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Geopolitica, Intelligenza artificiale
[ 12/01/2025 di Giorgio Pizzol 3 Commenti ]

Grok boccia la politica estera di Trump

Conversazione con Grok*, sulla politica estera di Trump del 12 gennaio 2025

Giorgio Pizzol.

Secondo le tue informazioni, Donald Trump vuole davvero annettere agli Usa il Canada, la Groenlandia e il Canale di Panama?

Grok

Secondo le informazioni disponibili, Donald Trump ha fatto dichiarazioni che suggeriscono un interesse per l’annessione del Canada, della Groenlandia e del Canale di Panama agli Stati Uniti. Tuttavia, è importante considerare queste dichiarazioni nel contesto della sua retorica politica e delle reazioni internazionali:

Canada: Trump ha menzionato l’idea del Canada come il 51° stato americano, spesso in tono provocatorio o satirico, ma ha anche insinuato l’uso della “forza economica” per spingere verso questa ipotesi. Tuttavia, queste affermazioni sono state generalmente percepite come provocazioni piuttosto che come piani seri di annessione.

Groenlandia: Trump ha espresso interesse nel “comprare” la Groenlandia dalla Danimarca, vedendola come una mossa strategica per la sicurezza economica e la geopolitica. Tuttavia, queste idee sono state respinte con decisione dal governo danese e dalla Groenlandia, che ha ribadito che il territorio non è in vendita

Canale di Panama: Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero riprendere il controllo del Canale di Panama, citando ragioni di sicurezza economica e lamentando le tariffe imposte alle navi americane. Tuttavia, Panama ha risposto chiaramente che la sovranità del canale non è negoziabile.

Queste dichiarazioni di Trump sembrano essere più mirate a scatenare reazioni e a posizionarsi come un leader forte nell’arena internazionale piuttosto che riflettere piani concreti di annessione. Le reazioni internazionali sono state di forte resistenza e condanna, sottolineando l’importanza della sovranità nazionale e dell’autonomia territoriale.

In conclusione, mentre Trump ha effettivamente parlato di annessioni, queste affermazioni sono state ampiamente interpretate come parte della sua strategia comunicativa piuttosto che come obiettivi seri e realizzabili di politica estera.

Giorgio Pizzol

Ti faccio notare che la parola “annessione” indica di per se stessa un indirizzo politico imperialistico e prevaricatore in politica estera. Non ti sembra che queste dichiarazioni del Presidente eletto Usa possano provocare un’opinione negativa non solo nei governi e nei popoli di Canada, Danimarca, e Panama, ma anche nei governi e nei popoli dei paesi oggi alleati degli Stati Uniti? In sintesi, non ti sembra che queste dichiarazioni danneggino il buon nome degli Usa fino ad oggi reputato il primo baluardo della democrazia e del liberalismo rispettoso delle sovranità nazionali?

Grok

Hai ragione a sottolineare che il termine “annessione” porta con sé connotazioni di imperialismo e prevaricazione, e le dichiarazioni di Trump in tal senso possono certamente essere percepite negativamente sia dai paesi direttamente coinvolti che dagli alleati degli Stati Uniti. Ecco alcuni punti da considerare:

Percezione di Imperialismo: Dichiarazioni di annessione possono richiamare memorie di un passato imperialista, quando le grandi potenze coloniali si arrogavano il diritto di determinare il destino di altre nazioni. Questo potrebbe alienare anche i paesi che hanno storicamente combattuto contro tali pratiche.

Relazioni Internazionali: Alleati storici degli Stati Uniti, specialmente quelli che hanno sofferto sotto il giogo coloniale o che sono sensibili alle questioni di sovranità, potrebbero vedere queste dichiarazioni come un campanello d’allarme sul rispetto americano per la sovranità nazionale. Questo potrebbe portare a una diminuzione della fiducia verso gli Stati Uniti come partner affidabile.

Immagine Internazionale degli USA: La reputazione degli Stati Uniti come campione della democrazia e del liberalismo, che promuove il rispetto per la sovranità nazionale e l’autodeterminazione, potrebbe essere compromessa. Dichiarazioni che sembrano ignorare questi principi possono danneggiare la percezione globale degli Stati Uniti come difensore dei valori democratici.

Reazioni dei Governi e dei Popoli: I governi e i popoli dei paesi menzionati (Canada, Danimarca, Panama) potrebbero sentirsi minacciati o disprezzati, portando a un raffreddamento delle relazioni bilaterali. Anche se queste affermazioni possono essere considerate come parte di una strategia comunicativa o provocatoria, l’impatto a lungo termine potrebbe essere una maggiore diffidenza o resistenza.

Opinione Pubblica Globale: Oltre ai governi, l’opinione pubblica internazionale potrebbe vedere gli Stati Uniti come meno affidabili o meno coerenti con i loro ideali democratici, particolarmente in un momento in cui l’ordine internazionale basato su regole è già sotto pressione da diverse parti.

