Perché questo blog
Dia Blog vorrebbe riprendere un “esperimento” iniziato con la pubblicazione di una rivista trimestrale – ideata e diretta dal sottoscritto – il cui primo numero fu pubblicato il 1 maggio 1992.
La rivista evidenziava nella sua copertina il suo tema centrale “Fenomeni e problemi della comunicazione” il titolo era DIA LOGO e il sottotitolo “sulla comunicazione per comunicare”.
L’esperimento di cui parliamo, per dirla in breve, consisteva nell’istituire una “tavola rotonda” attorno alla quale avessero occasione di incontrarsi persone delle più diverse esperienze e competenze di modo che i problemi della comunicazione potessero essere affrontati nei loro aspetti sia teorici che pratici. Si prevedeva che a questa tavola rotonda avrebbero partecipato studiosi di scienze umane e sperimentali, ma anche scrittori, giornalisti, operatori dei mass media e assieme a loro – questa a mio parere era la proposta più importante – persone qualsiasi che pur senza essere “addette ai lavori” ossia “esperte” o “specialiste” di particolari discipline ritenessero di entrare nel merito della discussione soltanto “sulla base della loro personale esperienza”.
In altre parole l’esperimento si sarebbe potuto definire come una “scuola aperta” nella quale ogni interlocutore era nello stesso tempo “docente” nella materia di propria competenza ma anche “discente” nella materia di competenza degli altri interlocutori di modo che ognuno avrebbe potuto: da un lato contribuire ad accrescere il sapere degli altri; dall’altro avrebbe potuto arricchire il proprio sapere apprendendo dalle conoscenze o dalle esperienze degli altri.
In ogni caso ogni interlocutore avrebbe preso l’impegno di prestare attenzione al contenuto del discorso svolto da ogni altro e ai risultati dei discorsi svolti dall’insieme degli interlocutori.
Se l’esperimento fosse riuscito si sarebbe potuto dire che avrebbe realizzato in concreto un ottimo esempio di dialogo autentico. Il direttore della rivista osservava in proposito: “la confusione dei messaggi di cui ci lamentiamo non si verifica forse perché tutti vogliono “trasmettere” e nessuno vuole “recepire”? Perché tutti cercano di attirare l’attenzione sui propri messaggi e non prestano attenzione a quelli altrui?”
A me sembra che da quell’epoca, maggio 1992, ad oggi, gennaio 2018 la confusione dei messaggi sia aumentata enormemente. I nuovi e superpotenti mezzi di comunicazione “digitali” producano lo scontro caotico a livello planetario fra una massa incontrollata di monologhi.
Ciò accade, a mio parere, proprio perché non si riesce mai a fornire un buon esempio della disponibilità a recepire i messaggi altrui.
Ecco spiegato perché il sottoscritto, dopo tanto tempo, si è deciso di avvalersi proprio dei diabolici nuovi mezzi di comunicazione per tentare un’altra volta l’esperimento sopra descritto pensando di chiamare questa pubblicazione digitale Dia Blog.
Resto dunque in attesa io per primo di “recepire” i messaggi di quanti desiderano partecipare a questo esperimento precisando che, questa volta, l’iniziativa non ha nessuna ambizione “scientifica” (come aveva la rivista sopra citata che prevedeva redattori prevalentemente di provenienza “accademica”).
Qui la proposta è molto più semplice: mi piacerebbe che questo blog diventasse un’occasione di incontro fra persone disposte a conversare amichevolmente su qualsiasi argomento. L’unica raccomandazione che mi permetto di rivolgere a chi vorrà partecipare è quella di sottolineare l’avverbio “amichevolmente”.
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