pubblica istruzione, della previdenza sociale e alla realizzazione delle opere pubbliche.


Le Tasse sono Indispensabili al Funzionamento di Qualsiasi società

Questa quantità di denaro, nel linguaggio comune, viene denominata tassa. Nel linguaggio giuridico assume vari nomi: tributo, imposta, tassa, contributo.
È però chiaro che si tratta sempre di una somma di denaro che costituisce la parte più consistente delle Entrate del Bilancio dello Stato. Bilancio che, come tutti i bilanci, è formato da Entrate e Uscite.

In breve: le tasse sono la fonte principale delle Entrate dello Stato.
Pagare le tasse, quindi, non è soltanto un obbligo imposto dalla Costituzione, ma una necessità ineliminabile della convivenza civile. Se nessuno pagasse le tasse, lo Stato non potrebbe funzionare e regnerebbe la più totale anarchia.
Lo stesso accadrebbe in un condominio se i condomini non pagassero le spese condominiali: il condominio andrebbe in rovina.

Resta quindi assodato che pagare le tasse è una cosa buona e giusta per tutti.

In questo articolo non si parlerà di quanto sia giusto che lo Stato chieda al contribuente, ma soltanto del come pagare le tasse.
Si parlerà di un modo di pagare che rende più facile al cittadino adempiere al proprio dovere e, nello stesso tempo, più agevole per lo Stato la riscossione tributi.


I Centri di Verifica della Posizione Tributaria

Ecco il modo.
Presso ogni ufficio periferico dell’Amministrazione delle Entrate (per un territorio di circa trentamila abitanti) dovrebbe essere istituito un Centro di verifica della posizione tributaria con i seguenti compiti:

  • Esaminare la documentazione presentata dal contribuente in relazione ai suoi obblighi fiscali e valutare se essa risulta conforme alle norme vigenti.
  • Indicare al contribuente, se necessario, gli ulteriori adempimenti da compiere per essere pienamente in regola.
  • Rilasciare, a fronte di una piccola tariffa proporzionata al costo del servizio, un Certificato di conformità fiscale.

Vantaggi per il contribuente

Il certificato rilasciato dal Centro darebbe al cittadino l’assoluta certezza di essere perfettamente in regola con le norme tributarie (almeno per le posizioni verificate).
Nel caso di un errore del Centro, non ci sarebbero sanzioni per il contribuente: basterebbe una semplice correzione con il versamento della somma dovuta.

La spesa per il certificato sarebbe di modesta entità, calcolata in base al tempo necessario al funzionario per esaminare i documenti.
La consulenza di un tributarista privato sarebbe molto più costosa e, comunque, non garantirebbe la stessa sicurezza: il Fisco potrebbe non condividerla, con il rischio di un contenzioso.

Inoltre, il contribuente non vivrebbe più con il patema d’animo di un controllo fiscale a distanza di anni, né dovrebbe spendere per la dichiarazione annuale dei redditi: gli basterebbe presentare il certificato del Centro.


Vantaggi per il Fisco

Il Fisco, dal canto suo, avrebbe sotto controllo diretto una buona percentuale di posizioni già verificate, evitando controlli successivi e contenziosi.
Otterrebbe così:

  • Accertamento e riscossione tempestiva dei tributi;
  • Riduzione delle spese per controlli successivi;
  • Maggiori risorse per controllare i contribuenti “non certificati”.

Ne deriverebbe anche un vantaggio per l’intera comunità nazionale: un nuovo rapporto fra cittadini e Pubblica Amministrazione, fondato su fiducia, trasparenza e collaborazione, invece che su sospetto e contrapposizione.


Un’idea nata in Parlamento

Per la cronaca, la proposta di istituire i Centri di verifica tributaria fu presentata dal sottoscritto, nella sua qualità di senatore della Repubblica, durante la X Legislatura (1987–1992), (emendamento al comma 9 dell’articolo 7 del Disegno di legge n. 1453).

Oggi, con l’informatica, questi Centri potrebbero facilmente operare come sezioni dell’Agenzia delle Entrate, accessibili online da ogni contribuente, con costi minimi e procedure semplificate. (Portale.agenziaentrate)

Naturalmente, la discussione resta aperta.

Cittadino tranquillo Fisco amico Vantaggio per tutti
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Giorgio Pizzol

Giorgio Pizzol (1942) Insegnante di lettere, avvocato, pubblicista, giudice di pace. Sindaco di Vittorio Veneto dal 1975 al 1982. Senatore della repubblica dal 1987 al 1992. Ha pubblicato: tre saggi sul problema della conoscenza: "Uno e Molteplice" (1990); "Pensiero del limite e limite del pensiero" (1998); il Pensiero Riflessivo (2024) e due raccolte di liriche: "Le stagioni del presente" (1993); "Versi sciolti" (2023). Ha fondato la rivista “Dia Logo” (1992) Utopia: un mondo nel quale gli uomini possano capirsi parlando semplicemente.

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