“NODI” – Paradigmi di rapporti intrapsichici e interpersonali – di Ronald Laing
Recensione
“Stanno giocando a un gioco. Stanno giocando a non giocare un gioco. Se mostro loro che li vedo giocare, infrangerò le regole e mi puniranno. Devo giocare al loro gioco, di non vedere che vedo il gioco.”
Questo libro è nello stesso tempo:
- un’esposizione di osservazioni scientifiche;
- una teoria psicoanalitica del rapporto fra salute e malattia mentale;
- la proposta di un “esperimento” di auto-analisi mentale che ogni lettore può effettuare per conto proprio al fine di ottenere da sé effetti terapeutici.
Si tratta di un breve saggio – meno di cento pagine scritte in forma di “versetti” – che offre la descrizione di una serie di conflitti interiori, nodi, che ricorrono frequentemente nei rapporti interpersonali. Conflitti che producono sensazioni, anche molto acute, di disagio e di sofferenza. Soprattutto a causa del fatto che le persone si sentono del tutto “inadeguate” nei confronti delle aspettative altrui.
Il lettore, secondo quanto a sembra a chi scrive, si sente egli stesso coinvolto nelle situazioni descritte. Quindi viene inevitabilmente colto egli stesso dal disagio e dalla sofferenza. Le sensazioni dolorose provocate dalla lettura però offrono molti spunti per la comprensione del fenomeno patologico. In tal modo esse possono diventare una vera e propria terapia capace di produrre la soluzione del nodo: il superamento del disagio psicologico. In sintesi, chi svolge l’esperimento in parola, può imparare a curare da sé la propria salute mentale.
Chi legga, ad esempio, il passo sopra citato scopre un fenomeno che accade assai di frequente nelle relazioni umane, un fenomeno che spesso non è facile riconoscere.
Le persone spesso giocano il gioco di non giocare il gioco. Questo piccolo libro ci aiuta a “vedere”, ossia a capire, questo “gioco patologico”. Quando lo si è capito si evita di giocarlo. E si guarisce dalla malattia, anzi se ne diventa immuni.
L’autore ci offre poi un prezioso consiglio.
Può accadere che chi si rifiuta di giocare quel gioco sia “punito” con la riprovazione sociale da coloro che lo stanno giocando e vogliono continuare a giocarlo. Ma chi ha “capito” sa che è più conveniente subire la punizione piuttosto che perdere la propria indipendenza di giudizio ossia la propria salute mentale.
*Ronald David Laing – psichiatra scozzese (1927-1989)