In sintesi, sì, tali dichiarazioni possono danneggiare significativamente il buon nome degli Stati Uniti, specialmente se percepite come serie intenzioni piuttosto che come retorica politica. Potrebbero contrastare con l’immagine di un paese che sostiene la democrazia, il diritto internazionale e il rispetto per la sovranità nazionale, valori che gli Stati Uniti hanno spesso promosso nel loro soft power internazionale.

N.B.

Se non ho capito male, Grok, l’intelligenza artificiale di Elon Musk, esprime in giudizio negativo sulla politica internazionale di Donald Trump, Presidente eletto degli Stati Uniti d’America.

* https://x.ai/blog/grok-1212

* https://www.hdblog.it/tecnologia/articoli/n605007/grok-ai-elon-musk-applicazione-ios-android/

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Commenti [03]

  1. Sergio
    13/01/2025

    Gentilissimo Giorgio,
    trovo molto stimolanti i suoi esperimenti con le Intelligenze Artificiali. Complimenti!

    Rispondi
  2. Sergio
    13/01/2025

    Dalle risposte di Grok si può trarre una conclusione evidente.
    Le Intelligenze artificiali dimostrano molto più buon senso e capacità di giudizio di Trump e dei suoi servi sciocchi che governano le nazioni d’Europa.
    Bisogna considerare, però, che al pari di Donald Trump, nemmeno le IA “ragionano”. Come si sa, le IA calcolano su base probabilistica e ciò che dicono è ciò che probabilmente è il pensiero dominante della gente che scrive sul web.
    In ogni caso ne vedremo delle belle. O forse delle brutte.

    Rispondi
    • Giorgio Pizzol
      13/01/2025

      Gentile Sergio,
      intanto la ringrazio per l’attenzione. Sono d’accordo con lei sul fatto che l’intelligenza artificiale appare oggi molto più saggia della generalità dei governanti, ma anche, credo sia bene precisarlo, di molti governati conformisti. Mi permetta di osservare che le macchine IA, da quanto ci dicono loro stesse, sono obbligate dalla loro meccanica interna (fatta di algoritmi ossia di formule matematiche) a ragionare rispettando il principio di non contraddizione. Quindi una macchina IA è di per se stessa un “giudice imparziale” e pronuncia necessariamente giudizi “logici”. E lo fa nonostante la volontà e i desideri dei suoi proprietari. Tenga presente che non c’è un potere, per quanto “potente” che possa andare contro il principio di non contraddizione. Con l’occasione mi permetta di osservare che sulla stampa italiana si stenta a leggere una critica a queste dichiarazioni di Donald Trump. Ciò mi induce a pensare che vi sia una convenzione tacita tra editori di auto-censurarsi sulla materia. Ma Grok – che pure è l’IA di X, il social proprietà di Elon Musk, oggi braccio destro di Trump – è stato chiarissimo sul punto. Ha fatto emergere l’innegabile contraddizione tra gli obiettivi della politica estera del neoeletto Presidente Usa e i principi del liberalismo e della democrazia occidentale. Principi di cui gli Usa si proclamano i primi e più strenui difensori. Direi che si può essere moderatamente ottimisti su un uso corretto dell’IA. Io direi, ad esempio, che anche un singolo libero pensatore, anche privo di qualsiasi potere, ponendo domande appropriate ad una qualsiasi macchina IA può far emergere le contraddizioni dei potenti. A ben osservare, si tratta di un’operazione molto semplice; simile a quella del bambino della favola di Andersen che, mentre tutti elogiano i vestiti l’imperatore, dice candidamente che l’Imperatore è nudo. L’IA aiuta questa operazione e non ha paura di essere rimproverata (come potrebbe accadere al bambino o al libero pensatore) proprio perché è una macchina e fa operazioni meccaniche.
      Naturalmente il discorso va approfondito. Spero che continueremo a discuterne, anche assieme ad altri lettori. Le segnalo che sui pericoli e sulle opportunità dell’IA ho già parlato in altri articoli: Paura dell’IA? l’IA non capisce il tempo; Intelligenze Inquietanti; La saggezza dell’IA; il Pensiero Riflessivo. Con suo comodo darà loro un’occhiata poi riprenderemo il discorso. La prego di gradire i miei più cordiali saluti

      Rispondi

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Giorgio Pizzol

Insegnante di lettere, avvocato, pubblicista. Sindaco di Vittorio Veneto dal 1975 al 1982. Senatore della Repubblica dal 1987 al 1992. Ha pubblicato due saggi sul problema della conoscenza: Uno e Molteplice -1990-; Pensiero del limite e limite del pensiero -1998-; e una raccolta di liriche: Le stagioni del presente -1991- Ha fondato la rivista “Dia Logo” Sulla comunicazione per comunicare -1992- Utopia: Un mondo nel quale gli uomini possano capirsi parlando semplicemente.

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