Le materie prime continuano a crescere! “Consigli per gli Acquisti”
La ripresa nel nostro Paese ed in Europa è frenata da due fattori concomitanti:
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La difficoltà di reperire le materie prime, in particolare rame, acciaio, nichel, legno, materie plastiche ed i prodotti semilavorati, come microchip, magneti e componenti elettronici.
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Il conseguente forte aumento dei prezzi delle commodity, raddoppiati (ed oltre) rispetto alle quotazioni antecedenti la pandemia.
Richiamo a proposito l’analisi condotta dal Corriere della Sera e commentata dalla giornalista Milena Gabanelli che illustra in maniera pratica e sintetica la situazione sui mercati aggiungendo alcuni risvolti geo-politici.
Senza dubbio i due fattori che hanno caratterizzato il fenomeno nel breve termine e che hanno generato il picco dei prezzi sono: l’accaparramento dei materiali esercitato dalla Cina e le speculazioni finanziarie.
Il primo suggerimento per gli Acquisti, in questa situazione tanto gravosa, è quello di assicurarsi dei partner commerciali affidabili con i quali poter avere la certezza di prenotare i fabbisogni e la garanzia di fornitura.
Nel caso poi di prodotti con alta percentuale di materia prima che subiscono solo una trasformazione primaria (es. tubi, putrelle, lastre, miscele) è più garantista stipulare accordi commerciali che calcolino il prezzo prendendo in considerazione la quotazione media della commodity riferita al periodo precedente all’acquisto (es. quotazione media LME mese/trimestre/semestre precedente), piuttosto che fissare il prezzo della materia prima alla quotazione corrente di borsa. La tecnica del “prezzo medio”, quando è consentita, ripara dai rischi legati alle repentine speculazioni sui mercati.
Quando invece il manufatto da acquistare è un semilavorato o un prodotto complesso (motore elettrico, scambiatore di calore, carpenterie lavorate e verniciate, schede elettroniche), allora è indispensabile esigere dal fornitore il “breakdown dei costi” al fine di evidenziare l’incidenza della materia prima sul prodotto rispetto al costo di trasformazione.
Nessuno ha la sfera di cristallo, ma…
Bisogna assolutamente tenere conto dell’impiego di taluni minerali nelle nuove tecnologie, di conseguenza è verosimile elaborare con una certa affidabilità una stima attraverso i futuri fabbisogni di mercato. Tutt’altra cosa è la fattibilità di prevedere fenomeni geo-politici, influenzati dalle scelte politiche delle superpotenze, che possono impattare sugli approvvigionamenti.
Il ruolo del Procurement
In ogni caso la funzione del Procurement, ora più che mai, non può rimanere sguarnita davanti allo scenario che stiamo già vivendo!
Sulla base dell’attività manifatturiera dell’azienda ed in accordo ai prodotti da acquistare, l’Ufficio Acquisti deve rigidamente lavorare secondo delle linee guida, “best practice” e ci sono delle attività che non si possono assolutamente trascurare, mi riferisco a:
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Segmentazione del mercato di fornitura
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Ottimizzazione del parco fornitori
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Gestione del vendor rating
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Contrattualistica snella ed efficace
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Pressione sul dettaglio dei costi
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Costruzione di alleanze e di partnership
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Gestione dei forecast/budget d’acquisto con i fornitori
Sempre dall’indagine del Corriere della Sera, emergono degli spunti di riflessione che a mio parere devono essere presi in considerazione per affrontare l’argomento con una visione più ampia, riporto qui di seguito (tale e quale):
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Le materie prime sono diventate un investimento interessante, sono prezzate in USD, moneta debole in questo momento, quindi sono convenienti per chi le acquista in Euro.
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L’aumento a dismisura dei costi di trasporto marittimi, il Dry Baltic Index ha registrato nell’ultimo anno un +605%.
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Alcune materie prime saranno necessarie in quantità mai utilizzate finora perché sono indispensabili alle due rivoluzioni in corso nel sistema produttivo: la transizione green e quella digitale.
La strategia dell’accaparramento a livello mondiale
Per i minerali che non sono presenti nella terra del Dragone, il Governo cinese ha provveduto a stipulare contratti di durata pluridecennale per garantirsene l’acquisto esclusivo, come il nichel nelle Filippine e in Indonesia.
La strategia cinese in questo campo è ben architettata, per esempio nel 2008 la Cina ha firmato un accordo con il Congo per i diritti di estrazione del rame e del cobalto fino al 2033, per un valore stimato di 84 miliardi di Dollari. In cambio si è impegnata a investire 6 miliardi di Dollari nelle infrastrutture del Paese e circa 3 miliardi nel settore minerario.
Purtroppo davanti a questo scenario, come è illustrato nel diagramma qui sopra, l’Europa è rimasta assente e adesso sia la nostra industria, sia noi consumatori inevitabilmente cominciamo a pagarne le conseguenze.
La Commissione europea fa presente che le materie prime critiche sono trenta, tra le quali il litio, le terre rare (da cui dipendiamo dalla Cina per il 98%) il borato (dalla Turchia per il 98%), il platino (dal Sud Africa per il 71%).
Secondo le stime della Commissione, per le batterie dei veicoli elettrici e lo stoccaggio dell’energia nel 2030 l’Ue avrà bisogno di un approvvigionamento di litio fino a 18 volte superiore a quello attuale, e 5 volte di cobalto.
Solo ora gli stati membri europei stanno concretizzando degli accordi comuni per il riciclo delle materie prime su scala continentale, però è troppo tardi, le nostre industrie sono già in sofferenza!
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Autarchia per tutti? sempre spassoso il nostro Denisio. Che poi l’autarchia mica è una idea sua; la professava anche il Cav. Benito! però il caffé con le foglie di cicoria essiccate non veniva tanto buono…
Visto che lei se la spassa facilmente, si prenda qualche libro per confermare che la nostra penisola è uno dei posti al mondo con la maggior biodiversità quindi con la maggior possibilità di avere un piatto diverso ogni giorno…
Il caffè può essere anche un piacere non un vizio, anche qui ne ha imparata una di nuova…
Mi chiedo come possa definirsi green o ecologica una svolta che prevede aumenti esponenziali dello sfruttamento delle risorse…
Come al solito sotto i fari della propaganda il nulla, anzi il solito perverso disegno di centralizzazione globalista con le multinazionali che sono antiecologiche per loro natura a dettare i giochi, uno schifo.
Più intelligente sarebbe la soluzione del massimo grado di autarchia per ogni nazione che produca, ricicli e manenga in salute i propri territori…
Non con i vaccini pero…