I prezzi delle materie prime da mesi puntano al rialzo e non se ne vede la fine…
Il trend di crescita delle materie prime, cominciato un anno fa, non tende a frenare.
I mercati delle commodity, in particolar modo dall’inizio del 2021, sono impazziti ed il risultato per le imprese manifatturiere è drammatico, i prezzi di: acciaio, rame, plastiche, legname, semiconduttori, sono in alcuni casi più che raddoppiati e sempre più spesso tali materiali sono difficili da accaparrare, mentre i tempi di consegna sono raddoppiati se non addirittura triplicati!
Cosa sta accadendo?
Il mix è composto da un insieme di fattori congruenti ed a volte conseguenti:
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Ripresa repentina di diversi mercati (alcuni dei quali non si sono mai fermati come: arredamento, home appliances, climatizzazione, packaging…) grazie all’ottimismo, in Occidente, di ritornare alla normalità lasciandoci alle spalle la pandemia.
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Ripresa massiccia dei mercati asiatici con in testa la Cina che ha operato, in anticipo su tutte le altre economie, un intenso ed importante accaparramento delle risorse.
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Drastica riduzione delle capacità produttive, attuate all’inizio della pandemia, da parte di miniere, acciaierie e tutte le principali filiere produttive industriali.
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Speculazioni sui mercati delle commodity, esercitate prevalentemente dai fondi di investimento.
Per l’approfondimento su questi temi consiglio la lettura dei seguenti tre articoli di recente pubblicazione:
da “CostoZero Magazine di Economia”, un esame a 360° sul mondo dell’industria:
Aumento dei prezzi delle materie prime, gli effetti sull’industria italiana (clicca qui per leggere)
da “Il Sole 24 Ore”, un’analisi degli effetti sulla cantieristica edile:
da “Padova Oggi”, un’indagine che guarda più da vicino il nostro tessuto manifatturiero del Nord Est:
La sintesi
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L’onda di questi rincari non si esaurirà a breve, la tensione sulle commodity probabilmente durerà per tutto l’anno in corso e verosimilmente si attenuerà solo nel 2022, sempre che non accadano altri fattori “stop and go” a livello mondiale.
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Le imprese, gioco forza, saranno costrette a ripercuotere gli aumenti delle materie prime sui prodotti finiti e quindi sui consumatori, creando inevitabilmente una contrazione generale del mercato.
Rimedi per le imprese
Le mie “istruzioni per l’uso” rivolte al Procurement ed alle Supply Chain delle aziende sono le seguenti:
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Consolidare le partnership con i propri fornitori, attraverso la stesura di accordi a medio termine che prevedano l’accaparramento dei materiali.
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Gestione dei forecast d’acquisto su base annua con aggiornamento rolling mensile.
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Per gli articoli lavorati: negoziazione dei listini “a libri aperti” esigendo il breakdown dei costi per “pesare” l’incidenza della materia prima.
Oggi, dinanzi alla ripresa dei mercati, l’imperativo per le aziende è:
“Produrre per soddisfare la domanda”.
Quindi per gli uffici Acquisti l’ordine di batteria è:
“Reperire i materiali arginando gli aumenti”.
In queste situazioni le aziende sono chiamate a fare i conti con l’organizzazione interna del Procurement e di conseguenza con le proprie filiere di fornitura.
Le strategie degli Acquisti non si improvvisano, i rapporti di fornitura si costruiscono col tempo attraverso la serietà negoziale, la gestione del Procurement va articolata e strutturata (dal Marketing d’Acquisto, alla gestione dei previsionali di fornitura, passando attraverso la gestione snella dei processi).
Se vuoi approfondire questo argomento visita il mio sito e contattami!
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Purtroppo, in questo momento c’è troppo ottimismo per una ripresa che ancora stenta a farsi vedere. La richiesta di aumenti dei prezzi delle materie prime, o alcune materie prime, stanno producendo terremoti nei siti produttivi che vengono minacciati di chiusura o, se va bene, forti rallentamenti di produzione per limitare l’offerta. Se ci aggiungiamo anche la speculazione sul mondo finanziario, sembra quasi che il mercato delle materie si stia drogando.
Egr. sig. Cestaro, lei ha perfettamente ragione, non si era mai vista una situazione del genere riguardo il reperimento delle materie prime! La più penalizzata è l’Europa, Cina prima e USA poi si sono accaparrati i fabbisogni di almeno sei mesi lasciando il vuoto dietro di loro. Buona serata